«Proprio un bel casino», commento. «Dev’esserci passato l’uragano Andie, da queste parti.»

Mani appuntate sui fianchi, lei lo squadro con finta severita.

«Dovevo immaginarmelo, che una volta finita l’agitazione ti saresti fatto vivo!»

Sciorinando un sorriso, Skerry l’avviluppo in un abbraccio da orso che la lascio senza fiato.

«Ehi, vacci piano!» boccheggio lei. «Ancora non mi sono ripresa dalla mia corsetta per le avventurose strade del Maryland…»

«Ce l’hai fatta, tesoruccio! Hai incastrato il vecchio Jeffers!» esclamo Skerry in tono esultante. Suo malgrado, Andie gli restitui l’abbraccio.

«Be’, tutto merito di corodif. Skerry, il tuo innesto ha funzionato davvero! Non fosse stato per quello, ora come ora sarei uno zombi ipnotizzato, ospite delle carceri federali, reo confesso di avere organizzato l’assassinio della senatrice Jacobsen. Jeffers voleva farmi il lavaggio del cervello.»

Il barbuto giovanotto mutante annui con soddisfazione.

«Lo sapevo che era un tipaccio. Si sa niente di ufficiale su che fine abbia fatto?»

«Cable News riferisce di avvistamenti a Panama, a Seul, nelle isole Fiji, a Base Luna e a piace Pigalle… Secondo me dovrebbero cercarlo a San Paolo. O dentro il Potomac.»

Skerry si appoggio a una scrivania rovesciata. «E adesso che cosa farai?»

Andie si strinse nelle spalle. «Testimoniero nel processo contro Canay. Poi mi hanno chiesto di collaborare con l’FBI nelle indagini sulle attivita illegali di Jeffers. Gli hanno sequestrato la casa. Ma lui ovviamente si e portato via soldi e documenti.»

«Lo troveranno», fece Skerry con espressione truce. «E se non lo trovano loro, lo troveremo noi.»

«Lo spero proprio.» Andie rabbrividi. «Credo che non mi sentiro tranquilla finche non lo avranno arrestato.»

«Be’, hai sempre il tuo corodif a proteggerti», le ricordo Skerry. «E se hai bisogno di me, basta che ti metta in contatto con Halden.»

«Dopo quello che ho fatto, nessun mutante vorra nemmeno piu guardarmi in faccia.»

Negli occhi di Skerry trascorse un lampo. «I mutanti provvisti di un minimo di buon senso sanno perfettamente che ci hai tolti da un bel pasticcio. Gli stupidi si leccheranno le ferite e brontoleranno per la perdita del loro campione. Ce n’e di quelli, probabilmente non molti, ai quali i progetti di Jeffers andavano bene. Ma di loro non devi preoccuparti.» La carezzo dolcemente sul viso. «Stammi bene, rosellina. Ci sentiamo presto.»

Andie tese una mano e strinse la zampaccia di Skerry, ma le sue dita si richiusero sul vuoto. Se n’era andato.

Ciao, penso, inafferrabile amico. E adesso coraggio, chiamiamo il servizio manutenzione e procuriamoci qualche robofac per dare una rassettata a questo sfacelo. Avanzando con cautela sui rottami scricchiolanti, ando a raccattare una videoborsa miracolosamente indenne. Una breve digitazione le basto a programmare pulizie e riparazioni per l’intero ufficio. Ci volle il resto del pomeriggio per rimettere tutto a posto.

Elegante nella sua tuta blumarino, Kelly McLeod usci da una boutique del quartiere Poggio Ciliegio di Denver. Un’occhiata all’orologio. Entro venti minuti doveva trovarsi di nuovo in pista per l’addestramento al volo. Dov’era l’ingresso del metro? Un rapido sguardo attorno. Niente.

Distratta, ando a urtare contro una ragazza che si affrettava in senso opposto.

«Mi scusi», le disse. Poi esito. La giovane donna dai lineamenti caucasico-orientali aveva un aspetto vagamente familiare.

«Melanie?…»

La ragazza si tolse gli occhiali da sole, rivolgendo su Kelly un paio di iridi azzurro vivo.

«Come?» replico in tono perplesso.

«Oh, scusi», si corresse Kelly. «L’avevo scambiata per una persona di mia conoscenza… Potrebbe indicarmi, per favore, la stazione del metro?»

«Subito a sinistra in fondo all’isolato.»

«Grazie.» La saluto agitando la mano e corse via.

La giovane dai tratti orientali rimase a osservare la ragazza bruna in tuta blumarino allontanarsi fino a scomparire.

Ma guarda, penso. Kelly e entrata in Aeronautica. Non lo sapevo. Forse avrei dovuto farmi riconoscere. Lei e sempre stata gentile, con me.

Fu tentata, per un attimo, di andarle dietro. Fece due passi nella giusta direzione, poi si fermo.

Ma no, che senso avrebbe? penso Melanie. Rivangare vecchie esperienze proprio quando sto incominciando una nuova vita… No, no, tutto finito, ormai. Capitolo chiuso. Tutto il mio passato, adesso, e un capitolo chiuso.

Tiro fuori uno specchietto ed esamino la propria immagine riflessa. Perfetto, penso. Queste lenti funzionano davvero. Forse farei bene addirittura a farmele innestare definitivamente…

Sorridendo soddisfatta, Melanie Ryton ripose lo specchietto in borsa e si dileguo tra la folla.

Quando Andie torno a casa, era esausta.

Attivo stancamente la videoparete mettendola in autoselezione, e sprofondo nel fluidivano. Un mosaico di fugaci immagini policrome animo lo schermo. Vagamente attratta da un giornalista biondo, indugio qualche secondo sul canale centrale.

«La scomparsa del senatore Stephen Jeffers ha suscitato, nella capitale, voci di complotto, truffa e omicidio. Secondo informazioni non ufficiali, l’FBI sarebbe impegnato in una gigantesca caccia all’uomo per catturare il senatore mutante. Le reazioni dei capi mutanti in Telesera con Don Cliffman.»

Suonarano alla porta. Andie spense la parete.

Strano, penso. Non aspetto nessuno. Chi potra essere?

Al pensiero di Stephen Jeffers il cuore prese a batterle forte. E se fosse stato lui? Se l’avesse attesa fuori della porta con occhi balenanti di collera, pronto a rapirla? Sforzandosi di dominare il tremito alle mani, Andie aziono il videocitofono.

La faccia sullo schermo era quella di un mutante. Ma non apparteneva a Stephen Jeffers. Lasciandosi andare a un lungo, profondo sospiro di sollievo, Andie si rilasso. Fuori della porta c’era Michael Ryton. Mentre l’osservava, lui suono di nuovo.

«Andie? C’e nessuno?»

Attivo l’audio.

«Come mai da queste parti?» gli domando.

Apri la porta e lo fece entrare. «Perche non sei a casa con la tua mogliettina?»

Michael alzo le spalle. «E venuta anche lei. Ora e in giro per compere.»

Andie dedico qualche istante a esaminare con attenzione il viso di Michael. Occhi offuscati di stanchezza. Il giovane mutante di poche settimane prima aveva subito un profondo cambiamento. In quel suo completo grigio scuro sembrava piu robusto. Piu pensieroso, piu vecchio.

«Mettiti comodo», lo invito. «Cosa ti posso offrire?»

«Vodka.»

Andie provvide, approfittandone per ordinarsi un bourbon.

Sorseggiarono lentamente, in silenzio.

«Allora», riprese Andie. «Com’e che stai, veramente?»

I suoi occhi dorati affrontarono con schietta immediatezza quelli di lei. «Bene, sul serio. Un po’ sorpreso di come sono andate le cose, ma bene. Per ora il matrimonio e davvero un’esperienza piacevole.»

«A quanto pare hai fatto presto, ad adeguarti.»

Michael si strinse nuovamente nelle spalle. «Credo di avere accettato la situazione per quella che e. In fondo non avevo altra scelta.»

«E tuo padre?»

«Le vampate mentali gli stanno aumentando», rispose lui distogliendo lo sguardo. «Ormai lavora un giorno si e due no. E quasi sempre sotto sedativi. Cosi sono piu indaffarato che mai.»

Tacquero entrambi per alcuni istanti. Poi tocco a Michael porre qualche domanda. «E di te che mi dici? Ho saputo che la gente di Jeffers ti ha devastato l’ufficio. Devi aver passato dei brutti momenti.»

«Eufemisticamente parlando…» Andie rabbrividi. «Michael, ho agito da perfetta idiota. Da ingenua

Вы читаете La stagione dei mutanti
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату
×