voglia sostenere il matrimonio, e a questo punto, basta. D’accordo?
— Oggi hai il nervoso, Thor.
— Si.
— Come mai? Posso fare qualcosa per te?
— Leon Spaulding mi ha detto una cosa, Lilith. Quando la delegazione del PEA presentera al Parlamento la petizione, Krug rilascera una dichiarazione contro tutto il movimento per l’eguaglianza androide, e dira chiaro che, se avesse saputo che avremmo chiesto i diritti giuridici, non ci avrebbe mai creato.
Lilith rimase a bocca aperta. Con le lagrime agli occhi, si fece quattro volte il segno di “Krug ci salvi”.
— Non e possibile — sussurro.
— Spaulding dice di averlo sentito da Krug, circa una settimana fa, al Nemo Club, testimoni il senatore Fearon, il Presidente Salah al-Din e un paio d’altre persone. Ed e chiaro che Spaulding me l’ha riferito solo incidentalmente, nel corso della conversazione. Due parole tra ectogeno e androide. Sa che sono contrario al PEA; pensava che la notizia mi divertisse. Che porco!
— Puo essere vero?
— Puo esserlo. Krug non ha mai espresso un punto di vista sulla posizione degli androidi. Io stesso non so cosa ne pensi. Ho sempre supposto che fosse un nostro simpatizzante, ma potrebbe trattarsi semplicemente di una proiezione delle mie speranze. Il problema non e se
— E non hai il coraggio di chiederlo a lui?
— No, non ne ho il coraggio — disse Thor. — Credo che tutta questa storia sia nata nella mente perversa di Spaulding, che Krug non abbia intenzione d’infrangere la sua regola di tenersi lontano dalla politica, e che se mai egli dovesse rilasciare una dichiarazione, sarebbe la dichiarazione che noi tutti ci aspettiamo e ci auguriamo. Ma ho il terrore di sbagliarmi. Il terrore, Lilith. Una dichiarazione contro l’eguaglianza da parte di Krug, farebbe crollare la nostra fede. Ci scaglierebbe nella tenebra piu profonda. Capisci ora quali sono le mie preoccupazioni?
— Ti devi basare solo sulle parole di Spaulding? Non puoi chiedere al senatore Fearon o al Presidente? Scoprire cosa abbia veramente detto?
— Chiedere informazioni sulle parole di Krug, intendi dire? Lo riferirebbero subito a Krug.
— E allora, cosa intendi fare?
— Forzargli la mano — disse Thor. — Devi portare Manuel in una cappella.
— E quando?
— Appena puoi. Non nascondergli nulla. Spiegagli tutto. Lavora sulla sua coscienza. Poi mandalo da suo padre, prima che Krug rilasci una dichiarazione al Parlamento. Sempre che Krug intenda rilasciarla.
— Faro come dici — convenne Lilith. — D’accordo.
Thor assenti. Chino il capo; agito oziosamente il piede sul pavimento. Si sentiva frastornato, la gola gonfia. Odiava i maneggi che ora l’avevano invischiato, le mosse e contromosse, il dover affidare alle deboli spalle di Manuel una questione di tale importanza, la supposizione che Krug —
— Povero Thor — mormoro lei. — Cosi teso. Cosi preoccupato. Vuoi fare all’amore?
Poteva rifiutare? Finse entusiasmo. La abbraccio. I loro corpi si strinsero. Lei gli si apri ed egli la penetro. Questa volta era piu esperto, ma l’atto continuava a sembrargli una cosa vuota, una pressione di carni, un’estasi lontana. Non provava piacere, anche se poteva provare indirettamente soddisfazione nel vedere Lilith che si scoteva, gemeva e inarcava la schiena nel trarre piacere da lui. In verita, si disse, non sono abbastanza umano, nonostante tutto, mentre invece lei e fin troppo umana. Si. Certo.
Accelero il movimento. Questa volta provo il formicolio di una sensazione; Krug aveva progettato bene il Suo popolo, ed erano presenti le normali connessioni nervose, anche se erano state inibite, forse, dal condizionamento che Thor si era imposto. All’approssimarsi dell’acme, provo alcuni istanti di genuina passione; anso, serro le dita sulla carne di Lilith, affondo, spinse. Poi venne l’istante del completamento, e subito dopo, come l’altra volta, la tristezza, la sensazione di vuoto. Gli pareva d’essere in un’immensa tomba sotterranea, lunga centinaia, larga decine di metri, e di non scorgere altro che fiocchi di polvere e frammenti di allori disseccati. Si forzo a rimanere nell’abbraccio di Lilith, anche se desiderava staccarsi e rimanere solo. Apri gli occhi e la vide piangere. La vide sorridere. Avvampava; era sudata e raggiante.
— Ti amo — disse lei, piano.
Thor esito. La situazione richiedeva una risposta. Il silenzio, gonfiandosi fino ai secondi successivi, minacciava di soffocare l’universo. E non poteva non rispondere. Un silenzio sarebbe stato inumano. Le sfioro la fronte rovente. Si sentiva fuori fase, non accordato.
Infine supero quella sensazione e disse in fretta: — Ti amo, Lilith.
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