— Potrei richiamarti.

— No. Se non mi dai un prezzo fisso, non ti permettero di mercanteggiare dopo che ti avro fatto un’offerta equa.

— Sei un cliente difficile, amico. Ho…

Attorno a noi, su ogni lato, gli altoparlanti cominciarono di colpo a urlare: — Ave al Capo! — seguito da: — L’Orso d’Oro per sempre. — La donna dei biglietti strillo: —Aspettate! Smette subito! — una folla consistente entro dall’ingresso, traverso in rettilineo la rotonda e imbocco il corridoio centrale. Nel mezzo di quel grumo umano intravvidi il copricapo a piume del Capo della Confederazione, ma questa volta era cosi ben circondato dai suoi parassiti che un assassino avrebbe avuto non poche difficolta a colpirlo.

Quando fu di nuovo possibile udire, la donna del chiosco disse: — Per fortuna e durato poco. E uscito di qui meno di quindici minuti fa. Se doveva solo arrivare all’angolo per un pacchetto di spinelli, perche non ha mandato qualcuno invece di andare lui? E pessimo per gli affari, tutto quel casino. Be’, amico, hai deciso quanto vuoi pagare per diventare ricco?

— Ma si. — Georges tiro fuori un biglietto da tre dollari, lo mise sul banco. Guardo la donna.

Restarono a fissarsi per una ventina di secondi, poi lei disse, cupa: — Sto sorridendo. Probabilmente. — Prese i soldi con una mano, passo il biglietto a Georges con l’altra. — Scommetto che potevo spillarti un altro dollaro.

— Non lo sapremo mai, eh?

— Giochiamo al raddoppio?

— Con le tue carte? — chiese gentilmente Georges.

— Amico, tu mi fai invecchiare prima del tempo. Sparisci prima che cambi idea.

— Le toilette?

— Giu in corridoio, sulla mia sinistra. — La donna aggiunse. — Non perdetevi le estrazioni.

Ci avviammo verso le toilette. Sottovoce, in francese, Georges mi disse che mentre noi perdevamo tempo al chiosco i gendarmi ci erano passati alle spalle, erano entrati nei gabinetti, usciti, tornati alla rotonda, e poi spariti in corridoio.

Lo interruppi, parlando anch’io in francese. Gli dissi che lo sapevo, ma che il posto doveva essere pieno zeppo di Occhi, di Orecchie. Avremmo discusso dopo.

Non volevo zittirlo per capriccio. Due guardie in uniforme (non quelle coi problemi di stomaco) erano entrate quasi alle nostre calcagna, erano corse a controllare per prima cosa le toilette (ragionevole; un dilettante cerca spesso di nascondersi nei gabinetti pubblici), erano uscite e ci avevano superati, perdendosi nei meandri del palazzo. Georges, tranquillissimo, si era fermato a guardare i biglietti della lotteria mentre le guardie che ci cercavano lo sfioravano un paio di volte. Ammirevole. Molto professionale.

Ma dovevo aspettare a dirglielo. Una persona di sesso indeterminato vendeva i biglietti d’ingresso per la toilette. Gli (le) chiesi quale fosse la toilette per signore. Quella (decisi che era una donna quando, dopo un’osservazione ravvicinata, notai che la sua maglietta copriva tette false, oppure vere e molto piccole) rispose in tono arcigno: — Sei scema? Ti piace discriminare, eh? Dovrei chiamare un poliziotto. — Poi mi studio un po’ meglio. — Sei forestiera.

Lo ammisi.

— Okay. Stai attenta a non dire certe cose. Alla gente non piacciono. Qui siamo democratici, chiaro? Ganzi e donzelle usano le stesse tazze. Quindi compera un biglietto o piantala di bloccare l’ingresso.

Georges compero due biglietti. Entrammo. Sulla nostra destra c’era una fila di cubicoli aperti. Sopra fluttuava un ologramma: QUESTE ATTREZZATURE IGIENICHE SONO OFFERTE GRATIS PER LA VOSTRA SALUTE E IL VOSTRO BENESSERE DALLA CONFEDERAZIONE CALIFORNIANA — JOHN «WARWHOOP» TUMBRIL, CAPO DELLA CONFEDERAZIONE.

Un ologramma a grandezza naturale del Capo fluttuava piu in alto.

Oltre ai cubicoli aperti c’erano quelli a pagamento, con tanto di porta; ancora piu in fondo, altri cubicoli chiusi da tendaggi. Alla nostra sinistra, una bancarella di novita e idee regalo gestita da una persona di sesso molto spiccato, con due tette cosi. Georges si fermo li e mi sorprese acquistando diversi cosmetici e un flacone di profumo da due soldi. Poi chiese un biglietto per uno degli spogliatoi in fondo.

— Un biglietto? — La donna lo scruto negli occhi. Georges annui. Lei si lecco le labbra. — Sporcaccione, sporcaccione. Niente scopate illegali, amico.

Georges non rispose. Un dollaro canadese passo dalla sua mano a quella della donna, svani. La donna disse piano: — Non metteteci troppo. Se suono il campanello, rendetevi presentabili in fretta. Numero sette, in fondo a destra.

Raggiungemmo lo spogliatoio numero sette, quello piu in fondo, ed entrammo. Georges tiro le tende, chiuse le cerniere, fece scorrere l’acqua del water, poi apri il rubinetto dell’acqua fredda e la lascio correre. Riprendendo a parlare in francese mi disse che dovevamo cambiare aspetto senza travestimenti complicati, per cui, per favore, tesoro, togliti quello che hai addosso e mettiti la tuta che tieni nella sacca.

Mi diede spiegazioni piu particolareggiate, mischiando il francese all’inglese e continuando a tirare l’acqua del water di tanto in tanto. Io dovevo indossare la scandalosa Superpelle, mettermi piu trucco del solito, e cercare di sembrare la famosa Prostituta di Babilonia, o qualcosa del genere. — So che non e il tuo metier, cara ragazza, ma tenta.

— Cerchero di essere sufficiente.

— Touche!

— E tu vuoi metterti i vestiti di Janet? Non penso che ti vadano bene.

— No, non mi travestiro. Ondeggero solo di sedere.

— Prego?

— Non indossero abiti femminili. Tentero semplicemente di apparire effeminato.

— Non ci credo. Va bene, proviamoci.

Io non subii troppi cambiamenti: solo la tuta stuzzicante che aveva preso al laccio Ian, piu una dose di trucco superiore alla media, applicata da Georges (che sembrava convinto di essere piu esperto di me nel trucco; ne era convinto perche era piu esperto), piu, quando uscimmo, la camminata del tipo eccomi-qui-se-ne-hai-voglia-prendimi.

Georges uso su se stesso piu trucco di quanto avesse usato su di me, piu quel profumo schifoso (che non mi chiese di mettere), piu un foulard arancio shocking al collo che prima io tenevo come cintura. Mi chiese di gonfiargli i capelli con le mani e spruzzarli di spray, in maniera che restassero gonfi. Tutto qui… piu un cambiamento radicale al suo modo di muoversi. Era ancora Georges; pero non era piu il macho assatanato che la notte prima mi aveva deliziosamente sfibrata.

Riempii la sacca e uscimmo. La vecchia befana della bancarella sgrano gli occhi e trattenne il fiato quando mi vide. Ma non disse niente, perche un uomo che se ne stava appoggiato alla bancarella si tiro su, punto un dito su Georges e disse: — Tu. Il Capo ti vuole. — Poi aggiunse, quasi tra se: — Non ci credo.

Georges si fermo, gesticolo alla disperata con tutte e due le mani. — Oh, misericordia! Deve esserci un errore.

Il gorilla morse lo stuzzicadenti che stava succhiando e rispose: — Lo penso anch’io, cittadino. Pero non lo diro, e non lo dirai nemmeno tu. Andiamo. Non tu, sorellina.

Georges disse: — Io di certo non vado da nessuna parte senza la mia cara sorellina! Punto e basta!

La befana disse: — Morrie, lei puo restare qui. Tesoruccio, vieni a sederti qui dietro con me.

Georges accenno un no impercettibile con la testa, ma non era necessario. Se mi fossi fermata o quella mi avrebbe riportato diritta allo spogliatoio, o io l’avrei infilata nel suo cestino dei rifiuti. Avrei scommesso la testa che sarei stata io ad agire. Se il lavoro lo richiede, non mi tiro indietro davanti a bestialita del genere (e quella sarebbe stata meno sgradevole di Rocky Rockford), ma lo faccio solo per dovere, non per piacere. Se e quando cambiero abitudini sessuali, sara con qualcuno che mi piace e che rispetto.

Mi avvicinai di piu a Georges, lo presi per il braccio. — Non ci siamo mai separati da che mamma sul suo letto di morte mi ha chiesto di prendermi cura di lui. — Aggiunsi: — Punto e basta! — Una frase che significa poco ma risolve molte situazioni. Tutti e due assumemmo un’aria imbronciata e testarda.

Il tizio che si chiamava Morrie guardo me, poi Georges, e sospiro: — All’inferno. Vienici dietro, sorellina. Pero tieni il becco chiuso e stai alla larga.

Sei punti di controllo piu tardi, a ciascuno dei quali venne fatto un tentativo per sbucciarmi, fummo introdotti

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