sapere. L’unica differenza era che ora forse aveva qualcosa di abbastanza clamoroso da dare significato al rischio che non venisse mai scoperto.

Getto il suo sguardo annebbiato attraverso il vetro, in direzione dell’ufficio dello sceriffo di Sheffer, dove Phil, che Tom pensava con sempre maggior convinzione di avere vagamente conosciuto prima della sua esperienza nella foresta, svolgeva il suo lavoro. Phil era giovane e di corporatura esile per essere un poliziotto: la maggior parte degli agenti di citta sembrava passare tutto il tempo in palestra per assicurarsi delle braccia muscolose che risaltassero adeguatamente nelle loro magliette a mezze maniche. Ogni tanto Phil entrava nella stanza e ogni tanto ne usciva. Questo era quanto. Probabilmente al di la dell’avere a che fare con incidenti stradali, con persone che non pagavano il conto al bar e occasionalmente con qualche lite familiare frutto di serate invernali troppo lunghe, il suo lavoro non doveva essere molto movimentato: almeno fino a quando qualcuno non era uscito dalla foresta con una strana storia da raccontare.

Il vicesceriffo sarebbe tornato di li a poco per vedere come stava e forse gli avrebbe fatto qualche domanda in proposito. Nel frattempo, Tom bevve ancora un po’ di brodo. Si era raffreddato e aveva bisogno di un pizzico di sale, ma altrimenti era ottimo e lo stava facendo sentire meglio.

La sua vista sembro annebbiarsi lentamente.

La voce proveniva da dietro di lui.

«Signore?»

Tom scosse la testa, conscio del fatto che non sarebbe stato in grado di sfuggire a tutto questo. Qualcosa scricchiolava sotto i suoi piedi. Quando alla fine si volto, sapeva gia quale sarebbe stata la notizia, ma non vedeva come questa potesse trovare un posto nella sua testa.

«Signore?»

Improvvisamente tutto fu diverso. Tom alzo la testa confusa e si rese conto di essere ancora seduto su una sedia di una stazione di polizia, lontanissimo da Los Angeles. Era giorno, lui era avvolto nelle coperte e per terra, a circa un metro di distanza, c’era una piccola stufetta che indirizzava un leggero flusso di aria calda nella sua direzione. Questa e nuova, penso, non mi ricordo che ci fosse, prima.

Una novita era anche l’uomo che si trovava dall’altro lato del tavolo. Tom lo guardo. «Che ora e?»

«Sono da poco passate le tre, signore,» disse l’uomo. Era molto piu anziano di quello che chiamavano Phil. Era anche piu alto e largo. Piu grande in tutti i sensi. Era seduto in una delle sedie di fronte.

«Chi e lei?»

«Mi chiamo Connelly,» disse l’uomo. «Lavoro qui.»

«Okay.» La voce di Tom, dapprima vagamente petulante, esplose improvvisamente in uno sbadiglio leonino. «Adesso mi sembra di avere sin troppo caldo.»

«Il mio vice ha detto che la dottoressa si e raccomandata di tenerla al caldo e questo e quello che faremo. A meno che lei non ritenga meglio passare la notte in ospedale. Mi sembra ci siano almeno un paio di buone ragioni perche lei si decida per questa opzione.»

«Sto bene,» disse Tom.

L’uomo si allungo verso il tavolo e lo fisso. «Ne e sicuro?»

Ora che era un po’ piu sveglio, Tom si rese conto che Connelly non aveva alcuna fretta di stringere amicizia con lui. Non lo stava trattando come qualcuno che era riuscito miracolosamente a salvarsi da un deserto di neve.

«Sicurissimo,» rispose, andando a recuperare la voce che era solito usare nelle riunioni, quando era necessario convincere un cliente che il lavoro di web design proposto era esattamente quello che era stato richiesto, nonostante l’apparente mancanza di rispondenza con quanto discusso nel briefing. Sembravano passati secoli dall’ultima volta che aveva usato quel tono. In realta erano meno di due settimane, e Tom riusci a farlo venire fuori, anche se un po’ arrugginito. «Grazie per l’interessamento.»

«Va bene, allora perche non mi racconta la sua storia.»

«Al, lo ha gia fatto.» A parlare era stato Phil che stava entrando nella stanza con due tazze di caffe.

Connelly ignoro il suo vice, si risedette e continuo a fissare Tom.

«Mi chiamo Tom Kozelek,» disse quest’ultimo. «Sono… in vacanza. Tre giorni fa, almeno cosi credo, mi sono diretto sulle montagne. Ho parcheggiato in prossimita dell’inizio di un sentiero, ma non ne ricordo il nome.»

«Howard’s Point,» disse il poliziotto annuendo. «La sua macchina e stata recuperata indietro da li ieri pomeriggio. La sua ricomparsa ha almeno risolto quel piccolo mistero.»

«Giusto. Dunque, ho parcheggiato la macchina laggiu e sono andato a fare un’escursione.»

«Un’escursione,» ripete l’uomo annuendo. «Esattamente cosa si era portato dietro come provviste?»

«Immagino che lo sappia gia,» brontolo Tom, freddamente. «Vedo il mio zaino sul tavolo laggiu.»

«Si, lo so,» disse il poliziotto. «Quello che non so e se lei ha avuto modo di vedere un po’ la televisione da quando e qui. In questo periodo dell’anno c’e una segnalazione che viene trasmessa piu o meno ogni ora. Consiglia alle persone di tenersi alla larga dalle montagne a meno che non sappiano cosa stanno facendo e siano adeguatamente attrezzate. Lei non guarda molta televisione, vero Mr. Kozelek?»

«Ero in uno stato mentale confuso.»

«Gia.» L’uomo annui nuovamente. «E dove e stato da allora?»

«Ho camminato fino a qui,» disse Tom. «Mi ero perso. Avevo le cartine, ma per errore le ho lasciate in macchina. Quando mi sono messo in cammino ero un po’ ubriaco; di solito il mio senso dell’orientamento e piuttosto buono, ma nevicava e sono precipitato in una gola e, a essere sincero, mi devo essere perso. Ho cercato di ritornare sulla strada, ma a quel punto, evidentemente, avevo invertito la direzione e, evidentemente, non ho fatto altro che allontanarmi sempre piu. Poi ho trovato quello che sembrava un sentiero e l’ho seguito, ma non sembrava portare da nessuna parte e continuava a interrompersi e a riprendere.»

«Probabilmente era una vecchia pista per il trasporto dei tronchi,» disse Phil. «Potrebbe addirittura essere un tratto della vecchia strada montana. Per la maggior parte di essa l’unica cosa che si puo dire e che un tempo c’era qualcosa laggiu perche gli alberi che si succedono sono piu diradati.»

Connelly giro lentamente la testa per guardarlo e il suo vice si zitti. Lo sceriffo torno a fissare Tom.

«Mi stia a sentire, qual e il suo problema?» disse Tom.

«Il mio? Nessuno. La prego continui.»

Tom prese di proposito una lunga pausa sorseggiando il caffe. Quel tipo stava cominciando veramente a farlo incazzare. Alla fine erano tutti uguali. Tutti cosi pieni del proprio status privilegiato, a far finta di non essersi mai trovati, in vita loro, in una situazione difficile.

«Cosi non ho fatto altro che camminare,» disse. «Non saprei dire dove fossi. Poi, alla fine, la notte scorsa ho trovato una strada. L’ho percorsa per un po’, sicuro che qualcuno sarebbe arrivato e mi avrebbe dato un passaggio, ma nevicava e non ho incontrato nessuno. Cosi ho continuato a camminare e sono arrivato qui, questa mattina presto.»

«Una piccola odissea, Mr. Kozelek,» disse Connelly. «Deve essere contento che sia finita e impaziente di tornare a casa.»

«Non ancora,» disse Tom, scrollandosi di dosso due coperte. In quel momento non solo sentiva troppo caldo, ma aveva la sensazione che quell’aspetto da «ragazzino sperduto» non lo stesse aiutando a farsi prendere sul serio dallo sceriffo. «Prima devo sistemare alcune cose qui.»

«E cosa sarebbero mai?»

Tom lo guardo negli occhi. «Devo tornare nella foresta.» Fece un gran respiro e si preparo a dire una cosa che sapeva si sarebbe ricordato per il resto della sua vita. «Quando ero laggiu ho visto qualcosa, qualcosa di strabiliante.» Fece un’altra pausa, pregustando il momento.

«Sarebbe Bigfoot, vero?»

Tom lo fisso, stupito. «Come fa a saperlo?»

Connelly sorrise leggermente. «Lo ha menzionato un paio di volte al mio vice quando e arrivato qui. E anche alla dottoressa, credo. A dire il vero, da quel che so, e stata la prima parola che lei ha detto quando e entrato barcollando in paese. Prima di svenire.»

Tom senti la bocca asciutta e il viso in fiamme. Non si ricordava di averne parlato con loro. Cazzo.

«Okay,» disse. «Lo sapevo. Ma l’ho visto. Ho visto Bigfoot. Era in piedi sopra di me. L’ho visto.»

«Lei ha visto un orso, Mr. Kozelek.»

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