pericolosa… il pericolo e talmente piccolo da essere trascurabile.

'Quando l’Ultraluce viaggera verso la Stella Vicina, forse effettueremo una dozzina di transizioni, o forse appena un paio. Sara un volo sicuro. In un volo iperassistito e basta, invece, le transizioni nel corso dello stesso viaggio possono essere un milione, e le probabilita di una tensione fatale aumentano.»

Fisher parve sgomento. «E una cosa certa?»

«No, non c’e nulla di certo. Siamo nel campo statistico. Una nave potrebbe compiere un milione di transizioni, o un miliardo, senza il minimo danno. D’altra parte, potrebbe essere distrutta alla prima transizione. Comunque, con l’aumento del numero di transizioni, le probabilita che si verifichi un incidente aumentano notevolmente. Secondo me, i rotoriani hanno affrontato il viaggio ignorando perlopiu i pericoli della transizione. Se avessero avuto una conoscenza piu approfondita, non sarebbero mai partiti. Dunque, e molto probabile che abbiano sperimentato direttamente gli effetti di questa tensione… una tensione abbastanza debole da consentirgli di trascinarsi a stento fino alla stella, forse… o forse abbastanza forte da disintegrarli. Percio, potremmo trovare un relitto, o nemmeno quello.»

«O una Colonia ancora in vita» disse Fisher, ribellandosi.

«Certo» ammise Tessa Wendel. «Oppure, contrariamente alle probabilita, la tensione potrebbe distruggerci, e in tal caso non scopriremmo nulla. Ti chiedo solo di non basarti su delle certezze, bensi su delle probabilita. E ricorda che per arrivare a delle conclusioni ragionevoli bisogna conoscere bene la teoria iperspaziale.»

Fisher rimase in silenzio, chiaramente depresso, mentre Tessa lo osservava inquieta.

LXII

La Stazione Quattro era un ambiente strano per Tessa Wendel. Era come se qualcuno avesse costruito una minuscola Colonia per servirsene unicamente come laboratorio, osservatorio e piattaforma di lancio. Non c’erano fattorie, non c’erano abitazioni, mancavano tutti gli impianti e le attrezzature di una vera Colonia, per quanto piccola. Mancava perfino una rotazione attorno al proprio asse che creasse un campo pseudogravitazionale adeguato.

Non era altro che un’astronave affetta da acromegalia. Anche se avrebbe potuto essere occupata permanentemente, a patto che ci fosse un rifornimento continuo di cibo, aria e acqua (il sistema di riciclaggio locale era limitato e inefficiente), era chiaro che nessun individuo avrebbe resistito a lungo li.

La Quattro sembrava una vecchia stazione costruita agli inizi dell’Era Spaziale e sopravvissuta inspiegabilmente fino al ventitreesimo secolo, era stato il commento amaro di Crile Fisher.

Aveva pero una particolarita unica. Offriva una vista panoramica del sistema TerraLuna. Dalle Colonie in orbita attorno alla Terra, era raro riuscire ad avere una visione d’insieme dei due corpi celesti. Dalla Stazione Quattro, invece, la Terra e la Luna non erano mai separate da piu di quindici gradi, e via via che la Stazione Quattro ruotava attorno al centro di gravita di quel sistema (che corrispondeva grosso modo alla Terra) il cambiamento di posizione e di fase dei due mondi, e il cambiamento di dimensioni della Luna (che dipendeva dalla posizione in cui veniva a trovarsi il satellite rispetto al pianeta), costituiva uno spettacolo che non cessava mai di affascinare.

Il Sole era escluso automaticamente dal sistema Ecart (Tessa dovette informarsi e scopri che Ecart stava per 'Eclisse artificiale'), e solo quando si avvicinava troppo alla Terra o alla Luna nel cielo della stazione guastava la visuale.

Ora il retroterra culturale coloniale di Tessa Wendel affiorava interamente, infatti le piaceva osservare le evoluzioni della Terra e della Luna, soprattutto perche significava che lei non era piu sulla Terra.

Lo disse a Crile, che sorrise arcigno. Crile aveva notato il modo in cui lei si era guardata rapidamente attorno mentre parlava.

«Vedo che a me lo dici tranquillamente, anche se sono un terrestre e potrei offendermi» commento. «Ma, non temere, non andro a raccontarlo agli altri.»

«Oh, di te mi fido fino in fondo, Crile.» Tessa gli sorrise felice. Era cambiato parecchio da quella conversazione cruciale. D’accordo, era piu cupo… ma meglio la cupezza dell’attesa febbrile di un evento irrealizzabile.

«Pensi davvero che a questo punto il fatto che tu sia una colona li irriti?» chiese Crile.

«Certo. Non lo dimenticano mai. Hanno una mentalita ristretta come la mia… infatti non dimentico mai che sono terrestri.»

«Evidentemente, dimentichi che io sono terrestre.»

«Perche sei Crile… Crile e basta… non c’e nessun’altra categoria per te. E io sono Tessa. E il discorso si chiude qui.»

«Hai elaborato il volo ultraluce per la Terra, invece che per Adelia, la tua Colonia. Non ti da fastidio?» chiese Crile pensieroso.

«Ma non l’ho fatto per la Terra, come non lo avrei fatto per Adelia in circostanze diverse. L’ho fatto per me. Avevo un problema da risolvere, e ci sono riuscita. Adesso passero alla storia come l’inventrice del volo ultraluce… ecco cos’ho fatto per me. E anche se potra sembrare pretenzioso, lo faccio anche per l’umanita. Sai, il luogo d’origine di una scoperta non ha importanza. Su Rotor qualcuno ha inventato l’iperassistenza, pero adesso l’abbiamo anche noi e tutte le Colonie. Alla fine, anche le Colonie avranno il volo ultraluce. Il progresso giova sempre a tutta l’umanita, indipendentemente dal posto in cui si e compiuto il passo avanti.»

«La Terra ne ha bisogno piu delle Colonie, pero.»

«Intendi dire, per via dell’avanzata della Stella Vicina, a cui le Colonie possono sottrarsi facilmente andandosene, ma a cui la Terra non puo sottrarsi. Be’, e un problema che lascio ai capi della Terra. Io gli ho fornito lo strumento, adesso sta a loro trovare i metodi per utilizzarlo nel modo migliore.»

«Allora, domani partiamo» disse Crile Fisher.

«Si, finalmente. Sara una cosa in grande stile, con tanto di riprese olografiche. Non so pero quando potranno mostrarle al pubblico e alle Colonie.»

«Dopo il nostro ritorno. Sarebbe assurdo trasmettere le registrazioni senza sapere nemmeno se torneremo. Sara un’attesa spasmodica per loro, dal momento che non saranno in contatto con noi. La prima volta che hanno raggiunto la Luna, gli astronauti sono rimasti in contatto con la Terra per tutto il viaggio.»

«E vero» annui Tessa. «Pero quando Colombo ha attraversato l’Atlantico, i monarchi spagnoli non hanno piu avuto sue notizie finche non e tornato sette mesi dopo.»

«Adesso la posta in gioco per la Terra e molto piu alta, mentre sette secoli e mezzo fa per la Spagna non si trattava di una questione di vita o di morte. E un vero peccato che non abbiamo le comunicazioni ultraluce, dal momento che abbiamo il volo ultraluce.»

«Ne sono convinta. E anche Koropatsky, che ha insistito perche mettessi a punto la telecomunicazione ultraluce. Ma, come gli ho spiegato, non sono una forza soprannaturale dai poteri miracolosi. Un conto e spingere una massa attraverso l’iperspazio, un conto e inviare delle radiazioni. Le due cose obbediscono a leggi diverse perfino nello spazio normale, e infatti Maxwell ha elaborato la sue equazioni elettromagnetiche due secoli dopo l’equazione gravitazionale di Newton. Be’, anche nell’iperspazio la massa e la radiazione obbediscono a leggi diverse, e quelle della radiazione non sono ancora alla nostra portata. Un giorno avremo le comunicazioni ultraluce, ma per ora dobbiamo farne a meno.»

«Peccato» osservo Fisher meditabondo. «Forse senza le comunicazioni ultraluce il volo ultraluce non sara pratico.»

«Perche?»

«La mancanza di comunicazioni ultraluce taglia il cordone ombelicale. Una Colonia potrebbe vivere lontano dalla Terra? Potrebbe sopravvivere isolata dal resto dell’umanita?»

Tessa aggrotto le ciglia. «Cos’e questa nuova linea filosofica che hai cominciato a seguire?»

«Una semplice considerazione. Dato che sei una colona, da sempre, Tessa, forse non ti rendi conto che vivere su una Colonia non e una cosa naturale per gli esseri umani.»

«Davvero? A me non e mai sembrata una cosa innaturale.»

«Perche in realta non eri su una Colonia. Eri in un sistema di Colonie in mezzo al quale c’era una grande pianeta con miliardi di abitanti. Puo darsi che i rotoriani, una volta raggiunta la Stella Vicina, abbiano constatato che la vita su una Colonia isolata e insoddisfacente, no? Cosa avrebbero dovuto fare in questo caso? Tornare qui, senza dubbio. Ma non l’hanno fatto.

Perche? Perche puo darsi che abbiano trovato un pianeta su cui vivere, no?»

«Un pianeta abitabile attorno a una nana rossa? Molto improbabile.»

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