puro.

Terry si drizzo. Davis e Deirdre erano venuti a sentire anche loro al buio, sotto le vele dell’“Esperance”.

— Ho un’idea — disse Terry adagio. — Attraversiamo il cerchio di luce: voglio registrare tutti i rumori del mare. Ho l’impressione che quel ronzio abbia un suo significato preciso.

— Non e certamente un suono normale — commento Davis.

Grido un ordine. Il giovane al timone diede un giro alla ruota. Le vele si gonfiarono e l’“Esperance” comincio ad avanzare dritta verso il cerchio scintillante, sempre piu vicino ai margini della zona in agitazione.

Il registratore continuava a trasmettere le voci confuse, atterrite delle creature del mare e, come sfondo ai vari rumori, si sentiva lo sgradevole ronzio. Come 1’ “Esperance” s’accostava al margine della zona il ronzio andava via via aumentando di tono, sino a divenire un sibilo acutissimo.

Superato il margine, man mano che lo yacht avanzava nel cerchio luminoso, il ronzio comincio a diminuire. E proprio nel mezzo, nel piu forte del luccichio, il ronzio fu soverchiato dal tumulto sottomarino dei pesci. Terry tocco l’acqua con una mano. Il pizzicore era a malapena sopportabile.

Davis attinse vari secchi di acqua e in due trovo dei pesci. Adesso lo yacht, nella sua attraversata, si avvicinava al margine opposto del cerchio. Il ronzio torno ad aumentare di potenza fino a raggiungere l’apice.

L’“Esperance” supero il margine della zona e si ritrovo nel mare tenebroso. A poco a poco, mentre il battello si allontanava, il suono svani…

— Ai margini il suono e piu forte — commento Terry, assorto. — Proprio come se ci fosse una barriera acustica per impedire ai pesci di scappare. Ho gia visto dei pesci comportarsi in questo modo: quando viene calata in mare una sciabica.

— Ma qui non c’e nessuna sciabica, nessuna rete! — esclamo Davis. — Non abbiamo visto niente che li trattenesse.

— Ma abbiamo sentito — noto Deirdre. — Quel ronzio. Forse e proprio quel ronzio che li trattiene. Suo padre brontolo qualcosa. — Sara… — disse. — Comunque, bisogna vederci chiaro. — E si allontano verso poppa.

Poco dopo l’“Esperance” filo col vento favorevole e torno nella posizione di partenza: fuori del cerchio luminoso. Terry vide le sagome nere degli uomini accanto al timone. Poi lontano all’orizzonte apparve un chiarore, stavolta in cielo… La luna si affaccio sul mare e prese a salire adagio fra le stelle.

Subito l’aspetto dell’oceano cambio. Le onde malamente illuminate dal chiarore delle stelle non incalzavano piu nel buio, e le ombre a bordo dell’“Esperance” presero forme distinte nella luce lunare.

— Una osservazione notevole, la vostra, Deirdre — disse Terry.

— Io avevo pensato alla pala, ma non ho osato parlarne perche mi sembrava una sciocchezza. Ma quando l’avete detto voi, e stato diverso.

— Ho il dono di far sembrare logiche le cose assurde — disse Deirdre. — O forse l’opposto… Ad ogni modo quel che sto per dire adesso e molto sensato: non abbiamo ancora cenato. Vado a preparare qualcosa.

— Non pretenderete che ci si metta a tavola in un momento come questo! — disse Terry.

— Tutto previsto — rispose lei. — Panini.

E scomparve sottocoperta. Terry rimase a guardare, mentre le sagome nere a poppa dello yacht cercavano di calcolare a occhio le distanze e le dimensioni della zona “pescosa”. Cosa tutt’altro che facile per via del movimento dell’“Esperance” e della scarsa luminosita.

Poco dopo, Davis si accosto al giovane.

— Milletrecento metri circa — disse a Terry, — venti piu, venti meno. Non me l’aspettavo — aggiunse, aggrottando la fronte. — Ho fatto delle supposizioni sempre sperando di sbagliarmi. Ora comincio a pensare invece di aver visto giusto.

— Io non riesco ancora a fare nessuna ipotesi — rispose Terry.

— Ma ne farete! — ribatte Davis. — E come! Collegherete una cosa all’altra… Quella spuma larga mezzo miglio e alta nove metri sul mare…

— E nella quale e scomparso un veliero, come se nel mare si fosse aperto un baratro — interruppe Terry. Davis si volto a guardarlo.

— Sul tavolo della cabina c’erano alcune fotografie e un ritaglio di giornale — spiego Terry.

— Credo che qualcuno le abbia messe la proprio perche io le vedessi.

— Deirdre, probabilmente — disse Davis. — E decisa a trascinare anche voi in questa avventura. Ha deciso che siete un tipo intelligente… Si, giovanotto, sommerete tra loro tutti i particolari a vostra conoscenza, compresi gli eccezionali successi de “La Rubia”, e ci lavorerete attorno. Poi…

— Alzo gli occhi. Una stella cadente solco il cielo, si lascio alle spalle una scia luminosa, scomparve. — Poi sarete tentato di includere anche le stelle nelle vostre ipotesi! E quando tirerete le somme vi sentirete turbato… come me. Fece una pausa.

— Avevate detto di voler essere sbarcato appena provato l’apparecchio. Spero che abbiate cambiato idea, o che la cambierete.

— Lasciamo stare il mio sbarco — disse Terry, a disagio. — Vorrei farvi invece un’altra domanda. Cosa sono le sfere riprodotte in quelle fotografie? Hanno per caso a che fare con i pesci?

— Cosi mi hanno riferito — disse Davis. — Sono di plastica. Una l’hanno scoperta su un pesce preso da un sergente della Marina statunitense. Altre quattro le hanno trovate fra i pesci messi sul mercato da “La Rubia”. Potrebbe anche trattarsi di uno scherzo, ma sono aggeggi un po’ troppo complicati, per questa ipotesi. Hanno cercato di aprirne uno, ma e andato in malora a causa della tremenda pressione interna. Le parti metalliche contenute nella sfera sono risultate di iridium. Le altre non sono state aperte ancora. Le stanno esaminando.

Un’ombra sbuco dal castello di prua. Nick. Si fermo. — Ho chiamato Manila chiedendo di controllare la nostra posizione — disse. — Siamo proprio nel punto dove si dirige “La Rubia” quando sfugge al controllo degli altri pescherecci. — Accenno al cerchio luminoso. — Mi pare piu piccolo, ora. Davis guardo, e si irrigidi.

— Si, pare anche a me — disse. — Controlliamo.

Si diresse a poppa. Deirdre sali con i panini e Terry la libero del vassoio.

— Sigari, sigarette, caramelle, panini! — annuncio la ragazza, scherzando.

Davis stava di nuovo misurando l’estensione del campo luminoso e calcolando la distanza dall’“Esperance”. — Si e effettivamente ristretto — annuncio. — Adesso supera appena i mille metri.

— Oggi “La Rubia” e passata a due miglia da qui — osservo Terry. — Deve aver fatto un bottino magnifico.

Davis disse con una certa impazienza, come rivolto a se stesso: — Il cerchio e diminuito di almeno duecento metri nell’ultima mezz’ora! Questo deve pur significare qualcosa. Vorrei sapere che cosa sta per succedere…

Deirdre disse, adagio: — E come se avessero steso la rete grande… Al posto della rete c’e quel ronzio. Cosa succede quando e ora di chiudere la rete?

Davis non rispose. Poi disse, in tono irritato: — Qui sembra che tutti siano piu intelligenti di me! Tony, va’ a prendere le macchine, Nick, tu riferisci immediatamente se il cerchio luminoso continua a restringersi… Vorrei che tu non fossi qui, Deirdre!

I due giovani si affrettarono ad ubbidire. Soltanto Terry non aveva compiti speciali a bordo, se si esclude la storia del microfono e del registratore. Quindi, per far qualcosa, si chino verso l’apparecchio e alzo il volume. Di nuovo si udirono le strane voci dei pesci sullo sfondo di quell’ossessionante ronzio. Senti dei tonfi e si rese conto che erano i passi dei suoi compagni che camminavano sul ponte: lo scafo trasmetteva il rumore all’acqua, e il microfono captava anche quello.

Tony sali sul ponte con una bracciata di oggetti misteriosi che male si distinguevano nel chiarore lunare. Ne poso due vicino al timone e passo gli altri ai compagni. In silenzio ne tese uno a Terry e uno a Deirdre.

— Cosa sono? — domando Terry.

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