alla luce danzante. — Oddio — disse con gratitudine. — Sembra che il sonno stia arrivando, finalmente.

— Vuoi un’altra birra?

Aaron scosse la testa. — Devo andarmene. — Pero rimase, accorgendosi solo allora delle sfumature musicali che continuavano a tremolare ai margini del silenzio dentro il Pianto volante. Si giro per fare una domanda e vide che il Mago era gia in movimento.

Aveva fatto ruotare il sedile, e muoveva le dita secondo uno schema ben preciso lungo la fila di pulsanti luminosi accanto al pannello di comando. Il pannello si apri mettendo in mostra un’antiquata tastiera bianca e nera. Il Mago sfioro alcuni tasti. Un riflettore sopra il portello principale ruoto lentamente per intercettare la luce.

Aaron sorrise, sia al grazioso sincronismo fra meccanismo e musica, sia all’imperturbabile soddisfazione del Mago per la propria opera. Il Mago stacco la tastiera dalla corrente della lancia e diede un’occhiata ad Aaron, come se ne approvasse il pensiero. Poi distolse completamente l’attenzione dal mondo circostante. Acquisto un’espressione distaccata, contemplativa. Allungo le mani a caso sui tasti, modello lentamente i suoni in qualcosa di piu complesso, piu elegante, e -sospetto Aaron — di qualche secolo piu vecchio del GLM. Per un istante la mente affaticata del poliziotto provo un po’ di sollievo, e persino il tozzo e ammaccato veicolo spaziale acquisto dignita sotto l’incantesimo del Mago.

Aaron se ne ando, e il Mago suonava ancora.

Quando Aaron si sveglio, a meta pomeriggio, nel cielo si addensava una nebbia estiva.

Il poliziotto la stava guardando mentre si vestiva. Abitava piu in alto della citta vera e propria, in uno dei giganteschi ghetti del GLM che come ragni alieni sovrastavano gli edifici piu bassi; gli archi si intersecavano e si appoggiavano l’uno all’altro per resistere ai terremoti, e la loro sagoma agile occupava cielo, anziche terra. Aaron aveva una stanzetta vicino alla sommita di un arco. Non conteneva molto, oltre al letto e a un computer di dotazione governativa. Era rivolta a occidente; nelle serate calde lui poteva guardare l’orizzonte risplendere di bizzarri colori mentre il sole tramontava dietro la caligine prodotta dalle fabbriche marine. Il Settore Costadoro era largo 500 chilometri e lungo 1500. La parte settentrionale, in cui Aaron viveva, era infestata dal testardo fantasma dei tempi pre-GLM, diventato estremamente elusivo nel volgere di un secolo. Ma persino Aaron, scarsamente dotato d’immaginazione, riusciva a percepirlo di tanto in tanto nel sospiro della marea, nella nebbia silenziosa che si librava lungo antiche strade che portavano sempre al mare.

Ora la nebbia ondeggiava come piuma attraverso gli immensi archi dei ghetti. Aaron la guardava distrattamente, e i suoi occhi ne riflettevano il colore smorto. D’improvviso si giro, con un movimento vivace e aggraziato, staccandosi dalla nebbia, negando con il corpo il silenzio gelido che gli vagava nella testa.

Mancavano tre ore all’inizio del turno di notte. Aaron si calo nel cielo lattiginoso. Gli piaceva volare velocemente; aveva inseguito delinquenti e guidatori ubriachi fino al limite gravitazionale e li aveva riportati indietro sotto lune luminose, cieli stellati da capogiro. Ma la pallida coltre di nebbia che saliva dal mare tramutava la lunga sera estiva in una confusione amorfa di bianco e d’ombra. Attorno a lui il traffico aereo scorreva con cautela, lente gocce di luce indistinta. Si innalzo ancora e il mondo in cui abitava svani.

Un’unica sirena ruggi come un dinosauro nella nebbia. Era antiquata, tenuta in funzione solo da un’interminabile disputa fra la burocrazia del Settore e quella del GLM. Si diceva che annunciasse navi fantasma, vite che scaturivano dall’acqua salmastra di tempi andati. Lancio ad Aaron avvertimenti sempre piu fiochi, anche se egualmente indispensabili, mentre lui volava verso occidente. Aaron atterro finalmente sopra un promontorio e usci. I frangiflutti davanti alle fabbriche marine e agli impianti di depurazione avevano smorzato le ondate, ma l’oceano poteva ancora intrecciare un’aspra frusta di vento e spuma. Aaron rimase qualche istante a gustare il freddo, insensibile al suo morso. Aguzzo gli occhi in cerca di vele marcite, di scafi arrugginiti. Ma i fantasmi rimasero nascosti sotto la superficie del mare.

Si giro, si diresse a una botola e spari nel sottosuolo. La scogliera gli sembrava un luogo ridicolo per costruirvi un rifugio antiatomico, ma un centinaio d’anni prima doveva esserci stato piu terreno fra il rifugio e il mare. Ancora poche stagioni piovose, e il restante cuneo di terra, rifugio compreso, sarebbe stato trascinato in mare. Ma per il momento gli tornava comodo.

Uno schermo accessorio si apri al suono della sua voce e fece scattare le luci nel soffitto. Entrando, Aaron noto sulla consolle una spia intermittente che segnalava la presenza di messaggi. Prese un tramezzino dal congelatore, lo mise nel forno a microonde, poi lesse i messaggi.

C’erano due rapporti: uno dal Settore Costa Orientale, e uno dalle colonie sugli asteroidi. Lesse per primo il messaggio delle colonie.

Esamino in silenzio l’elenco dei recenti aspiranti ai vari posti di lavoro nelle colonie. Sette avevano compiuto il lungo viaggio dalla Terra, 80 erano stati rifiutati. I motivi del rifiuto erano in teoria informazioni confidenziali, ma agli occhi del GLM un cittadino che chiedeva riserbo probabilmente stava combinando qualcosa. Aaron aveva mascherato il proprio istinto profondo di conservare una personale vita privata con l’uniforme da dipendente governativo. Nessuno gli poneva domande, e lui aveva accesso a una quantita infinita di informazioni riservate.

Eta, descrizione fisica, esperienze di lavoro, retroterra familiare, profilo medico e psicologico: esamino le schede di 87 estranei, poi si appoggio allo schienale con un sospiro. Niente. La donna non si trovava nelle colonie minerarie, e nemmeno aveva fatto domanda per andarci. Il tramezzino era ancora freddo, nel forno a microonde, ma almeno si era scongelato. Lo mangio meccanicamente.

Poi chiamo Raymond Takuda, il capo della polizia del Settore Costa Orientale.

— Lascia perdere, Aaron — brontolo Takuda. Aveva il viso segnato, duro, lustro come legno di noce, dopo mezzo secolo di servizio. — Hai seguito quella teoria di un complotto per anni, senza il minimo risultato.

— Non posso lasciar perdere — menti Aaron. — Ho sempre l’incarico. E poi, la donna non e stata ancora ritrovata.

— Forse ha cambiato sesso. Forse e morta.

— Ho controllato le registrazioni di ospedali e obitori di tutto il mondo.

Takuda brontolo di nuovo, incuriosito senza volerlo. — Nemmeno una traccia? Pessima dimostrazione d’efficienza da parte nostra, perdere ogni traccia di un privato cittadino.

— Anche voi non avete trovato niente?

— Non e rinchiusa in nessun centro di detenzione della Costa Orientale, non e stata arrestata, non e iscritta nelle liste elettorali di Settore, non e stata ricoverata a spese del GLM, non ha preso multe per atterraggio vietato o per eccesso di velocita, e neppure possiede un veicolo registrato o un conto in banca in questa parte del mondo. Puo darsi che sia annegata, o sia precipitata da una montagna.

— Puo darsi.

— A volte dopo esserci strappati i capelli per la smania di trovare una cosa, scopriamo di averla sempre avuta sotto il naso… solo che non riusciamo a vederla.

— Tutto qui, il vostro aiuto?

— Ne sei ossessionato?

Aaron resto un attimo in silenzio, per dare alla domanda la considerazione che meritava. — Puo darsi — disse lentamente. — Non ho mai guardato le cose da questo punto di vista. Si tratta solo… Credo di essere ossessionato dal fatto che qualcuno possa riuscire a scomparire cosi. Con la massima semplicita. Quella donna e la sorella dell’autrice di una strage. L’ipotesi di un complotto, considerando il clima politico di allora nel Settore Deserto, e certamente valida. Forse lei e assolutamente innocente, ma se puo volatilizzarsi a questo modo, anche altri possono farlo. Voglio sapere come ha fatto.

Le rughe color noce si fusero in una smorfia. — Hai ragione — ammise Takuda. — Non piace neanche a me. Pero, Aaron, ci hanno affibbiato quest’incarico riguardante un “complotto inteso a turbare, minare o rovinare” per fare da paravento all’UIGLM, in modo che nessuno potesse accusarli di usare una pazza come capro espiatorio. Lo sanno tutti.

Aaron sorrise. — Adesso si.

— Ah, non importa piu a nessuno. Il tuo e l’unico Settore che ci lavora ancora.

— Meglio cosi. Inoltre… — Si strinse nelle spalle. — Chissa? Potrebbe essere vero. Non l’abbiamo ancora trovata. E comincio a chiedermi chi troveremo assieme a lei, se mai ci riusciremo.

— E questo il problema — convenne piano Takuda. - Proprio questo. Hai verificato al Settore Tramonto? Potrebbe essere coinvolta con la Coalizione Nazionale Regressista.

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