ChinTekki-tho si rigiro i pollici in un gesto di furiosa obiezione. — Sarebbe una cosa poco saggia e niente affatto prudente, Lisandro! Questa Marguery Darp non e certo l’unico essere umano in ascolto!
— Ho detto in
— Benissimo — ribatte ChinTekki-tho con rabbia. — E allora dimmi! Perche stai compiendo questo sciocco gesto? Dove e andata a finire la tua gratitudine nei confronti degli hakh’hli, che ti hanno dato la vita? Noi ti abbiamo
Sandy scosse il capo con fermezza. — Non credo proprio di essere in debito con voi per questo. Non lo avete fatto per me, ma solo per voi stessi. In piu, mi avete anche mentito in proposito.
— Lisandro! Ti rendi conto che stai mettendo a repentaglio gli importantissimi piani dei Grandi Anziani per la nostra progenie? Pensa ai 73 milioni di uova che sono ancora nei nostri congelatori!
— Sto pensando — ribatte Sandy con tono duro — a 73 milioni di hakh’hli che invadono il continente africano, ChinTekki.
Tralascio volutamente il “tho”, la forma di rispetto. Il Tutore trasali visibilmente. — Di che cosa stai parlando? — domando.
— Dei vostri piani per invadere la Terra!
— No, no — replico immediatamente ChinTekki-tho. — Non abbiamo alcuna intenzione di “invadere” la Terra! Perche usi questa parola?
— Allora come chiameresti cio che avete intenzione di fare in Africa?
ChinTekki-tho si guardo attorno con fare nervoso, come se stesse cercando di individuare qualche occhio umano puntato su di se. — Non faremo nulla di male in Africa — disse infine leccandosi le labbra. — C’e un sacco di spazio in Africa, e i terrestri non ne fanno alcun uso.
— Ma la Terra e
— Lisandro, tu parli senza pensare. A che cosa serve domandare il permesso di vivere li finche non sappiamo se
— Oh? — ribatte Sandy tono interessato. — E come fai a sapere tutto questo, ChinTekki-tho?
— Come credi che lo sappia? — rispose aspro il Tutore Primario. — E da un’ora che continuano a ripetercelo! Non appena i tuoi compagni di coorte si sono ripresi dal tuo immondo attacco a sorpresa, hanno preteso che gli umani trasmettessero per loro. Mi trovo tutt’ora in contatto con loro, e ho parlato anche con alcuni umani. Anche loro vogliono che tu faccia ritorno immediatamente!
Sandy sbatte le palpebre. Non si era aspettato una reazione tanto rapida. — E perche non si sono messi in contatto con me direttamente?
— Perche non hai alcun tipo di ricevitore in grado di captare trasmissioni terrestri, sciocco Lisandro! — ruggi ChinTekki-tho. — Non mi vuoi credere? Aspetta allora, cosi potrai constatarlo con i tuoi stessi occhi.
Il Tutore Primario si sposto al di fuori del campo visivo della telecamera per snocciolare un rapido ordine in hakh’hli. Un attimo dopo, lo schermo di Sandy si divise orizzontalmente in due immagini separate. Nella parte di sopra vi era il volto furioso di ChinTekki-tho, mentre la parte di sotto era popolata da diverse figure, apparentemente altrettanto furiose. Boyle era accompagnato da altri due esseri umani, e al loro fianco vi erano Demetrio e Tania. Sembravano un po’ cambiati rispetto all’ultima volta che Sandy li aveva visti. Hamilton Boyle per esempio sembrava avere i capelli piu corti, e il suo volto era parzialmente ricoperto da una vistosa fasciatura. Anche Demetrio era parzialmente fasciato, e la sua espressione era infuriata e risentita. — Hai messo in pericolo le nostre vite, Lisandro! — grido accusandolo. — Se questo terrestre non fosse riuscito a togliermi da dietro i propulsori al momento giusto, avrei perso la mia vita inutilmente e prima del tempo!
— Mi dispiace di avervi bruciacchiati — disse Sandy con tono cortese — ma vedo con piacere che siete tutti sopravvissuti.
— Non certo grazie a te, Lisandro — intervenne Hamilton Boyle. — Torna immediatamente indietro!
— Mi dispiace — ribatte Lisandro — ma non ho carburante a sufficienza. E nemmeno il desiderio di tornare, se e per questo.
— Allora avvicinati semplicemente e pacificamente alla nostra nave, Lisandro — intervenne nuovamente ChinTekki-tho con tono di supplica. — Ti accetteremo senza recarti alcun danno!
— Col cavolo! — grido Boyle. — Volete solo prendere in ostaggio il tenente Darp!
— Gli hakh’hli non prendono “ostaggi”! — ruggi ChinTekki-tho. — Siete voi piuttosto che tenete prigionieri quattro dei nostri! Noi non siamo creature guerrafondaie e violente come voi terrestri!
— Non siamo ne guerrafondai ne violenti! — replico Boyle. Fece per continuare, ma a quel punto Sandy intervenne nella discussione.
— Boyle — disse. — Avete per caso riferito a ChinTekki-tho cio che voi docili e pacifici umani avete fatto a Polly?
Boyle rimase impietrito per un attimo. Infine rivolse uno sguardo agli hakh’hli che erano al suo fianco. — Polly sta benissimo — disse.
— No — lo corresse Sandy. — Non sta affatto bene. Non hai idea del male che le avete fatto, Boyle.
Nell’altra meta dello schermo, ChinTekki-tho assunse un’espressione scandalizzata. — Se voi terrestri avete osato fare del male a un hakh’hli…
— Silenzio, per favore — lo interruppe Sandy con decisione. — Non si puo assolutamente dire che Ippolita stia bene al momento, ma si riprendera certamente. Ma adesso statevene un po’ zitti che vi dico cio che dovete fare. Innanzitutto… oh, diavolo! — Il vociare irato proveniente dallo schermo era talmente confuso e forte che Sandy spense l’audio.
— Ecco — disse con calma nell’improvviso silenzio. — Ora voi mi potete sentire, ma io non vi sento piu, quindi tanto vale che chiudiate quelle vostre boccacce. Dunque, ho riflettuto un po’. Innanzitutto, voi hakh’hli non potete avere alcuna parte del pianeta Terra, perche i terrestri non vi vogliono. D’altra parte, voi umani non potete mandare via gli hakh’hli dal vostro sistema solare, perche gli hakh’hli non possono permettersi di andarsene. Di conseguenza, la risposta logica al problema e una sola. Dovete trovare un compromesso.
Si appoggio allo schienale, annuendo con espressione seria mentre osservava le facce sullo schermo. Almeno adesso erano in silenzio, anche se le espressioni dei volti degli umani e il continuo rigirarsi i pollici di ChinTekki-tho indicavano chiaramente che la loro ira non si era ancora placata.
— Che tipo di compromesso, Lisandro? — domando timidamente Marguery Darp alle sue spalle.
— Per come la vedo io — continuo Sandy — c’e un solo modo. Date agli hakh’hli un altro pianeta. Marte.
— Si giro verso Marguery e le rivolse uno sguardo compiaciuto. — Hai visto com’e facile? — concluse.
Marguery si alzo in piedi e gli si avvicino, guardandolo dall’alto in basso. Sandy le restitui lo sguardo, imperturbabile.
— Dici sul serio? — gli domando. Sandy annui con convinzione. — Ma nessuno puo vivere su Marte! — obietto.
— Si che si puo — ribatte Sandy, parlando sia per lei sia per gli altri che ascoltavano via radio. — E solo una questione di energia. Se gli hakh’hli sono in grado di inviare energia sotto forma di microonde sulla Terra, possono benissimo fare la stessa cosa anche su Marte. Potrebbero parcheggiare la grande nave nell’orbita marziana e dare inizio poi a una nuova colonizzazione.
— Ma… E se non volessero farlo?
— La fiducia deve pur iniziare da qualche parte, Marguery — rispose Sandy in tono serio. — E poi potremmo sempre organizzare uno scambio di osservatori. Di ostaggi, se preferisci. Mettiamo un centinaio di umani sulla nave hakh’hli, o su Marte quando avra inizio la colonizzazione, mentre un centinaio di hakh’hli rimarranno sulla Terra. Questi potranno avere il ruolo di cio che voi chiamate “ambasciatori”, e si potranno rendere conto immediatamente se una delle due parti sta imbrogliando o meno. Si — disse infine con un cenno di assenso del capo. — Ci ho riflettuto attentamente, e sono sicuro che funzionerebbe. Certo, ci vorra un po’ di tempo. Una cinquantina d’anni, magari, prima che ripuliamo completamente la Terra e stabiliamo una colonia su Marte. Ma cosi almeno le cose miglioreranno, capisci? Ogni anno la situazione sara sempre migliore, invece che sempre peggiore. — Si protese verso Marguery con un sorriso, rifilandole un rapido bacio sulle labbra. Poi torno a