Calli si giro verso Rydra, soffregandosi una narice con il pollice. — Capitano, voi sapete come funziona un trio come il nostro…

Rydra sollevo la destra e l’incrocio con l’altra mano, stringendola. — Cosi, dovete essere. Naturalmente la mia scelta e soggetta alla vostra approvazione.

— Be’, e molto difficile per qualcun altro…

— E impossibile, lo so. Infatti la scelta sta a voi. Io posso solo dare suggerimenti. Ma i miei suggerimenti sono sempre maledettamente buoni. Cosa rispondete?

Il pollice di Calli si sposto dal naso al lobo dell’orecchio. Sospiro — Non potreste farci un’offerta migliore.

Rydra fisso Ron.

Il ragazzo sollevo un piede sullo sgabello, poi, abbracciandosi il ginocchio, la squadro da sopra la rotula. — Io dico, vediamo chi suggerite.

Lei annui. — Giusto.

— Lo sapete, i lavori per un trio spezzato non sono facili. — Calli pose una mano sulla spalla di Ron.

— Si, ma…

Rydra levo lo sguardo verso l’alto. — Ora guardiamo l’incontro.

Accanto a loro, altra gente alzo gli occhi. Ai tavoli, i clienti seduti inclinarono gli schienali dei loro sedili e si distesero comodamente.

Il boccale di Calli mando un rumore secco sul banco. Ron alzo entrambi i piedi sullo sgabello e si appoggio all’indietro contro il banco.

— Ma che cosa stanno guardando? — chiese il doganiere. Rydra gli pose una mano sul collo e gli solletico la nuca; lui si mise a ridere e inconsciamente sollevo la testa. Allora il respiro gli si mozzo in gola.

Il globo fumoso appeso nella cripta si era acceso di luci colorate. Tutt’intorno la sala si era oscurata. Migliaia di watt si accesero nei riflettori e illuminarono la sfera, rimbalzando sui visi sottostanti mentre il fumo contenuto nel globo svaniva lentamente.

— Cosa sta succedendo? — domando il doganiere. — E la dentro che combatteranno…?

Rydra si mosse ancora, sfiorandogli leggermente la bocca con una mano, e lui quasi ingoio la propria lingua; ma si acquieto.

E il Drago d’Argento comparve nella sfera, le ali mulinanti nel fumo, le piume argentee affilate come lame, i larghi fianchi scattanti ricoperti di scaglie; il suo corpo alto tre metri ondeggio e si contorse nel campo antigravitazionale. Le palpebre d’argento scoprirono gli occhi verdi, mentre le labbra dello stesso colore si increspavano in un sogghigno. — E una donna! — sussurro il doganiere.

Un tamburellare ritmico di dita schioccanti sali in segno di apprezzamento dal pubblico sottostante.

Poi il fumo si agito ancora nel globo…

— Quello e il nostro Ottone! — esclamo Calli.

… E Ottone sbadiglio lentamente, scuotendo il capo, e i denti a sciabola scintillarono, i muscoli guizzarono sulle spalle e lungo il corpo; artigli di ottone lunghi una dozzina di centimetri uscirono dai morbidi cuscinetti gialli che sostituivano le dita. Un fascio di bande metalliche gli ricopriva il ventre e la coda irta di punte batteva contro la parete della sfera. La folta criniera, tagliata corta per non offrire presa all’avversario, ondeggiava come acqua dorata.

Calli afferro la spalla del doganiere. — Schiocca le tue dita, uomo! Quello e il nostro Ottone!

Il doganiere, che non era mai stato capace di farlo, si ruppe quasi una mano.

Il globo fiammeggio rosso. I due piloti si squadrarono, da due estremita opposte della sfera. Le voci si zittirono. Il doganiere abbasso lo sguardo sulle persone che lo circondavano e incontro tutti i loro volti tesi verso l’alto. Il Navigatore Tre era appollaiato in posizione fetale sullo sgabello del bar. Rame ambiguo; anche Rydra abbasso gli occhi sulle braccia sottili e sulle cosce striate del ragazzo con la rosa sulla spalla.

Sopra, i due contendenti si curvarono, tesi, ondeggianti. Un improvviso movimento del Drago, e Ottone si spinse indietro, poi dalla parete si lancio in avanti. Il doganiere si afferro a qualcosa.

I due corpi si urtarono, si intrecciarono, urtarono contro una parete e rimbalzarono. Il pubblico comincio a battere i piedi. Braccio contro braccio, le gambe intrecciate fra di loro, di colpo Ottone volteggio lontano dal Drago e fu scagliato contro la parete superiore dell’arena. Scuotendo il capo, si raddrizzo. Sotto, attento, il Drago si giro con una piroetta, agitando eccitato le ali. Ottone si stacco dalla parete, fece un mezzo giro con il corpo, e colpi il Drago con i piedi giunti. Lei vacillo all’indietro, flagellando l’aria con le ali. I denti a sciabola di Ottone mancarono il colpo con uno schiocco secco.

— Che cosa stanno cercando di fare? — chiese con un sussurro il doganiere. — Come si puo capire chi sta vincendo? — Guardo di nuovo in basso. La cosa che poco prima aveva afferrato era la spalla di Calli.

— Quando uno dei due riesce a lanciare l’altro contro una parete e a toccare con un braccio o con una gamba, di rimbalzo, la parete opposta — gli spiego Calli senza neppure abbassare lo sguardo — e una caduta, cioe un punto segnato.

Il corpo del Drago d’Argento scatto all’improvviso come una molla spezzata e Ottone schizzo lontano, andando a colpire la parete della sfera. Ma mentre lei arretrava per il contraccolpo, pronta ad assorbire l’urto contro l’altra parete con una gamba, perse l’equilibrio e anche l’altra gamba sfioro la superficie trasparente.

Tutti avevano trattenuto il respiro nella sala, e ora si alzavano qua e la schiocchi incoraggianti. Ottone fu di nuovo all’attacco, la colpi e la sospinse contro la parete, ma il suo rimbalzo fu troppo brusco e anche lui tocco la parete con entrambe le gambe e un braccio.

Ancora una torsione al centro della sfera. Il Drago ringhio, si tese fino allo spasimo, scosse la scaglie. Ottone la fisso quasi sdegnoso, trapassandola con i suoi occhi simili a due monete d’oro, e con un colpo di reni si spinse all’indietro, poi in avanti. Lei vacillo sotto il colpo della sua spalla e ando a urtare il globo. Ottone rimbalzo lentamente, tocco con una mano la parete opposta e si diede una leggera spinta.

Il globo scintillo brevemente di luce verde, e Calli picchio un pugno sul banco. — Guardatelo, come si sistema quella puttana in lame d’argento!

Uncinandosi le gambe a vicenda e dandosi colpi violenti, i due corpi si univano e si allontanavano. Altre due cadute, ma nulle. Poi, il Drago d’Argento diede una vigorosa testata nel torace a Ottone, e questi rinculo fino alla parete, mentre l’avversario toccava la parte opposta del globo con un piede solo. Sotto, la folla impazzi.

— E stato un fallo! — esclamo Calli, scuotendo il doganiere al suo fianco. — Dannazione e stato un fallo! — Ma il globo lampeggio ancora verde. Ufficialmente, la seconda caduta era a favore del Drago.

Per alcuni secondi, con prudenza, i due nuotarono nella sfera. Per due volte il Drago tento di attaccare, e Ottone fu costretto a usare gli artigli e a incassare i colpi nello stomaco.

— Ma perche non reagisce? — grido Calli disperato. — Lei lo sta stuzzicando a morte. Afferrala e combatti!

Quasi a rispondergli. Ottone si lancio di nuovo a colpire con la spalla l’avversario; il che sarebbe stato un’ottima mossa se il Drago non gli avesse afferrato il braccio e deviato lo slancio, mandandolo a sbattere contro la superficie di plastica.

— Ma questo non puo farlo! — Stavolta era il doganiere. Afferro Calli per una spalla. — Puo farlo? Non credo che dovrebbero permettere… — Ma dovette mordersi la lingua perche Ottone, con un balzo inaspettato, aveva artigliato alle spalle la donna e le aveva dato un colpo formidabile, sbattendola come un fagotto contro la parete e rimbalzando nel contempo nella direzione opposta.

— Ce l’ha fatta! — grido Calli. — Due su tre!

La luce verde scintillo nel globo, accolta da una marea di applausi.

— Ha vinto? — domando il doganiere. — Ha vinto lui?

— Ascolta! Certo che ha vinto! Ehi, andiamo a vederlo. Venite, capitano!

Rydra si era gia mossa per attraversare la folla. Con un salto, Ron le fu dietro, e Calli li segui trascinando con se il doganiere. Una scala ricoperta di piastrelle nere li condusse in una stanza dove un piccolo gruppo di uomini e donne circondava Condor, una grande creatura dorata e scarlatta, in attesa di combattere contro Ebano che passeggiava solo in un angolo. La porta dell’arena si spalanco e Ottone fece il suo ingresso, sudato e sbuffante.

— Ehi — lo chiamo Calli. — Sei stato grande, ragazzo. E questo capitano vuole parlarti.

Ottone si stiro, poi li squadro tutti e quattro, mentre un brontolio sordo gli saliva dal petto. Scosse il capo

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