«No. Anch’io l’ho pensato sul momento, ma non era cosi. Non aveva l’aspetto di un orso. E poi, che odore hanno gli orsi?»

«Non saprei, perche non mi ci sono mai avvicinato tanto da scoprirlo. Sono creature piuttosto schizzinose.»

«Questo aveva un odore tremendo. Veramente disgustoso. Oltre a questo, ho visto anche delle impronte.»

«Ma non mi dica.»

«Si, cazzo se lo dico. Lei vuole che io faccia finta di aver visto un orso, okay. Ma c’erano quelle impronte. E partivano da dove mi trovavo io.»

«Non erano le sue? Di quando era scappato dall’orso?»

«No. Stavo annaspando li intorno. La forma sarebbe stata indefinita. E poi si vedevano quelle cazzo di dita. Cinque dita grosse e rotonde sul davanti. Mi creda, le ho viste.»

«Ne sono certo.» Connelly si rivolse a Phil. «Potresti far entrare Mrs. Anders?»

Confuso, Tom osservo il giovane poliziotto che usciva e andava a prendere una donna che ora vedeva seduta dalla parte opposta della sala principale. Nel frattempo Connelly bevve il suo caffe in un unico lento e lungo sorso, squadrando freddamente Tom.

Phil ritorno seguito dalla donna. Era sui sessantacinque anni e aveva capelli grigi raccolti in una allentata coda di cavallo. Una mano era infilata nella tasca di una giacca gialla, indossata sopra uno spesso pull di lana. L’altra reggeva una grande busta di plastica. La donna aveva un’aria imbarazzata e contrita.

Tom comincio a sentire una stretta allo stomaco.

«Questa e Patrice Anders,» disse ConneEy. «Patrice vive a qualche chilometro da Howard’s Point. Non so se lei lo ha notato sulle sue cartine, ma c’e indicato un piccolo lotto di terreno che parte da li per arrivare fino alla successiva autostrada sulle montagne. E destinato a diventare un importante insediamento, ma per ora Mrs. Anders rimane l’unica occupante.»

«Piacere di conoscerla,» disse Tom, «ma non capisco di cosa si tratti.»

Connelly guardo la donna e sollevo un sopracciglio.

«Ero io, nella foresta,» disse.

Tom la fisso. «Cosa intende dire?»

La donna scosse la testa. «Mi dispiace tanto. Io cammino molto. Partecipo a due programmi nazionali per il monitoraggio della fauna e tengo ufficiosamente il conto di cosa gira qui intorno in ogni stagione dell’anno. Non so se a lungo termine questo sia di qualche utilita, non e molto scientifico. Non credo, ma…» Scrollo le spalle. «A ogni modo, questo e quello che faccio. E l’altra mattina, di buon’ora, ero la fuori, e ho visto qualcosa che giaceva sul fondo della gola. Quest’ultima non e lontanissima dall’estremita del mio terreno, in linea d’aria. Be’, a piedi e un bel tragitto, sa mi piace camminare. Comunque, scesi giu e vidi che si trattava di uno zaino. Non sapevo se qualcuno sarebbe tornato indietro a riprenderlo cosi lo lasciai li.»

Tom guardo Connelly. «Okay, e allora?»

«Le impronte che lei ha visto appartengono a Mrs. Anders.»

«Stronzate. Lei non mi ascolta quando parlo? Quelle erano enormi.»

«Con un’ora di sole i contorni cominciano a sciogliersi e saranno sembrate piu grandi di quanto fossero realmente.»

Per un secondo Tom penso di lanciarsi al di la della scrivania e afferrare l’uomo alla gola. Sapeva che sarebbe stata una pessima idea e non solo perche quell’individuo rappresentava la legge. Cosi, si limito a controllare la sua voce. Dopo tutto era lui ad avere l’asso nella manica.

«Gia. E il sole avra fatto in modo che le impronte avessero cinque grosse dita, vero? Se e cosi, allora avete un sole ben strano da queste parti.»

Per un attimo ci fu silenzio, poi si udi un leggero tramestio. La donna che si chiamava Patrice tiro fuori qualcosa dalla borsa.

Subito Tom non riusci a identificare cosa aveva davanti agli occhi. Poi senti un brivido lungo la schiena.

«Li si puo comprare da Cle Elum,» disse. «E una stupidaggine, me ne rendo conto, ma sa, e anche divertente. Me li aveva comprati mio marito per scherzo.»

Tom continuo a fissare un paio di scarponi nuovissimi, con l’estremita superiore di pelliccia e i piedi di plastica marrone, completi di cinque ditoni.

Phil accompagno fuori la donna. Forse era solo una sua idea, ma Tom aveva l’impressione che il vicesceriffo si sentisse un po’ mortificato per lui. A ogni modo, sperava che fosse cosi. Non c’erano in vista altri candidati alla comprensione nell’arco di centinaia di chilometri.

Connelly getto un’occhiata all’orologio sul muro. Infilo la mano nel taschino della camicia, tiro fuori un malconcio pacchetto di sigarette e ne accese una.

«Che giornata del cavolo,» disse. «Piu movimentata di quanto avrei scommesso svegliandomi, questo e certo.» Fece cadere un po’ di cenere sul tavolo. «Non e che succeda molto da queste parti, come credo avra immaginato. E credo anche che lei abbia capito che mi piace che le cose continuino ad andare in questo modo.»

Tom scosse la testa. «Io so cosa ho visto.»

«Lei non ha visto un cazzo di niente, Mr. Kozelek.» Gli occhi grigi del poliziotto erano freddi. «Lei si e inoltrato nel bosco perche aveva in mente un’idea malsana e non staro nemmeno a parlare di quanto una cosa del genere sia irresponsabile quando il lavoro di altre persone e di venire a cercarla indipendentemente dalle motivazioni che l’hanno spinta. Lei si e strafatto di alcool e pillole e poi ha visto un orso, o ha avuto un’allucinazione o il diavolo sa cos’altro.»

Tom si limito a scuotere la testa.

Connelly spense la sigaretta. «Faccia come le pare. Non le diro di levare le tende stasera, perche ha avuto un paio di giorni difficili, e contrariamente a quanto lei possa pensare io sono una persona ragionevole. E ridotto come uno straccio e ha bisogno di mangiare e di dormire un po’. Perche non va a farsi una dormitina e magari domani mattina fa un pensierino di andare a vedere le altre belle cittadine che ci sono qui intorno? Snohomish, per esempio, l’antica capitale del Nord-ovest. O magari addirittura Seattle. C’e l’aeroporto laggiu.»

«Non vado da nessuna parte.»

«Si invece.» Connelly si alzo, stiracchiandosi. Le ossa scricchiolarono. «E presto. Vuole il mio consiglio?»

«Non so cosa farmene.»

«Ringrazi il cielo di esserne uscito. Si rallegri di non essere stato attaccato da un buon vecchio orso e di non essere morto la fuori sulle montagne. Lasci perdere. Perche qui c’e dell’altro.»

Guardo oltre il vetro e vide il suo vice sulla soglia che si infilava il giaccone, pronto, come da istruzioni ricevute, ad aiutare Kozelek a trovare un posto in citta dove stare per una sola notte. Nonostante questo abbasso leggermente la voce. «Mentre venivo qui ho fatto delle ricerche su di lei.»

Tom fissava la schiena dell’uomo, rendendosi improvvisamente conto che se quel suo viaggio nell’abisso e ritorno poteva aver cambiato lui, il mondo esterno non era cambiato affatto. Non era stata eliminata nessuna delle parti della sua vita che non gli piacevano. Qui, la squallida e interminabile serie che aveva vissuto continuava ad avere successo, nonostante il fatto che il suo spettatore principale — lui stesso — fosse convinto che fondamentalmente faceva schifo.

Connelly si volto a guardarlo. «So quello che ha fatto.»

Capitolo undici

Per prima cosa trovai ad attendermi al bancone un pacco da parte di Nina. Chiesi al ristorante di racimolare tutto il caffe che avevano e di mandarlo in camera mia, e poi mi diressi al piano di sopra. Non ero molto ottimista sul fatto di poter fare qualcosa per lei — sia il dipartimento di polizia di Los Angeles che la CIA avevano messo della gente esperta a occuparsi del caso — ma era comunque qualcosa che potevo fare mentre aspettavo John

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