— Non ti sente — intervenne Boyle con tono freddo.
— E non puoi fare nulla per aiutarla. Ascolta!
Sullo schermo, intanto, Polly stava ribattendo con coraggio: — …la mia gente lo verra a sapere immediatamente!
— Alla tua gente — rispose la voce registrata di Boyle — diremo che hai insistito per andare a fare delle immersioni nell’oceano e che sei annegata. Se ci chiederanno il tuo corpo, diremo che e andato disperso in mare.
— Non ci crederanno mai!
— Si, Ippolita, ci crederanno eccome. Ricorderanno quanto e successo a Oberon, e penseranno che anche tu abbia compiuto un gesto sciocco e rischioso.
Lisandro vide Polly sullo schermo che tremava di rabbia e di paura. — Le mie uova! — grido la hakh’hli in un improvviso impeto di frenesia.
Di nuovo la voce glaciale di Hamilton Boyle: — Accanto al congelatore c’e una riserva di fluido nutritivo. Puoi fare tutto cio che ritieni necessario per le tue uova, dopodiche potrai metterle nel congelatore. Siamo convinti che il sistema sia efficace quanto quello della vostra nave. Le uova non subiranno alcun danno… se ci dirai cio che vogliamo sapere.
— Spegnetelo! — grido Sandy. — Marguery, sei una vera
— Ragazzo mio — disse con tono greve — Marguery non e altro che un essere umano. Non lo sei forse anche tu? Non vuoi proteggere anche tu la razza umana?
— Proteggere da che cosa? Gli hakh’hli non hanno nessuna intenzione di farvi del male!
Boyle scosse il capo. — Prima che tu faccia una figura peggiore di quella che gia stai facendo, Lisandro, ascolta cio che dice la tua amica Polly. Marguery, va’ direttamente alla parte piu importante.
Le immagini sullo schermo si fecero confuse mentre sfrecciavano avanti. Quando tornarono normali, Sandy ascolto. Ascolto con grande attenzione, e con orrore sempre crescente.
Polly non si limito a confermare quanto di peggio aveva suggerito Marguery Darp, ma ando anche oltre. Si, confesso, i Grandi Anziani erano decisi a occupare l’Africa e a tenersela, lasciando finalmente schiudere tutte le uova congelate e riempiendo il continente di milioni di nuovi hakh’hli. E se questo non fosse stato possibile, avrebbero costruito una serie di grandi habitat orbitali. Tuttavia, continuo la voce registrata di Polly, quest’ultimo sarebbe stato solo uno stratagemma temporaneo. Una volta che le uova si fossero schiuse e i nuovi hakh’hli fossero cresciuti, come avrebbero fatto gli umani a impedire loro di occupare tutto il territorio che volevano? Tutto cio era gia qualcosa di assolutamente orribile per le orecchie di Sandy…
Ma quando Polly inizio a parlare delle navette hakh’hli che si stavano preparando per entrare in orbita attorno alla Terra, Sandy si alzo in piedi con espressione sconvolta. Fisso Boyle, sconcertato. — Ma… che cosa hanno intenzione di fare con quelle navette?
— Bombardamento — rispose Boyle in maniera stringata. A quel punto spense lo schermo, aspettando un commento da parte di Sandy.
— Vuoi dire come gli aerei che bombardavano Hiroshima? Ma gli hakh’hli non posseggono bombe! Ne sono sicuro… Quasi sicuro — si corresse.
Boyle scosse il capo. — Non hanno bisogno di bombe, Lisandro. Ne hanno a disposizione quante ne vogliono. Non ti ricordi che abbiamo gia preso in considerazione questa possibilita al centro di ricerche scientifiche? Ci sono oltre 18.000 oggetti di grandi dimensioni in orbita, e gli hakh’hli non devono fare altro che spingerli fuori dalle loro orbite al momento giusto per far si che colpiscano le nostre citta.
— Come ad Albuquerque — intervenne Marguery. — Come e quasi avvenuto anche a Perth.
— E se questo non dovesse bastare — continuo Boyle — hanno a disposizione l’intera fascia di asteroidi.
Boyle rimase in silenzio per un attimo, poi sospiro e fisso Sandy direttamente negli occhi. — C’e anche dell’altro, se vuoi sentire.
— Non credo di voler sentire altro — rispose Sandy cupo. — Ho gia avuto abbastanza brutte notizie per oggi.
— Non e tutto cosi negativo, sai? — intervenne Marguery. — Quella cosa che stanno costruendo, per esempio, non e altro che un’antenna radio. Polly dice che non hanno ricevuto segnali dal loro mondo d’origine da molti secoli ormai, e che sperano di captare qualche segnale grazie a questa antenna.
— Sono completamente soli, come se si fossero smarriti, sai? — intervenne seccamente Boyle. — E a questo punto sono quasi disperati. Che ne pensi, Lisandro? Adesso la palla e in mano tua. Sei tu che devi prendere una decisione. Da che parte hai intenzione di stare?
— Ho forse una possibilita di scelta? — ribatte Sandy con tono aggressivo.
— Non molta. Anche a te puo succedere qualche disgrazia, proprio come a Ippolita. Tuttavia, se hai intenzione di aiutarci…
— Aiutarvi in che modo?
Boyle ebbe un attimo di esitazione. — Abbiamo un piano — disse. — Possiamo metterlo in atto anche senza di te, ma riuscira sicuramente meglio se ci darai una mano. In questo momento, la grande nave e molto vulnerabile. Solo che non abbiamo molto tempo a disposizione. Puo anche darsi che le navette hakh’hli stiano gia posizionandosi per buttarci addosso qualche grosso rottame spaziale, magari su Seattle o Hudson City.
Sandy li fisso entrambi a turno, e alla fine guardo negli occhi Marguery Darp. Ma non vi era nulla da leggere nei suoi occhi. Il volto della donna era privo di espressione, e stava evidentemente aspettando la sua risposta.
— Spiegatemi i dettagli del piano — disse infine Sandy. Si trattava della sua prima avventura nel mondo scaltro e ingannevole degli adulti.
22
Il volo per raggiungere il sito di atterraggio della navetta hakh’hli non fu tranquillo e confortevole come quello in dirigibile. Questa volta avevano fretta, e di conseguenza avevano deciso di usare un aereo supersonico in grado di attraversare il continente nordamericano nel giro di un’ora e 40 minuti volando a 19 chilometri di altezza. Non si tratto di un volo piacevole. L’accelerazione del decollo appiccico persino Sandy al suo sedile, e tutti i passeggeri rimasero immobilizzati nei loro posti finche il velivolo non raggiunse la sua quota di crociera.
Anche allora pero non vi fu alcuna conversazione. Marguery Darp sembrava persa nei suoi pensieri, e Sandy, che sedeva accanto a uno dei piccoli finestrini, passo gran parte del tempo a scrutare fuori per cercare di cogliere quel poco di paesaggio visibile che sfrecciava sotto di loro.
Per l’occasione, Hamilton Boyle aveva indossato la sua uniforme, con tanto di stivali di cuoio, fondina con pistola, cappello e tutto il resto. Era come se avesse bisogno di una conferma alla sua posizione ufficiale. Quando raggiunsero la quota di crociera, si giro verso Sandy e gli domando senza alcun preambolo: — Sai quello che devi