«Pompare un liquido piu denso dell’acqua attraverso la trachea richiederebbe uno sforzo enorme, e probabilmente pressioni polmonari pericolosamente elevate. Io ho provato, subito dopo la trasformazione, e so che e molto doloroso. Non mi sorprenderebbe se in questo modo si causassero lacerazioni nel tessuto polmonare. E una concatenazione logica: si riempiono di liquido le cavita del corpo, in modo che la pressione esterna possa venire compensata senza pericolosi cambiamenti di volume; allora non si puo pompare il liquido con il normale apparato respiratorio; percio deve esserci una concentrazione di ossigeno libero abbastanza elevata per diffonderne una quantita adeguata giu per la gola. E semplice, una volta che si afferra il meccanismo. Ma qual e la fonte primaria dell’ossigeno, Joey?»

«Proprio quella che immaginavi. La fotosintesi. Ecco dove finisce gran parte dell’energia prodotta qui. Circa tre quarti dell’ossigeno provengono da alghe geneticamente modificate che vivono nel punto di contatto tra l’oceano e il liquido che respiriamo. Il resto proviene dalle piante coltivate. La perdita nelle acque dell’oceano e minima, grazie al rapporto favorevole della parete divisoria.»

Ripresi la tavoletta.

«Be’, almeno avevo ragione, quando ho intuito perche era pericoloso ridere, e perche eliminano il riflesso della tosse; sono entrambe azioni che potrebbero lesionare i polmoni.»

«Certo,» riconobbe Joey. «Non pretendo di sapere ancora tutto… probabilmente non lo sa neppure Bert, che pure e qui da molto piu tempo. Ricorda, tutto cio che abbiamo potuto imparare e cio che abbiamo letto: e solo cio che era scritto in lingue che conoscevamo. Non ce lo hanno detto quelli che stanno qui. Non solo e impossibile parlare con loro a questo livello: sono sicuro che in maggioranza non lo sanno neanche loro. Quanti, alla superficie, in ogni gruppo di quindicimila persone, possono essere dottori o fisiologi o ingegneri?»

«E per questo che hanno tanto bisogno di noi,» intervenni io. «Bert deve avertelo detto.»

«E chi credeva a Bert?» scatto Marie… noi avevamo tenuto i nostri scritti in modo che potesse leggerli, naturalmente, anche quando non erano rivolti a lei. Joey prese la tavoletta.

«Avresti fatto meglio a credergli. Se ti ha detto che costoro sono praticamente disposti a far di tutto per trattenere qui i visitatori dotati di esperienza tecnologica, era la verita. Da quanto ho potuto capire nelle ultime settimane, se non si fa molto presto un lavoro estensivo su questa installazione, nei prossimi due decenni ci saranno dodici o quindicimila individui costretti ad emigrare alla superficie ed a mendicare la loro razione d’energia.»

«E come potrebbero avere il fegato di fare una cosa simile?» chiese sprezzante Marie. «Hanno sempre vissuto quaggiu, sperperando energia che avrebbe dovuto essere immessa nella rete mondiale e divisa con tutti noi. Sono come quei vecchi aristocratici francesi, con la mentalita tipo ‘perche non mangiano brioches’… Solo che gli aristocratici sarebbero stati troppo orgogliosi per andare a mendicare un tozzo di pane dai poveri, se la loro ricchezza fosse svanita.»

«Questa e stata anche la mia reazione,» scrisse imperturbabile Joey. «Mi sono fatto pressurizzare per la stessa ragione per cui l’avete fatto tu» — e accenno a me — «e Bert: avevo intenzione di indagare e di inviare un rapporto che avrebbe indotto il Consiglio a piombare quaggiu per civilizzare questo posto nel giro di un mese. Ma quando ho avuto i dati sufficienti per un rapporto significativo, ho capito che sarebbe stato inutile. Il Consiglio non avrebbe fatto nulla.»

«E quello che sosteneva Bert,» scrissi io. «Ha detto che rapporti del genere erano gia stati inoltrati in passato, decenni or sono, e che non e successo niente.»

Joey riprese la tavoletta.

«Non ho mai trovato notizie del genere. Bert ed io, comunque, non abbiamo esaminato lo stesso materiale. Secondo me, il Consiglio non puo far nulla.»

«Perche no? Guarda tutta l’energia che viene sprecata quaggiu!» esclamo Marie.

«Pensaci meglio, ragazza mia. Non e uno spreco, piu di quanto lo sia l’energia usata dalle piante naturali, in superficie, per la fotosintesi… lo e molto meno, anzi. E vero che se dividi la produzione di energia di questa installazione per la popolazione locale ottieni un dato molte volte superiore alla normale razione di energia pro capite; ma la maggior parte dell’energia viene usata per l’illuminazione. Se riduci l’illuminazione in una percentuale significativa, fai scendere la fotosintesi ad un livello tale da non poter piu fornire abbastanza ossigeno per la popolazione attuale. Se riduci la popolazione, anche la manutenzione scadente attuale degenerera e, come ho detto, questa installazione dovra venir chiusa.

«Puoi criticare la decisione che gli antenati di costoro presero tre o quattro generazioni fa. Ammetto che e estremamente immorale, secondo i nostri principi. Tuttavia, la popolazione attuale ne subisce le conseguenze, e se non altro, non sfrutta la rete energetica planetaria. Sono autonomi, ma non intellettualmente. Mi sembra doveroso restare qui ed aiutarli. Tu dovrai fare la tua scelta.»

Marie resto in silenzio per mezzo minuto, immersa nei suoi pensieri. Quando riprese a parlare, sembro che cambiasse argomento.

«Perche Bert mi ha mentito? Non lo giustifica niente di cio che hai detto… e che mi sembra ragionevole.»

Joey scrollo le spalle.

«Non ne ho idea. Ricordati, lui non mi ha detto che eri qui, e tanto meno mi ha fornito tue notizie. Non so che cosa avesse in mente.»

Gli occhi di Joey e di Marie girarono verso di me. Dopo avermi guardato in faccia per tre o quattro secondi, lei disse: «Sta bene, tu lo sai. Sputa l’osso.»

Presi la tavoletta che Joey mi porgeva, e mi spiegai, concisamente.

«Ti ha mentito per la stessa ragione per cui ti ho mentito io. Non gli interessava quello che avresti riferito al Consiglio, ma non voleva farti sapere che Joey era vivo. Voleva farti tornare alla superficie convinta che Joey fosse solo un ricordo, e voleva venire con te. Io avrei fatto lo stesso.»

Joey prese la tavoletta, dopo che Marie ebbe finito di leggere, cancello il messaggio e scrisse: «Grazie, amico.» Lo tenne in modo che potessi vederlo io, non Marie. Poi cancello di nuovo, immediatamente. Se anche Marie se ne accorse, non fece commenti. Forse non se ne era accorta, perche le mie parole l’avevano evidentemente scossa.

«Capisco,» disse, dopo due minuti buoni di silenzio. «Questo pone in una luce diversa l’intera faccenda. Bert e meno trasparente di certi altri, debbo ammetterlo.» Fece una pausa, per qualche altro secondo. Poi: «Joey, ammetto che e una tua faccenda privata: ma sei disposto a dirmi esattamente e sinceramente perche hai deciso di restar qui?»

Joey rispose con un cenno negativo del capo.

«O quanto tempo hai intenzione di rimanere?»

Altro cenno negativo.

«0 se ti consideri ancora un funzionario del Consiglio?»

Un altro rifiuto. Ero sicuro che a Joey non importava che Marie conoscesse le risposte a quelle domande, soprattutto alla prima; ma soprattutto per quanto riguardava la prima, non voleva esser lui a dargliela. Per quanto glielo permetteva la sua personalita, era come se le dicesse di togliersi di torno. Marie, come ho gia detto molte volte, e piu sveglia di me, nonostante quella sua unica cecita.

Dopo la terza scrollata di capo lo squadro con aria indagatrice per parecchi secondi. Poi si rivolse improvvisamente a me.

«E tu resti?»

Naturalmente, non lo sapevo. Potevo solo ritorcere su di lei la stessa domanda: avrebbe potuto essere piu brutale con me di quanto Joey era stato con lei, ma ero preparato… o almeno lo speravo.

«E tu?» scrissi.

Un’onda d’urto, non molto dolorosa, ci investi tutti: non so se Marie aveva preso a pugni qualcosa o aveva pestato i piedi.

«Vuoi decidere da solo, almeno per questa volta?» scatto.

Era ingiusto, naturalmente. Sono perfettamente in grado di prendere decisioni, e Marie lo sa. Lo ha persino ammesso. Solo, non mi piace prenderle in mancanza di informazioni pertinenti. Lei sapeva benissimo quale informazione voleva, e perche… aveva cercato di ottenerne di analoghe da Joey, e per la stessa ragione.

Mi sforzai, onestamente, di decidere senza far riferimento a Marie, ma non ci riuscii.

CAPITOLO 25

Alla superficie vi sono il sole e il suono. Fino a tempi molto recenti, non li avevo veramente apprezzati. Il sole sugli alberi e sui laghi, il cielo azzurro, i tramonti rosso e arancio. Le voci delle ragazze, e le gocce di pioggia, e le risate e i giochi di parole.

Laggiu c’e il battito dei cuori, i macchinari che ronzano, i tonfi casuali dell’attivita, ma altrimenti c’e silenzio… niente musica, niente voci, neppure uno schiocco della lingua o delle dita.

In superficie ci sono le restrizioni. Ogni azione e condizionata dalla consapevolezza che puo comportare uno spreco d’energia, e l’energia e vita. Se qualcuno, accidentalmente, cortocircuita una batteria o lascia che scoppi un incendio, si sente colpevole come una fanciulla vittoriana che ha concesso troppa liberta all’innamorato. Il fatto che vostra moglie stia morendo in ospedale a otto chilometri di distanza e una giustificazione appena tollerabile per usare un veicolo ad energia. Un volo aereo o spaziale viene preso in considerazione solo in diretto rapporto all’acquisizione di energia o ai progetti di ricerca.

Laggiu, anche se in realta vi e una disponibilita d’energia per persona un poco superiore, cio che conta e la diversita dell’atteggiamento. Nessuno si preoccupa o s’indigna se il suo vicino ha consumato piu della parte d’energia che gli spetta. Avevo continuato a fremere, in biblioteca, quando uno dei frequentatori se ne era andato lasciando accesa la lampada del carrello o il proiettore di lettura, mentre nessun altro aveva notato la dimenticanza.

E perche non poteva esserci musica, qui? Non ne avevo udita, e cantare era ovviamente impossibile. Ma gli strumenti a corde potevano funzionare. Forse sarebbe stato necessario modificarli, ma dovevano funzionare. Certamente sarebbe stato possibile costruirne di elettrici. Se non esistevano, li avrei progettati io.

Anche se non c’erano voci di ragazze, le ragazze c’erano. Ce n’era una molto bella, poco lontano da me, ci guardava come se avesse capito quel che succedeva.

Ma era cosi diverso. Anche senza le restrizioni energetiche, mi sarei sentito a mio agio, dopo tutta una vita trascorsa sotto regole severissime? Il pensiero dell’oceano nero, schiacciante tra me e il mondo in cui ero cresciuto sarebbe stato troppo ossessivo? E viceversa, se non fossi rimasto, il pensiero di cio che avrei potuto fare laggiu non si sarebbe messo troppo spesso tra me e l’esistenza normale?

Non sapevo decidere. Anche se avessi tentato di escludere tutti i fattori personali, non solo quelli legati a Marie, ma proprio tutti… non avrei saputo decidere egualmente.

C’era il mio lavoro per il Consiglio. Era utile, persino importante, e mi piaceva. Pero potevo svolgere un lavoro utile anche laggiu, e quasi sicuramente mi sarebbe piaciuto. Per essere ancora egoista, la ricompensa contava poco in entrambi i casi. La ricchezza ha perso ogni significato, dopo l’inizio del razionamento dell’energia, e laggiu non avevo visto sintomi di plutocrazia. Naturalmente, potevano anche essermi sfuggiti: ne sapevo cosi poco di quel posto.

Naturalmente, potevo imparare. Nessuna delle due decisioni era irrevocabile. L’unica cosa che non poteva essere cambiata era gia stata fatta: il mio riflesso della tosse era sparito e avrei dovuto stare attento quando mangiavo, per tutto il resto della mia vita, dovunque vivessi.

Forse potevo restare, vedere un po’ meglio com’era la vita e ritornare lassu in seguito. Dopotutto, non c’era motivo perche quei due posti non potessero rimanere in contatto. Alzai gli occhi e mi accinsi a scrivere una riposta per Marie: ma i miei pensieri si rimisero in moto.

Ci sarebbero state comunicazioni? Joey aveva esposto ottime ragioni per cui il Consiglio non avrebbe desiderato che si risapesse dell’esistenza di quell’installazione, sebbene non avesse detto esattamente cosi.

Li il razionamento energetico, sebbene potesse essere reale dal punto di vista matematico, non costituiva un fattore conscio dell’esistenza. La popolazione, come aveva detto Marie, era come un gruppo di aristocratici francesi in un mondo di popolani. Lassu, la morale comune imponeva una rigida mentalita nei confronti dell’uso dell’energia, che costoro non avevano e che probabilmente non

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