sommergibile in quel modo.»

«Semplice. Perche volevano che morisse fuori, a bordo del sommergibile, in modo che in caso d’indagine risultasse un normale incidente. Mi stupisce che tu non ci abbia pensato.» Almeno non disse «neppure tu».

Sono meno sveglio di Marie e lo so benissimo, ma avevo pensato a questo, e avevo gia la risposta pronta.

«Non dire sciocchezze. Chi si sorprenderebbe o s’insospettirebbe, se non trovasse nulla quando lo venisse a cercare? Il fondo del Pacifico si estende per migliaia di chilometri quadrati, e ci sono altri chilometri cubici d’acqua, sopra di noi.»

Stranamente, Marie non seppe cosa ribattere, e tacque per parecchi secondi. Quando riprese a parlare, lascio perdere per il momento Joey e mi chiesi di dirle che cosa avevo scoperto in biblioteca.

CAPITOLO 21

Impiegai parecchio tempo, ma feci del mio meglio. Marie lesse scrupolosamente ogni pagina, talvolta annuendo in silenzio, talvolta rivolgendomi domande. Risposi a tutte, per quanto me lo consentiva cio che sapevo.

Circa meta delle volte, mi chiedeva se le mie informazioni le avevo ottenute da Bert. Dovette passare circa un’ora prima che fossi riuscito a darle un quadro passabile della situazione.

Conclusi con l’implorazione che costituiva la chiave di volta dell’intero piano.

«Marie, devi tornare lassu e riferire tutto. Qualunque cosa abbia detto Bert per convincerti a restare, il Consiglio deve essere informato. Bert ed io ritorneremo lassu, quando potremo, e tu non devi piu pensare a Joey.»

«Bert? E perche dovrebbe desiderare di tornare lassu? So benissimo che restera. Lo ha ammesso. Ha scoperto che puo fare quello che vuole, senza dover tener conto degli altri. Ha cercato di convincermi a fare lo stesso, quella bestia fetente. Il fatto che lui rimanga qui e la sola cosa che mi induca ad ascoltare il tuo consiglio di andarmene.»

«Non credo che sia tutto vero cio che dici di lui,» scrissi. «Anche a me ha detto che rimane, ma mi ha fatto capire che non stara qui per sempre. Ho l’impressione che lo abbia fatto per scoprire il piu possibile, con l’intenzione di tornare indietro quando e se potra, proprio come me.»

«Di te posso crederlo.» Marie tacque di nuovo e riflette per parecchi minuti, mentre io ascoltavo il battito del mio cuore. Erano le parole piu incoraggianti che lei mi avesse mai rivolte, e la coscienza mi rimordeva piu che mai, per la menzogna che le avevo detto. Dovetti ripetermi parecchie altre volte che lo avevo fatto per il suo bene.

Ma Marie non pensava a se stessa. Lo dimostro chiaramente, dopo qualche minuto. Quando finalmente riprese a parlare, apparve chiaro che aveva fatto rapidamente un suo piano.

«D’accordo,» disse. «Andro, anche se credo ancora che non mi lasceranno andare lontano. Succedera un incidente. Comunque ho un’idea, che potrebbe chiarire con certezza chi di noi ha ragione.»

La guardai con aria interrogativa, ma non scrissi nulla.

«Tu sembri convinto che costoro intendano lasciarmi tornare a riferire tutto al Consiglio, e che il cambiamento operato in te e in Bert possa venire invertito, cosi da permettervi di tornare alla superficie e di respirare di nuovo l’aria, quando volete. Giusto?» Io annuii. «Sta bene. Io non ci credo. Per scoprirlo, vai a cercare Bert e digli che tornero lassu se lui verra con me, a bordo di questo sommergibile. Lui potra ritornare qui, dopo, se vuole, ma credero a quel che dice se lo vedro respirare di nuovo l’aria, e mi sentiro molto piu sicura se sara a bordo con me, quando me ne andro di qui. Adesso dimmi perche pensi che si tratti di un’idea sciocca, di uno spreco di tempo e di fatica, e via di seguito.»

Non avevo bisogno della normale trasmissione dei suoni per capire che il suo tono era sarcastico; non lo sentivo, ma lo intuivo. E non si fidava completamente neppure di me. Almeno potevo levarmi la soddisfazione di sbalordirla con la mia risposta.

«Mi sembra un’ottima idea,» scrissi. «Cerchero Bert e glielo diro. Suppongo che non accetteresti me come sostituto, se lui preferisse restare qui ancora un po’.»

La sua espressione cambio leggermente, ma non capii bene che cosa significasse.

«No, purtroppo,» disse Marie. «Dimostrerebbe che il ritorno e possibile, ma non credo che andresti bene come ostaggio.» Era gia una consolazione, comunque. «Faremo a modo mio, finche e possibile. Vai in cerca di Bert e vedi cosa ne dice.»

Mi allontanai a nuoto, obbediente. Bert mi aspettava nella camera d’entrata, questa volta; era intento a migliorare la sua conoscenza del linguaggio dei segni, con la collaborazione della solita ragazza e dei suoi amici… due di loro, almeno. Non avrei saputo dire qual era quello che se n’era andato.

Avevo ridotto l’intera faccenda ad un’unica frase, sulla tavoletta, e gliela mostrai nel momento in cui gli arrivai vicino.

«Marie dice che andra se tu ti trasformi di nuovo e l’accompagni.»

Bert fisso il messaggio per mezzo minuto buono, senza neppure accennare a togliermelo dalle mani. Poi prese di scatto la tavoletta e, senza cancellare la frase, si avvio a nuoto verso il sommergibile. Lo seguimmo tutti quanti. Bert sfreccio verso l’oblo, dove si scorgeva ancora il viso di Marie, e alzo la tavoletta con le mie parole. Lei la guardo. Indico me, poi di nuovo la tavoletta e assunse un’espressione che chiunque avrebbe potuto leggere, indipendentemente dalla base culturale. Rispose a voce alta.

«E cosi, Bert.» Lui cancello la pagina, guardandola con aria perplessa.

«Perche?» scrisse.

«Lo spieghero piu tardi. Verrai?»

La sua risposta sbalordi Marie. Non so bene che effetto fece a me.

«Sicuro. Forse dovro ritornare quaggiu, dopo… c’e del lavoro utile da svolgere quaggiu. Ma comunque e meglio che venga con te. Ho da riferire molte cose che nessuno di noi due ha avuto il tempo di dirti.» Lo giudicai un modo molto delicato per sorvolare sul rifiuto di ascoltarlo che Marie gli aveva opposto per tutte quelle settimane. «Potrei farlo in modo piu completo.» Si soffermo per riflettere, piu a lungo di quanto occorse a Marie per leggere quelle frasi. Poi Bert prosegui: «Rimorchieremo il tuo sommergibile fino alla sala operatoria… sara piu facile che se fossi tu a pilotarlo. E lo collegheremo al portello. Io entrero e mi faro depressurizzare. Non obietteranno troppo. Poi potro entrare nel tuo portello stagno, e torneremo insieme alla superficie.» Si rivolse a me ed aggiunse: «D’accordo?»

Non ero sicuro di essere d’accordo. Senza Bert non sarei riuscito a fare qualcosa di utile, a quanto potevo vedere. Senza dubbio la ragazza che ci stava ancora osservando, ed i suoi amici, erano disposti ad impedirmi di morire di fame fino a quando avessi imparato a destreggiarmi. Potevano addirittura guidarmi da Joey, perche potessi lavorare con lui, se quella doveva essere la mia occupazione principale; ma non capivo in che modo avrei potuto rendermi utile al Consiglio, cosi. Spero sia chiaro che non avevo mai pensato di stabilirmi laggiu in permanenza, come sembrava avesse decido di fare Joey. In questo non avevo mentito a Marie.

Era inutile chiedere di tornare insieme a loro. Il sommergibile non era abbastanza spazioso. Era un monoposto, e sarebbe stato gia abbastanza difficile farci stare Bert.

Poi ricordai che da qualche parte doveva esserci ancora il sommergibile di Bert. Afferrai la tavoletta.

«Perche non torniamo tutti?» scrissi. «Il tuo mezzo deve essere ancora qui. Se Marie ci tiene tanto a prenderti a bordo, io potrei usare il tuo. Poi potrai tornare di nuovo quaggiu, o potremo tornarci tutti e due, se e necessario.»

Mi pareva un’ottima idea, e persino Marie aveva l’aria di approvarla, ma Bert fece un paio di obiezioni. Dovetti ammettere che aveva ragione.

«La sala operatoria puo sbrigare solo una persona alla volta. Quando io saro a posto, ci saranno difficolta di comunicazione durante la tua depressurizzazione.»

«Potresti spiegare prima l’intero programma. E del resto, potrei andare io per primo.»

«Non sono sicuro di potermi spiegare chiaramente. Non sono un esperto del linguaggio dei segni.»

«Ma perche non posso andare prima io, mentre tu indichi quale sommergibile va collegato, e cosi via, fino a quando viene il tuo turno?»

«Si potrebbe fare cosi, immagino. Comunque faremmo bene a controllare il mio sommergibile. E qui da parecchio tempo ed e stato usato per il normale lavoro. Il sistema di galleggiamento, senza dubbio, ha bisogno di un’ispezione. Non sono sicuro che me la sentirei di arrischiarlo contro la differenza di pressione, comunque vedremo. Dovremo controllare, per prima cosa.»

Marie aveva letto la nostra conversazione; annui in segno d’approvazione, e percio il nostro gregge ando ad esaminare il sommergibile.

Bert non si era sbagliato. Il liquido di galleggiamento era andato completamente. Non era stato usato da mesi, poiche li non c’era la possibilita di produrre l’idrocarburo adatto ai serbatoi di galleggiamento. Le macchine locali usavano lo stesso tipo di solido a bassa densita che veniva impiegato nelle mute: sarebbero state necessarie notevoli modifiche strutturali, per immetterlo nel sommergibile. Nessuno aveva ritenuto che valesse la pena di farlo.

«Potrei prendere uno dei sommergibili locali,» proposi allora.

«Non provartici fino a che avrai imparato la lingua,» fu la risposta di Bert. Mi sembrava un po’ sciocco. Un sommergibile e un sommergibile: o lo capisci o non lo capisci. Ma mi basto guardare l’interno di uno di essi per capire.

Non so ancora perche abbiano i quadri dei comandi fatti a quel modo; le leggi della fisica, laggiu, sono le stesse che in superficie. Apparentemente, la differenza nel pensiero fondamentale che accompagna quello strano linguaggio grafico si estende in un numero di fattori maggiore di quel che indurrebbe a considerare il buon senso.

Cominciava a sembrare che gli altri due sarebbero tornati da soli. Bert sembrava rassegnato all’idea, e anch’io cominciavo a pensarla come lui. Quando pero tornammo a riferirlo a Marie, lei tiro fuori un’altra delle sue idee. Da allora, ho cominciato a sospettare che avesse in mente ben altro che riportarmi alla superficie, come quando aveva insistito per farsi accompagnare da Bert: ma non si confidava con me. Naturalmente, puo darsi che fosse cosi perche non aveva la possibilita di parlare con me solo.

«Nei miei serbatoi c’e galleggiamento in abbondanza,» osservo all’improvviso, con fermezza. «Basta attaccare quel relitto di Bert al mio sommergibile, e potremo trainarcelo dietro. Tu hai detto che lo scafo e abbastanza solido per resistere alla pressione.»

Bert sembrava sbalordito, senza dubbio perche quell’idea non era venuta in mente a lui. Almeno, cosi sospettai io. Accetto subito, comunque, e la faccenda fu sistemata. Ando a cercare aiuto per rimorchiare i sommergibili, e a prendere accordi per la sala operatoria. Approfittai della sua assenza per scrivere un messaggio a Marie.

«Sembra che ti sia sbagliata sul conto di Bert. Si e affrettato ad accettare la tua proposta.»

«L’ho notato.»

Attesi che facesse altri commenti, ma lei non disse nulla. Immagino che fosse inutile aspettarsene. Quando parlo di nuovo, abbordo un argomento completamente diverso… cosi mi parve.

«Controlla bene le bitte dei due sommergibili.»

Annuii, sorpreso: era una procedura normale, che non richiedeva particolari commenti.

«E anche i cavi. Adopera i miei; sono piu nuovi.» Annuii ancora, in silenzio, stupito e forse speranzoso. Tutto cio che poteva dimostrare un interesse di Marie nei miei confronti era sufficiente per indurmi a sperare. Ero ancora molto lontano dal suo ragionamento, forse perche non ero partito con gli stessi pregiudizi. A lei andava bene cosi, penso: cambio argomento con fermezza, chiedendo notizie delle persone che fluttuavano intorno a me.

«Chi sono i tuoi amici? E quella ragazza e una delle ragioni che ti hanno deciso a rinunciare a respirare aria?»

«No!» scrissi io, enfaticamente. «Che io sappia, non l’ho mai vista prima del cambiamento.» Non capivo perche Marie stava ridendo. «Non posso presentarti, perche non ho mai udito i loro nomi.

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