Eugenia perse la pazienza e afferro la figlia per i gomiti. «Marlene,
«No, mamma. Non capisci. Su Rotor, mi sono sentita attratta da Eritro. L’attrazione e ancora piu forte adesso che sono qui. Voglio rimanere su Eritro. Qui saro al sicuro. Non voglio tornare su Rotor. La, i rischi per me sarebbero maggiori.»
Genarr alzo la mano, impedendo a Eugenia di ribattere. «Io suggerisco un compromesso, Marlene. Tua madre e qui per compiere dei rilevamenti astronomici che richiederanno un certo tempo. Mentre sara impegnata, prometti che ti accontenterai di restare nella Cupola, che prenderai le precauzioni che io riterro opportune, e che ti sottoporrai a degli esami periodici. Se non riscontreremo alcuna alterazione delle tue funzioni mentali, potrai aspettare qui nella Cupola finche tua madre non avra terminato il lavoro, dopo di che potremo tornare a discutere il problema. D’accordo?»
Marlene piego la testa, meditabonda. «D’accordo» ammise poi. «Ma, mamma, non pensare di far finta di avere terminato. Me ne accorgero. E non ti venga in mente di fare un lavoro affrettato invece di procedere con l’accuratezza necessaria. Capiro anche questo.»
Eugenia corrugo la fronte. «Non imbrogliero, Marlene. E sappi che non trascurerei mai volutamente la precisione del mio lavoro scientifico… nemmeno per amor tuo.»
«Mi dispiace, mamma» disse Marlene. «Lo so che mi trovi irritante.»
Eugenia sospiro. «Non lo nego. Comunque, irritante o no, tu sei mia figlia, Marlene. Ti voglio bene e voglio che tu sia al sicuro. Mento, su questo?»
«No, mamma, non menti. Ma, per favore, credimi, se ti dico che
«E perche sei felice?» chiese Genarr.
«Non lo so, zio Siever. Ma quando una persona e felice, le basta questo, anche se non sa perche e felice, no?»
«Sembri stanca, Eugenia» disse Genarr.
«Non fisicamente, Siever. Sono solo stanca dentro, dopo due mesi di calcoli. Non so come facessero gli astronomi del periodo prespaziale a ottenere certi risultati servendosi soltanto di computer primitivi. E pensa che, Keplero ha elaborato le leggi del moto planetario servendosi soltanto dei logaritmi, che, per sua fortuna, erano appena stati inventati.»
«Scusa la mia ignoranza in materia, ma io pensavo che oggigiorno gli astronomi si limitassero a dare delle istruzioni ai loro strumenti, si coricassero tranquillamente, e, dopo qualche ora, si svegliassero e trovassero i risultati stampati in modo chiaro e ordinato sulla scrivania.»
«Magari. Ma questo lavoro era diverso. Ho dovuto calcolare con la massima precisione la velocita effettiva di Nemesis rispetto al Sole, e viceversa, per sapere esattamente quale sara la distanza minima che li separera e quando avverra questo passaggio ravvicinato. Il minimo errore, e il passaggio di Nemesis sarebbe sembrato innocuo per la Terra anziche devastante… e viceversa. E la situazione si complica ulteriormente perche Nemesis e il Sole non sono gli unici due corpi celesti dell’universo. Ci sono delle stelle vicine, tutte in movimento. Almeno una dozzina di queste stelle sono abbastanza grandi da esercitare una piccola influenza su Nemesis o sul Sole o su entrambi. Una piccola influenza, ma sufficiente a produrre un errore di milioni di chilometri in un senso o nell’altro, se ignorata. E per fare un lavoro accurato, bisogna conoscere con notevole precisione la massa di ogni stella, la sua posizione, la sua velocita.
'E un problema complicatissimo, Siever. Nemesis attraversera il Sistema Solare e avra un effetto percettibile su parecchi pianeti. Molto dipende dalla posizione effettiva di ogni pianeta al passaggio di Nemesis, naturalmente, e dall’entita dello spostamento provocato dall’influsso gravitazionale di Nemesis, e da come questo spostamento incidera sull’attrazione esercitata dal pianeta sugli altri pianeti. E, tra parentesi, bisogna calcolare anche l’effetto di Megas.»
Genarr ascolto serissimo. «E, in sostanza, quale sara il risultato finale, Eugenia?»
«Io credo che l’orbita della Terra diventera leggermente piu eccentrica e che il semiasse maggiore diventera un po’ piu piccolo.»
«Il che significa?»
«Il che significa che la Terra diventera troppo calda per essere abitabile.»
«E cosa accadra a Megas e a Eritro?»
«Nulla di apprezzabile. Il Sistema Nemetico e molto piu piccolo del Sistema Solare e quindi e tenuto assieme da una forza coesiva maggiore. Qui non ci saranno mutamenti degni di nota, ma per la Terra sara diverso.»
«Questo, quando accadra?»
«Tra 5024 anni, con un margine di errore di quindici, Nemesis tocchera il punto di massimo avvicinamento. L’effetto si distribuira lungo un arco di tempo di venti o trent’anni, via via che Nemesis e il Sole si avvicineranno e si allontaneranno.»
«Ci saranno collisioni o qualcosa del genere?»
«Le probabilita di un incidente di questo tipo sono quasi zero. No, nessuna collisione tra corpi celesti di grandi dimensioni. Naturalmente, un asteroide solare potrebbe colpire Eritro, o un asteroide nemetico potrebbe colpire la Terra. E difficilissimo che succeda, ma se dovesse accadere sarebbe un evento catastrofico per la Terra. Comunque, e impossibile calcolarlo adesso. Bisogna aspettare che le due stelle siano molto vicine.»
«Ma, in ogni caso, la Terra dovra essere evacuata, vero?»
«Oh, certo.»
«Ma hanno cinquemila anni di tempo per farlo.»
«Cinquemila anni non sono poi tanti per organizzare l’evacuazione di otto miliardi di persone. Bisognerebbe avvertirli.»
«Anche se nessuno li avverte, non lo scopriranno da soli?»
«Gia, ma quando? E anche se dovessero scoprirlo presto, noi dovremmo fornirgli la tecnica dell’iperassistenza. Ne avranno bisogno.»
«Sono certo che ci arriveranno da soli, e tra non molto, forse.»
«E se non ci arriveranno?»
«Entro un secolo o meno, sicuramente, Rotor riuscira a comunicare con la Terra. In fin dei conti, se abbiamo l’iperassistenza per il trasporto, l’avremo anche per le comunicazioni, prima o poi. Oppure manderemo una Colonia nel Sistema Solare, e la Terra avra ancora tutto il tempo necessario per salvarsi.»
«Parli come Pitt.»
Genarr ridacchio. «Be’, sai, non puo avere sempre torto.»
«Non vorra comunicare. Lo so.»
«E non puo nemmeno fare sempre a modo suo. C’e una Cupola qui su Eritro, nonostante lui fosse contrario. E anche se in questo caso riuscira a spuntarla, non vivra in eterno. Dammi retta, Eugenia, non darti troppo pensiero per la Terra in questo momento. Abbiamo problemi piu immediati. Marlene sa che hai quasi finito?»
«Vuoi che non lo sappia? A quanto pare, capisce a che punto sono da come mi pettino o da come mi aggiusto la manica.»
«Sta diventando sempre piu perspicace, vero?»
«Si. L’hai notato anche tu?»
«Certo. Anche se la conosco da poco.»
«Immagino che in parte sia dovuto alla crescita. Forse, le doti percettive si stanno sviluppando in lei, proprio come le si sta sviluppando il seno. E poi, per moltissimo tempo Marlene ha cercato di nascondere questa sua capacita perche non sapeva che farsene, la confondeva, le causava solo dei guai. Adesso che Marlene non ha piu paura, questa capacita e affiorata completamente e si sta espandendo, per cosi dire.»
«O forse c’entra Eritro. Come dice Marlene, le piace stare qui, per qualche motivo. Forse il piacere che prova acuisce le sue percezioni.»
«Ci ho pensato, Siever» disse Eugenia. «Non voglio tormentarti con le mie idee folli. In effetti, tendo a preoccuparmi troppo, per Marlene, per la Terra, per tutto… Ma… Credi che Eritro