Terry grido un ordine e l’“Esperance” viro di bordo.

— Meglio puntare in mare aperto — consiglio Davis. — Non possiamo tornare in laguna!

— Andare in pieno oceano? — ribatte Terry. — E i banchi di schiuma? Si formano dove l’acqua e molto profonda e sono piu pericolosi di ogni altra cosa. No, meglio restare vicini alla scogliera finche non arriva la portaerei a bombardare quei mostri, ammesso che arrivi. Oppure il posamine.

Davis ebbe un gesto disperato.

— Scendete in cabina radio e dite all’elicottero che si porti qui sopra per osservare cosa sta succedendo. Poi ci pensino loro a chiamare la portaerei. Puo darsi che quelli si dimostrino scettici, ma almeno un apparecchio lo manderanno, voglio sperare! E bisognera avvertire le navi che tengano sempre in funzione il sonar.

Davis si allontano. Poco dopo la sagoma nera di Nick si chino per passare dal boccaporto semi-distrutto. Davis lo seguiva. Deirdre si avvicino a Terry.

— Si puo sapere perche l’equipaggio dello yacht ci e venuto dietro senza farti prima sbarcare? — sbotto il giovane.

— Avrebbero perso del tempo prezioso — rispose Deirdre. — E poi non avrei accettato di sbarcare mentre tu…

— Cerchero un passaggio nella scogliera per portarti a terra — disse Terry, deciso. — Siamo in acque basse, ma non mi fido ugualmente. Nessuna nave e sicura.

— Ma presto sara giorno, e allora…

— E anche allora non sapremo che cosa si prepara sott’acqua — tronco Terry.

Un rombo di motori dall’isola, e una luce brillo sopra la cima degli alberi. Poi si accese un razzo illuminante subito seguito da un altro. Gli uomini dell’elicottero non credevano ai loro occhi.

— Terry, qualunque cosa accada, sono contenta di averti incontrato — mormoro Deirdre. Davis risali dalla cabina radio. — La portaerei e a poche miglia e avanza a tutto vapore — informo. — Il posamine la segue. Arriveranno qui all’alba.

Lontanissimo, a est, il cielo incominciava a impallidire, e l’oceano acquistava un tono blu-ardesia. A un tratto, a un quarto di miglio dallo yacht si levo un’ondata altissima. Terry punto il raggio sonoro la quella direzione. Un polipo si contorse sul pelo dell’acqua e ricadde, scomparendo.

Poi, all’orizzonte, comparve un punto nero. Mentre il sole si affacciava ai confini del mondo il punto ingrosso, divenne color oro. Sopra vagava un pennacchio di fumo. Quasi subito un aereo si levo in volo, seguito da un secondo.

I caccia puntarono sull’isola. Uno s’impenno all’improvviso, come spaventato da cio che aveva visto, compi un’ampia virata e ritorno sul posto. Dall’aereo parti una raffica di mitragliatrice. Una specie di gigantesco serpente si impenno nell’acqua e poi s’immerse.

Il sole adesso illuminava pienamente il mare, e Terry osservo, sbigottito, dieci, venti polipi immensi galleggiare qua e la a ridosso della scogliera.

— Sono addomesticati — disse Terry. — Sono diventati una specie di cani da guardia per i bolidi inabissatisi nella Fossa di Luzon. Per questo migliaia e migliaia di pesci vengono attirati nelle profondita, per servire da nutrimento ai polipi. I muggiti che sentivamo erano le voci dei polipi in attesa di cibo!

Un tentacolo affioro poco lontano. Terry aziono il sonar. Tra le onde apparve il mantello della bestia, e il bazooka entro in azione.

— Perche non cercare di entrare in contatto con quelli che si servono di questi mostri? — disse Davis. — Abbiamo dimostrato di saperci difendere e forse…

— Se noi sbarcassimo su un altro pianeta — interruppe Terry, — o su una parte del pianeta dove gli abitanti non possono vivere, forse questi ultimi cercherebbero di mettersi in contatto con noi, ma di certo non ci permetterebbero di stabilirci sul loro mondo! Neanche nella zona piu inabitabile del loro mondo.

Al panfilo arrivo l’eco fortissima di un’esplosione. Un aereo aveva sganciato una bomba su uno dei mostri affioranti. Un altro aereo scese in picchiata, sgancio un ordigno e risali. Un immenso getto d’acqua si levo dal mare, e poco lontano se ne formo un secondo.

Quella era un’altra sfida alle creature degli abissi.

Per la guerra gli esseri umani si servono di strumenti e di mezzi tecnici: da secoli hanno smesso di usare gli animali in battaglia. Ma gli esseri del mare avevano chiaramente. dimostrato di essere ancora legati agli animali. Avevano mandato in superficie i polipi giganti per combattere gli uomini, come un tempo gli uomini lanciavano gli elefanti contro i nemici. Tuttavia gli strateghi degli abissi non disponevano di un’unica arma. Adesso sapevano che gli uomini erano in grado di tener testa ai polipi. Percio cambiarono arma. A ottomila metri di profondita qualcosa comincio a trasformare in gas l’acqua dell’oceano, e in quantita superiori a ogni immaginazione. Un ordigno misterioso produsse miliardi e miliardi di microscopiche bollicine che affiorarono creando una corrente violentissima. In fondo all’oceano le bolle erano soggette a una pressione di tonnellate per centimetro quadrato. Man mano che le bolle salivano la pressione diminuiva… e le bolle s’ingrossavano. Una bolla che sul fondo era come una capocchia di spillo, sarebbe diventata grande a poco a poco come un pallone, poi come una casa, e infine si sarebbe suddivisa in migliaia e migliaia di bolle. E cosi via. Le bolle salivano, salivano, si gonfiavano, si separavano. A settemila metri dal fondo, a una pressione di poco superiore a quella atmosferica, le bolle formavano una colonna ascendente, e al pelo dell’acqua diventavano una massa di schiuma. Ma sotto quella schiuma ce n’era altra, e sotto, altra ancora, e se una nave vi capitava sopra, sprofondava in quel profondissimo cono di vuoto sul quale niente di solido poteva sostenersi.

La nuova minaccia affioro in superficie. La schiuma poteva essere diretta dal generatore, anche se ci voleva un po’ di tempo perche il banco si costituisse nel nuovo punto scelto alla sorgente. Laggiu potevano anche prevedere le mosse di una nave, ma passava sempre un certo intervallo di tempo per spostare il banco schiumoso.

L’“Esperance” viro di bordo e punto verso il groviglio di polipi, in direzione del passaggio nella barriera. Altri mostri comparvero fra le onde e un aereo si abbasso a bombardarli. L’“Esperance” cambio nuovamente rotta. All’orizzonte apparve il posamine. La portaerei compi un ampio giro e sul mare la schiuma si sposto. Erano banchi altissimi.

La portaerei fece fuoco. Uno scoppio e un bagliore, e per un istante la schiuma scomparve e la superficie del mare, in quel punto, presento uno strano aspetto butterato. Ma subito la massa bianca ricomparve.

— E gas — disse Terry. — Idrogeno. Avevi indovinato, Deirdre!

Dalla portaerei gli apparecchi decollarono uno dopo l’altro e uno dopo l’altro si abbassarono a bombardare la bianca massa mobile. La grossa unita si teneva costantemente a distanza prudenziale.

Altri banchi di schiuma comparvero qua e la. Uno sfioro il relitto de “La Rubia” e il battello parve rabbrividire, si piego verso il banco candido, vi si immerse, e di colpo spari. Poi la schiuma scomparve e fu come se in quel punto, sul mare, non ci fosse mai stato niente.

— Di’ a Nick che avverta quelli della portaerei che la schiuma puo formarsi solo nei punti dove il mare e molto profondo — disse Terry a Deirdre. — Se riescono ad arrivare su un fondale di duemila metri saranno al sicuro.

Il posamine, informato del pericolo, avanzava a zig zag. Anche la portaerei adesso seguiva un corso irregolare, usando la stessa tattica che serve in guerra per eludere gli attacchi dei sommergibili.

L’avvertimento era arrivato appena in tempo. Un banco di schiuma fece la sua comparsa a prua del posamine nel momento stesso in cui la nave mutava rotta. Venne sganciata una mina, ma occorreva molto tempo perche toccasse il fondo.

Dopo un zig zag di novanta gradi la prua della portaerei si trovo sopra un abisso bianco. Le eliche emersero e la prua affondo… Se la schiuma fosse durata qualche secondo di piu la portaerei sarebbe scomparsa. Ma la schiuma si sposto di lato, e la grossa unita appena sfuggita al baratro procedette con estrema cautela ed eseguendo spostamenti imprevedibili e improvvisi mentre le sue artiglierie tuonavano ininterrottamente. Poco dopo il sonar di bordo rivelo un dislivello notevole nei fianchi della montagna sottomarina, e la nave cerco scampo sopra quel fondale che misurava poco piu di duemila metri. Rimase la, a fare da pista immobile per i suoi aerei che decollavano e atterravano in continuazione, sparando contro ogni bersaglio che venisse a tiro delle sue bocche da fuoco.

Per due volte alcuni tentacoli mostruosi si levarono verso l’unita da guerra nell’inutile tentativo di rovesciare la nave sotto il loro peso.

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