Zandt.

Sistemai la mia apparecchiatura sul tavolo e cominciai. Quando aprii il pacco vi trovai una piccola busta di plastica, semitrasparente, studiata per proteggere dall’elettricita statica, che e la causa principale dello sputtanamento di apparecchiature elettroniche delicate. A parte il farle cadere, naturalmente. Dentro c’era un piccolo hard disk e attaccato a esso un biglietto di Nina: «Fai molta, molta attenzione. E l’originale. Trova qualcosa per me e poi restituiscimelo subito».

Prima di qualsiasi altra cosa, chiamai Nina sul cellulare. Sembrava infastidita e distratta. «Sono contenta che ti sia arrivato,» disse. «Ma non credo che ci portera da nessuna parte. La polizia di Los Angeles ha appena ricostruito la sua storia. Hanno trovato il tizio che ha comprato il portatile originario, un parassita dell’industria cinematografica di nome Nic Golson, che pero aveva anche una ricevuta che attestava che il portatile era stato venduto a un negozio dell’usato di Burbank nel luglio dell’anno scorso. Gli avevano fatto credere che sarebbe stato ingaggiato per una sceneggiatura importante, ma poi non se ne era fatto niente, e lui ha deciso di sbarazzarsi dell’apparecchio. Dopo, qualcuno lo ha ricomprato in contanti, ne ha prelevato questo pezzo e ha buttato il resto da qualche parte che non sapremo mai. In questo momento stanno interrogando gli impiegati del negozio, ma questo assassino mi sembra piu intelligente.»

«E come mai io ho il disco originale?»

«Ho usato le mie astuzie femminili.»

«Hai delle astuzie?»

«Ne rimarresti sorpreso. In realta anch’io. Forse si e trattato solo del grado.» Ammise di avere fatto pressioni su un topo di laboratorio della polizia di Los Angeles dopo che io le avevo detto che una copia non sarebbe servita a nulla. Il tizio si dimostro disposto ad assecondarla, non ultimo perche avevano gia fatto tutto quello che potevano con il disco. Le impronte erano gia state prese, quindi non c’erano problemi a toccarlo, pero…

Le dissi che avrei fatto attenzione.

Poi riagganciai e diedi un’occhiata a quell’oggetto che, ora lo sapevo, aveva passato un po’ di tempo conficcato nella bocca di una donna morta. Non avrei saputo dire se era piu inquietante questo fatto o il rischio che aveva corso Nina.

Arrivo il caffe e ne bevvi un po’ fumando una sigaretta. In questo modo le sfide del mondo risultavano piu abbordabili. Tirai fuori un cavo di mia proprieta che aveva, a un’estremita, un plug Firewire e dall’altra un Oxford Bridge. Infilai delicatamente i connettori del disco in quest’ultimo e il plug sul retro del portatile di Bobby. L’icona del disco apparve sul desktop.

Lo aprii ed ebbi la conferma di quanto mi era stato detto. C’erano due file, un brano musicale salvato in formato MP3 e il messaggio. Nina mi aveva detto che la citazione all’inizio del testo era stata riconosciuta come appartenente a uno scrittore tedesco chiamato Heinrich Heine. La copia del Requiem di Faure proveniva da un’edizione di grande pregio risalente ai primi anni ’60, il che a sua volta non significava nulla. Un’esecuzione di musica classica ha sempre un che di atemporale, e le piu recenti non sono necessariamente le migliori. Il massimo che riuscii a ricavare dalla musica fu il dato che era stata digitalizzata a 192 k/sec in joint stereo, un’impostazione di qualita abbastanza elevata. Considerato che la maggior parte delle persone non riesce a percepire la differenza tra 192 e 160, allora forse questo fatto stava a significare che il file era stato realizzato per essere suonato su un apparecchio stereo di qualita, che avrebbe potuto rivelare le lacune di una copia realizzata con un rapporto inferiore; o piu semplicemente — e piu ovviamente — la musica aveva un’importanza per la persona che ce l’aveva messa. Un bell’affare, in entrambi i casi. Lo ascoltai diverse volte e notai quello che sembrava un leggero sibilo e quasi sicuramente uno o due grattamenti. Esisteva la possibilita che l’MP3 fosse stato creato partendo da un vinile. Appariva improbabile che un esperto di computer disdegnasse completamente i CD, quindi questo forse stava a significare che la persona possedeva un LP di quella musica che aveva per lui un qualche valore affettivo. Anche in questo caso, bell’affare.

Lanciai un programma di scansione di tipo professionale e aspettai che facesse il suo dovere. Molte persone sembrano considerare i computer alla stregua di semplici macchine, come l’aspirapolvere o il videoregistratore. Si sbagliano. Fin dai primi esemplari, da quei pallottolieri appena evoluti che erano gli Amiga e gli Apple II, il nostro rapporto con i computer e stato differente. Tutti capirono subito che si trattava di un oggetto che aveva dei diritti. Se la tua lavatrice smette di funzionare o la tv va in tilt, la fai riparare oppure la butti. Si tratta di pezzi di semplice tecnologia trasparente: non hanno alcuna magia. Viceversa, se un computer non fa il suo dovere non sai mai veramente di chi sia la colpa. Ti senti coinvolto e vulnerabile. E un po’ la stessa differenza che c’e tra una matita e una macchina. Una matita e un prodotto semplice e senza sorprese. C’e solo un modo in cui puo funzionare — se ha la punta — e molti modi di essere difettosa: se e troppo piccola, troppo spuntata, senza mina. Con una macchina, specialmente il tipo di catorcio arrugginito che ognuno di noi ha usato per il suo primo giro, la faccenda e molto piu complessa. Entra in gioco la capacita di essere persuasivi, specialmente nelle mattine piu fredde. C’e quel rumore che non sfocia mai in nulla, ma che non scompare mai, quei malfunzionamenti occasionali che cominci a ritenere dipendenti dalle fasi lunari. Cio non significa che l’auto sia guasta, ma solo che richiede un’attenzione amorevole, che ha le sue necessita. Gradatamente arrivi ad avere un atteggiamento rituale, un legame temprato dall’imprevedibilita, dal fatto che bisogna conviverci. Che poi, dopo tutto, e il modo in cui conosciamo le persone: non per le cose che hanno in comune con chiunque altro, ma perche impariamo a districarci in mezzo alle loro eccentricita, ai loro aspetti aggressivi e alle loro imprevedibili debolezze, in una parola, alle cose che le rendono diverse dagli altri.

Un computer sta nel mezzo: e un po’ come una macchina, ma all’ennesima potenza. I suoi artigli affondano molto di piu nella tua vita. Il tuo computer e la tua anima di riserva, una rappresentazione, su piu livelli e suddivisa in menu, di chi sei, di chi ti sta a cuore e dei tuoi peccati. Se passi una serata a navigare in rete a guardare donne nude, la tua traccia rimane nella memoria storica del browser e nella cache del disco fisso — senza considerare che viene registrata da tutti i siti che hanno identificato il tuo indirizzo IP quando ci sei passato, cosi da poterti coprire di e-mail fino alla fine dei giorni. Se scambi occasionalmente delle e-mail civettuole con una collega per poi buttarle tutte via scrupolosamente, sei ancora in errore fino a quando non procedi a svuotare effettivamente la spazzatura del tuo software.

Anche se pensi di essere furbo e getti via tutto, svuotando il cestino, non sei fuori pericolo. Tutto quello che accade quando «cancelli» un file e che il computer butta via il riferimento a esso — come buttare la scheda che si riferisce a un libro sugli scaffali di una biblioteca, e che indica al visitatore dove trovarlo. Il libro in se e ancora al suo posto e se vai a cercare puoi trovarlo o rintracciarlo. E come un uomo che scrive i suoi appunti a matita su un enorme pezzo di carta. Se accechiamo l’uomo, gli appunti sono ancora li. Non ci puo mettere il dito sopra, non puo mostrare dove ognuno si trovi, ma rimangono. Se continua a scriverne (in altre parole, se continua a salvare nuovi file), comincera a scrivere su quelli originali, rendendo impossibile tornare a quello che era una volta, per capire o addirittura ricordare cosa era accaduto prima, cosa ha reso la sua vita quello che e. A ogni modo, sezioni di questi file rimangono nascoste e perdute, ma reali: sono le esperienze precedenti del computer, separate dal mondo esterno, ma che occupano ancora aree del disco come fantasmi e ricordi, mescolati con il quotidiano. Noi siamo fatti cosi.

Il software ci mise mezz’ora a completare il suo lavoro. Il risultato fu nullo e confermo semplicemente quello che il tecnico tanto caro a Nina aveva gia scoperto: il disco era stato ripulito molto accuratamente prima che i due file venissero copiati li sopra. Non solo l’uomo che scrive appunti era stato accecato, ma l’avevano anche portato fuori e ammazzato.

Il caffe nella brocca era ormai freddo. Lanciai uno dei programmi di proprieta di Bobby per setacciare la superficie del disco alla ricerca di quello che vi era stato scritto sopra e per verificare in quel brodo primordiale binario qualsiasi irregolarita — o qualche regolarita inaspettata. A parte smontarla fisicamente per esplorarla con le pinzette, non c’era altro che si potesse fare per penetrare a fondo negli oscuri meandri infantili della mente digitale. Il passato resiste alle intrusioni anche tra i circuiti stampati.

Sullo schermo comparve una finestra di dialogo per dirmi che il processo sarebbe durato poco piu di cinque ore. Poiche non e molto eccitante stare li ad assistere, controllai che il cavo di alimentazione fosse inserito a dovere e uscii a fare una passeggiata.

Alle tre del pomeriggio Zandt chiamo dall’aeroporto. Gli diedi le indicazioni per raggiungere L’Espresso e vi ritornai per attenderlo. Quaranta minuti dopo, il suo taxi arrivo. John usci, lancio un’occhiataccia al tizio in costume davanti all’hotel e si incammino verso di me. Procedeva con passo lento e molto regolare. Sapevo cosa

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