dalle antenne luminose, una sbarra nera che cammina, un pesce che balla, una galleria con le gambe. Vede un trio di occhi giganteschi senza corpo. Vede due braccia verdi che si stringono l’un l’altra in una stretta disperata e omicida. Vede uno squadrone di uova rosse in marcia. Vede ruote con le mani e teste senza uomini.
Ognuno di questi miracoli attraversa veloce la pianura come se solo allontanandosi rapidamente dal luogo della sua creazione avesse una possibilita di sopravvivere. Ma tutti incontrano lo stesso destino, che striscino, marcino, rotolino, danzino, si contorcano, saltellino, sbattano, nuotino, corrano, camminino, scivolino o balzino fuori dal perverso laghetto. Ognuno di quegli orrori riesce a coprire forse un miglio; poi muore, dissolvendosi e perdendo rapidamente sostanza: dopo qualche momento e svanito. Il Caos primordiale richiama indietro le sue creature. Di tanto in tanto qualche mostruosita particolarmente dinamica cerca di sottrarsi alla sua sorte fuggendo disperatamente lungo la pianura. Inutile. Inutile. La realta sfugge da tutti; il forte perde concretezza come il debole. Clay prova compassione di fronte a quella scena: infatti, mentre alcune delle cose generate dal Caos sono decisamente orripilanti, altre sono solo affascinanti, eleganti, aggraziate, delicate o amabili, e lui non ha fatto in tempo a cominciare ad apprezzarne la bellezza sottile che gia sono scomparse.
Gli Sfioratori assistono alla scena uno sotto braccio all’altro, contemplando la prodigalita del Caos. Clay fa parte del gruppo, con Ninameen (femmina) e Hanmer (maschio) ai suoi lati. Nessuno parla. Alta sopra di loro, la ferita nella montagna ribolle di caotica fertilita. Clay ricorda di aver visto una volta fotografie di un ammasso di plancton di recente formazione: un miliardo di minuscoli incubi ingioiellati che sciamavano ovunque, risplendendo come mostri dai molti occhi e molti artigli e rabbiose code sferzanti, illuminati da ogni tonalita immaginabile dello spettro durante quel breve momento ideale di vita attiva, per poi dissolversi, scurirsi, trasformarsi in poltiglia fertile. La stessa cosa accade qui, su scala maggiore. L’oltraggiosa fertilita del Caos lo delizia e lo sconcerta. A quale scopo, tutte queste evanescenti meraviglie? Da quale fonte, questa parata di splendori di effimera durata? E cosa si nasconde, invisibile, dentro la montagna, se questo e solo cio che affiora?
— Per quanto tempo andra avanti? — chiede infine.
— Per sempre — dice Hanmer. — A meno che qualcuno non sigilli la montagna.
— E chi potrebbe farlo? — osserva Ninameen, ridendo.
— Da dove viene… tutto quanto?
— Ci sono fiumi, sotto il mondo — dice Hanmer. — Questo e straripato. E la quinta volta che succede una cosa del genere, dall’inizio della nostra vita.
— Solo poche delle altre aperture sono cosi fertili — sottolinea Ti. — I canali cambiano!
— I canali cambiano — conviene Hanmer.
— Ma se i canali cambiano — dice Clay rassegnato — perche dite che questo flusso continuera per sempre?
Gli Sfioratori sorridono. Una forma elefantina esce caracollando dal laghetto e scompare. Compaiono sei teschi… Due cose orrende e immense, insanguinate, a forma di cane, emergono ululando e saltano verso l’alto, e si disfano prima ancora di toccare di nuovo il terreno. Adesso affiora un plotone di insetti scintillanti, che si dirige verso l’oblio in formazione serrata. Un volto sorridente appare in una nube torreggiante di vapore grigio. Non c’e mai fine. Arriva la notte e la pianura e illuminata. E il Caos continua a sgorgare.
26
All’improvviso gli sembra che la sua posizione, in questo mondo, si stia deteriorando. Impercettibilmente gli Sfioratori stanno perdendo interesse in lui. Forse li annoia, forse la loro capacita di attenzione nei suoi confronti ha ormai raggiunto il limite: qualunque sia il motivo, ormai gli sottraggono parte del loro amore nei suoi confronti. A volte Clay sospetta che in realta lo temano, o lo disprezzino. Ma non riesce a trovare assolutamente spiegazione per questi sentimenti.
E piu difficile del solito indurii a partecipare a una conversazione che non sia uno scambio di chiacchiere. Gli argomenti vengono lasciati cadere, le idee si arrestano prima di venir espresse, risate e strette di mano troppo spesso sostituiscono un sincero scambio di informazioni. Lui continua a fare tentativi per sapere cio che gli preme, ma con meno frequenza.
— Riusciro a tornare al mio tempo?
— Cos’e successo allo sferoide?
— Come vengono creati i nuovi Sfioratori?
— Dove vive Errore? Chi, o che cos’e?
— Perche sono stato portato qui?
— Quando farete il Rimodellamento del Cielo?
— Quanto e vecchio il vostro mondo?
— Dov’e finita la luna?
— Perche avete permesso che soffrissi, nelle regioni sgradevoli?
— Mi capitera mai di dormire ancora?
— Vi sto sognando?
— Mi state sognando?
27
Un pomeriggio fanno il Rimodellamento del Cielo, e non glielo dicono fino all’ultimo momento. Siamo arrivati a questo punto, adesso. Non hanno piu bisogno della sua partecipazione. Non si preoccupano piu di condividere le cose importanti con lui.
Clay sospetta, mentre il rito si prepara, che nell’aria ci sia qualcosa di insolito. Sono accampati lungo la costa di un mare meridionale: qui la spiaggia consiste di minuscoli sassolini grigi, levigati e uniti dai piccoli corpi grigi delle innumerevoli meduse trascinate dalle onde del mare. Lui ha sempre amato il mare. Vedendo gli Sfioratori raccogliersi per qualche misteriosa conversazione inespressa, va a zonzo da solo, cercando di evitare delicatamente i celenterati morti e rinfrescandosi di tanto in tanto i piedi nell’acqua marina. Vegetazione simile ad alghe spunta dal fondale polveroso; pesci splendenti gli passano accanto, guizzando. Apprezza moltissimo il sollievo apportato dal contatto delicato delle onde contro la sua nudita. Nuota. Va sul fondo, e rimane sorpreso nel notare quanto tempo riesce a rimanere immerso. Fluttua sott’acqua, libero, lasciando che il sole gli bruci le guance.
Dovrebbe esserci una sirena.
Gli sembra di vederla avvicinarsi. Donna fino alla cintola, pesce sotto. Lunghi capelli dorati, che incoronano le spalle pallide. Seni bianchi, sodi, pieni, dalla punta rossa. Lucenti scaglie verdi. Una coda estremamente sinuosa, forte, agile, che termina con una pinna in perenne movimento. Gli si avvicina in un ribollire di spuma e nuota accanto a lui. — Si — le dice lui. — Un risultato inevitabile del frazionamento delle forme umane. La natura segue l’arte. Che cosa splendida, sei!
Lei sorride. Lo accarezza. Lo bacia. Mette una mano di Clay sul suo seno. Donna sopra, pesce sotto.
— Amami — gli dice, con una voce che ricorda il suono delle conchiglie.
— Ma come? Dov’e il nido? — Le esplora le scaglie. Lei ride. Anche un pesce possiede organi sessuali. Lei non lo aiuta minimamente e la sua ricerca non approda a nulla. Se volesse far l’amore con lei, decide, si scorticherebbe. Non e una grande consolazione, cosi la lascia, ma lei gli rimane accanto.
— Ci sono molti, come te? — le domanda. — Un popolo del mare? Siete una forma antica? Vi siete evoluti naturalmente, o per mezzo di manipolazioni genetiche?
— Non sono come gli altri che conosci — dice la sirena.
— In che senso?
— Non sono reale.
Lui non accetta queste parole: le prende in mano i seni, ma prima che riesca a stringerli la sirena e scomparsa. Clay si tuffa, con gli occhi spalancati che fissano la verde acqua scintillante, e non riesce a trovarla.
Quando ritorna alla superficie si rende conto che e in atto uno sconvolgimento. La scomparsa della sirena, la