osservazione.
«Si agitano un poco, poi muoiono. Questo e il problema. Probabilmente non abbiamo ancora trovato il nutrimento giusto.»
Accosto l’occhio al microscopio, mettendolo a fuoco. Mentre la Dawnay muoveva il vetrino sotto la lente, vedevano formarsi cellule singole — un disco pallido con un centro piu scuro, — e le videro agitarsi sullo schermo per pochi secondi. Poi smisero di muoversi, e quando la Dawnay passo ad un ingrandimento maggiore erano ovviamente morte. Estrasse il vetrino.
«E probabile che andremo avanti cosi tutta la notte.»
Subito dopo mezzanotte videro Bridger lasciare il suo alloggio. Le pattuglie della scogliera lo videro scendere il sentiero sino al molo. Non gli intimarono di fermarsi, ma telefonarono immediatamente alla sala di guardia da una vecchia piazzuola di cannoni che si trovava in cima al sentiero. Quadring e Judy li avevano raggiunti nel momento in cui Bridger si allontanava dal molo. Il fuoribordo starnuti un paio di volte, poi crepito con regolarita allontanandosi sull’acqua. C’era un po’ di chiar di luna, e vedevano la barca lasciare la baia e dirigersi verso il largo.
«Non lo seguite?» chiese Judy.
«No. Tornera.» Quadring chiamo a voce bassa le sentinelle. «State qui in cima e non fatevi vedere. Puo volerci molto tempo.»
Judy guardo il mare dove la piccola imbarcazione si perdeva fra le onde.
La luna tramonto molto prima dell’alba, e benche indossassero dei pesanti cappotti militari avevano un freddo terribile.
«Perche non torna?» chiese Judy a Quadring.
«Non vuole navigare al buio.»
«Se sapesse che siamo qui…»
«Perche dovrebbe? Aspetta solo un po’ di luce.»
Alle quattro ci fu il cambio della guardia. Era ancora buio. Alle cinque comincio ad apparire nel cielo il primo grigioperla dell’alba. Il cuoco di turno la notte fece il suo giro, portando delle grosse teiere. Ne lascio una nella sala di guardia, un’altra al cancello principale, e un’altra ancora nella sala del calcolatore.
La Dawnay si spinse gli occhiali sulla fronte e bevve rumorosamente.
«Perche non la pianta per un po’, Madeleine?» Reinhart sbadigliava.
«Lo faro presto.» Mise un altro vetrino sotto la lente. Accanto a lei sulla tavola c’era un vassoio pieno a meta di vetrini usati, e Fleming sedeva appollaiato su un angolo del tavolo, con aria di disapprovazione, ma affascinato.
«Aspettate.» Mosse di una frazione di millimetro il vetrino. «Eccone una.»
Si poteva vedere sul tubo di controllo una cellula in via di formazione.
«Procede meglio del solito,» disse Reinhart.
«Diventa piuttosto grossa.» La Dawnay mise in funzione l’ingrandimento. «Guardate, comincia a scindersi.»
La cellula si allungo in due lobi che si stirarono e si divisero a formare due cellule, poi ogni cellula si divise nuovamente in altre cellule.
«Si riproduce.» La Dawnay si piego all’indietro e guardo lo schermo. La sua faccia era segnata dalla fatica e dalla felicita. «Abbiamo creato la vita. Abbiamo davvero costruito una cellula riproduttiva. Guardate, va ancora avanti… Che ne pensa, dottor Fleming?»
«Intende fermarla?»
«No, non intendo fermarla, voglio vedere che cosa fa.»
«Si sta sviluppando in una struttura molto coerente,» osservo Reinhart.
Fleming batte il pugno sulla tavola. «La uccida.»
La Dawnay lo fisso con un’aria di leggera sorpresa. «Come?»
«La uccida, finche puo.»
«E perfettamente sotto controllo.»
«Davvero? Guardi come cresce.» Fleming accenno sullo schermo alla massa di cellule che si andavano raddoppiando rapidamente.
«Va tutto bene. Si puo far crescere un’ameba in una settimana fino a farle prendere le dimensioni della Terra, se si riesce a nutrirla abbastanza alla svelta.»
«Questa non e un’ameba.»
«Le assomiglia notevolmente.»
«La uccida.» Fleming fisso i loro volti ansiosi e ostinati, poi guardo di nuovo lo schermo. Raccolse la pesante teiera, e la scaglio sul piatto di osservazione del microscopio. Nella stanza silenziosa risuono uno schianto di vetro e di metallo. Il pannello di osservazione si spense.
«Pazzo incosciente!» La Dawnay quasi piangeva.
«John, cosa diavolo fai?» Reinhart si mosse verso di lui per fermarlo, ma era troppo tardi. Fleming estrasse dal microscopio i frammenti che rimanevano del vetrino e li calpesto.
«Siete pazzi! Pazzi! Tutti pazzi furiosi e ciechi!» grido loro, e si precipito fuori della stanza.
Corse via attraverso la sala del calcolatore, lungo il corridoio di ingresso, fino al portico. Qui si fermo per un minuto, ansimante, mentre l’aria gelida gli sfiorava il viso. Uscire all’aperto in quella pallida alba, dopo una notte passata nella concentrazione del laboratorio della Dawnay era come svegliarsi da un incubo. Respiro profondamente parecchie volte, e cammino a gran passi attraverso i prati verso il promontorio, cercando di liberarsi il cervello e i polmoni. Lontano, poteva sentire il rumore di un fuoribordo. Cambio direzione e cammino furiosamente verso il punto in cui il sentiero del molo raggiungeva la cima della scogliera. Nella luce che aumentava, il rumore della barca si avvicinava con regolarita e lo attirava come una calamita. Ma in cima alla scogliera si imbatte in Quadring, Judy e due soldati sdraiati in attesa sull’erba. Si fermo di botto.
«Che diavolo sta accadendo?» Li guardo a occhi sbarrati, senza capire. Quadring si alzo in piedi, il cannocchiale appeso al petto.
«Se ne vada; si tolga di qui.»
Il motore si era fermato. La barca scivolava verso il molo sotto di loro. Judy comincio a tirarsi su. Ma Quadring le fece cenno di abbassarsi.
«Vattene, John, ti prego,» lo scongiuro angosciata.
«Andarsene, andarsene? Che diavolo state combinando voi qui?»
«Stia zitto,» gli ordino Quadring, «si tenga lontano dallo strapiombo.»
«Aspettiamo Dennis Bridger,» spiego Judy.
«Dennis?» Era sotto shock, e capiva solo lentamente quanto accadeva.
«Io me ne andrei,» gli consiglio Quadring. «A meno che non voglia essere presente al suo arresto.»
«Al suo arresto?» Fleming si volse di nuovo lentamente da Quadring a Judy; il significato delle parole penetrava nella sua mente.
«Siete tutti pazzi!»
«Si tenga indietro e zitto,» ripete Quadring.
Fleming si diresse verso il bordo della scogliera, ma a un cenno di Quadring i due soldati l’afferrarono per i gomiti e lo spinsero indietro. Rimase tra di loro, bloccato, impotente e disperato. Un sudore gelido gli scorreva lungo il viso: riusciva a vedere solo Judy.
«C’entri anche tu in questa storia?»
«Sai bene quel che abbiamo scoperto.» Evitava lo sguardo di lui.
«C’entri anche tu?»
«Si,» rispose e si allontano per andare a mettersi vicino a Quadring.
Lasciarono che Bridger salisse fino in cima al sentiero, trascinando la pesante gamella che aveva nascosto nella caverna. Non appena la sua testa apparve sopra il bordo, Fleming gli grido:
«Dennis!»
Uno dei soldati strinse la mano sulla bocca di Fleming, ma ormai Bridger li aveva scorti. Prima che Quadring potesse raggiungerlo, lascio cadere la gamella e fuggi.
Nonostante gli stivali correva veloce lungo il sentiero sul crinale della scogliera. Quadring e i soldati gli