La Nonnina si giro a guardarlo. Era la sorpresa personificata. Poi sorrise.

— Naturale. Mi dispiace tanto.

— Per amore delle apparenze, capisci — si scuso Tagliangolo.

Apri la porta.

La Biblioteca era piena di maghi. Loro tengono ai libri come le formiche tengono alle loro uova e, nei momenti difficili, li portano in giro pressappoco nello stesso modo. L’acqua cominciava a entrare perfino li, e spuntava nei posti piu curiosi, a causa degli strani effetti gravitazionali della Biblioteca. Tutti gli scaffali piu bassi erano stati vuotati e studenti e maghi si davano il cambio per ammucchiare i volumi su ogni tavolo e ogni scaffale asciutti e ancora disponibili. L’aria risuonava del fruscio incollerito delle pagine, che quasi copriva la furia lontana del temporale.

La situazione evidentemente sconvolgeva il bibliotecario, che correva da un mago all’altro, tirandoli per le tuniche senza ottenere alcun risultato, e gridando 'ook'.

Appena scorse Tagliangolo, gli si avvicino rapido appoggiandosi sulle nocche. La Nonnina non aveva mai visto prima un orangutan, ma non era disposta ad ammetterlo. Rimase pertanto calmissima davanti a un ometto col pancione e una pelle taglia 12 su un corpo taglia 8.

— Ook — spiego quello — ook.

— Suppongo di si — taglio corto Tagliangolo e afferro il mago piu vicino, che vacillava sotto il peso di una dozzina di lessici. L’uomo lo fisso come se fosse stato un fantasma, scorse con la coda dell’occhio la Nonnina e lascio cadere i libri per terra. Il bibliotecario trasali.

— Arcicancelliere — ansimo il mago — sei vivo? Voglio dire… avevamo sentito che eri stato rapito da… — guardo di nuovo la Nonnina — …cioe, pensavamo… Treatle ci aveva detto…

— Oook — disse il bibliotecario che ripose delle pagine dentro le loro copertine.

— Dove sono il giovane Simon e la bambina? Che cosa ne avete fatto? — domando la vecchia.

— Loro… li abbiamo messi qui — rispose il mago, indietreggiando. — Uhm…

— Facci strada. E smettila di balbettare, uomo — gli ordino Tagliangolo. — Si crederebbe che non hai mai visto una donna.

Il mago degluti forte e annui con vigore.

— Certamente. E… voglio dire… seguitemi per piacere… uhm…

— Non stavi per dire qualcosa a proposito delle tradizioni, vero? — chiese Tagliangolo.

— Uhm… no, Arcicancelliere.

— Bene.

Lo seguirono standogli ai calcagni. I maghi che incontravano, smettevano di lavorare per fissare la Nonnina che passava.

— La cosa si sta facendo imbarazzante — dichiaro Tagliangolo, muovendo appena le labbra. — Dovro nominarti mago onorario.

La Nonnina, che guardava fisso davanti a se, sibilo: — Fallo e io ti nominero strega onoraria.

L’Arcicancelliere chiuse di scatto la bocca.

Esk e Simon erano stesi su un tavolo in una delle sale di lettura laterali, vegliati da una mezza dozzina di maghi. Che si fecero da parte nervosamente all’avvicinarsi del terzetto, con il bibliotecario che li seguiva dondolante.

— Ci ho riflettuto — comincio Tagliangolo. — Di sicuro sarebbe meglio dare la verga a Simon? Lui e un mago, e…

— Passando prima sul mio cadavere — disse la Nonnina. — E sul tuo, anche. E tramite suo che quelli acquistano il loro potere, vuoi dargliene di piu?

L’Arcicancelliere sospiro. Aveva ammirato la verga, una delle migliori che avesse mai visto.

— Benissimo. Hai ragione, naturalmente.

Si chino a deporre la verga sulla forma dormiente di Esk, e poi si tiro indietro con mossa drammatica.

Non accadde nulla.

Uno dei maghi tossi nervosamente.

Sempre nulla.

Sulla verga le incisioni sembravano ghignare beffarde.

— Non funziona, ti pare? — disse Tagliangolo.

— Ook.

— Dalle tempo — ribatte la Nonnina.

Le dettero tempo. Fuori, il temporale rumoreggiava nel cielo e cercava di portare via i tetti delle case.

La Nonnina si sedette su una pila di libri e si strofino gli occhi. Le mani di Tagliangolo cercarono meccanicamente la borsa del tabacco. Il mago con la tosse nervosa fu accompagnato fuori della stanza da un collega.

— Ook — disse il bibliotecario.

— Lo so! — esclamo la Nonnina con tanto impeto che la sigaretta per meta arrotolata sfuggi dalle dita fiacche di Tagliangolo, in una pioggia di tabacco.

— Che cosa?

— Non e finito!

— Che cosa?

— Lei non puo usare la verga, e naturale — dichiaro la vecchia, alzandosi in piedi.

— Ma dicevi che lei ci spazzava i pavimenti e che quella la protegge e… — comincio Tagliangolo.

— Nonono. Significa che la verga usa se stessa o che usa lei, ma lei, Esk, non e mai stata capace di usarla, capisci?

Il grande mago guardo i due corpi immobili. — Lei dovrebbe essere in grado di usarla — protesto. — E una vera e propria verga da mago!

— Oh! Cosi lei e un vero e proprio mago, no?

Tagliangolo esito.

— Be’, no, naturalmente. Non puoi chiederci di dichiarare che lei e un mago. Dov’e il precedente?

— Il che? — domando seccamente la vecchia.

— Non e mai accaduto prima.

— Un sacco di cose non sono mai accadute prima. Noi nasciamo solo una volta.

Tagliangolo le lancio un’occhiata di muto appello. — Ma e contro le t…

Voleva dire 'tradizioni', ma la parola gli rimase in gola.

— Dove e detto? — chiese trionfante la Nonnina. — Dove e detto che le donne non possono essere maghi?

Nella mente di Tagliangolo i pensieri si accavallavano:

…Non e detto da nessuna parte, e detto ovunque.

…Ma il giovane Simon ha affermato, pare, che ogni luogo e talmente simile a nessun luogo che e praticamente impossibile definire la differenza.

…Voglio forse essere ricordato come il primo Arcicancelliere che ha permesso l’ingresso delle donne nell’Universita? Tuttavia… verrei ricordato, questo e sicuro.

…Lei e davvero una donna imponente, quando e ritta in quel modo.

…Quella verga ha idee tutte sue.

…La cosa ha un certo senso.

…Mi riderebbero dietro.

…Potrebbe non funzionare.

…Potrebbe funzionare.

Non si poteva fidare di loro. Ma non aveva scelta.

Esk fissava le facce terribili che la guardavano e i corpi sparuti, per fortuna nascosti dai mantelli.

Strinse le mani a pugno.

Nel mondo delle ombre,!e idee sono reali. Fu come se questo pensiero le salisse su per le braccia.

Era un pensiero rassicurante, un pensiero pieno di forza. Rise e apri le dita. E la verga brillo nelle sue mani come elettricita solida.

Le Creature cominciarono a pigolare nervosamente e una o due di quelle che stavano piu indietro si allontanarono. I suoi sequestratori lasciarono andare Simon, che cadde in avanti e atterro carponi sulla sabbia.

— Usala! — le grido. — E cosi! Sono spaventati!

Esk gli sorrise e continuo a esaminare la verga. Per la prima volta riusciva a vedere bene che cos’erano le sue incisioni.

Simon raccolse svelto la piramide del mondo e corse verso di lei.

— Vieni! — la esorto. — Loro la odiano!

— Prego?

— Usa la verga — la incito lui e tese la mano per prenderla. — Ehi! Mi ha morso!

— Mi dispiace — disse Esk. — Di che stavamo parlando? — Alzo gli occhi a guardare le lugubri Creature come se le vedesse per la prima volta. — Oh, quelle. Esistono soltanto nella nostra testa. Se non ci credessimo, non esisterebbero affatto.

Simon le guardo a sua volta.

— Francamente non posso affermare di crederti — protesto.

— Credo che ora dovremmo tornare a casa — disse lei. — La gente sara preoccupata.

Avvicino le mani e la verga svani, sebbene per un attimo le mani rilucessero come se le stringesse a coppa intorno a una candela. Le Creature ulularono. Alcune di loro si disintegrarono.

— Cio che importa nella magia e come non usarla — dichiaro Esk e prese Simon per un braccio.

Lui guardo le figure che gli crollavano intorno e fece un sorrisetto idiota.

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