significava.
Disse a un cameriere di passaggio di portargli una birra e si sedette di fronte a me. «Ciao Ward. Hai un aspetto un po’ vissuto.»
«Io? Tu sembri un rottame. Come sta Nina?»
«Alla grande,» disse.
Attese la sua birra. Si era tagliato la barba. Non mi chiese come stessi ne cosa avevo fatto. Nella mia limitata conoscenza di Zandt avevo imparato che non si perdeva mai in convenevoli. Non faceva mai discorsi inutili: diceva solo quello che doveva dire e poi stava zitto oppure se ne andava. Era evidentemente ubriaco. Bisognava aver passato un po’ di tempo con un bevitore — come avevo fatto io una volta, per un anno — per accorgersene, perche i segni esteriori erano pochi. Le borse sotto gli occhi erano piu scure e afferro il bicchiere nel momento in cui fu posato sul tavolo; ma i suoi occhi erano limpidi e la voce calma e misurata.
«Allora, cos’hai su Yakima?»
«Come ti ho gia detto, non molto. Sono tornato a Los Angeles e ho riferito a Nina quello che avevamo scoperto. Lei ha fatto rapporto e non e accaduto nulla. Fondamentalmente ho cominciato a indagare perche.
Scrollo le spalle. Lo capivo. Non c’era molto altro da dire: lui era stato coinvolto nelle indagini sugli omicidi del Ragazzo delle Consegne, e la conseguenza era stata che sua figlia Karen era stata rapita e non fu mai piu rivista in vita. Il suo matrimonio era andato a rotoli, lui aveva abbandonato il servizio attivo. Credo sia stato un bravissimo detective: era stato lui a scoprire che l’Homo Erectus era una specie di mezzano procacciatore di vittime che rapiva per conto di ricchi psicopatici che vivevano a The Halls. Ma anche se Zandt avesse desiderato tornare a essere un poliziotto, il che non era vero, difficilmente il dipartimento di polizia di Los Angeles sarebbe stato d’accordo. Quindi cos’altro gli rimaneva da fare? Diventare una guardia giurata? Mettersi in affari? In che campo? Zandt era ormai inadatto ad assumere un qualsivoglia impiego, proprio come me.
«Potremmo farci assumere dai federali.»
«Giusto. Tu sei stato sbattuto fuori dalla CIA. E una cosa che fa sempre impressione. A ogni modo, ti ricordi la parola scritta sulla porta della capanna che abbiamo trovato?»
«Non precisamente,» dissi. «Ho visto che la c’erano delle lettere, ma sembrava semplicemente che facessero parte del casino generale.»
Infilo la mano in una tasca e tiro fuori un piccolo pezzo di carta lucida. «Questa e una delle foto che ho scattato,» disse. «Stampata accentuando il contrasto. Ora la vedi?»
Osservai la foto da vicino. Indubbiamente c’erano delle lettere incise sulla porta. Se si studiava a fondo l’immagine si riusciva a scorgere la parola o il nome «Croatoan». La scritta risaliva a molto tempo prima, ed era parzialmente oscurata dal successivo deterioramento dovuto alle intemperie e da segni aggiunti in un secondo tempo. «E significa?»
«La mia idea era che potesse essere il nome di qualche vecchia compagnia mineraria o qualcosa del genere, ma non sono riuscito a trovarne. L’unico riferimento che ho trovato a questa scritta e strano.»
Spinse verso di me uno spesso plico di fogli. Era un testo scritto fittamente in diversi caratteri tipografici, diviso in sezioni, e raccolto sotto il titolo generale «Roanoke».
«Spero ci sia un riassunto.»
«Hai gia sentito parlare di Roanoke, vero? Quella sulla East Coast?»
«Si, vagamente,» dissi. «Un gruppo di persone spari molto tempo fa. O qualcosa di simile.»
«In realta sparirono due volte. Roanoke fu il primo tentativo inglese di insediare una colonia in America. L’esploratore inglese Walter Raleigh aveva ricevuto da Elisabetta I una striscia di terra, sotto forma di concessione. Nel 1584 Raleigh mando una spedizione per scoprire che cosa avesse ottenuto: per l’esattezza, esplorarono una zona chiamata Roanoke Island, sulla costa di quello che ora e il North Carolina. Diedero una prima occhiata, presero contatti con la tribu locale — i Croatoan — e decisero di tornare in Inghilterra. Nel 1586 parti un secondo gruppo di cento uomini. Non gli ando altrettanto bene: non si erano portati viveri a sufficienza, ebbero dei problemi con gli indigeni perche non li trattarono abbastanza bene e alla fine, eccetto quindici, furono tutti ricondotti in patria da una nave di passaggio. Raleigh, pero, era desideroso di insediare stabilmente una colonia e cosi l’anno dopo un ulteriore gruppo venne inviato per assicurarsi che questa nuova «Virginia» si fosse consolidata. Alla loro guida pose un uomo di nome John White, che designo come governatore. Partirono centodiciassette persone. Uomini, donne, bambini — l’idea era che la presenza di gruppi familiari avrebbe reso tutto piu definitivo. Fu detto loro espressamente di non dirigersi verso Roanoke Island, ma… fu proprio li che alla fine arrivarono. Trovarono le fortificazioni costruite dal gruppo precedente, ma nessuna traccia dei quindici lasciati a presidiarle. Andati via. Spariti. White ristabili le relazioni con i Croatoan, i quali dissero che una ‘tribu nemica’ aveva attaccato il forte e ucciso almeno alcuni dei soldati. White era ovviamente incavolato, e quando venne ritrovato il cadavere di uno dei coloni, decise di attaccare la tribu dei cattivi locali, i Powhatan. Solo che i suoi uomini mandarono tutto a puttane uccidendo invece alcuni Croatoan, presumibilmente sulla scorta del buon vecchio principio: «Per me si assomigliano tutti.»
Scossi la testa. «Bel lavoro.»
«Cosi, naturalmente, i Croatoan, di punto in bianco e comprensibilmente, dimenticarono qualsiasi precedente benevolenza — e si rifiutarono di fornire del cibo. I coloni erano arrivati in estate, troppo tardi per seminare, e il poco che si erano portati stava andando a male.»
«Erano un po’ idioti i primi colonizzatori.»
«Idioti o audaci. O entrambe le cose. White decise di tornare in Inghilterra per far provviste. Non c’era altra scelta. Venne stabilito che se fossero andati all’interno, i coloni avrebbero lasciato dei segni che indicassero il percorso seguito. Inoltre, se si fossero allontanati in seguito a un attacco, avrebbero intagliato una croce in qualche punto facilmente individuabile. Il problema fu che quando White torno in Inghilterra scopri che il paese era in guerra contro la Spagna — e dovettero passare tre anni interi prima che potesse far ritorno a Roanoke.»
Ci pensai su per un attimo. Abbandonato in una terra straniera con un vicino che ti odia e il cibo che scarseggia. Il capo se ne torna a casa e rimane lontano quasi per il periodo che intercorre tra due Olimpiadi. «E quando ritorno, cosa trovo?»
«Spariti. Tutti quanti. Scomparsi. Nessuno in vita, nessuna traccia dei loro corpi. Gli effetti personali abbandonati. Nessuna croce intagliata. C’era pero la parola ‘Croatoan’ incisa su un pilastro del cancello.»
«Okay,» dissi. «E una cosa che mette un po’ i brividi. Quindi, cos’era successo?»
«Questa e l’ultima notizia sicura a conoscenza di chicchessia. White avrebbe voluto sapere che fine avessero fatto le persone che aveva lasciato laggiu, ma il capitano e la ciurma se ne fregarono altamente, e cosi lui fu costretto a tornare in Inghilterra. Cerco di organizzare un’altra spedizione alla fine del 1590, ma questa volta Raleigh e i suoi investitori avevano perso qualsiasi interesse. Da allora molte persone hanno cercato di ricostruire la storia, a partire da un tizio di nome John Smith che si trovava nell’insediamento di Jamestown vent’anni dopo.»
«E?»
«Smith parlo con gli indigeni e si fece alcune idee che poi sono quelle che circolano ancora oggi. Sembra che la parola ‘Croatoan’ non indicasse solo una tribu, ma anche un’area geografica vasta e non molto ben definita. Quindi poteva essere stata incisa per indicare una destinazione, come era stato stabilito con White. Oppure avrebbe potuto significare che i Croatoan stessi avevano cambiato atteggiamento, e avevano cominciato ad aiutare gli sfortunati coloni. Oppure ancora che i coloni erano stati attaccati dagli indiani ed erano stati costretti a ripiegare nell’entroterra. Qualunque sia l’ipotesi giusta, v’e implicita la possibilita che alcuni o tutti i colonizzatori (alcune teorie pretendono che gli uomini siano stati tutti uccisi, e che fossero risparmiati solo donne e bambini) si siano integrati in una tribu locale, e ci sono un paio di popolazioni indigene — particolarmente i Lumbee — che avanzano in tal senso rivendicazioni pluriennali, alcune delle quali sembrano piuttosto fondate. Questa teoria ha cominciato a essere presa sul serio a partire dalla meta del diciannovesimo secolo e ci si e speculato sopra fin dai tempi di Jamestown. Ci sono storie su incontri, avvenuti verso la meta del diciassettesimo secolo, tra un ministro del culto ed alcuni indigeni amici che parlavano inglese, e c’e chi racconta di un esploratore tedesco, di cui non sono riuscito a rintracciare il nome, che sosteneva di avere avuto incontri con ‘una potente nazione di uomini con la barba’ — cioe con possibili discendenti dei colonizzatori.»
Avevo creduto che le incisioni sulla porta della capanna non avessero avuto grande impatto su di me, ma mentre John diceva queste cose, mi sentii improvvisamente gelare, sperduto in mezzo al nulla, in compagnia dei morti.
Zandt agito un braccio per attirare l’attenzione del cameriere. Quest’ultimo cerco di spiegargli che era