Con cio si reco in primavera a Thorness; per vedere Judy, diceva, ma di fatto per una forma di curiosita irresistibile. Si tenne lontano dall’isolato dove era il calcolatore, ma Judy e Bridger, separatamente, gli raccontavano quanto accadeva. Un’ala nuova, aggiunta alla costruzione, era stata riempita dalla Dawnay con complesse apparecchiature da laboratorio, compreso un sintetizzatore chimico, e un microscopio elettronico. Anche lei, come Christine, aveva parecchi studenti suoi, gia laureati, che lavoravano al progetto, e aveva tutto il denaro di cui poteva avere bisogno nei limiti del ragionevole. Reinhart e Osborne, insieme, avevano ottenuto degli appoggi sostanziali.

«E che mi dici di te?» chiese Fleming a Judy.

Sedevano in cima alla scogliera, all’interno della base, sopra il molo.

«Seguo le stagioni,» gli sorrise dolcemente, ma cauta. Era colpita dal cambiamento avvenuto in lui, dalla sua aria disfatta e dalla sensazione di fallimento che dava. Avrebbe voluto abbracciarlo e donarglisi, ma al tempo stesso voleva tenerlo lontano, nei limiti della loro primitiva amicizia, che le sembrava rappresentare il massimo cui onestamente arrivare finche doveva continuare a sostenere una parte della quale si vergognava. Quando aveva saputo che lui stava per tornare, aveva perfino tentato di rassegnare le proprie dimissioni, ma non le era stato permesso. Sapeva troppo, ormai, per essere lasciata libera, e troppo, troppo davvero, per potergli confessare la verita.

Bridger era rimasto alla base, lavorando tutto l’inverno, e non aveva fatto alcuna mossa sospetta: ma era stata vista parecchie volte nei dintorni l’auto di Kaufmann; e quell’autista gigantesco, vestito in modo incredibile era stato a osservare gli arrivi e le partenze alla stazione e almeno una volta aveva telefonato a Bridger. Dopo di cio Bridger era parso piu infelice che mai, e aveva cominciato a farsi fare delle copie delle risposte del calcolatore, per suo uso personale. Judy questo non l’aveva scoperto, ma Quadring si. Tuttavia non era venuto fuori nulla. Il panfilo bianco non era piu apparso, e in realta non ce lo si poteva certo aspettare durante un inverno di burrasche, di bufere e di neve, su quel mare selvaggio spazzato dalle tempeste. Al principio della primavera vennero formate delle pattuglie navali rinforzate da elicotteri, e il panfilo, semmai aveva avuto qualcosa a che fare con la faccenda, fu cosi tenuto lontano. Ma se il servizio di sicurezza andava aumentando, andava aumentando anche il valore delle informazioni, e tra i superiori di Judy era diffusa la sensazione che la posta si stesse facendo molto alta.

Judy, che non aveva altro da fare che osservare, aveva parecchio tempo, come al solito, a disposizione, e a Quadring andava a genio che Fleming fosse sorvegliato. Cosi Judy sedeva con lui sulla scogliera, facendo finta di essere felice di vederlo e sentendosi amaramente combattuta.

«Quando terrai una conferenza stampa?» fu la domanda di lui.

«Non so, quest’anno, l’anno prossimo, prima o poi.»

«Tutto questo avrebbe dovuto essere comunicato al pubblico da mesi.»

«Ma non e un segreto?»

«E un segreto perche fa comodo ai politicanti. Ecco perche le cose vanno male. Quando si toglie la scienza dalle mani degli scienziati e la si affida agli uomini politici, il suo fato e segnato.» Alzo le spalle accennando alla base. «Se questa storia non e gia condannata.»

«Cos’hai intenzione di fare, poi?» gli chiese.

Abbasso lo sguardo sulle onde che si infrangevano cinquanta metri sotto di loro, e poi si volse verso di lei sorridendole, per la prima volta dopo molto tempo.

«Portami in barca a vela,» le disse.

Era una di quelle primavere precoci e ingannevoli che talvolta giungono inaspettate al principio di marzo. Il sole splendeva, da sud-ovest soffiava una brezza leggera e il mare era molto bello. Fleming dava per scontato che Judy non avesse altro da fare, e ogni giorno facevano vela sulla baia e lungo la costa nord fino a Greenstone Point e giu fino alla foce di Gairloch. L’acqua era gelata, ma la sabbia era tiepida e il pomeriggio di solito attraccavano in ogni insenatura che avesse un aspetto gradevole, si buttavano sulla sabbia e stavano sdraiati al sole, a crogiolarsi.

Dopo qualche giorno, l’aspetto di Fleming era migliorato. Era sempre piu disteso e pareva riuscire a dimenticare, per ore, a volte, le nubi che gli incombevano sulla mente. Si accorgeva chiaramente che la ragazza non voleva piu fare all’amore con lui e molto presto torno al ruolo di fratello maggiore affezionato e protettore. Judy tratteneva il respiro e sperava in bene.

Poi, un pomeriggio torrido e scintillante, si spinsero in una piccola baia della costa dell’isola di Thorholm che guardava il mare. Intorno si alzavano le nude rocce che rifrangevano il calore del sole su loro, sdraiati fianco a fianco sulla sabbia. Non vedevano altro che il blu del cielo sopra di loro. Il solo rumore che sentivano era il suono cupo e morbido delle onde ed il richiamo degli uccelli marini. Dopo un po’ Fleming si rizzo a sedere, togliendosi il pesante maglione.

«Sarebbe meglio se te lo togliessi anche tu,» suggeri.

Judy esito un attimo, poi si sfilo il pullover, restando in pantaloncini corti e reggiseno: sentiva il sole e il venticello scherzare sul suo corpo. Fleming dapprima non le presto attenzione.

«E meglio dei calcolatori, questo.» Lei sorrideva, gli occhi chiusi. «E qui che viene Bridger?»

«Si.»

«Non vedo uccelli.»

«Io ne vedo uno.» Si giro verso di lei e la bacio. Judy rimase immobile e lui si giro nuovamente; la sua mano rimaneva sul petto di lei.

«Perche non fa le sue gite con te?» gli chiese Judy.

«Non vuole essere di troppo.»

La ragazza strinse gli occhi contro il sole.

«Non gli sono simpatica.»

«E reciproco.»

Judy non rispose; la mano di lui le scese lungo la coscia.

«No, John.»

«Hai firmato un impegno con le girl-scouts?» All’improvviso sembro seccato, stizzoso.

«Non per fare la pudibonda, soltanto…»

«Soltanto che cosa?»

«Non mi conosci.»

«Maledizione! Non me ne hai dato gran possibilita, ti pare?»

Bruscamente Judy si alzo, si guardo attorno. Nella parete di roccia alle loro spalle si apriva una fenditura.

«Andiamo a dare un’occhiata.»

«Se vuoi.»

«E una caverna?»

«Si.»

«Esploriamola.»

«Il nostro abbigliamento non e il piu adatto.»

«Non sei un po’ formale?» Gli sorrise e si infilo il pullover, poi gli lancio il suo. «Tieni.»

«Arriva parecchio in basso. Avremmo bisogno di attrezzature da speleologo, di chiodi, ad esempio.»

«Non ci spingeremo molto avanti.»

«D’accordo.» Si levo in piedi e cerco di scacciare il cattivo umore. «Andiamo.»

All’interno la caverna si allargava, poi, man mano che si immergeva piu profondamente nella roccia, si andava restringendo. Il terreno in principio era sabbioso, disseminato di sassi. Man mano che andavano avanti si trovarono a strisciare sopra dai massi. Faceva molto freddo, la dentro, e c’era un profondo silenzio. Fleming aveva preso dalla barca una pila e con essa illuminava le pareti rocciose di fronte a loro. Chiazze di umidita scintillavano alla sua luce. Dopo una cinquantina di metri giunsero ad una seconda grotta, che aveva una grande conca d’acqua all’estremita piu lontana. Judy si inginocchio specchiandosi nell’acqua.

«C’e un pezzo di corda, qui.»

«Che cosa?» Fleming si accovaccio accanto a lei, guardando sul fondo della conca. Il capo di un pezzo di corda bianca era legato e trattenuto all’orlo da un masso, mentre il resto affondava nell’acqua. Fleming provo a tirarla. Era molto tesa.

«E profondo?» chiese Judy, abbassando il raggio della pila, ma non riusci a vedere altro che l’oscurita, sotto la superficie dell’acqua.

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