Mostramelo.

Alzo le braccia con le palme affacciate a circa mezzo metro; ruoto sui fianchi e piego le ginocchia, descrivendo una specie di vite.

L’hai fatto a Gamma Town, le ricordo. Quando la folla diventava pericolosa.

Lilith ride. Si chiama “Benedizione della Vasca”, dice. E un segno di pace, e insieme un segno di addio. Lo facciamo su un morto durante le estreme preghiere, e lo facciamo anche quando ci salutiamo in una situazione tesa. E uno dei segni piu santi. E tu non lo fai bene. Vedi, si basa sulla doppia elica della molecola degli acidi nucleici… genetica, capisci?… il modo in cui le molecole si avvolgono su se stesse. Cerchiamo di imitarlo con il nostro corpo. Cosi.

Lo fa. La imito. Lei ride.

Le dico: Mi spiace. Sai, le mie articolazioni non riescono a piegarsi cosi, nient’altro.

Occorre pratica. Ma non ne avrai bisogno. Ti bastera fare il “Krug sia lodato” e il “Krug ci salvi” per essere a posto. Ora andiamo.

Mi porta in una zona decrepita e fatiscente della citta: credo che una volta fosse un quartiere commerciale. Non ha la volgarita da incubo di Gamma Town, e neppure l’aspetto usato, ma dignitoso, della zona degli alfa. E solo decrepita.

La cappella e laggiu, dice.

Vedo un’ampia vetrina: ora la facciata e coperta di vernice opaca. C’e un paio di beta: sono fermi accanto all’ingresso e non fanno niente di particolare. Quando scendiamo dal marciapiede per attraversare la strada, mi tremano le ginocchia. Se mi scoprissero? Cosa farebbero? A me? A Lilith?

Sono Alfa Levitico Saltatore.

I beta si scostano al nostro arrivo, si fanno il segno di Krug sia lodato. Occhi bassi, espressione intimorita. Le distanze sociali. Lilith e agevolata dal fatto che la mia corporatura, alta e slanciata, e simile a quella degli alfa. La mia sicurezza aumenta. Faccio perfino un Krug sia lodato ai beta.

Entriamo nella cappella.

Una stanza larga, circolare. Nessuna panca. Un tappeto di pseudovita, spesso e soffice: ci si dev’essere inginocchiato un mucchio di gente. Luci indirette. Ricordo di fare un Krug sia lodato mentre entro. Un-due-tre.

Un piccolo vestibolo. Due passi piu in la, scorgo per la prima volta l’altare. Lilith porta a terra un ginocchio: sottomissione alla Volonta. Quanto a me, per poco non c’e neppure bisogno che m’inginocchi. A momenti cado a terra dalla sorpresa.

L’altare e una massa larga, squadrata, di qualcosa che sembra carne viva, poggiata entro un serbatoio decorato, di plastica. Il serbatoio contiene un liquido rosso cupo, che sciaguatta (e occasionalmente ricopre) il blocco rosato di carne. Il blocco stesso e alto almeno un metro, e di larghezza sara due metri per tre.

Dietro l’altare c’e mio padre in ologramma. Una somiglianza perfetta. Riprodotto formato naturale; voltato verso di noi che ci osserva a testa alta, con espressione severa, occhi di brace, labbra strette. Non dev’essere un dio amorevole. Forte. Un uomo d’acciaio. Dato che si tratta di un ologramma, gli occhi ti fissano sempre: dovunque ti muova, lo sguardo di Krug e su di te.

Piego a terra il ginocchio. Estendo le braccia. Alzo le palme.

Sottomissione alla Volonta di Krug!

Sono stupito. Anche se me lo immaginavo gia, sono stupito lo stesso. Ma e cosi in tutto il mondo? chiedo. Androidi che fanno i salamelecchi a mio padre? Un bisbiglio quasi inaudibile: Si, mi dice. Si. Gli rendiamo omaggio. Krug sia lodato.

L’uomo che conosco da quando son nato. Il costruttore di torri, l’inventore di androidi. Un dio? La cosa mi pare quasi risibile. E io cosa sarei, il Figlio di Dio? No, non vado bene per la parte. E chiaro che nessuno mi rende omaggio, in questa cappella. Io sono un ripensamento; la teologia non si occupa di me.

Ci alziamo. Con un minimo gesto del capo, Lilith mi guida verso il fondo della cappella; ci inginocchiamo. Nell’oscurita mi sento piu sicuro. Ci sono quindici o sedici androidi nella cappella, tutti beta a eccezione di un alfa che, inginocchiato davanti all’altare, ci volta la schiena. La presenza di quell’alfa mi fa sentire meno appariscente. Entrano alcuni beta e fanno i gesti dovuti. Nessuno presta attenzione a noi. Le distanze sociali.

Tutti paiono assorti in preghiere personali.

E gia la funzione, Lilith?

No, non ancora. Siamo arrivati in anticipo. Ora vedrai.

Gli occhi di Krug mi fissano come succhielli. Visto da qui, viene davvero ad assumere un aspetto quasi divino. Gli restituisco lo sguardo. Cosa direbbe, il vecchio, se lo sapesse? Riderebbe. Batterebbe una grande manata sulla scrivania. Lancerebbe un’imprecazione tonante. Iddio Krug! Geova Krug! Simeon Allah! Cristo, questa e buona! E perche cavolo non dovrebbero adorarmi? Li ho fatti io, no?

Quando i miei occhi si abituano alla semioscurita, esamino con maggiore attenzione i disegni delle pareti. Non si tratta, come pensavo inizialmente, di un motivo ornamentale astratto. No: ora riesco a discernere varie lettere dell’alfabeto, ripetute, ripetute, ripetute, ripetute. Coprono ogni centimetro disponibile, ma non sono tutte le lettere: passando lo sguardo da una riga all’altra, ne vedo solo quattro, A, U, G e C, in varie combinazioni come:

AUA AUG AUC AUU GAA GAG GAC GAU GGA GGG GGC GGU

GCA GCG GCC GCU GUA GUG GUC GUU CAA CAG CAC CAU

E cosi via. Di che cosa si tratta, Lilith? Le iscrizioni?

Il codice genetico, dice. Le triplette RNA.

Oh, gia. D’improvviso ricordo Gamma Town, la ragazza drogata che gridava le lettere; G A A G A G G A C. Ora le vedo sulla parete. Una preghiera?

La lingua del culto. Come per i cattolici il latino.

Capisco.

In realta non capisco affatto. Accetto solo.

Dico: E l’altare, di cosa e fatto?

Carne. Carne sintetica.

Viva?

Certo. Direttamente dalla vasca, come me o te. No, scusa, non come te. Come me. Un blocco di carne androide, viva.

E cosa la tiene in vita? Non ha organi, niente.

Assorbe nutrimento dal serbatoio. E iniezioni di qualcosa, dai di sotto. Ma e viva, e cresce: ogni tanto bisogna tagliare via i bordi. Simboleggia la nostra origine. Non la tua. La nostra. Ce n’e una in ogni cappella. Rubata alla fabbrica.

Come gli scarti.

Si, come gli scarti.

E io, che credevo che i controlli fossero severissimi, nelle fabbriche di androidi!

Lilith mi strizza l’occhio. Comincio a sentirmi un membro della cospirazione.

Ora fanno ingresso tre androidi, da dietro l’altare. Sono due beta e un alfa, e indossano stole di broccato con ricamate le lettere del codice genetico. Hanno un’espressione austera, sacerdotale. La funzione sta per iniziare. Quando i tre s’inginocchiano accanto all’altare, tutti si fanno il Krug sia lodato e il Krug ci salvi. Li imito.

Sono sacerdoti?

Sono celebranti, dice Lilith. Nella comunione non c’e esattamente un sacerdozio. Ci sono diverse caste, con ruoli diversi nelle diverse liturgie, secondo il testo e l’intenzione dei riti. Quell’alfa e un Preservatore. Si immerge in una trance che lo pone in comunione diretta con Krug. I due beta sono Proiettori: amplificano il suo stato emozionale. Altre volte possono officiare Inglobatoli, Trascendenze o Protettori, con l’aiuto di Arresi, Sacrificatori e Responsori.

E tu, a che casta appartieni?

Responsore.

E Thor Guardiano?

Preservatore.

L’alfa all’altare comincia a salmodiare: CAU, UUC, UCA, CGA. CCG, GCC, GAG, AUC.

La funzione sara tutta in codice?

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