— E questa e la sua giustificazione.

— E la ragione della sua presenza qui. Normalmente, dovrebbe essere in una clinica, imbottito di sedativi per sopportare i dolori. E affetto da un cancro inoperabile. Tra un anno sara morto.

Avevano superato la bassa muraglia di grigie cabine d'acciaio. Barker giro la testa di scatto. — Oh — fece. — Ecco perche e l'uomo-standard, la dentro. Un niente che divora la carne. Vita eterna.

— Nessun uomo normale vuole morire — disse Hawks, toccando la spalla di Barker, e guidandolo gentilmente verso la tuta. Gli esperti della Marina lanciarono occhiate di sottecchi a Barker solo dopo essersi guardati intorno per scoprire se i colleglli li osservavano, in quel momento. — Altrimenti, il mondo sarebbe pieno di suicidi.

2

Hawks non presento Barker ai tecnici. Indico la tuta, quando si accosto alla tavola. — Dunque, questo e cio che possiamo fare di meglio per lei, come protezione. Lei s'infila nella tuta, li sul tavolo, e poi la trasporteranno nel trasmettitore. Verra trasmesso per raggio al ricevitore lunare con quella addosso… Una volta arrivato, si accorgera che e comoda e facile da manovrare. Dispone di mezzi a energia, attivati dalle varie pressioni che esercitera con il corpo. La tuta si adattera a tutti i suoi movimenti. Mi hanno detto che e come nuotare. Avra a disposizione una scelta di utensili che sappiamo le serviranno, e parecchi altri che pensiamo possano rendersi necessari. E una delle cose che lei dovra dirci, dopo, se potra. E importante che si familiarizzi a dovere con il funzionamento della tuta… e quasi tutto automatico, ma e meglio esserne certi. Ora vorrei che l'indossasse, in modo che il guardiamarina e i suoi uomini qui presenti possano controllare, per fare in modo che lei non abbia difficolta.

L'ufficiale della Marina che comandava il gruppetto di specialisti si fece avanti. — Mi scusi, dottore — disse. — Mi e stato comunicato che il volontario ha un arto artificiale. — Si rivolse a Barker. — Le dispiace togliersi i calzoni, signore?

Hawks sorrise, impacciato. — Le reggero la giacca — disse.

Barker si guardo intorno. La fronte gli s'imperlo di sudore freddo. Consegno la giacca a vento a Hawks senza girare la faccia verso di lui, si slaccio la cintura e si sfilo i calzoni. Poi li resse tra le mani, guardo Hawks, li arrotolo in fretta e li depose sull'orlo della tavola.

— E ora, se si sdraia nella tuta, signore, vedremo quali adattamenti sono necessari. — Il guardiamarina fece un cenno ai suoi, che si strinsero intorno a Barker, lo sollevarono di peso e lo deposero, disteso sul dorso, dentro la tuta aperta. Barker rimase rigido, a guardare verso l'alto, e il guardiamarina disse: — Si muova, prego… Dobbiamo accertarci che i suoi muscoli stabiliscano contatti con tutte le lastre a pressione dei servomotori.

Barker comincio a muoversi, rigidamente.

Il guardiamarina disse: — Si, come pensavo. L'arto artificiale dovra venire costruito nella zona del polpaccio, e sulla giuntura del ginocchio. — Rivolse un gesto a uno dei suoi uomini. — Fidanzato, prendi le misure e portale giu in officina. Voglio delle lastre a zeppa, li dentro. Mi scusi, signore — disse a Barker — dovra permettergli di portarsi via la sua gamba. Non ci vorra molto. Sampson… aiuta quest'uomo a togliersi la camicia, in modo da poter arrivare alla cinghia della spalla.

Barker sfilo le braccia dalla tuta, afferro gli orli della piastra dorsale, e si sollevo a sedere. — La camicia me la tolgo da solo, figliolo — gracchio, e se la sfilo dalla testa. Mentre Sampson slacciava la cinghia principale della gamba, Barker lancio un'occhiata a Hawks, e tamburello con le dita sull'orlo dell'armatura. — Nuovi artifici, Mago? — Sembrava che si aspettasse una risposta particolare.

Hawks aggrotto la fronte. Il sogghigno di Barker divenne ancora piu distorto e ironico. Si guardo intorno. — Bene, fiasco. Ci si vuole provare qualcun altro? Magari dovrei legarmi anche una mano dietro la schiena?

Il guardiamarina disse incerto a Hawks: — E una citazione da un dramma, dottore. — Guardo Barker, che solennemente si umetto la punta di un dito e traccio una X nell'aria.

— Un punto a favore del diplomato del NROTC.

Gli altri specialisti del gruppo continuarono a lavorare a testa bassa.

— Che dramma, guardiamarina? — chiese Hawks, senza alzare la voce.

— L'avevo letto durante il corso di letteratura inglese — rispose il giovanotto, un po' a disagio, arrossendo quando Barker strizzo un occhio. — Il Mago Merlino ha fabbricato un'armatura invincibile. L'aveva destinata a Sir Galahad, ma mentre la fabbricava, le esigenze della formula magica lo hanno forzato ad adattarla alla taglia di Sir Lancillotto. E sebbene Lancillotto tradisca re Artu e sebbene i due debbano battersi nella giostra di quel giorno, Merlino non puo lasciare che l'armatura rimanga inusata. Percio chiama Lancillotto nella sua officina, e la prima cosa che Lancillotto dice, appena entra e vede l'armatura magica, e: «Cos'e? Nuovi artifici, Mago?»

Barker lancio un breve sorriso ironico al guardiamarina, poi a Hawks. — Speravo che avrebbe riconosciuto il parallelo, dottore. Dopotutto, mi ha detto di aver letto anche lei un libro o due.

— Capisco — disse Hawks. Guardo pensieroso Barker, poi chiese al guardiamarina: — Cosa risponde Merlino?

— «Si, un'armatura.»

Le labbra di Barker s'incurvarono, gaiamente. Disse a Hawks: — «Un'armatura? Dimmi, Filosofo, nei tuoi anni avanzati ti sei dedicato all'artigianato? Hai accostato le dita nodose all'incudine, e hai forgiato una lastra damaschinata per imitare il lavoro dell'armaiolo?».

Il guardiamarina fisso incerto prima Hawks e poi Barker, e cito: — «Come ho fatto non deve interessarti… Accontentati che, quando un'aquila si piega a fare il nido, quel nido e fatto in modo che solo le aquile possano abitarlo… o coloro che ottengono licenza da un'aquila».

Barker inarco un sopracciglio. — «Ed io ho la tua licenza, vecchio mio?»

— «La mia licenza e la mia preghiera, spaccateste» — gli rispose il guardiamarina.

— «Io non ti piaccio» — disse Barker, volgendosi verso Hawks. — «E certamente non ti ha comandato Artu di rivestire questo mio corpo per proteggerlo da ogni ferita mortale. No, non questo corpo… egli non e sollecito della mia salute, eh? Bene, e un'altra storia. Tu dici che questa armatura e opera tua? Allora e invulnerabile, tramata dai tuoi incantesimi? E prodigiosamente forte? Per me? Come ti ho detto, io non ti piaccio… e allora perche lo fai? Chi te lo ha comandato?»

Il guardiamarina si umetto le labbra e guardo ansiosamente Hawks.

— Devo continuare, dottore?

Hawks rivolse un sorriso forzato a Barker. — Mah… si… vediamo come va a finire. Se il condensato mi piace, forse andro a comprare il libro.

— «Mi comanda la mia arte, Cavaliere. Come la tua arte comanda te, a dimostrazione che l'arte ama l'uomo saggiamente, quanto lo puo una donna. Prendila. Mai una simile armatura e stata posta sul dorso di un cavallo. Mai l'occhio di un artigiano piu esperto ha misurato le sue commessure, o ha operato con tanta tenerezza. Mai l'occhio del costruttore si e congiunto con tanto zelo alle mani dell'artefice e alla mente del creatore di macchine, come ora, per prendere a prestito dai tuoi muscoli quella forza che, alla fine, si prendera tutta la gloria. Prendila… che tu sia dannato, prendila, tu che ti sei impadronito di piu di quanto ti spetta, e cerchi di impadronirti d'altro ancora!»

— «E la gelosia che parla in te, vecchio» — disse Barker.

— «Tu non sai per che cosa!»

— «Dunque tu sai con tanta sicurezza le cose che pensa la mia mente silenziosa? Non essere troppo orgoglioso, Mago. E come tu dici… Anch'io so che significa appartenere a un'arte. E ho il mio orgoglio, come tu hai il tuo. Pensi che mi dara gloria prendere grazie al tuo dono cio che potrei conquistare facendone a meno?»

— «Tu devi!»

— «Dov'e la tua magia? E qual e la mia arte, per avvalersi della tua? La prendero, sebbene dubiti di me stesso? Me la garantisci invulnerabile? Non cedera, sul campo, ad una lancia sconosciuta alla tua scienza?»

— «E se cedera, allora crollero anch'io con te, Cavaliere.»

Barker scosto spazientito Sampson e porto la mano la dove la stretta cinghia di cuoio aveva lasciato sulla sua spalla un segno permanente. L'abbasso e slaccio la fibbia della larga fascia che gli cingeva lo stomaco. — «Allora non crollare, Armigero» — mormoro. — «Ti prego, non crollare.»

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