tenere fermo il viso e di fissare gli occhi nei miei occhi. Mi rispose lo sguardo di uno straniero. Gocce di sudore mi nascevano alle radici della barba, la dove si vedeva la carne delle guance.
Io balbettavo, la lingua mi si aggroviglio, come se mi si annodasse. Mi sentivo soffocare, avevo voglia di vomitare. Chinai il capo e lo premetti contro il pavimento freddo. Jidd mi tocco la spalla mormorando formule di conforto fino a quando il mio attacco si placo. Iniziammo il rito una seconda volta: passai piu dolcemente attraverso i preliminari e quando egli mi chiese di parlare, dissi, come se stessi recitando delle cose che qualcun altro aveva scritto per me: — Nei giorni scorsi si e andati con un altro in un posto segreto e abbiamo preso insieme una certa droga di Sumara Borthan che dissuggella le anime e ci siamo aperti il cuore l’un con l’altro. Adesso si prova rimorso per quel che si e fatto e si vorrebbe il perdono.
A Jidd manco il respiro, e certo non e una cosa facile sorprendere un confessore. Quel suo sussulto ebbe quasi il potere di farmi passare la voglia di confessarmi, ma Jidd recupero abilmente il controllo e mi spinse a continuare con blande frasi da prete. Dopo pochi minuti, le mie mandibole avevano perso la loro rigidita e tirai fuori tutto: le discussioni che avevo avuto con Schweiz a proposito della droga (ma non dissi il suo nome. Anche se ero certo che Jidd avrebbe mantenuto il segreto della confessione, non mi sembrava che avrei ottenuto alcun vantaggio spirituale rivelando il nome del mio compagno di colpa); dissi di aver preso la droga nella villa, parlai delle sensazioni che mi aveva dato, del mio esplorare l’anima di Schweiz e del suo penetrare la mia, dissi del nascere di un affetto profondo man mano che l’unione procedeva, del senso di alienazione dal Comandamento che provavo mentre ero sotto, l’influenza della droga. Quell’improvvisa certezza che il nostro negare noi stessi fosse un disastroso errore culturale, l’idea intuitiva che dovremmo invece negare la nostra solitudine e cercare di costruire un ponte sugli abissi che ci separano dagli altri, invece di esaltarci nell’isolamento. Confessai anche che mi ero dato da fare per ottenere dell’altra droga, nella speranza di riuscire a conoscere l’anima di Halum; sentirmi ammettere il desiderio che avevo della mia sorella di legame non era una cosa nuova per Jidd. Parlai poi del senso di smarrimento che mi aveva assalito quando ero uscito dalla trance della droga, del senso di vergogna, del dubbio. Finalmente tacqui. Li davanti a me, come un globo pallido che brillava nella semioscurita, pendevano le mie malefatte, sensibili ed esposte. Mi sentivo piu pulito, dopo averle rivelate. Ero disposto ad essere ricondotto al Comandamento, volevo essere purgato della mia aberrazione, del mio esibizionismo. Volevo far penitenza e ritornare sulla retta via. Ero ansioso di guarigione, imploravo l’assoluzione e la reintegrazione nella mia comunita; ma non riuscivo a sentire la presenza del dio. Nello specchio vedevo soltanto la mia faccia, tirata e giallastra, con la barba che aveva bisogno di essere pettinata. Le formule di assoluzione che Jidd comincio a recitare non erano per me altro che parole, e non potevano darmi conforto. Ero escluso totalmente dalla fede. L’ironia della cosa mi faceva impazzire: Schweiz, che invidiava la mia fede e che aveva cercato attraverso la droga di capire il mistero della sottomissione al soprannaturale, aveva tolto a me ogni possibilita di accesso alla divinita. Stavo li, inginocchiato, ginocchia di pietra sul pavimento di pietra, pronunciando frasi vuote e desiderando che Jidd e io avessimo preso insieme la droga, perche tra noi ci fosse una vera comunione. E seppi che ero perduto.
— La pace degli dei sia su di te, adesso.
— Verra la pace degli dei.
— Non cercare piu falsi soccorsi e tieni te stesso per te stesso, perche gli altri sentieri portano soltanto alla vergogna e alla corruzione.
— Non si cercheranno altri sentieri.
— Hai una sorella di legame, e un fratello di legame, hai un confessore, hai la misericordia degli dei. Non hai bisogno d’altro.
— Non si ha bisogno d’altro.
— Va in pace, allora.
Me ne andai, ma non con la pace che intendeva lui, perche la confessione era stata senza slancio, senza senso, inutile. Jidd non mi aveva riconciliato con il Comandamento, aveva semplicemente dimostrato quanto ne fossi lontano.
Benche mi fossi confessato senza nessuna emozione, quando uscii dalla Cappella di Pietra mi sentivo in parte purgato dalla mia colpa. Non ero piu pentito d’aver esibito la mia anima. Forse era un effetto residuo della confessione, quest’inversione del mio proposito nell’andare da Jidd, ma non provai ad analizzare la cosa in profondita. Ero contento di essere me stesso e di pensare le cose che pensavo. La mia conversione in quell’istante divenne completa. Schweiz mi aveva tolto la mia fede ma al suo posto me ne aveva data un’altra.
38
Quel pomeriggio capito un incidente con una certa nave di Threish e alcuni falsi documenti d’imbarco, e dovetti recarmi al porto per verificare di persona quel che era successo. Li per caso incontrai Schweiz. Da quando ci eravamo separati alcuni giorni prima, il pensiero di incontrarlo di nuovo mi aveva terrorizzato; sarebbe stato intollerabile, pensavo, guardare negli occhi quell’uomo che aveva avuto tutta la mia anima tra le mani. Soltanto standogli lontano sarei riuscito a convincermi di non aver fatto con lui quello che avevo fatto. Ma poi lo vidi vicino a me sulla banchina. Teneva in una mano un grosso mazzo di fatture e scuoteva furiosamente l’altra verso un mercante dagli occhi acquosi che indossava un abito di Glin. Con mia sorpresa invece dell’imbarazzo che avevo immaginato provai una sensazione di calore. Ero contento di vederlo. Mi avvicinai. Egli batte sulla mia spalla ed io sulla sua. — Sembri piu allegro, adesso — disse.
— Si.
— Lascia che finisca con questo mascalzone e poi andremo a dividerci una bottiglia di quello dorato, eh?
— Giusto — risposi.
Un’ora piu tardi, mentre sedevamo insieme in una taverna del porto, gli dissi: — Quand’e che potremo partire per Sumara Borthan?
39
Il viaggio verso il continente meridionale fu condotto come in un sogno. Non mi domandai neppure quanto potesse essere saggio intraprendere un simile viaggio, ne mi fermai a chiedermi perche fosse necessario che prendessi parte alla spedizione invece di lasciare che andasse Schweiz, o di pagare qualcuno che andasse a prendere la droga per conto nostro. Feci semplicemente i preparativi per la partenza.
Non c’e una linea commerciale regolare tra Velada e Sumara Borthan. Chi vuole andare nel continente meridionale, deve noleggiare una nave per proprio conto. Fu proprio quel che feci, tramite l’Alto Tribunale, servendomi di intermediari e di prestanome.
Non scelsi un vascello manneriano, perche non ci tenevo ad essere riconosciuto alla partenza, ma uno della provincia occidentale di Velis, che era rimasto attraccato nel porto di Manneran per la maggior parte dell’anno a causa di una vertenza giudiziaria. Sembrava che fossero sorte delle dispute a proposito della proprieta della nave mentre questa si stava dirigendo in patria e la gran mole di ingiunzioni e controingiunzioni avevano impedito al vascello di lasciare Manneran. Il capitano e la ciurma erano inferociti per quell’ozio forzato e avevano gia rivolto una protesta al Tribunale; ma l’Alto Giudice non aveva giurisdizione su una questione che veniva trattata solo dai tribunali di Velis, percio avevamo l’obbligo di impedire che il vascello partisse prima che la questione venisse chiarita. Sapendo tutto questo, emanai in nome dell’Alto Giudice un decreto che concedeva allo sfortunato vascello di accettare per il momento dei noleggi per viaggi «tra il fiume Woyn e la spiaggia orientale del golfo di Sumar». Per tradizione, questo significava da qualunque punto della costa della provincia di Manneran, ma io volli specificare anche che il comandante avrebbe potuto accettare dei viaggi verso la costa settentrionale di Sumara Borthan. Senza dubbio quella clausola sorprese il pover’uomo, e ancor di piu deve averlo meravigliato il fatto di venir avvicinato, alcuni giorni dopo, dai miei agenti che gli proponevano un viaggio proprio a Sumara Borthan.
Non dissi dove andavo ne a Loimel ne ad Halum ne a Noim ne a nessun altro. Spiegai soltanto che per