profondita per poi risalire agevolmente a galla, e sulle loro preferenze in fatto di cibo. A quanto si diceva negli stornaci dei capodogli erano stati trovati tentacoli di polipi, di dimensioni enormi, addirittura un metro di spessore, il che implicava l’esistenza di polipi colossali. E questo provava che i cetacei erano scesi a grandissima profondita, perche solo negli abissi potevano esistere animali simili. Sulla pelle di certe balene erano anche state notate tracce di lotte, e si parlava addirittura di vere e proprie battaglie che sarebbero avvenute in superficie tra balene e polipi eccezionalmente grossi. Ma i naturalisti erano alquanto scettici in merito. A voler dar ‘credito alla storia di quelle lotte, bisognava pensare che i polipi, aggrediti sul fondo, fossero risaliti tenendosi aggrappati ai capodogli quando questi erano “riaffiorati in cerca d’aria. Comunque una cosa era certa: solo dei polipi di proporzioni gigantesche avrebbero dato battaglia ad una balena.

Terry ascoltava la discussione durante la quale ognuno espresse il proprio parere non necessariamente concorde con quello degli altri.

— Non vi metterete mai d’accordo, a meno che qualcuno di voi non si decida a munire una balena di macchina fotografica e di flash per fissare i momenti piu interessanti delle sue avventure marine. Naturalmente ci vorrebbe anche un sistema per ricevere le immagini in superficie — disse. In fondo non era un’idea del tutto nuova. Valeva comunque la pena di pensarci sopra. E se qualcuno o qualcosa dal fondo dell’oceano avesse mandato qualcuno o qualcosa in superficie per…

Deirdre gli stava parlando e Terry, immerso nei suoi pensieri, si rese conto che la ragazza gli stava ripetendo qualcosa di gia detto. Non l’aveva sentita, tutto preso com’era dall’idea di un apparecchio da mandare negli abissi perche trasmettesse alla base di partenza tutti i dati interessanti.

— Non mi ascoltate nemmeno! — protesto Deirdre. — Stavo parlando del batiscafo di Manila, che ormai dovrebbe essere pronto.

— E io stavo proprio immaginandomi a bordo di un batiscafo — ribatte Terry. — Temo che non ne sarei entusiasta.

Un batiscafo e una sfera metallica con pareti e oblo molto spessi, sospesa a un secondo pallone pieno di carburante. Viene calato a grandi profondita con l’ausilio della zavorra ed e dotato di motori elettrici che gli consentono una certa indipendenza di movimenti. Inoltre e munito di potenti riflettori elettronici che illuminano le acque intorno fino a una distanza di mille e anche mille e cinquecento metri. Per risalire viene liberato della zavorra. In tutto il mondo esistono soltanto tre apparecchi del genere.

— Non sono del tutto sicura che una simile impresa non vi attiri — commento Deirdre.

Terry era di nuovo assorto nei suoi pensieri. Pareva fantastico pensare che i congegni di plastica trovati addosso ai pesci di profondita fossero usciti da mani u-mane. E d’altra parte ci voleva una bella fantasia per immaginare che servissero a inviare informazioni dalla superficie agli abissi oceanici. Inviare informazioni a chi? Per rispondere bisognava fare un’altra supposizione, altrettanto fantastica della prima, pensare cioe che nella Fossa di Luzon vivesse qualcuno assai curioso sugli usi e i costumi degli abitanti della superficie.

Terry mise un freno alla sua immaginazione. C’erano dei limiti che il giovane non voleva assolutamente varcare.

Deirdre scese in cambusa, e Terry rimase li a cercare di convincersi che niente poteva essere piu ridicolo delle conclusioni a cui era arrivato. Poco dopo venne servito il pranzo. Dopo cena Davis cerco, come al solito, di captare qualche programma di musica sinfonica, e Deirdre torno a scomparire.

Piu tardi, sul ponte dell’“Esperance”, Terry rimase solo con Nick il quale, sagoma indistinta nel buio, badava al timone. In qualche punto dello yacht uno degli studenti pizzicava la sua chitarra, e Terry s’immagino Doug intenzionato a leggere le adorate poesie nonostante il baccano fatto dagli altri. Le vele sembravano nere contro il cielo, e il ponte del panfilo era ancora piu buio del mare.

Nonostante continuasse a ripetersi che si trattava di pazzie, Terry non riusciva a togliersi dalla testa tutte le idee bislacche nategli nel cervello da qualche giorno. Inutilmente cercava di convincersi che se le sue ipotesi erano assurde non c’era alcun motivo per cercare prove a loro favore. Cercare delle prove, anche sperando che risultassero negative, avrebbe significato crederci almeno in parte. E lui non ci credeva perche era un essere ragionevole.

Prese in mano uno dei minuscoli apparecchi di plastica e porto il registratore vicino al parapetto, sottovento. L’apparecchio riproduceva fedelmente lo sciabordio delle onde e di tanto in tanto le voci delle creature marine. Lo yacht procedeva inclinato su un fianco, e se Terry si fosse sporto un poco avrebbe toccato l’acqua.

Finalmente si decise. Si sentiva un po’ sciocco, ma era fermamente deciso a tentare. Nei punti in cui le onde battevano contro la chiglia dello yacht apparivano lievi bagliori azzurrognoli. Quando Terry immerse la mano, l’acqua sali a lambirgli il polso e lascio una traccia fosforescente.

Batte l’oggetto di plastica contro lo scafo. Uno, due, tre, quattro colpi. Poi sei, sette, otto. Di nuovo un colpo. Due, tre, quattro. Cinque, sei, sette, otto.

Il registratore incideva i colpi captati dal microfono subacqueo, e l’altoparlante ritrasmetteva ogni minimo suono in perfetta sincronia con i colpi.

Poi si levo, vicinissima, la voce di Deirdre.

— Non sono sicura che sia un bene — disse la ragazza.

Terry si raddrizzo con aria colpevole. — So che e una sciocchezza, ma mi vergognavo di ammettere che…

— Che battendo dei numeri con un apparecchio-spia speravate di avvertire “qualcuno” che noi avevamo trovato uno dei “suoi” apparecchi, che ne conoscevamo lo scopo, e che cercavamo di metterci in contatto con “lui” — completo per lui la ragazza.

Sentirsi ripetere da un altro le proprie ipotesi tanto ostinatamente rifiutate lo inquieto. Scosse la testa piu volte con aria seccata.

— E ridicolo! — protesto. — Sono solo sciocchezze.

— Ma che potrebbero essere vere — ribatte Deirdre. — E se questa e la verita potremmo essere in pericolo. Chi ha costruito quegli apparecchi potrebbe non volere che noi si entri in contatto con lui. Non avete pensato che potrebbe essere deciso a difendere il segreto della sua esistenza eliminando chi ne viene a conoscenza? Non vi stavo spiando — aggiunse. — Ero di sotto e ho sentito i colpi.

Poi, senza aggiungere altro, Deirdre se ne ando. Terry vide oscurarsi per un istante la luce della sala di poppa mentre la ragazza scendeva. Di colpo si senti invadere dall’orrore al pensiero che se le sue ipotesi erano giuste, lui aveva messo in pericolo la vita di Deirdre. Adesso non si sentiva piu soltanto sciocco. Si sentiva anche colpevole.

Rimase a lungo in ascolto accanto al registratore, pronto a ricevere un’eventuale risposta ai suoi segnali.

Niente. Sempre e soltanto le voci del mare.

Il mattino seguente, durante la colazione, Deirdre si comporto come se nulla fosse successo e Terry si senti peggio di prima.

Non si era ancora del tutto ripreso quando l’“Esperance” supero Cavite e Corregidor ed entro nel golfo di Manila. All’ancora nel porto c’era una nuova unita, un battello massiccio, dall’aspetto solido, che Davis osservo con interesse.

— E il “Pelorus” — disse a Terry, mentre il loro panfilo passava accanto allo scafo per disporsi agli ormeggi. — E una nave idrografica ed ha a bordo un batiscafo. Andremo a farle visita. Dico a Nick di chiamarla per radio.

Raggiunse il giovane che armeggiava attorno all’ancora, lo sostitui in quel lavoro e lo mando sottocoperta nella minuscola cabina radio.

— Scendete a terra? — chiese Deirdre a Terry.

— Non ho nessun motivo per sbarcare — rispose lui stringendosi nelle spalle.

La ragazza tiro un sospiro di sollievo. — Allora resterete con noi finche… finche le cose non saranno sistemate? Insomma possiamo ritenervi definitivamente uno dei nostri?

— Almeno… fino a quando non combinero qualche nuova sciocchezza — rispose lui, disgustato di se. — Comunque mi piacerebbe restare.

— La vostra era un’ottima idea! — protesto Deirdre. — Trasmettere una serie di numeri era veramente una trovata. La stupida sono stata io. Ero furibonda perche non mi avevate messo a parte del progetto. Se quell’idea fosse venuta a me ne sarei stata molto orgogliosa.

Nick risali sul ponte e parlo con Davis. Subito il padre della ragazza si accosto ai due giovani.

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