dagli altri. «E quest’altro e un esemplare di
Connelly annui, sapendo che c’era dell’altro.
«E la valeriana e citata da un erborista dell’epoca antecedente alla Guerra Civile chiamato Thompson. Racconta che i primi colonizzatori avevano scoperto che molte tribu indiane usavano questa pianta, e lui stesso la defini, e Liz mi ha fatto vedere la citazione, ‘il miglior prodotto per i nervi che si conosca’ — intendendo con questa espressione ‘tranquillante’. Gli specialisti delle terapie complementari la usano ancora oggi per l’ansia, per il mal di testa e per l’insonnia, e Liz sostiene che sia stata testata con successo come alternativa al Valium.»
«Questo e veramente interessante,» disse Connelly. «E incredibile in cosa ti puoi imbattere nei boschi.»
«Proprio cosi, vero?»
«Quindi lei mi sta dicendo che questa roba e solo flora locale, che e. finita nello zaino del tizio mentre incespicava nella notte.»
«No, Al, non sto dicendo affatto questo. E non lo dico per tre ragioni.» Appoggio la tazza di caffe e uso le dita per enumerarle. «La prima e che sarebbe una coincidenza straordinaria che due erbe medicinali siano potute cadere nello zaino, specialmente quel tipo di erbe che sembrano perfette per lo stato mentale in cui si trovava l’uomo in quei momenti. La seconda e che se da un’occhiata alla parte inferiore degli steli, sembra che uno sia stato utilizzato per legarli tutti insieme.»
«Non riesco a vederlo,» disse Connelly. «Potrebbe essere semplicemente il modo in cui erano stipati nella sua sacca.»
«Okay,» disse Melissa, «ammettiamo che sia cosi. Ma come la mettiamo con questo: la
Connelly non fiato.
«Al, quel tizio avrebbe potuto portare il suo zaino da . qui fino a Vancouver senza che nessuna di queste erbe s’infilasse li dentro. Il che significa che sono state messe li di proposito.»
Connelly rimase a fissarla per un lungo istante, poi si allungo e afferro di nuovo il bricco del caffe. La sollevo nella direzione della donna che pero fece cenno di no con la testa. L’uomo si verso con comodo la sua tazza, pensando tra se e se che avrebbe fatto meglio ad andarsene a casa qualche minuto prima.
«Non riesco proprio a capire dove stiamo andando a parare,» disse alla fine. «Okay, dunque quel tizio e andato di recente da un erborista. E allora?»
«Forse non significa niente,» disse Melissa. «Ma non ce lo vedo a fare una cosa del genere, a prendere questo tipo di rimedi essiccati e portarseli dietro per un’escursione votata dichiaratamente al suicidio. Secondo lei ha senso?»
«No, direi di no.» Connelly avrebbe potuto suggerire che quelle piante fossero una rimanenza da una gita precedente, ma aveva gia notato che lo stesso tipo di zaino di Kozelek era in vendita proprio li a Sheffer. «Quindi, dove ci porta tutto questo, signora Fletcher?»
Melissa rise in modo seducente. «Da nessuna parte. Ho solamente ritenuto opportuno parlarle della cosa. Stasera siamo a cena dai Wilson e quindi lei era sulla strada. Ho lasciato Jeff da Frank e, a dire il vero, se non voglio perdere i Wilson come amici e commensali, sara meglio che lo vada a recuperare prima che inizi un altro giro.»
Connelly la accompagno all’uscita e rimase a guardare la donna mentre percorreva la lunga diagonale attraverso la strada bagnata in direzione del locale di Frank, procedendo con cautela per evitare di rovinare le sue scarpe da sera. Era una brava dottoressa e a Connelly non importava molto se lei e Liz Jenkins ogni tanto passassero qualche serata in privato senza fare nulla di sensato. Anche Al aveva passato qualche serata di quel genere, a suo tempo. Prima o poi avrebbe smesso di occuparsi di quelle piante, che non portavano da nessuna parte.
Tuttavia l’uomo torno nel suo ufficio, si sedette alla scrivania e rimase per un po’ a pensare.
Tom e il giornalista stavano cominciando il secondo giro di birra da Frank quando la dottoressa entro a prendere un tizio che presumibilmente era suo marito. Quest’uomo se ne era stato li a parlare affabilmente con il barista dall’altra parte della sala. Con calma e fermezza la donna gli fece lasciare il suo drink sul bancone e lo invito a uscire. Tom si volto per osservarli mentre attraversavano lo spiazzo e vide la donna ridere per qualcosa che il suo compagno aveva detto. Anche Tom riusciva a far ridere le donne qualche volta. Improvvisamente senti molto la mancanza di quel suono.
«Qualcuno di sua conoscenza?» chiese il giornalista.
Tom scosse la testa. «E il dottore del paese. La polizia l’ha chiamata perche si accertasse delle mie condizioni di salute.»
«Carina.»
«Direi di si,» disse Tom. «Gia impegnata, pero.»
«Tutti sono impegnati, oggi come oggi, Tom. Compreso lei, a giudicare dalla fede che porta al dito. C’e per caso qualcosa che dovrei sapere a tal proposito? Sul perche lei sia qui tutto solo?»
«Sono sorte alcune difficolta a casa,» disse Tom. «Sono venuto qui per schiarirmi la mente.»
«Okay. Per ora puo bastare.»
Tom si domando quanto ci sarebbe voluto prima che l’uomo decidesse che doveva saperne di piu in proposito, e come sarebbe riuscito a tenerlo lontano da cio. Poso la sua birra e lo guardo. Anche vedendo la sua bella camicia e il vestito, si capiva che era un tipo di citta e che forse non era cosi sveglio come lui si riteneva. Come al solito, stava sorridendo. Tom pensava che quella fosse una caratteristica che si acquisiva per convincere la gente a dire le cose. L’uomo — il cui nome era Jim Henrickson — lavorava per il «Front Page», una rivista il cui logo bianco e rosso Tom aveva riconosciuto a venti metri di distanza, e che si occupava di moda, celebrita, personaggi famosi — insieme ad argomenti come «Il rifugio di Hider in Antartide», «Gli alieni mi hanno rubato lo stipendio», «Il bambino-pesce nato dalla reginetta di bellezza dell’Idaho». E ora… «Un designer suicida trova Bigfoot».
La differenza era che i titoli di testa di «Front Page» non erano mai scarni e i giornalisti facevano di tutto per sembrare dei veri professionisti. Anche se alcune storie viaggiavano ai confini del bizzarro, erano ben scritte e avevano un approccio equilibrato. In piu era patinato. Il mondo dello spettacolo lo prendeva piuttosto sul serio e la gente del cinema e della moda invitava regolarmente i suoi giornalisti ai ricevimenti piu importanti. Rispetto agli standard delle riviste di bassa lega, era un rotocalco di una certa eleganza e classe. Questo faceva la differenza. Se quell’Henrickson fosse stato dell’«Enquirer» o di «World News», Tom in quel momento sarebbe stato da un’altra parte. Probabilmente a mangiare qualcosa. Ma la notizia doveva partire da qualche parte e nell’ultima mezz’ora Tom aveva cominciato a pensare che, in fin dei conti, quell’uomo poteva avere un pubblico per l’annuncio che aveva da fare.
«Lei mi crede,» disse.
«Certo che si.»
Tom si sentiva esausto, strano e triste. L’uomo se ne accorse e con gentilezza gli diede una pacca sulla spalla. «Tutto andra per il meglio, amico.»
«Perche?» chiese Tom. «Nessun altro mi crede.»
«La ragione principale e che lei non sembra un bugiardo e la maggior parte delle cose senza senso che mi raccontano sono bugie piu che errori. In secondo luogo questa non e la prima volta che vengo da queste parti per una storia del genere. Nove mesi fa tre cacciatori a novanta chilometri a nord-est da qui, vicino a Mazama, hanno riferito di un incidente simile: un’improvvisa apparizione notturna nel loro accampamento e un odore pungente. Udirono anche degli strani rumori, come un lamento placido. Lei ha sentito una cosa simile?»
«No, ma io ero… profondamente addormentato, prima che mi risvegliassi.»
«Gia. Be’, quelli se la sono fatta addosso. Erano tre marcantoni che vivevano nei boschi da quando erano ragazzini, e se la sono data a gambe levate in preda al panico.»
«Non ricordo di aver sentito una notizia del genere.»
«Lei ci legge tutte le settimane, vero?»
«No,» ammise Tom. «Lo faccio principalmente quando sono in una sala d’aspetto. Mi dispiace.»