coordinate del mondo burattinaio. Sono sicuro che l’informazione ti sorprendera piu di quel che ti aspetti. — Il burattinaio si guardo attentamente negli occhi. Poi si riscosse da quella strana posizione. — Voglio attirare la tua attenzione sulle quattro proiezioni coniche…

— Boh! — Louis aveva gia notato i coni con le aperture rivolte verso l’interno della cabina. — Sarebbero questi i motori a fusione?

— Esatto. Come vedrai, questa sfera funziona come una nave spinta da propulsori a non-reazione, ad eccezione del fatto che all’interno non esiste gravita. I nostri disegnatori avevano poco spazio da sfruttare. Quanto al funzionamento del cambio nell’iperspazio al II quantum, voglio metterti in guardia su…

— Ho un’arma allungabile — usci fuori a dire Speaker. — Vi consiglio la calma.

Ci volle un momento prima che gli altri comprendessero il significato di quelle parole. Louis si volto, evitando movimenti repentini.

Lo kzin stava in piedi contro la parete curva. In un pugno teneva un oggetto simile all’impugnatura di una corda per saltare. A tre metri dall’impugnatura, che lo kzin reggeva all’altezza degli occhi, brillava una pallina incandescente. Il filo metallico che univa la palla all’impugnatura era troppo sottile per essere visibile, ma Louis non dubitava della sua esistenza. Protetto e teso da un campo statico Slaver, il filo poteva tagliare i metalli compreso quello del sedile di Louis. E lo kzin aveva scelto la posizione ideale per colpire gli altri in qualunque punto della cabina si trovassero.

Ai piedi dello kzin, Louis scorse un quarto di carcassa alien, non bene identificata, che era stata squartata e, naturalmente, spolpata.

— Avrei preferito un’arma piu misericordiosa — fece Speaker. — L’ideale sarebbe stato un tramortitore, ma non ho avuto il tempo di procurarmene uno. Louis, tira via le mani dai controlli e mettile dietro lo schienale.

Louis obbedi. Aveva pensato di approfittare della gravita. Ma se ci avesse provato, lo kzin lo avrebbe tagliato in due.

— Adesso, se state calmi, vi dico le mie intenzioni.

Louis stava calcolando le probabilita. La sfera incandescente serviva a indicare a Speaker l’estremita del filo invisibile. Ma se Louis fosse riuscito ad afferrare l’estremita del filo senza rimetterci le dita…

No. La sfera era troppo piccola.

— Mi sembra che i miei motivi siano evidenti — rispose Speaker. I segni neri intorno agli occhi lo facevano somigliare a un bandito dei cartoni animati. Lo kzin non era ne troppo teso ne troppo rilassato: — Ho l’intenzione di dare al mio mondo il monopolio della Long Shot. Sul suo modello costruiremo altre astronavi che ci daranno la superiorita nella prossima guerra tra gli Uomini e gli Kzin, purche gli uomini non abbiano anche loro il disegno della Long Shot. Vi basta?

— Non ti dovresti preoccupare della nostra destinazione? — osservo Louis in tono sarcastico.

— Non mi preoccupo. — La domanda non aveva fatto presa. Come poteva uno kzin rilevare il sarcasmo? — Spogliatevi, cosi saro sicuro che siete disarmati. Poi, ordinero al burattinaio di indossare la tuta pressurizzata. Ci imbarcheremo noi due sulla Long Shot. Louis e Teela rimarranno qui. Prendero i loro abiti, i bagagli e le tute. Rendero questa nave inservibile. Gli Outsiders, incuriositi dal fatto che non siete ritornati sulla Terra, verranno in vostro aiuto prima che il sistema di sopravvivenza si esaurisca. Ci siamo capiti?

Louis Wu si sentiva calmo e pronto ad approfittare del primo passo falso dello kzin… Osservo Teela Brown con la coda dell’occhio e si accorse che qualcosa di orribile stava per accadere. Teela si apprestava a balzare sullo kzin.

Speaker l’avrebbe tagliata in due.

Louis voleva fare la prima mossa.

— Non fare pazzie, Louis. Alzati lentamente e mettiti contro la parete. Sarei il primo… aaaah…

La frase di Speaker si perse in un lamento.

Louis si trattenne, colto di sorpresa da qualcosa che non riusciva a capire.

Speaker tiro indietro il testone arancio emettendo uno stridulo miagolio: uno strillo supersonico. Getto via l’arma, allargando le zampe come per abbracciare l’universo. Il filo tagliente della sua arma-variabile taglio di netto un serbatoio come se fosse stato di burro, e l’acqua comincio a riversarsi nella cabina. Speaker non se ne accorse neppure. Non vedeva e non sentiva piu.

— Prendi l’arma — disse Nessus.

Louis si avvicino con cautela, pronto ad abbassarsi di scatto nel caso che l’arma colpisse nella sua direzione. Lo kzin la faceva dondolare quasi con gentilezza. Louis gliela tolse senza fatica. Premette di pulsante e la palla rossa si ritrasse fino all’impugnatura.

— Tienila — disse Nessus. Afferro con le mandibole l’arma di Speaker e fece sdraiare lo kzin sul sedile di emergenza. Speaker non oppose resistenza: il suo sguardo si perdeva nel vuoto e il viso esprimeva una calma infinita.

— Che e successo? Cosa gli hai fatto?

Speaker, rilassato, fissava lontano facendo le fusa.

— Sta’ attento — disse Nessus. Si allontano con cautela dal sedile sul quale era disteso lo kzin, mantenendo le due teste rigide, sempre puntate verso Speaker, e senza lasciarlo mai con gli occhi.

Improvvisamente lo sguardo dello kzin si rimise a fuoco spostandosi poi da Louis a Teela, da Teela a Nessus. Speaker emise un sordo brontolio lamentoso e si drizzo a sedere riprendendo di colpo a parlare in lingua universale.

— Molto, molto piacevole. Vorrei… — Tronco la frase e poi ricomincio da capo. — Qualunque cosa tu abbia fatto — disse rivolgendosi al burattinaio, — non riprovarci.

— Ti avevo giudicato un raffinato — gli rispose Nessus. — Ero nel giusto. Soltanto un raffinato ha paura di un tasp.

— Oh! — esclamo Teela.

E Louis: — Un tasp? — disse.

Il burattinaio si rivolse a Speaker-agli-Animali: — Usero il tasp ogni volta che mi costringerai a farlo. Se mi renderai le cose difficili, sarai succubo del tasp. Finche sara chirurgicamente inserito nel mio corpo, sarai costretto a uccidermi per potertene impossessare. Ma il tasp ti incastrera ugualmente.

— Molto astuto — disse Speaker. — Tattica brillante, anche se poco ortodossa. Non ti daro piu fastidio.

— Maledizione! Qualcuno vuole spiegarmi che diavoleria e un tasp?

L’ignoranza di Louis sembro sorprendere tutti. Fu Teela a rispondere: — Colpisce il centro del piacere del cervello.

— A distanza?

— Certo. Agisce proprio come una piccola scossa elettrica.

— Sei mai stata colpita da un tasp? Non che siano affari miei, naturalmente.

Lei sorrise davanti a tanta delicatezza. — Si, so che cosa si prova. Un attimo di… be’, non so trovare la descrizione adatta. Ma non si puo usare il tasp su se stessi. Serve solo contro chi non se lo aspetta. La polizia gira nei parchi per pescare i tasp-amatori.

— I vostri tasp — preciso Nessus, — inducono una corrente inferiore al minuto secondo. Il mio e di circa dieci secondi.

L’effetto su Speaker doveva essere stato formidabile. Tuttavia Louis intuiva che ci doveva essere sotto qualcos’altro. — Oh, oh! Questa e bella! Solo un burattinaio poteva circolare con un’arma che benefica i nemici.

— Pero solo un raffinato come me poteva spaventarsi di fronte al piacere! Il burattinaio ha perfettamente ragione — disse Speaker. — Non si arrischierebbe a usare di nuovo il tasp. Mi piacerebbe tanto da trasformarmi in uno schiavo volontario. Io, uno kzin, schiavo di un erbivoro!

— Saliamo sulla Long Shot - disse Nessus con aria maestosa. — Abbiamo perso troppo tempo con le trivialita.

Louis fu il primo a salire.

Sentiva una gran voglia di fare qualche passo di danza sulla superficie rocciosa di Nereide. Non se ne sorprese. Sapeva come muoversi quando si trovava in un ambiente di bassa gravita. Il suo cervelietto gli suggeriva che, una volta messo piede nella camera di equilibrio della Long Shot, la gravita avrebbe subito una variazione. La gravita, invece, c’era e Louis incespico. Per poco non cadde.

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