demolivano. Eccone li uno, vedi? Sara li da una decina d’anni, come minimo.
Un mucchietto grigiastro di frammenti robotici. Cocci d’uomo meccanico. Dalla ruggine si affacciano tracce di vernice azzurra. E quello e un avvolgimento? Un rele? Un accumulatore? Il groppo delle budella di fil di ferro di una macchina. Il fondo del fondo del fondo: un semplice oggetto meccanico, distrutto mentre aggrediva il sacro squallore dei paria generati dalle nostre vasche. Un gattaccio bianco e grigio va a fare i suoi bisogni in pancia al robot: i gamma appoggiati al muro ridono. Poi ci vedono e strisciano via, deferenti. Fanno un rapido movimento con la mano sinistra: tocca pube, tocca petto, tocca fronte. Sembra un gesto automatico; come un riflesso o come il segno della Croce. Cos’era? Una specie di reverenziale controllo della braghetta? Un segno d’omaggio verso gli alfa?
Qualcosa di simile, dice Lilith. Ma leggermente diverso. Ecco, si tratta di un gesto superstizioso.
Per allontanare il malocchio?
Si. Per modo di dire. Toccare i punti cardinali del corpo, invocare lo spirito dei genitali, dell’anima e dell’intelletto: sesso, cuore, cervello. Non l’avevi mai visto, prima?
Forse si.
Anche gli alfa lo fanno, dice Lilith. Un’abitudine. Ti scarica la tensione. A volte lo faccio anch’io.
Ma per che motivo, gli organi sessuali? Gli androidi non si riproducono sessualmente.
Hanno una forza simbolica, dice lei. Siamo sterili, ma quella e ancora una zona sacra. A ricordo della comune origine di tutti gli uomini. Il patrimonio genetico umano proviene dal ventre, e noi siamo stati progettati in base a quei geni. Ci puoi vedere una sorta di teologia.
Mi faccio il segno. Un due tre. Lilith sorride, ma mi pare un po’ nervosa, come se non lo giudicasse corretto da parte mia. Balle; se oggi mi vesto da androide, posso fare quel che fanno gli androidi. Un due tre.
I gamma appoggiati al muro ci restituiscono il segno. Un due tre. Pube petto fronte.
Uno di loro pronuncia una frase, qualcosa come: Krug sia lodato!
Cos’ha detto? chiedo a Lilith.
Non ascoltavo.
Non ha detto Krug sia lodato?
I gamma dicono di tutto.
Scuoto la testa. Lilith, forse mi ha riconosciuto!
Impossibile. Assolutamente impossibile. Se ha detto qualcosa di Krug, si riferiva a tuo padre.
Gia, gia. Vero. Krug e lui. Io sono Manuel, solo Manuel.
Hai ragione. Mi spiace. Alfa Levitico Saltatore. “Lev” per gli amici. Krug sia lodato? Forse non l’ho sentito bene.
Forse, dice Lilith.
Senza accorgercene, girando il cantone, facciamo scattare una trappola reclame: il nostro ingresso nel campo di scansione della trappola fa schizzare dal muro una polvere multicolore che forma nell’aria, per attrazione elettrostatica, una serie di parole chiassose, capaci di luccicare perfino in quella nebbia e in quell’oscurita. Su un fondale argenteo, leggiamo:
E veramente un alfa? le chiedo.
Sicuro.
Come mai, qui a Gamma Town?
Qualcuno dovra ben curarli, non credi? Ti pare che un gamma sia in grado di prendere la laurea?
Pero mi da l’impressione di un imbroglione. Mettere una trappola reclame! Quale dottore si sognerebbe mai di abbordare cosi rumorosamente i pazienti?
Un dottore di Gamma Town. Qui occorre seguire metodi forti. Comunque, un imbroglione lo e davvero. L’hanno pescato in un contrabbando di organi rigenerati, anni fa, quando aveva un ambulatorio per alfa. L’han tolto dall’albo.
Perche, qui non occorre l’iscrizione all’albo?
Qui non occorre niente. Mi dicono che svolga il suo lavoro con scrupolo. Uno strano tipo, ma vuol bene ai suoi pazienti. Te lo presento?
No. No. Che cos’e l’“intossicazione di slungo”?
Lo “slungo” e un narcotico che prendono i gamma, dice Lilith. Prima o poi incontreremo qualche drogato.
E chi sono, le “piastre”?
Hanno qualcosa che non funziona nel cervello. Concrezioni scagliose nel cervelletto.
“Solidificazioni”?
Una malattia muscolare. Indurimento dei tessuti o qualcosa di simile. Non so bene: colpisce solo i gamma.
Mi aggrotto. Chissa se mio padre ne e al corrente? L’integrita del suo prodotto e garantita da lui. Se i gamma vanno soggetti a malattie misteriose…
Ecco un drogato di slungo, dice Lilith.
Arriva un androide, diretto verso di noi. Ondeggia, galleggia, scivola, danza, cammina con una stramba lentezza viscosa. Occhi fissi; faccia stralunata; braccia larghe; dita molli. Brancola come se fosse nell’atmosfera gioviana. Indossa solo un paio di calzoncini cenciosi, eppure suda nella gelida brezza della sera. Borbotta qualcosa, con timbro meccanico. Dopo un periodo lunghissimo, eccolo vicino a noi. Pianta bene i piedi per terra, alza la testa, si porta le mani ai fianchi. Silenzio. Un minuto. Infine, a voce bassa e ringhiosa, pronuncia alcune parole con esasperante lentezza: Al… fa… sal… ve… al… fa… bel… li… al… fa…
Lilith gli dice di andarsene.
Per un po’, nessuna risposta. Poi il suo volto crolla. Indicibile tristezza. Alza la sinistra con un gesto goffo, da pagliaccio, si tocca la fronte; poi la mano scende lentamente al petto, all’inguine. Si e fatto il segno al contrario… vorra dire qualcosa? Pronuncia in tono tragico: Ma… io… amo… gli… alfa… belli… alfa…
Chiedo a Lilith: Che razza di droga e?
Accelera il senso del tempo. Un’ora diventa un minuto. Distruggono il proprio tempo libero. Noi, e chiaro, per loro ci stiamo muovendo come turbini. Di solito i drogati stanno insieme, cosi viaggiano tutti alla stessa velocita. Hanno l’illusione che i giorni durino ore.
Ed e una droga pericolosa?
Dice lei: Toglie un’ora di vita per ogni due ore sotto l’influenza della droga. Ma i gamma vogliono proprio quello. Rinunciano a vivere quelle ore: perche no?
Ma riduce la forza di lavoro!
I gamma avranno il diritto, spero, di impiegare la propria vita come meglio credono. Non ti pare, Alfa Saltatore? Non vorrai sostenere anche tu che sono solamente una proprieta, e che ogni danno che procurano a se stessi e un reato contro il loro padrone…
No. No. Certo no, Alfa Mesone. Ne ero certa, dice Lilith.
Il drogato cammina scioccamente in circolo intorno a noi, e cantilena qualcosa, talmente piano che ogni sillaba si confonde e non ne viene fuori senso compiuto. Si ferma. Un gelido sorriso gli arriccia lentissimamente le labbra. Piega le ginocchia, si raggomitola. Alza la mano, apre le dita. La mano si dirige chiaramente verso il petto di Lilith. Noi restiamo immobili. Ora riesco a capire cosa dice l’androide: