— Macchine fotografiche — spiego Deirdre. — Montate su un calcio di fucile e munite di uno speciale flash. Si mira, si tira il grilletto, e l’obiettivo scatta contemporaneamente al lampo del flash. Con questi oggetti si puo fotografare qualunque cosa di giorno e di notte.

— Ma perche… — incomincio Terry. L’arrivo di Davis lo interruppe.

— Sono preoccupato — disse Davis incerto. — Dobbiamo essere prossimi alla conclusione di un processo di cui non so nulla: ne cosa sia ne a cosa tenda. So soltanto che sara la conclusione di parecchi fatti collegati assieme.

— Ho avvertito due o tre volte un nuovo tipo di suoni — disse Terry. — Come dei muggiti, ma deboli e lontanissimi, a lunghi intervalli tra l’uno e l’altro. Secondo me non provengono dalla superficie.

Davis fece un gesto indeciso, come se esitasse a parlare.

— Non e vero quello che pensi! — protesto Deirdre, prima che il padre aprisse bocca. — Non e assolutamente vero! Tutto questo riguarda solo il pesce. “La Rubia” e stata in questa zona un’infinita di volte. Noi non abbiamo messo in moto il motore, non abbiamo fatto rumori che potessero destare curiosita. Se dovesse capitare qualcosa a noi, sarebbe gia capitato a “La Rubia”. E stupido allontanarsi adesso solo perche ci sono io a bordo!

Terry, tutto intento al registratore, senti un brivido gelido per la schiena. La ragione gli diceva che era assurdo collegare i lontani muggiti che salivano dagli abissi con il frenetico agitarsi di pesci chiusi in un breve cerchio di luce, e concluderne che un mostro misterioso sarebbe arrivato per divorare le creature del mare. Niente giustificava l’idea. Era assurdo, insensato. Eppure Terry rabbrividi ancora.

— Il cerchio e di appena ottocento metri — disse Davis inquieto. — Tutti quei pesci non possono comprimersi in uno spazio ancora piu ristretto! Doug si e calato in acqua con il respiratore, e dice che la colonna luminosa sprofonda fin dove arriva lo sguardo.

Terry alzo gli occhi.

— Si e calato in mare? Non si sentiva pungere?

— Si, come se fosse in mezzo alle ortiche — rispose Davis, quasi fosse colpa di qualcuno. — Pero appena uscito dall’acqua e cessato. Dev’essere…

Dal registratore usci un muggito, piu basso degli altri rumori e lontanissimo. Ma all’origine doveva essere spaventoso. Duro qualche secondo, poi tacque.

— Avrei dovuto registrarlo — disse Terry. — Si ripete ogni cinque minuti. Sara per la prossima volta.

Davis si allontano come se volesse dimenticare il suono e la decisione che desiderava prendere. Terry torno a ripetersi, ostinato, che non c’era motivo per collegare quel suono con i pesci impazziti a mezzo miglio da li. Eppure non poteva fare a meno di pensarci.

La campana di bordo suono sette rintocchi. Deirdre disse: — Il cerchio luminoso si e ridotto ancora! E quasi la meta, adesso.

Terry premette il tasto del registratore e si rizzo per vedere meglio. In quell’attimo, Deirdre grido: — Ascoltate! — Nel registratore si sentiva un suono nuovo, completamente diverso dal muggito di prima.

— Chiamate vostro padre — le ordino Terry. — Arriva qualcosa!

Deirdre attraverso di corsa il ponte. Terry si sposto per manovrare il microfono che pendeva dalla murata dello yacht. E arrivo Davis. Parlo con voce aspra: — Qualcosa in arrivo? — domando. — Sentite un rumore di macchine?

— Ascoltate — disse Terry. — Io cerchero di determinare la direzione.

Giro il cavo che reggeva il ricevitore subacqueo. Squittii e fruscii cambiarono volume man mano che il microfono ruotava. Il nuovo rumore, invece, come di qualcosa che fendesse le acque a grande velocita, non mutava. Terry fece fare un giro completo al microfono. Le voci dei pesci si affievolirono, quasi scomparvero, poi di nuovo aumentarono. Contemporaneamente variava l’intensita del ronzio. L’altro suono restava costante. O meglio, sembrava aumentare, avvicinarsi, ma era lo stesso da nord, est, sud e ovest. Un rombo, come se un oggetto si muovesse in acqua a velocita spaventosa. Non un rumore di motori, ma qualcosa ugualmente lanciato con impeto attraverso l’oceano. E aumentava sempre di intensita.

— Non arriva da un punto cardinale — disse brevemente Terry. — Che profondita abbiamo in questo punto?

— Siamo ai margini della Fossa di Luzon — rispose Davis. — Otto, novemila metri. Forse dieci.

— Allora non puo arrivare che dall’abisso — disse Terry. — Sta salendo.

Per un istante Davis non parlo. Poi, in tono aspro, disse: — Dal momento che ne avete parlato voi posso confermarvi che poteva essere solo cosi. — Quindi si volse e imparti brevi ordini, ai quali i ragazzi obbedirono di corsa. La prua dello yacht ruoto nel vento. Terry ascoltava : si sentiva un pulsare regolare che non era il ronzio di un motore.

— I bazooka tengono in soggezione chiunque — disse Davis freddamente. — Se attacca, usateli. Ma prima cercate di scattare qualche fotografia.

La prua dell’“Esperance” si alzava e abbassava. Le vele erano nere contro il cielo stellato. Due dei giovani stavano appoggiati al parapetto di tribordo, con in mano dei lunghi tubi, che non si capiva bene che cosa fossero. Il vento frusciava fra le sartie e i terzaruoli sbattevano. Presso il parapetto di poppa, l’apparecchio di Terry emetteva, amplificati, i suoni trasmessi dal microfono immerso in mare.

Il frastuono della cosa in arrivo si faceva sempre piu forte, superava ogni altro suono. Le onde si gonfiavano sotto la spinta di cio che saliva alla superficie da abissi inimmaginabili.

Doug poso due armi vicino a Terry e a Deirdre e si allontano. La ragazza teneva in pugno uno strano oggetto simile a un fucile con la canna del diametro di quindici centimetri, e molto corta. L’obiettivo vero e proprio era all’estremita della canna, piccola, simile a un mirino.

— Prima punteremo questi su qualunque cosa compaia — disse Deirdre calma, — e premeremo il grilletto. Poi prenderemo le armi e vedremo se sara il caso di far fuoco. D’accordo?

Parlava rivolta al cerchio luminoso sull’oceano. In quella direzione c’erano Davis e il giovanotto al timone, poi Tony e Jug che impugnavano i tozzi bazooka. Piu avanti, Doug aveva in mano la macchina fotografica, e un fucile posato accanto a se.

Sembrava che fossero trascorse ore, ed erano passati appena pochi minuti. Niente di nuovo. La luna era bassa in cielo e un fiocco di nuvole brillava tra le stelle. Le creste delle onde si rincorrevano, e lo yacht rollava. A bordo gli uomini aspettavano con strane armi in pugno. Dal registratore veniva un rombo, un fruscio di acque smosse, sempre piu forte, sempre piu veloce.

Poi, al centro del cerchio luminoso fosforescente, si senti come uno schianto spaventoso, dalle onde balzo in alto una colonna fosforescente, l’acqua ricadde e… qualcosa si libro in aria. Subito ‘si accesero dei bagliori bianchissimi, accecanti. Le macchine fotografiche erano entrate in azione, silenziose.

Allora Terry vide la cosa, la, a mezz’aria. Brandi la macchina e punto. Premette il grilletto. Il lampo illumino la cosa di luce vivissima. E di nuovo il buio.

Una forma a torpedine, sottile e lunghissima. Forse un essere vivente. Forse un oggetto metallico. Balzo a una cinquantina di metri, in alto, sulle onde, e ricadde nell’oceano sollevando uno spruzzo gigantesco. Solo in quel momento Terry penso che di solito i panfili non sono armati di bazooka. — Non… non era una balena — disse Deirdre, con voce incerta.

All’improvviso il registratore ronzo. Di nuovo il suono di prima, quel ronzio ossessionante di sessanta cicli che teneva prigionieri i pesci. Stavolta, dieci, venti, cinquanta volte piu forte di prima. In acqua i pesci si dibattevano, impazziti e il mare si copriva di schiuma come se i suoi abitanti stessero tentando freneticamente di balzar fuori dalle onde che pungevano e bruciavano.

Poi, stranamente, quel brulichio frenetico cesso. Il luccichio del mare s’affievoli e un istante dopo il suono ossessionante diminui fino a diventare un mormorio appena percettibile.

Si alzo il vento e il mare si gonfio.

‘La prua dell’“Esperance” si alzava e si abbassava. I suoni del trasmettitore, le voci del mare, erano sempre piu deboli. Di nuovo si sentivano gli squittii e i fruscii dei pesci. Ma sempre meno forti, finche scomparvero, e rimasero solo i normali rumori, e il debolissimo ronzio proveniente dal fondo.

Davis si avvicino a Terry.

— I pesci non ci sono piu — disse, con voce stanca. — Non si sono sparpagliati, sono scomparsi. Dove? Terry fece un cenno.

— Verso l’abisso. Volete una spiegazione possibile?

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