propria pistola.

Sandy si rigiro il pesante oggetto piatto fra le mani con aria meravigliata. Era un oggetto talmente piccolo, eppure talmente sinistro… — Questa e in grado di uccidere una persona? — domando.

— Vuoi dire se e in grado di uccidere un hakh’hli? Potrebbe abbattere un elefante, Sandy. E caricata con pallottole esplosive.

— Mostrami come usarla — disse Sandy. Con una certa riluttanza, Boyle apri lo sportello e condusse Sandy dietro l’aereo, dove non potevano essere visti dal modulo di atterraggio. Sandy guardo la navetta solo di sfuggita: la nuova pellicola protettiva era gia stata installata e, piu che altro, assomigliava a una mantide religiosa impacchettata per Natale.

Boyle non impiego molto tempo per spiegare a Sandy della sicura, del mirino e del grilletto. Prima di lasciarlo sparare, lo avviso del rinculo, consigliandogli di tenersi il braccio mentre sparava. Cio nonostante, il rinculo fu una sorpresa per Sandy. Il colpo pero risulto meno rumoroso di quanto non si fosse aspettato. Si era immaginato una violenta esplosione, ma invece senti solo un secco schiocco. Molto piu forte invece fu il boato provocato dalla pallottola esplosiva nel momento in cui colpi il bersaglio, o meglio il pezzo di asfalto della pista che Sandy casualmente colpi. Quando si dissipo il fumo, c’era un cratere di almeno 30 centimetri di profondita.

Sandy si giro verso Boyle scuotendo il capo. — Non va bene — commento. — Se sbaglio mira, potrei far saltare in aria l’intera navetta.

— Be’ — disse Boyle — se vuoi ti posso anche dare delle pallottole normali invece di quelle esplosive, ma non so se sono sufficienti a uccidere un hakh’hli.

— Tanto loro non lo sapranno — rispose Sandy. — Dammi le pallottole normali.

Nemmeno un hakh’hli assolutamente ligio al dovere sarebbe stato disposto a passare interi giorni o settimane all’interno di un modulo di atterraggio se poteva farne a meno. Era troppo stretto, troppo essenziale, troppo scomodo, e sicuramente troppo noioso. Per ovviare a questo problema, gli umani avevano gentilmente trasportato fino a li una specie di casupola prefabbricata per il loro uso. Era decisamente piu piccola della sala comune che la coorte condivideva sulla nave, penso Sandy con tristezza, ma del resto anche la coorte stessa era decisamente piu piccola di quanto non fosse stata prima. Vide Chiappa che scrutava fuori dallo sportello della navetta, appena sotto la scaletta. Sandy lo saluto agitando una mano, ma non gli rivolse alcuna parola. Continuo a camminare fino alla casupola degli hakh’hli, dove si fermo sulla porta per guardare dentro.

Elena e Tania erano accovacciate l’una contro l’altra davanti a uno schermo televisivo. Fortunatamente pero lo schermo non era in modalita di trasmissione; le due stavano semplicemente guardando i noiosi programmi televisivi terrestri, gia da tempo depurati da ogni tipo di notizia che avrebbe potuto disturbare in qualunque modo gli hakh’hli. Tania si giro di scatto per fissare Sandy con espressione sorpresa. — Che cosa ci fai tu qui?

— Adesso ve lo mostro — rispose Sandy in hakh’hli appoggiandosi un dito sulle labbra.

— Ci mostri cosa? — intervenne Elena con tono ostile. — E poi che cos’era quel rumore che abbiamo sentito poco fa?

— Non lo so — disse Sandy a bassa voce e assumendo un’aria circospetta. — Qualcosa che stanno facendo gli umani, credo. Ma non perdete tempo, adesso. — Scruto fuori dalla porta. — Seguitemi, e cercate di non farvi notare. Tutt’e due. Anche tu, Tania. E non fermarti per usare il comunicatore, vieni e basta.

Non attese la loro risposta, limitandosi a uscire dalla casupola con fare volutamente indifferente e a incamminarsi in direzione della coda della navetta. In quel caldo pomeriggio estivo le ombre erano molto lunghe, e Sandy vide senza bisogno di girarsi che le due hakh’hli lo stavano effettivamente seguendo.

Marguery si trovava dietro al modulo di atterraggio, e stava guardando verso l’alto, come le era stato ordinato. Tania si fermo improvvisamente accanto a Sandy. — Perche hai portato qui la femmina terrestre? — domando con tono sospettoso leccandosi un labbro.

— Guarda e capirai — disse Sandy con tono tranquillo. Indico un punto lontano assolutamente privo di particolari caratteristiche. — Proprio li.

— Che cosa? — borbotto Elena.

Tania emise a sua volta un grugnito di stizza mentre si allungava quanto poteva sulle lunghe zampe posteriori. — Io non vedo proprio nu…

Non riusci a dire altro. Piombo a terra a faccia in giu prima ancora che Sandy avesse sentito lo schiocco del fucile ad aria compressa. Elena riusci a girarsi su se stessa quanto bastava per vedere i cecchini di Boyle, ma non abbastanza velocemente per poter fare qualcosa. Si trattava di un sonnifero ad azione rapida, e dopo un attimo entrambe le hakh’hli giacevano a terra in stato di incoscienza.

Sandy segnalo ai cecchini, che erano accovacciati accanto al modulo di atterraggio, di venire a prendere i corpi. Poi si rivolse verso Marguery e indico con un cenno del capo lo sportello d’ingresso della navetta. — Vieni allora, se proprio devi — le ordino.

Mentre salivano la scaletta, la testa di Chiappa spunto nuovamente dallo sportello. L’hakh’hli fisso Sandy con espressione incuriosita ma niente affatto insospettita. Poi individuo Marguery che saliva alle sue spalle. — Perche stai portando a bordo la femmina terrestre? — domando in hakh’hli a Sandy.

— Anche Tania mi ha fatto la stessa domanda — replico Sandy, che ormai si trovava all’altezza dello sportello. — Togliti di mezzo, ti spiace? — disse mentre spingeva da un lato il suo ex compagno di coorte. Non disse altro finche non fu entrata anche Marguery. — E adesso ascoltate! — ordino a quel punto.

Demetrio apparve alle spalle di Chiappa proprio nel momento in cui gli uomini di Boyle, che si trovavano sotto la navetta, facevano partire il registratore. — Vi prego! — piagnucolo disperatamente in hakh’hli la voce registrata. — Vi prego, aiutatemi!

Il disperato appello si ripete identico diverse volte, finche Demmy non si rese conto di che cosa si trattasse. — E la voce di Polly, Chiappa! — urlo precipitandosi verso lo sportello. — Avanti, andiamo ad aiutarla!

Marguery si sporse fuori dallo sportello. — Presi — disse. — Sono stati colpiti entrambi con i dardi sonniferi. Be’, Sandy, direi che abbiamo portato a termine il nostro com…

— Togliti da li — le ordino Sandy.

— Cosa? Che cosa vuoi dire? — Marguery sbatte le palpebre con aria perplessa. Sandy premette il pulsante di chiusura dello sportello, facendo compiere alla donna un piccolo balzo avanti. — Sandy, che diavolo stai facendo?

— Sto allacciando le cinture di sicurezza del mio sedile — rispose Sandy con tono calmo. — Tu puoi accomodarti su quest’altro.

— Ma perche?

— Perche se non lo farai — rispose Sandy con tono perfettamente tranquillo e ragionevole — rischierai di farti male nel momento del decollo. — Detto questo, accese il circuito di preriscaldamento, ben sapendo che i primi sbuffi di gas bollente avrebbero iniziato a scaturire dai propulsori principali quasi immediatamente. Si sposto con un certo disagio sul sedile del pilota, sperando che l’accelerazione del decollo non risultasse eccessivamente violenta. Il sedile era stato fatto su misura per Polly, e naturalmente era sufficiente ad accomodare almeno due o tre persone della sua stazza.

Del resto, non ci si poteva fare nulla.

Premette il pulsante dell’ignizione e apri il gas al minimo livello possibile. Senti subito il sibilo glaciale del propulsore acceso, ma la navetta non fremette nemmeno, rimanendo assolutamente immobile. Del resto, l’intenzione di Sandy non era stata quella di partire. Voleva solo avvertire Boyle e gli altri del fatto che nel giro di un attimo i propulsori sarebbero stati a pieno regime, sperando che coloro che si trovavano di sotto avessero abbastanza buon senso da togliersi di mezzo, e da togliere di mezzo anche gli hakh’hli anestetizzati, prima che cio avvenisse.

— Sandy! — grido Marguery. — Spegni subito il motore!

— Ti ho detto di sederti e di allacciare le cinture — replico Sandy.

— Smettila immediatamente! Pensi che ti permettero di fare una cosa del genere?

Sandy appoggio una mano sulla pistola che aveva sulle ginocchia. La canna era puntata nella direzione di Marguery, la sicura era in posizione di tiro e il dito indice della sua mano destra era sul grilletto.

— Non puoi farci nulla — disse.

Marguery lo fisso con orrore. — Vuoi dire che mi spareresti? — domando allibita.

Вы читаете Il lungo ritorno
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату