fare?
Sandy scosto lo sguardo dal finestrino. — Come potrei averlo dimenticato? — domando. — Me lo hai ripetuto almeno cento volte. Il mio compito consiste nel fare uscire gli hakh’hli dalla navetta. A quel punto entrate in azione voi, che li arrestate.
— E per il bene della razza umana, Lisandro — gli ricordo Boyle.
— Cio che non mi avete ancora spiegato, invece — continuo Sandy — e cio che farete con la navetta una volta che l’avrete catturata.
— Non abbiamo ancora deciso. — ribatte Boyle. — Prima dobbiamo scoprire con che tipo di tecnologia abbiamo a che fare.
Sandy annui, come se si fosse aspettato proprio una risposta del genere. Quel gesto pero non significava che stava accettando cio che gli aveva detto Boyle, ma piuttosto che si era aspettato che non gli venisse detta la verita. Increspo le labbra, scrutando Hamilton Boyle con espressione innocente. — Sai — gli disse — una persona particolarmente sospettosa potrebbe anche pensare che il vostro vero scopo sia un altro. Potrebbe pensare che avete intenzione di usare il modulo di atterraggio per speronare la grande nave hakh’hli.
L’espressione di Boyle fu piu che sufficiente come risposta per Sandy. Quando si giro verso Marguery, si trovo davanti un volto dall’aria lugubre. — Oh, al diavolo — disse lei. — Tanto vale che iniziamo veramente a fidarci l’uno dell’altro, Ham! Sandy, hai quasi azzeccato. L’InterSec ha una mezza dozzina di testate nucleari nascoste, da usare solo in casi estremi. Quando ci avrai consegnato la navetta, Ham ha intenzione di caricarvi sopra una di queste testate e di decollare immediatamente. Ma non per speronare la grande nave, Sandy! Non vogliamo farlo, a meno che non siamo assolutamente costretti.
— Ah no? — chiese Sandy con tono forzatamente cordiale. — E allora che intenzioni avete?
— Vogliamo solo
— Capisco — disse Sandy senza lasciar trasparire alcuna emozione. Non aggiunse altro.
Boyle attese circa dieci secondi, poi intervenne nuovamente. — Che cosa c’e che non va, Sandy? Credi che non funzionerebbe?
Sandy ci riflette sopra con attenzione. — Non ho mai sentito parlare di un hakh’hli che si arrende — disse. — Anche se dicono che c’e sempre una prima volta. Come ha appena detto Marguery, in effetti non avrebbero molta scelta, giusto? Inoltre — continuo, come se fosse stato improvvisamente colto da un’illuminazione — con ogni probabilita non avete nemmeno bisogno di portarvi dietro una bomba. Basterebbe solo speronare la nave madre con la navetta nel punto in cui si trovano i propulsori principali e sarebbe fatta. Immaginatevi che cosa succederebbe se la materia anomala si mettesse a schizzare fuori dalla nave! Naturalmente, morirebbe anche chiunque stia pilotando la navetta in quel momento.
— Credi che questo sia un problema? Ci sono sempre un sacco di esseri umani disposti a morire per motivi patriottici.
— Cosi mi hanno detto — ammise Lisandro. — Solo che…
— Cosa? — domando Boyle perentorio.
Sandy scrollo le spalle. — Solo che a quel punto non vedo proprio quale possa essere la vostra mossa successiva. Che cosa ne farete degli hakh’hli una volta che si saranno arresi?
— Li prenderemo prigionieri!
— Si, fin qui ci ero arrivato. Ma poi?
— Poi dipendera da cio che decideranno le autorita civili — ribatte Boyle. — Non devi preoccuparti per questo, Lisandro! Non li ammazzeremo di sicuro. Abbiamo delle leggi ben precise per quanto riguarda i prigionieri di guerra.
— Si, li mettete in campi di concentramento — disse Sandy annuendo. — E per quanto tempo avreste intenzione di tenerli li?
— Per il tempo necessario — rispose Boyle a denti stretti.
Sandy riflette per un minuto. — C’e anche un’altra possibilita, che non avete nemmeno menzionato — osservo. — Potreste semplicemente mandarli via, dicendo loro di andare a cercarsi un’altra stella. Ma immagino che abbiate gia preso in considerazione questa ipotesi, e che abbiate deciso che non funzionerebbe.
— Esatto — si limito a rispondere Boyle. A quel punto pero intervenne Marguery, ignorando completamente l’espressione irata che le rivolse il suo collega.
— Non possono andarsene, Sandy — disse. — Come ti abbiamo gia detto, si trovano in una situazione disperata. Polly ci ha detto che i propulsori centrali della nave stanno iniziando a perdere colpi… ha qualcosa a che vedere con un indebolimento della struttura a causa delle radiazioni. Comunque sia, Polly dice che il problema sta diventando sempre piu grave e che non sanno se la struttura potra reggere ancora per qualche centinaio di anni o solo per una decina.
— Di conseguenza — intervenne Boyle — non possono muoversi da li.
— Capisco — disse Sandy annuendo. — Poveri hakh’hli — aggiunse. — Bene. C’e qualche altra cosa della quale dobbiamo parlare?
— Voglio solo essere sicuro che tu sappia esattamente cio che devi fare… — inizio Boyle.
— Lo so, Boyle — lo interruppe Sandy. — Allora siete convinti che vi saranno solo due hakh’hli nel modulo di atterraggio?
— Di solito rimangono dentro in due. Fanno a turno. Due vengono fuori per parlarci, mentre gli altri due rimangono nella navetta. — Boyle ebbe un attimo di esitazione. — Almeno — disse — spero che vada cosi. Potrebbe anche insorgere un piccolo problema.
— Qualcosa che avete deciso di non riferirmi? — domando Sandy con ironia.
— Qualcosa che ti sto riferendo
— Che tipo di interferenze?
— Abbiamo piazzato un dirigibile ad alta quota proprio sopra le loro teste che continua a trasmettere segnali di disturbo — spiego Boyle. — Non possono comunicare con la nave madre, e la nave non puo comunicare con loro. E inutile che mi guardi a quel modo, Lisandro, non avevamo alternative! Non volevamo che combinassero qualche guaio solo perche non ricevevano piu notizie tue e di Polly. E possibile quindi che si siano preoccupati fino al punto di rimanere tutti all’interno della navetta, anche se credo che attribuiranno la cosa a qualche causa naturale, come le macchie solari.
— Questo e cio che speri — ribatte Sandy. — Be’, non si sta molto comodi la dentro, quindi credo che usciranno comunque non appena ne avranno l’occasione. — Riflette per un istante, poi aggiunse: — Credo di essere in grado di fare cio che mi chiedete, solo che mi riuscirebbe molto piu facile se potessi entrare nella navetta da solo.
— No. Faremo le cose a modo mio. Marguery verra con te.
Sandy scrollo le spalle. — E voi li farete prigionieri non appena escono?
— Naturalmente.
— Va bene — disse Sandy. — Allora c’e solo un piccolo particolare ancora. Avro bisogno di una di quelle. — Indico la pistola alla cintura di Boyle.
Boyle sollevo un sopracciglio in un’espressione sorpresa. — Per farne cosa? Sei stato tu stesso a dire che e inutile minacciare un hakh’hli.
Sandy gli rivolse un sorriso gioviale. — Pero lo si puo sempre uccidere — replico. — E ora vorrei avere una penna e un foglio di carta. E vi prego di non rivolgermi la parola per un certo tempo. Penso che scrivero una poesia.
I finestrini dell’aereo erano talmente piccoli e appannati che i passeggeri non riuscirono a scorgere nulla del piccolo accampamento che si era formato attorno alla navetta hakh’hli, nemmeno in fase di atterraggio. L’unico a bordo che avesse un minimo di visibilita era il pilota.
Scrutando da dietro le spalle del pilota, Sandy vide per un istante una montagna, poi nuvole, cielo e ancora nuvole. Un attimo dopo il velivolo tocco la pista, con i propulsori che ruggivano piu forte che mai in una violenta decelerazione. Sandy si ritrovo schiacciato contro il sedile.
Quando l’aereo si fermo, Sandy si slaccio rapidamente le cinture di sicurezza e allungo una mano per aprire lo sportello, ma Boyle lo fermo afferrandogli una spalla. — Mi avevi chiesto questa? — domando, offrendogli la