«Ti spiace tenere la torcia?»
Fleming afferro la corda con entrambe le mani e la tiro a se, lentamente. All’estremita era appesa una grossa gamella, a chiusura ermetica, appesantita con delle pietre. Judy ne illumino il coperchio con la pila.
«E di Dennis!» esclamo Fleming.
«Di Dennis Bridger?»
«Si. Gli serviva per i pic-nic. Lo vedi questo segno a zigzag?»
«Perche l’ha lasciata qui?» Judy parlava piu a se stessa che a Fleming.
«Non so. Dovremmo chiederlo a lui.»
Judy apri il coperchio esplorando con le dita all’interno.
«Per amor del cielo!»
«E piena di fogli.» Ne estrasse alcuni, tenendoli sotto la luce della pila. «Li riconosci?»
«E il nostro materiale.» Fleming li guardava incredulo. «Copiati. Faremmo bene a riportarglieli indietro.»
«No.» Judy rimise i fogli nel recipiente e lo richiuse.
«Che intendi fare?»
«Lasciarlo dove lo abbiamo trovato.»
«Ma e assurdo.»
«Per piacere, John, so quello che faccio.» Sollevo la gamella e la butto di nuovo nell’acqua, mentre lui la guardava accigliato, tenendo la pila.
«Cosa stai facendo?» le chiese, ma lei non poteva dirglielo.
Quando ritornarono al campo trovarono Reinhart, che attacco bottone con Fleming davanti agli uffici.
«Hai un minuto, John?»
«Ufficialmente io non sono qui.»
«Senti, John.» Il professore sembrava ferito. «Siamo nei pasticci.»
«Bene.»
«Madeleine e riuscita in una sintesi di DNA. Si sono davvero formate delle cellule.»
«Deve essere fiero di lei.»
«Cellule singole. Ma non vivono, o vivono solo pochi minuti.»
«Allora lei e proprio fortunato. Se vivessero sarebbero sotto il controllo della macchina.»
«Come?»
«Non so. Ma non potrebbero esserci amiche.»
«Una sola cellula non puo far molto danno.» Judy non aveva mai sentito prima Reinhart supplicare apertamente per qualche cosa. «Vieni lo stesso.»
Fleming, ostinato, strinse le labbra.
«Via, John.» Judy si volse a guardarlo. «O hai paura che ti mordano?»
Fleming alzo le spalle e segui il professore.
Judy ando dritta nell’ufficio di Quadring a fare il suo rapporto.
«Ah,» disse Quadring. «I conti tornano. Dov’e ora?»
Telefonarono alla sala del calcolatore, ma Bridger se ne era appena andato.
«Dica ai ragazzi del Servizio di Sicurezza di trovarlo e di pedinarlo,» disse Quadring al suo assistente. «Ma lui non deve vederli.»
«Benissimo, maggiore.» L’attendente fece ruotare la seggiola verso il quadrante di commutazione.
«A chi e affidato il servizio di sorveglianza della scogliera?»
«Alla sezione B, maggiore.»
«Dica loro di sorvegliare il sentiero che porta al molo.»
«Devono fermarlo?»
«No, devono lasciarlo andare, se vuole, e riferircelo.» Quadring si rivolse a Judy. «Il suo amico gli ha telefonato proprio oggi. E chiaro che vogliono qualcosa con estrema urgenza per correre un rischio simile.»
«Perche dovrebbero?»
«Forse hanno qualche trattativa in corso. Abbiamo ascoltato naturalmente. In linea di massima sono stati piuttosto prudenti, ma hanno detto qualcosa a proposito della strada nuova.»
Judy si strinse nelle spalle. La cosa andava al di la della sua comprensione. Quadring attese finche l’attendente ebbe telefonato al corpo di sicurezza della base, e fu uscito per consegnare il messaggio al comandante della sezione B. Poi condusse Judy verso una carta geografica murale.
«La vecchia strada passava per l’isola. Bridger poteva portarvi del materiale, e nasconderlo senza doversi sottomettere al controllo d’uscita dalla base. Quando era necessario questo materiale poteva essere raccolto dal panfilo. Probabilmente uno dei colleghi di Kaufmann ha un’imbarcazione da mare aperto che puo ancorarsi molto lontano e mandare una scialuppa agli appuntamenti con Bridger.»
«La scialuppa bianca?»
«Quella che lei ha vista.»
«Allora e per questo che…?» Era passato parecchio tempo da quando le avevano sparato, nella brughiera, ma il ricordo le ritornava evidente nel guardare la carta.
«Kaufmann doveva avere qualcuno che avvisasse tempestivamente Bridger e lo mantenesse in contatto con il panfilo. Usava il suo autista, che arrivava con l’auto.»
«Ed e lui che mi ha sparato?»
«Probabilmente si. E stata una stupidaggine, ma secondo me pensava di poter gettare il suo cadavere in mare.»
Judy, nel suo pesante maglione, si senti percorrere da un brivido gelido.
«E la strada nuova?»
«E che tra il tempo e la nostra sorveglianza non possono piu usare il panfilo; e cosi non possono raggiungere l’isola. Bridger se ne serve ancora come nascondiglio, come lei ha scoperto, ma dovra riportare indietro il materiale, e portarlo di contrabbando fuori dai cancelli principali; cosa piu rischiosa.»
Judy guardava fuori nella fredda oscurita che scendeva sul calore della giornata. I bassi tetti quadrati dei laboratori sporgevano neri tra i prati del promontorio che si andava oscurando. Solo le finestre di alcune baracche erano illuminate e sopra di loro l’enorme arco del cielo cominciava ad offuscarsi, scomparendo. Da qualche parte la Dawnay lavorava in una stanza sotterranea, nella luce artificiale, ignara delle conseguenze di quanto stava facendo. Da qualche parte Fleming discuteva con Reinhart sul futuro. E in qualche angolo, solo e triste, forse tremante di paura nascosta, Bridger si stava vestendo di indumenti impermeabili, con maglie da pescatore e stivali da guado, per uscire nella notte.
«Dovrebbe indossare qualcosa di piu pesante,» disse Quadring. «Esco anch’io!»
Faceva piuttosto caldo nel laboratorio della Dawnay. Le luci e gli apparecchi erano accesi da settimane e settimane, e a poco a poco avevano avuto la meglio sull’impianto di condizionamento d’aria.
«C’e odore di biologo,» disse Fleming entrando insieme a Reinhart. La Dawnay stava guardando attraverso l’oculare di un microscopio. Sollevo il capo con aria indifferente.
«Salve, dottor Fleming.» Parlava come se lui si fosse allontanato soltanto per prendere una tazza di te. «Temo proprio che questo laboratorio abbia l’aria di una mensa popolare.»
«Niente di nuovo nel brodo?» chiese Reinhart.
«Abbiamo appena preparato una nuova infornata. Vuole fermarsi a vedere?» Il microscopio aveva un tubo di controllo elettronico, simile a uno schermo televisivo. «Puo guardare qui nel caso accadesse qualcosa.»
«Una nuova coltura?» chiese uno dei suoi assistenti, fissando l’ago su una siringa ipodermica.
«Ne tiri fuori un po’ da qui, e sorvegli la temperatura del suo ago.» La Dawnay spiego a Fleming il procedimento, mentre l’assistente estraeva una bottiglietta da un frigorifero.
«Operiamo la sintesi circa al punto di congelamento, e le cellule cominciano a vivere a temperatura normale.» Era molto cordiale e sembrava che quello che pensava Fleming non la toccasse minimamente. L’assistente infilo l’ago ipodermico nel tappo di gomma della bottiglietta ed aspiro del liquido nella siringa.
«Che forma di vita hanno?» chiese Fleming.
«Sono protoplasma molto semplice, con un nucleo. Che cosa pretende, tentacoli e teste?»
Prese la siringa, ne fece cadere una goccia di liquido su un vetrino e fisso il vetrino sul piatto di