Il dolore alla mano di Richard non sembrava intenzionato a diminuire. «Come puoi comportarti cosi?» chiese rabbioso. «Sei un angelo.»
«Cosa ti ho detto prima, Richard?» domando seccamente il Marchese.
Richard ci penso un attimo. «Ha detto che anche Lucifero era un angelo.»
Islington scoppio a ridere. «Lucifero? Lucifero era un idiota. Ha finito per diventare signore e padrone del nulla piu assoluto.»
Il Marchese sogghigno. «E tu, invece, che hai finito per essere il signore e padrone di due farabutti e di una stanza piena di candele?»
L’angelo si inumidi le labbra. «Mi hanno detto che era la mia punizione per Atlantide. Io ho spiegato che non c’era nient’altro che potessi fare. Tutta quella faccenda e stata…» esito, alla ricerca della parola giusta. «Uno sfortunato incidente.»
«Ma sono morte milioni di persone» disse Porta.
Islington uni le mani davanti al petto come stesse posando per un biglietto di auguri di Natale. «Queste cose accadono» spiego con tono equilibrato. «Di citta che sprofondano si ha notizia ogni giorno.»
«E tu non c’entravi per niente?» chiese garbatamente il Marchese.
In un periodo di fatti impressionanti e spaventosi, questo fu il piu terribile a cui a Richard era capitato di assistere. La serena bellezza dell’angelo si incrino, e con gli occhi fiammeggianti si mise a urlare contro di loro, spaventosamente pazzo e del tutto privo di autocontrollo,
Era come se fosse stato scoperchiato qualcosa di oscuro e fremente: un pozzo di sconvolgimento, di furia e di estrema malvagita.
Ci fu un istante di silenzio, poi l’angelo abbasso la testa, la sollevo di nuovo e disse, con voce pacata e sfiorata dal rammarico, «Proprio una di quelle cose.» Quindi punto il dito verso il Marchese e disse, «Incatenatelo.»
Croup e Vandemar chiusero le manette intorno ai polsi del Marchese e lo incatenarono saldamente ai piloni accanto a Richard. L’angelo aveva rivolto la sua attenzione su Porta. Le si era avvicinato, aveva allungato una mano e, mettendogliela sotto il mento, le aveva alzato il viso, per guardarla negli occhi. «La tua famiglia» disse, dolcemente. «Tu provieni da una famiglia davvero notevole. Davvero notevole.»
«E allora perche hai voluto ucciderci?»
«Non tutti» disse. Richard pensava stesse parlando di Porta, ma poi aggiunse, «C’era sempre la possibilita che tu potessi non… operare bene come invece hai fatto.»
Le lascio il mento e le accarezzo il viso con un lungo dito bianco, quindi disse, «Quelli della tua stirpe possono aprire porte. Possono creare porte dove non ce ne sono. Possono aprire porte sprangate. Aprire porte che non erano state fatte per essere aperte.» Le fece scorrere le dita sulla nuca, dolcemente, come in una lunga carezza, poi strinse le dita attorno alla catena che portava al collo.
«Quando sono stato condannato a rimanere qui, mi hanno dato la porta della mia prigione. Quindi hanno preso la chiave della porta e hanno messo quaggiu anche lei. Una raffinata forma di tortura.»
Con gentilezza tiro la catena, estraendola da sotto gli strati di seta, pizzo e cotone di Porta, rivelando la chiave d’argento; poi fece scorrere le dita sulla chiave, come stesse esplorando luoghi segreti.
Allora Richard comprese. «Quindi i Frati Neri la tenevano al sicuro da te» disse.
Islington lascio la chiave. Accanto a Porta c’era la porta di silice e argento. L’angelo la raggiunse e ci appoggio sopra una mano, bianca contro il nero della pietra.
«Da me» convenne Islington. «Una chiave. Una porta. Un apritore della porta. Dovevano esserci tutti e tre, vedete — un tipo di scherzo di gran classe. L’idea era che quando avessero stabilito che mi ero guadagnato il perdono e la liberta, mi avrebbero mandato un apritore e consegnato la chiave. Solo che io ho deciso di prendere in mano la faccenda e di andarmene un po’ prima.»
Torno da Porta. Di nuovo accarezzo la chiave. Poi serro la mano sul piccolo oggetto d’argento e tiro con forza. La catena si spezzo di colpo e Porta trasali.
«Ho parlato con tuo padre, Porta» continuo l’angelo. «Si preoccupava per il Mondo di Sotto. Voleva unire Londra Sotto, unire baronie e feudi — forse addirittura creare qualche tipo di legame con Londra Sopra. Gli ho detto che l’avrei aiutato se lui avesse aiutato me. Quando gli ho spiegato la natura dell’aiuto di cui avevo bisogno, mi ha riso in faccia.» Ripete le parole come se ancora non riuscisse a crederci. «Ha riso. In faccia a me.»
Porta scosse il capo. «E l’hai ucciso perche si e rifiutato di aiutarti?»
«Non l’ho ucciso» disse Islington, con infinita dolcezza. «L’ho fatto uccidere.»
«Ma mi ha detto che potevo fidarmi di te. Mi ha detto di venire qui. Nel suo diario.»
Mister Croup comincio a ridere scioccamente. «Non l’ha fatto» disse. «Non l’ha mai fatto. Siamo stati noi. Cosa diceva in realta, mister Vandemar?»
«Non fidarti di Islington» disse mister Vandemar con la voce di Portico. Era un’imitazione perfetta. «C’e Islington dietro a tutto questo. E pericoloso, Porta — tieniti lontana da lui…»
Islington le accarezzo la guancia con la chiave. «Pensavo che la mia versione ti avrebbe fatta arrivare qui un po’ piu in fretta.»
«Abbiamo preso il diario,» disse mister Croup «l’abbiamo sistemato, poi l’abbiamo riportato al suo posto.»
«Dove si va superando quella porta?» grido Richard.
«A casa» disse l’angelo.
«In Paradiso?»
E Islington non rispose, pero sorrise, come sorride un gatto che non ha divorato solo la panna e il canarino, ma anche il pollo pronto per la cena e la
«Quindi pensi che non si accorgeranno che sei tornato?» sogghigno il Marchese. «Giusto un ’Oh, guarda, c’e un altro angelo, tieni, prendi un’arpa e diamoci dentro con gli osanna’?»
Gli occhi di Islinton erano splendenti. «Non fa per me la tranquilla agonia dell’adulazione, degli inni, delle aureole e delle preghiere egoiste» disse. «Io ho… il mio programma.»
«Be’, adesso hai la chiave» disse Porta.
«E ho te» disse l’angelo. «Tu sei l’apritore. Senza di te la chiave e inutile. Apri per me quella porta.»
«Le hai ucciso la famiglia,» intervenne Richard «l’hai fatta inseguire per tutta Londra Sotto. Adesso vorresti che ti aprisse la porta per permetterti di invadere da solo il Paradiso? Non sei molto bravo a giudicare il carattere delle persone, vero? Non lo fara mai.»
Allora l’angelo lo guardo con occhi molto piu antichi della Via Lattea. Poi disse, «Ah, povero me» quindi gli volto le spalle quasi fosse impreparato a vedere il fatto spiacevole che stava per verificarsi.
«Gli faccia ancora male, mister Vandemar» disse mister Croup. «Gli tagli un’orecchio.»
Mister Vandemar sollevo una mano. Era vuota. Contrasse impercettibilmente il braccio ed ecco, reggeva un coltello.
«Te l’avevo detto che un giorno avresti scoperto che sapore ha il tuo stesso fegato» disse. «Sembra proprio che la tua giornata fortunata sia oggi.»
Fece scivolare dolcemente la lama del coltello sotto il lobo dell’orecchio di Richard, che non senti dolore — forse, penso, ne aveva gia provato anche troppo quel giorno, forse la lama era troppo affilata per far male. Pero sentiva gocciolare il sangue, bagnato, che dall’orecchio scendeva sul collo.
Porta lo osservava, e il visino da elfo con gli enormi occhi dallo strano colore occupavano completamente il campo visivo di lui. Provo a inviarle un messaggio mentale.
Poi mister Vandemar diede una lieve pressione al coltello, e Richard comincio a gridare.
«Fermali!» disse Porta. «Apriro la tua porta.»
Islington fece un rapido gesto, e mister Vandemar, sospirando pietosamente, mise via il coltello. Il sangue caldo gocciolava lungo il collo di Richard e gli formava una pozza nell’incavo dell’osso della spalla.
Mister Croup si avvicino a Porta e apri le manette che le bloccavano la mano destra. Lei, incorniciata dai piloni, rimase in piedi massaggiandosi il polso. La mano sinistra era ancora incatenata, ma ora godeva di una certa liberta di movimento. Tese la mano per farsi dare la chiave.
«Ricorda» disse Islington «che ho i tuoi amici.»
Lei lo guardo con profondo disprezzo, in tutto e per tutto figlia maggiore di Lord Portico. «Dammi la chiave» disse.
L’angelo le consegno la chiave d’argento.
«Porta!» grido Richard. «Non farlo. Non liberarlo. Noi non contiamo!»
«In verita,» disse il Marchese de Carabas «io conto eccome. Ma devo comunque dirmi d’accordo. Non lo fare.»
Lo sguardo della ragazza passo da Richard al Marchese, i suoi occhi indugiarono sulle loro mani legate, sulle pesanti catene che li inchiodavano ai neri piloni di ferro. Pareva molto vulnerabile; poi distolse lo sguardo e cammino fino a dove le permetteva la catena, fino a trovarsi davanti alla porta nera costruita con silice e argento.
Non c’era buco della serratura. Appoggio il palmo della mano destra sulla porta e chiuse gli occhi. Quando tolse la mano, nel punto dove l’aveva posata si trovava un buco di serratura, attraverso cui filtrava una luce bianca che contrastava con il buio del salone.
La ragazza infilo la chiave d’argento nella toppa. Ci fu un momento di pausa, poi fece scattare la serratura. Qualcosa fece click e si udi un suono armonioso, e all’improvviso la porta fu incorniciata di luce.
«Quando me ne saro andato,» disse l’angelo a mister Croup e a mister Vandemar, con voce fascinosa, dolce e compassionevole, «uccideteli tutti nel modo che preferite.»
Torno a guardare la porta, che Porta stava aprendo a fatica. Si apriva molto lentamente, come se la ragazza incontrasse resistenza. Sudava copiosamente.
«Quindi il vostro principale se ne va» disse il Marchese a mister Croup. «Spero che abbia pagato entrambi quanto pattuito.»
Croup guardo il Marchese con attenzione e disse, «Cosa?»
«Be’,» disse Richard cogliendo la palla al balzo, «non penserete certo di rivederlo, giusto?»
Mister Vandemar socchiuse lentamente gli occhi e disse, «Cosa?»
Mister Croup si gratto il mento. «I futuri cadaveri hanno fatto un’osservazione opportuna» disse a mister Vandemar. Ando verso l’angelo, che stava a braccia incrociate davanti alla porta. «Signore? Sarebbe saggio se poteste regolare i conti, prima di intraprendere la prossima tappa del vostro viaggio.»
L’angelo si volto, e lo guardo dall’alto in basso come se fosse meno importante del piu minuscolo granellino di polvere. Poi allontano lo sguardo. Richard si chiedeva cosa stesse contemplando.
«Non ha alcuna rilevanza, ora» disse l’angelo. «Presto, tutte le ricompense che le vostre piccole e rivoltanti menti possono concepire vi saranno date. Quando avro il mio trono.»
«Per la marmellata, ripassate domani, eh?» commento Richard.
«Non mi piace la marmellata» disse mister Vandemar. «Mi fa ruttare.»
Mister Croup agito un dito verso mister Vandemar. «Vuole truffarci» disse. «Non si viene meno a un impegno con mister Croup e mister Vandemar, caro il mio millantatore. Noi i nostri crediti li recuperiamo.»
Mister Vandemar si avvicino a mister Croup. «Completamente» disse.
«Con gli interessi» abbaio mister Croup.
«E con ganci da macellaio» aggiunse mister Vandemar.
«Dal Paradiso?» grido Richard alle loro spalle.