— Divertente? — le chiese senza sorridere.

— Non ne sono sicura. Insolito, comunque.

Le compero dello zucchero filato. Passarono davanti a uno stallo dove si colpivano dei bersagli dorati su uno schermo mobile, con dei piccoli globi di vetro. Chi colpisce il bersaglio con tre tiri su quattro, vince un premio. C’erano degli uomini che, con i loro muscoli terrestri, cercavano di adeguarsi alla minor gravita e facevano cilecca provocando il broncio delle loro ragazze, li accanto. Lona addito i premi: cose di tipo curioso, di altrove; forme increspate e astratte, di stoffa pelosa. — Vinci uno di quelli per me — lo prego.

Egli si fermo a guardare gli uomini e i loro tiri parabolici e sfortunati. Per lo piu oltrepassavano di molto il bersaglio; alcuni, rettificando il tiro, lo facevano troppo debole e vedevano le loro biglie ricadere lentamente piu in qua del bersaglio. Gli spettatori assiepati tutt’intorao, gli fecero largo, scostandosi inquieti, quando penetro tra loro. Lona se ne accorse e rimpianse che fosse andato li in mezzo. Burris mise delle monete sul banco e prese le sue biglie. Il suo primo tiro manco il bersaglio per quindici centimetri.

— Bravissimo, amico! Fategli largo! Questo e uno che ha mira… — E il ciarlatano, da dietro il banco, fisso incredulo il viso di Burris. Lona arrossi. Perche devono mettersi a fissarlo? Ha un aspetto cosi strano?

Lui fece un altro tiro: clang. Poi: clang. E clang.

— Tre centri di seguito! Dai il premio alla piccola signora!

Lona afferro qualcosa di caldo, di peloso, quasi vivo. Si allontanarono dalla baracca, sottraendosi a un ronzio di commenti. Burris disse: — In questo corpo odioso, Lona, ci sono cose degne di rispetto.

Poco tempo dopo, lei poso un attimo il suo premio, e quando si giro a prenderlo era sparito. Egli le propose di vincerne un altro per lei: ma Lona gli disse di non stare a preoccuparsi.

Tirarono dritto davanti all’edificio degli spettacoli carnali.

Davanti al baraccone dei fenomeni viventi, Lona esito, avendo voglia di entrare ma incerta se dirlo o no. Quella esitazione fu fatale. Dall’interno, emersero tre tipi pieni di birra, guardarono Burris e sbottarono a ridere: — Ehi! Uno e scappato fuori!

Lona riconobbe le chiazze fiammeggianti del furore sulle sue guance. Lo tiro via rapidamente, guidandolo altrove; ma il male era fatto. Settimane di un paziente lavoro di restauro su se stesso distrutte in un istante?

Fu il perno della sonata. Fino allora egli si era mostrato tollerante, debolmente divertito, solo leggermente annoiato. Ora divenne ostile. Lei vide che i portelli degli occhi rientravano negli angoli fino all’apertura massima, e lo sguardo freddo di quegli occhi messi cosi allo scoperto avrebbe voluto corrodere come un acido quel paese dei balocchi. Burris camminava rigidamente. Non voleva star li un momento di piu.

— Sono stanco, Lona. Voglio tornare in camera.

— Restiamo ancora un pochino.

— Possiamo tornare domani sera.

— Ma e ancora presto, Minner!

Le labbra di Burris eseguirono movimenti strani. — E allora restaci da sola.

— No! Ho paura! Voglio dire… che divertimento sarebbe, senza di te?

— Io non mi diverto.

— Prima pareva di si.

— Prima non e adesso. — La tiro un poco per una manica. — Lona…

— No — disse lei. — Non mi porterai via cosi presto. In camera non c’e altro da fare che dormire, guardare le stelle o far l’amore. Siamo al Tivoli, Minner! Al Tivoli! Voglio godermelo dal primo all’ultimo minuto.

Egli disse qualcosa che ella non afferro, e procedettero verso un altro settore del parco. Ma l’irrequietezza ebbe il sopravvento su Burris. Dopo pochi minuti, le chiedeva di nuovo di andarsene.

— Cerca di divertirti, Minner.

— Questo posto mi da il voltastomaco. Il rumore… l’odore… gli occhi…

— Nessuno ti guarda.

— Spiritosa! Non hai sentito che cosa hanno detto, quando…

— Erano ubriachi. — Egli mendicava comprensione e, per una volta, lei era stufa di dargliela. — Oh, lo so. Sei offeso. Ti offendi facilmente. Be’, una volta tanto, piantala di compiangerti! Sono qui per spassarmela e non ti permettero di guastarmi il divertimento!

— Questa e cattiveria.

— Non e peggiore dell’egoismo! — gli butto in faccia Lona.

In alto, si accesero i fuochi di artificio. Uno sgargiante serpente a sette code si stese attraverso i cieli.

— Quanto vuoi restare ancora? — Adesso la sua voce era dura come l’acciaio.

— Non lo so. Mezz’ora. Un’ora.

— Diciamo quindici minuti?

— Non stiamo a contrattare. Non abbiamo visto neanche la decima parte di quel che c’e da vedere.

— Ci sono altre notti.

— Rieccoci sullo stesso discorso. Minner, piantala! Non voglio litigare, ma non cedo. Non cedero assolutamente.

Egli le fece un inchino galante, piegandosi piu in basso di quanto avrebbe potuto fare chiunque con una spina dorsale umana. — Ai suoi ordini, madama. — Le parole sprizzavano veleno. Lona fece finta di non accorgersene, e lo condusse avanti, lungo il passaggio affollato. Era la peggiore lite che fosse mai avvenuta fra loro. Nei precedenti battibecchi erano rimasti freddi, sferzanti, sarcastici, controllati. Non si erano mai mostrati i denti a quel modo, a faccia a faccia. Avevano persino fatto formare, intorno a loro, un piccolo capannello: Pulcinella e Colombina che altercano, con grande spasso degli spettatori. Che cosa accadeva? Perche si bisticciavano? Perche mai, si chiedeva Lona, qualche volta sembrava che egli la odiasse? Perche lei stessa, in quelle occasioni, sentiva di poterlo odiare?

Avrebbero dovuto aiutarsi a vicenda. Cosi era al principio. Li aveva uniti un vincolo di mutua compassione, perche entrambi avevano sofferto. Che ne era stato? In tutto, ora, si infiltrava un’acredine violenta. Accuse, recriminazioni, tensioni.

Dinanzi a loro, tre cerchi gialli si intersecavano, compiendo un’intricata danza di fiamma. C’erano luci pulsanti, che si accendevano e si spegnevano. Su una colonna apparve, molto in alto, una ragazza nuda, vestita di vividi bagliori. Faceva gesti di saluto, di richiamo: era un muezzin che chiamava i fedeli alla casa del piacere. Il suo corpo era di una femminilita assurda: aveva i seni come mensole sporgenti, chiappe come globi giganteschi. Nessuna donna poteva essere fatta a quel modo per nascita. Doveva essere stata cambiata clinicamente…

Una socia del nostro club, penso Lona. Eppure non gliene importa niente. Sta lassu, di fronte a tutti, lieta di guadagnarsi la paga. Come si sente, alle ore piccole della notte? Ne soffre?

Burris guardava fisso quella ragazza.

— E solo carne — disse Lona. — Perche ti affascina talmente?

— Quella lassu e Elisa!

— Ti sbagli, Minner. Non puo essere qui. E certamente non lassu in cima.

— Ti dico che e Elisa. I miei occhi sono piu acuti dei tuoi. E tu l’hai appena intravista. Le hanno fatto qualcosa al corpo, l’hanno imbottita, in qualche modo; ma so che e Elisa!

— E allora va’ da lei.

Egli rimase impietrito. — Non ho detto che volevo andarci.

— Ma l’hai pensato.

— Ti metti a essere gelosa di una donna nuda su una colonna?

— L’amavi prima ancora di conoscermi.

— Non l’ho mai amata — grido lui, e sembro che la bugia fosse scritta sulla sua fronte.

Da mille altoparlanti veniva un peana di lodi per la donna, per il parco, per i visitatori. Tutti i suoni confluivano in un solo frastuono informe. Burris avanzo, piu vicino alla colonna. Lona lo segui. La donna, ora, danzava, gettando indietro i calcagni, saltellando freneticamente. Il suo corpo nudo era rilucente. La carne gonfia tremolava e si scuoteva. Era tutta la carnalita in un solo vaso.

— Non e Elisa — disse bruscamente Burris, e spezzo l’incantesimo.

Si giro con faccia fosca, e si fermo. Tutto intorno a loro, i visitatori della fiera confluivano verso la colonna, diventata il punto focale del parco; ma Lona e Burris non si muovevano. Davano le spalle alla danzatrice, Burris

Вы читаете Brivido crudele
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату
×