Un bacio della buonanotte non mi avrebbe sorpresa; ma non ci fu. Mac se ne ando tranquillo.

Se mi avesse baciata, il metodo C avrebbe richiesto di restituirgli il bacio con ardore? O di girare la testa e cercare di sottrarmi? Bell’interrogativo. Il metodo C si basa sul non-posso-proprio-farci-niente e richiede un preciso giudizio sul quando dimostrare entusiasmo, e quanto dimostrarne. Se lo stupratore sospetta che la vittima imbrogli, la partita e persa.

Avevo appena deciso, con un certo rimpianto, che avrei dovuto rifiutare quel bacio ipotetico, quando mi addormentai.

Non mi lasciarono dormire a sufficienza. Esausta per tutto quello che mi era successo, ero piombata in un sonno profondo, me n’ero imbevuta, quando venni risvegliata da un ceffone. Non Mac. Rocks, ovviamente. Uno schiaffo non forte come quello di prima, ma del tutto superfluo. Ebbi l’impressione che ce l’aveva con me per la lezioncina che forse aveva ricevuto dal Maggiore… e promisi a me stessa che appena fosse giunto il momento di terminarlo, lo avrei fatto lentamente.

Sentii Corto dire: — Mac ha detto di non picchiarla.

— Non l’ho picchiata. Era solo un buffetto amoroso per svegliarla. Chiudi il becco e fatti gli affari tuoi. Stammi alla larga e tienile puntata addosso la pistola. Su di lei, idiota! Non su di me.

Mi portarono nel seminterrato, in una delle nostre stanze per gli interrogatori. Corto e Rocks se ne andarono (penso che Corto se ne sia andato e so che Rocks usci: spari il suo puzzo) e un’equipe da interrogatorio prese il comando. Non so chi o quanti fossero, perche nessuno di loro disse mai una parola. L’unica voce era quella che per il mio cervello era «il Maggiore». Pareva uscire da un altoparlante.

— Buongiorno, signorina Friday.

(Mattino? Mi sembrava improbabile) — Come va, figlio di provetta?

— Sono lieto di vederti in gran forma, tesoro, perche questa seduta potrebbe dimostrarsi lunga e faticosa. Persino sgradevole. Voglio sapere tutto di te, amore.

— Spara. Cosa ti interessa per prima?

— Raccontami del viaggio che hai appena fatto, in ogni minimo dettaglio. E descrivimi l’organizzazione di cui fai parte. Tanto vale dirti che ne sappiamo gia parecchio, per cui se mi mentirai me ne accorgero. Nemmeno una bugia piccola cosi, tesoro, perche io me ne accorgero e rimpiangero per sempre quello che succedera dopo, ma tu lo rimpiangerai anche di piu.

— Oh, non ti mentiro. State registrando? Ci vorra parecchio tempo.

— Stiamo registrando.

— Okay. — Vuotai il sacco per tre ore.

Cosi prevedeva la dottrina. Il mio capo sa che novantanove agenti su cento crolleranno sotto un dolore sufficiente, e che quasi la stessa percentuale crollera sotto un lungo interrogatorio combinato alla stanchezza pura e semplice; ma solo Budda in persona puo resistere a certe droghe. Dato che il boss non si aspetta miracoli e odia perdere agenti, la dottrina standard e Se ti beccano, canta!

Per cui Boss fa in modo che nessun agente operativo sappia mai cose d’importanza cruciale. Un corriere non sa mai cosa trasporta. Io non so nulla di indirizzi politici. Non so il nome del mio boss. Non so di preciso se siamo un’agenzia del governo o un braccio di una multinazionale. So dove si trova la fattoria, ma lo sa parecchia altra gente… ed e (era) molto ben difesa. Ho visitato altri posti solo su veicoli a motore autorizzati, assolutamente chiusi; un Vma mi ha portata (per esempio) in un’area di addestramento che potrebbe trovarsi a un’estremita della fattoria. Oppure no.

— Maggiore, come sei riuscito a impadronirti di questo posto? Era difeso in modo piuttosto robusto.

— Le domande le faccio io, occhioni. Ripeti un po’ la storia di quel tale che ti ha seguito alla stazione.

Dopo parecchio tempo della stessa sinfonia, quando gli avevo detto tutto quello che sapevo e cominciavo a ripetermi, il Maggiore mi interruppe. — Tesoro, racconti una storia molto convincente, e io non credo a piu di una parola su tre. Partiamo con la procedura B.

Qualcuno mi prese il braccio sinistro e ci conficco un ago. Santi succhi benedetti! Speravo solo che quei fottuti dilettanti non fossero maldestri in quello come lo erano in altre cose; si fa presto a finire morti stecchini, con un’overdose. — Maggiore! E meglio che mi sieda!

— Mettetela su una sedia. — Qualcuno lo fece.

Per i mille anni seguenti feci del mio meglio per ripetere sempre la stessa identica storia, per quanto annebbiato fosse il mio cervello. A un certo punto cascai giu dalla sedia. Non mi rimisero a sedere; mi coricarono sul cemento freddo. Io continuai a blaterare.

Piu tardi mi fecero un’altra iniezione. Mi venne il mal di denti e mi si surriscaldarono gli occhi, pero adesso ero sveglia. — Signorina Friday!

— Si, signore?

— Sei sveglia?

— Credo di si.

— Mia cara, penso che tu sia stata indottrinata ipnoticamente a raccontare sotto droga la stessa storia che racconti tanto bene senza droghe. Un vero peccato, perche ora dovro usare un altro metodo. Riesci a stare in piedi?

— Credo di si. Posso provarci.

— Tiratela su. Non fatela cadere. — Qualcuno (due persone) obbedirono. Barcollavo, ma quelli mi reggevano. — Iniziate la procedura C, comma cinque.

Qualcuno pesto con lo stivale le dita nude dei miei piedi. Urlai.

Ehi, sentite! Se mai dovessero interrogarvi sotto tortura, urlate. La scena dell’Uomo-di-Ferro non fa che peggiorare le cose e le persone. Fidatevi di una che ci e passata in mezzo. Urlate a piu non posso e crollate a velocita massima.

Non entrero nei particolari di cio che accadde nell’interminabile periodo seguente. Se avete immaginazione, vi darebbe la nausea, e parlarne mi fa venire voglia di vomitare. Infatti vomitai, diverse volte. Persi anche conoscenza, ma quelli continuarono a farmi rinvenire, e la voce continuo a interrogarmi.

A quanto sembra, a un certo punto io smisi di rinvenire, perche dopo un po’ ero di nuovo a letto (lo stesso letto, immagino) ed ero ancora ammanettata. Il mio corpo era un dolore unico.

Di nuovo quella voce, dritta sopra la mia testa. — Signorina Friday?

— Che diavolo vuoi?

— Niente. Se questo puo consolarti, cara ragazza, tu sei l’unico soggetto che io abbia mai interrogato senza riuscire ad arrivare alla verita.

— Vai a rilassarti!

— Buonanotte, tesoro.

Maledetto dilettante! Ogni singola parola che gli avevo detto era la verita.

3

Qualcuno entro e mi fece un’altra iniezione. Il dolore svani, e mi addormentai.

Devo aver dormito a lungo. Ebbi sogni confusi, oppure periodi di semi-veglia, o tutte e due le cose. Almeno in parte dovette trattarsi di sogni: i cani, molti cani, parlano, pero non tengono concioni sui diritti delle creature sintetiche viventi, giusto? I rumori di un tafferuglio e di gente che correva su e giu potrebbero essere stati veri. Ma a me parve tutto un incubo perche cercai di scendere dal letto e scoprii che non potevo nemmeno sollevare la testa, tanto meno alzarmi e partecipare alla festa.

A un certo punto decisi che ero davvero sveglia, perche le manette non mi imprigionavano piu i polsi e non avevo nastro adesivo sugli occhi. Pero non saltai su, e neanche aprii gli occhi. Sapevo che i primi secondi subito dopo aver aperto gli occhi sarebbero stati l’occasione migliore, forse l’unica, di fuggire.

Contrassi i muscoli senza muovermi. Sembrava tutto sotto controllo, anche se ero molto piu che indolenzita qua e la, e in diversi altri punti. I vestiti? Meglio lasciar perdere: non solo non avevo idea di dove potevano essere i

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