perdita di quella grazia, di quell’innocenza, oscura ancora la sua anima di triste meraviglia; ma quando infine si rassegna alla fine della visione riesce a vedere con maggior chiarezza quello che sta accadendo intorno a lui. Molto al largo, sul mare, un ammasso di spruzzi si leva all’orizzonte, penetrando l’aria limpida. L’acqua si agita, cresce, si avvicina, si separa e poi si ricongiunge, le onde gettano una manciata di pesci e alghe verso la riva. Voltandosi, guardando verso la spiaggia, Clay vede che la volta celeste e in preda a rapide, ampie ondulazioni, come se stesse per piombare verso terra, per poi tornare rapidamente in alto. Una musica aspra produce gemiti, lamenti: e lo stridere di enormi strumenti a fiato, il rimbombo di grossi tamburi. Il sole ha subito un cambiamento spettrale, ed emette una netta luce verdastra, e alcune delle stelle piu luminose sono di colpo visibili. Da sud proviene una serie di rapide, irragionevoli esplosioni:
Si affretta sulla spiaggia.
I sei Sfioratori sono sparsi su una duna coperta d’erba, un centinaio di metri verso l’interno. Sembrano esausti, sfiniti, come manichini di cera che si siano avvicinati troppo alla fiamma. Sembrano trovarsi tutti in una forma sessuale intermedia… alcuni hanno seni e scroto, altri corpi maschili pelosi e una fessura pseudovaginale, ma nessuno e definito chiaramente in un sesso o nell’altro. Ne lui riesce a distinguerli facilmente l’uno dall’altro: i loro volti sono identici. Clay si rende conto che si puo riconoscere Hanmer da Ninameen, Angelon da Ti, Bril da Serifice, piu per la qualita dello spirito da essi irradiato che per un qualche lineamento individuale; ma in questo momento non esprimono nulla che possa permettere di identificarli. E possibile che questi non siano neanche i
Alla fine dice, timidamente: — Hanmer? Serifice? Nina…
— …meen — finisce lei, stiracchiandosi pigramente. — Hai fatto una bella nuotata?
— Strana. Hai visto… le cose che sono successe?
— Tipo? — La voce e quella di Hammer.
— Gli spruzzi d’acqua. Il tamburo. Il sole. Le stelle.
— Ah, quello. Niente di importante.
— Che cos’era, in ogni modo?
— Effetti collaterali. — Uno sbadiglio. Si girano: schiene infangate rivolte verso il sole. Clay se ne sta li, gelato, con le braccia che penzolano scioccamente. — Effetti collaterali? Ninameen — dice. — Ti?.
— Sei infelice? — chiede uno di loro.
— Incuriosito.
— Si?
— Gli spruzzi d’acqua. Il tamburo. Il sole. Le stelle.
— Cose che capitano. Abbiamo completato il ciclo.
— Il ciclo?
— Il quinto rito. Il Rimodellamento del Cielo.
— L’avete fatto voi?
— Si, e molto bene. E adesso ci riposiamo. — La voce e quella di Hammer. — Viene a sdraiarti accanto a noi. Riposati. Riposati. Riposati. Il ciclo e completo.
28
Non gli danno nessuna risposta soddisfacente. Risprofondano nel loro stato stuporoso. Si sente abbandonato, tradito. L’hanno fatto partecipare agli altri quattro riti: perche non a questo? Hanno privato la sua vita di un’esperienza. E si sono stancati di lui. Fa un passo indietro, rabbioso e vergognoso. Ha perso qualcosa di importanza fondamentale, o cosi crede. Forse ha perso addirittura la possibilita di afferrare la chiave che apre lo scrigno con la risposta ai suoi enigmi. E loro non se ne preoccupano. Loro non se ne preoccupano.
Irritato, risale la duna e comincia a camminare velocemente verso l’interno.
La sabbia affonda sotto i suoi piedi, rallentandogli la marcia. Nota, inoltre, piccoli sentieri sul terreno, le tracce di creature piatte e grigie arrancanti che assomigliano un po’ a scorpioni. Non gli prestano la minima attenzione, e diverse volte, attraversando il sentiero di uno di essi, corre il rischio di schiacciarlo. E preoccupato: non gli piacerebbe calpestare una di quelle creature, inferocita. Ma ben presto la sabbia lascia il posto a un arido terriccio rossastro, costellato da piante bluastre dall’aspetto carnoso, e le creature arrancanti scompaiono alla vista.
Si chiede dove puo andare.
Non sa ancora decidere se ha abbandonato gli Sfioratori per una ripicca passeggera, o se non si tratti di un addio definitivo. Il suo risentimento verso di loro puo anche diminuire; dopo tutto, gli hanno offerto momenti straordinari, e forse, prima di quanto creda, vorra tornare da loro. D’altra parte non vuole costringere persone che lo trovano noioso ad accettarlo per forza. Puo benissimo cercare di riaffermare la sua indipendenza. Non sembra che ci sia bisogno di cibo o di riparo, in quel mondo, e a Clay resta sempre la speranza di trovare altri compagni d’avventura, quando i vagabondaggi solitali avranno perso il loro fascino. E convinto di non avere la minima speranza di poter fare ritorno alla sua epoca.
Per la maggior parte della mattina, cammina e attraversa una regione calda e arida di vaste pianure e curiosi altipiani purpurei, e nel frattempo si trastulla con l’idea che se la cavera da solo. Piu ci pensa, piu attraente gli sembra. Si, esplorera ogni continente, cerchera citta sotterranee risalenti a epoche non lontane dalla sua; cerchera manufatti e altre curiosita prodotte dai figli dell’uomo, e mettera alla prova i poteri che forse ha acquisito sotto quel sole magico. E, magari, fabbrichera una specie di carta, e scrivera un diario delle sue avventure, sia per propria illuminazione sia per informare altri della sua specie che il tempo abbia rapito al suo stesso modo. Conversera coi Respiratori, Mangiatori, Distruttori, Aspettatoli e Sfioratori, ogni volta che li incontrera, e con gli Intercessori se gli capitera di incontrarli, e con qualsiasi altro essere di epoche precedenti scaraventato quaggiu dai risucchi del flusso temporale: uomini-capra, sferoidi, abitatori delle gallerie, e altri ancora. Si sente in preda a qualcosa di simile all’estasi, e assapora la liberta di questa progettata nuova vita. Si! Si! Perche no? La gioia di una tale idea si agita come un pallone nella sua anima e, come un pallone, esplode bruscamente, mandandolo ruzzoloni sul terreno, scosso e solitario.
Si pente di aver abbandonato gli Sfioratori.
Deve tornare da loro e chiedere se lo accetteranno ancora.
Stranamente confuso, rimane dov’e, accucciato, ginocchia e gomiti nella polvere, stravolto, gli occhi che seguono un grande serpente globulare che si svolge davanti a lui. L’inerzia lo colpisce ancora: su, guardati intorno, trova i tuoi amici. Si alza lentamente. La dolce brezza tiepida spira con una certa intensita, accarezzandogli la pelle sudata. Corre, del tutto indifferente ai serpenti presenti un po’ ovunque. Dov’e il mare? Dove sono gli Sfioratori? Segue il sole. Il terreno lascia il posto alla sabbia, i serpenti agli scorpioni. Sente le onde. Sale sulla duna. Ecco il posto: vede le sue tracce, ricorda l’amichevole gaiezza di Ninameen, la cordiale bonarieta di Hanmer, le profondita mistiche di Serifice, la bellezza di Ti, l’attenzione di Angelon, la tenerezza di Bril. Come ha potuto lasciarli? Sono i suoi amici. E piu importante ancora: sono parte di lui, e lui, spera, e parte di loro. Ben avviati sulla strada del settenario… Abbiamo condiviso tante esperienze. La mia rabbia momentanea, infantile! Fratelli miei, sorelle mie: un po’ superficiali, a volte, ma del resto era prevedibile; c’e un tale abisso di tempo che ci separa. Riuscirei a comprendere, io, i sentimenti di un Cro-Magnon? Riuscirei a capire un decimo delle cose che dice? Ma non c’e motivo di separarci solo per questo. Dobbiamo amarci. Dobbiamo stare vicini.
Arriva all’ultima duna e vede la spiaggia, e trova i segni dove gli Sfioratori si sono sdraiati, ma loro non ci sono piu.
— Hanmer? Serifice? Ti?
Non sono neppure nei dintorni.
Urla, agita le braccia, cerca qualche impronta. Inutile, inutile, inutile. Non hanno lasciato la minima traccia. Sono spariti, balenando attraverso la stratosfera, magari diretti su Saturno, in un balzo solo. L’hanno dimenticato.