cercare di fargli intendere il problema della lingua? Per quel che posso dire, adesso credo che stia tentando di parlarmi.»
«Provero.» La voce di Nick fu assorbita, molto fievole, dai meccanismi della macchina; poi ci fu soltanto un incomprensibile scoppio di suoni, che andavano in maniera fantastica dai toni piu alti a quelli piu bassi. Era impossibile dire chi stesse parlando, e ancora meno che cosa si andasse dicendo, e Raeker si appoggio nervosamente allo schienale della sua poltrona.
«Non potrebbe venire usato l’apparato della macchina, per combattere?» La stridula voce del drommiano interruppe i suoi cupi pensieri.
«Verosimilmente, in altre circostanze,» replico Raeker. «Cosi come stiamo, e troppo distante. Deve avere notato i ritardi tra domande e risposte, quando io stavo parlando a Nick. Noi siamo in orbita intorno a Tenebra, a distanza sufficiente per consentirci di mantenere l’astronave al di sopra dello stesso punto; il giorno del pianeta misura all’incirca quattro giorni terrestri, e questo ci costringe a stare a centosessanta miglia di distanza. Un ritardo di circa due secondi nei riflessi renderebbe la macchina un combattente piuttosto sprovveduto.»
«Naturalmente. Avrei dovuto capirlo. Devo chiederle scusa, se le faccio perdere tempo e l’ho interrotta in quella che mi pare davvero una spiacevole occasione.»
Raeker, con uno sforzo, distolse la sua mente dalla scena che si svolgeva cosi lontano, e si rivolse al drommiano.
«Temo che le scuse debbano essere di mia spettanza,» disse. «Sapevo che lei stava arrivando, e perche; avrei dovuto almeno incaricare qualcuno di fare gli onori di casa, se non ero io in grado di farlo. La mia unica scusa e lo stato di emergenza che lei vede. La prego di permettermi di fare ammenda ora, mettendomi a sua disposizione. Penso che lei abbia piacere di visitare la
«Ma neppure per sogno. Non la distoglierei da questa sala, e proprio in questo momento, per nulla al mondo. E poi, la nave, in se stessa, e di nessun interesse confrontata al vostro affascinante progetto per il pianeta, e lei puo spiegarci questo anche qui, mentre lei attende la risposta del suo agente, come in qualsiasi altro luogo. Ho saputo che la sua macchina e rimasta sul pianeta per lungo tempo; forse lei potrebbe dirmi qualcosa su come ha fatto a reclutare i suoi agenti locali. Probabilmente mio figlio gradirebbe di fare una visita all’astronave, se qualcun altro potra venire sottratto ai suoi compiti.»
«Certamente. Non avevo capito che si trattava di suo figlio; il messaggio che annunciava la sua visita non ne aveva fatto menzione, e io ho immaginato che si trattasse di un suo assistente.»
«E tutto perfettamente a posto. Figlio, ti presento il professor Helven Raeker; professor Raeker, le presento Aminadorneldo.»
«Sono felicissimo di conoscerla, signore,» fece in tono flautato il giovane drommiano.
«Il piacere e mio. Se vorra attendere un istante, faro venire un uomo il quale le mostrera la
«Grazie, preferirei visitare l’astronave.»
Raeker annui, e aspetto in silenzio per qualche minuto. Aveva gia schiacciato il bottone che avrebbe fatto accorrere nell’osservatorio un membro dell’equipaggio. Si domando per quale motivo il giovane fosse col padre; presumibilmente, serviva a qualche scopo. Sarebbe stato piu semplice parlare senza di lui, pero, dato che i due erano virtualmente uguali agli occhi di Raeker, e sarebbe stato alquanto imbarazzante confonderli. Erano entrambi dei giganti, dal punto di vista umano; eretti sugli arti posteriori… abitudine del tutto innaturale per essi… sarebbero stati alti per lo meno dieci piedi. Il loro aspetto generale era quello di una donnola… o meglio, di una lontra, dato che le dita sottili che sormontavano i loro dieci arti erano palmate. Gli arti erano corti e possenti, e i primi quattro arti erano uniti solo da sottili membrane… un’evoluzione perfettamente naturale per una razza di anfibi intelligenti che vivevano su di un pianeta la cui forza di gravita era di quattro volte superiore a quella della Terra. Entrambi indossavano delle cinghie che sostenevano gruppi di piccole bombole di gas, collegate agli angoli della loro bocca in maniera poco appariscente da sottili tubi; erano abituati a una pressione parziale di ossigeno superiore di un terzo a quella abituale agli esseri umani. Erano glabri, ma qualcosa sulla loro pelle dava l’impressione di trovarsi di fronte a delle foche appena uscite dall’acqua.
Erano entrambi distesi in un’indescrivibile posizione di riposo sul pavimento, e tenevano sollevata la testa quel tanto che bastava a distinguere chiaramente quello che accadeva sugli schermi. Quando la porta si apri e l’uomo dell’equipaggio entro, uno di essi si alzo in piedi con un movimento fluido e, fatte le presentazioni, segui l’uomo fuori dall’osservatorio. Raeker noto che camminava su tutti e dieci gli arti, anche quelli le cui membrane erano modificate in modo da renderli prensili, sebbene la «gravita» centrifugale della
«Lei voleva sapere dei nostri agenti locali,» comincio a dire. «In un certo senso, non c’e poi molto da dire. La maggiore difficolta e stata quella di entrare in contatto con la superficie, davvero. La macchina che si trova laggiu rappresenta un autentico e grande trionfo della tecnica; l’ambiente e vicino alla temperatura critica dell’acqua, con una pressione atmosferica ottocento volte superiore a quella della Terra. Dato che perfino il quarzo si dissolve con un’ammirevole sollecitudine in queste condizioni, c’e voluto un bel po’ di tempo per progettare delle macchine capaci di sopportarle. E finalmente ci riuscimmo; quella macchina si trova laggiu da non meno di sedici dei nostri anni. Io sono un biologo, e non posso esserle di grande aiuto per quanto riguarda la parte tecnica; se la cosa le interessa, a bordo si trovano dei tecnici ben piu qualificati di me, che potranno fornirle ogni spiegazione.
«Mandammo giu la macchina, passammo circa un anno in esplorazioni, e finalmente scoprimmo degli indigeni apparentemente intelligenti. Scoprimmo che si trattava di ovipari, e riuscimmo a impadronirci di alcune delle uova. I nostri agenti locali sono stati quelli che sono nati dalla covata «rapita»; e da quando sono usciti dall’uovo, li abbiamo educati. E adesso, proprio quando cominciamo a servirci di loro per compiere delle vere e proprie esplorazioni, va proprio ad accadere tutto questo.» Indico lo schermo, dove il mastodontico Veloce aveva interrotto la sua osservazione della macchina, e pareva in ascolto; forse Nick otteneva qualcosa con il suo discorso.
«Se siete riusciti a far durare tanto una macchina in quell’ambiente, sarei portato a concludere che siete in grado di costruire qualcosa capace di portarvi giu di persona,» disse il drommiano.
Raeker sorrise.
«Lei ha ragione, ed e questo che rende la situazione attuale ancor piu spiacevole. Abbiamo una macchina di questo tipo pronta a discendere; tra pochi giorni eravamo certi di poter iniziare una collaborazione diretta con i nostri amici di sotto.»
«Davvero? Avrei detto che per la progettazione e la costruzione sarebbero stati necessari molti anni.»
«Cosi e stato. Il problema principale non era quello di scendere; lo abbiamo risolto brillantemente con dei paracadute, facendo scendere la macchina. Il problema e di tornare indietro.»
«E perche questo dovrebbe essere particolarmente difficile? La gravita in superficie, a quanto mi dicono, e minore di quella del mio pianeta natale, e perfino i gradienti di potenza dovrebbero essere inferiori. Qualsiasi razzo potrebbe partire tranquillamente.»
«Si, se funzionasse. Sfortunatamente, il razzo capace di sollevare il suo carico contro ottocento atmosfere non e stato ancora costruito. Gli elementi si dissociano… perche la pressione e troppo forte.»
Il drommiano parve alquanto stupito per un istante, poi annui, in modo incredibilmente umano.
«Ma certo. Avrei dovuto immaginarlo. Ricordo che i razzi sono molto piu efficienti sul suo pianeta che sul mio. Ma come avete risolto cio? Un tipo di reattore radicalmente nuovo?»
«Niente di nuovo; tutto quello che abbiamo costruito e vecchio di secoli. Fondamentalmente, e un apparecchio usato molti secoli or sono per le esplorazioni delle profondita oceaniche, sul mio pianeta natale… lo chiamiamo batiscafo. Per i fini pratici, e un pallone dirigibile. Potrei descriverlo, ma sara meglio che lei…»
«Maestro!» Una voce che perfino Aminadabarlee di Dromm pote riconoscere come quella di Nick usci dallo schermo. Raeker si volto di scatto, e schiaccio il pulsante del microfono.
«Si, Nick? Cosa risponde Veloce?»
«In pratica, no. Non vuole avere niente a che fare con nessuno di questo villaggio, all’infuori di te.»
«Non gli hai illustrato il problema della lingua?»
«Si, ma lui dice che se io sono stato capace di imparare le sue parole, tu, che sei il mio maestro sarai capace di impararle ancor piu rapidamente. Cosi non dovra dipendere da persone di cui non si fida per ottenere delle risposte da te. Spero che abbia ragione. Intende lasciarci qui, ma tu dovrai andare con lui.»