— Qualcuno lo troverai. Devi trovarlo.

— Me lo auguro! Che cosa devo fare? Non posso mettermi in viaggio con tre alien su una nave sperimentale progettata per un unico pilota! Sarebbe una pazzia.

— Nessus, che cosa e che ti prude, in realta? Questo viaggio era un’idea tua!

— Non e vero. E un ordine di Coloro-che-governano.

— C’e qualcosa che ti spaventa a morte. Voglio sapere di che si tratta. Cosa hai scoperto? Sai veramente tutto su questo viaggio? Che cosa e cambiato da quando eri pronto a insultare quattro kzin in un pubblico ristorante? Ehi! Calma! Non prendertela!

Il burattinaio aveva ripiegato le teste e i colli tra le gambe anteriori raggomitolandosi in se stesso sino a diventare una palla.

— Andiamo — disse Louis. — Vieni fuori di li.

Passo con gentilezza le mani dietro ai colli del burattinaio… sulle parti ancora visibili. Il burattinaio rabbrividi. La sua pelle era morbida, come pelle di camoscio, e gradevole al tatto.

— Esci di li. Non c’e niente che ti possa fare del male. Io proteggo i miei ospiti.

Da sotto il ventre del burattinaio arrivo un gemito soffocato.

— Dovevo essere impazzito. Impazzito! Ho davvero insultato quattro kzin?

— E meglio che tu esca. Sei al sicuro, qui. — Una testa fece capolino dal rifugio: — Erano quattro gli kzin? Non tre?

— Ho sbagliato io. Erano tre.

— Perdonami, Louis. — Il burattinaio tiro fuori l’altra testa quanto bastava per scoprire un occhio. — Il mio attacco di pazzia e finito. Sono nella fase depressiva del mio ciclo.

— Posso fare qualcosa per te? — Louis pensava alle conseguenze che ne sarebbero derivate se, nel momento cruciale, Nessus fosse incocciato nella fase sbagliata del suo ciclo.

— Aspettiamo che mi passi. Sono in grado di proteggermi da solo. Non permettero che le mie crisi influenzino la mia capacita di giudizio.

— Povero Nessus. Sei certo di non aver avuto qualche spiacevole notizia?

— E sufficiente quello che so per spaventare qualunque mente sana.

Il burattinaio si alzo barcollando leggermente. — Ho incontrato Teela Brown. Credevo che se ne fosse andata.

— Le ho chiesto di rimanere fino a quando non avessimo trovato il quarto membro dell’equipaggio.

— Perche?

Era la stessa domanda che Louis si era posto. Doveva aver qualcosa a che fare con Paula Cherenkov. Dal tempo in cui l’aveva frequentata, Louis era troppo cambiato; e non era il tipo di uomo capace di plasmare a forza una donna sul modello di un’altra.

Le piattaforme per dormire erano disegnate per due persone, non per una sola. C’erano altre ragazze invitate al suo party… non carine come Teela. Com’era possibile che il vecchio, saggio Louis si lasciasse ancora prendere al laccio dalla sola bellezza?

In quegli enigmatici occhi d’argento c’era qualcosa di piu della bellezza. Qualcosa di molto piu complesso.

— A scopo di fornicazione — disse Louis Wu. Poi gli venne in mente che stava parlando con un alien che non avrebbe capito certe complicazioni. Si rese conto che il burattinaio stava ancora tremando e aggiunse:

— Andiamo nel mio ufficio. E al riparo della collina. Non c’e pericolo di meteore.

Quando il burattinaio se ne ando, Louis cerco di Teela. La trovo nella libreria, allo schermo di lettura, mentre faceva scattare le immagini con una frequenza eccessiva anche per un lettore velocissimo.

— Salve — le disse. Lei blocco un fotogramma e si volto. — Come sta il tuo amico a due teste?

— Spaventato. Sono esausto. Ho giocato allo psichiatra con un burattinaio di Pierson.

Teela si animo di colpo. — Parlami della loro vita sessuale.

— So che Nessus non puo procreare. Lui se ne fa un cruccio. Ma credo che potrebbe farlo se non vi fossero leggi contrarie. A parte cio, Nessus ha lasciato cadere l’argomento. Mi dispiace.

— Be’, di che cosa avete parlato?

Louis fece un gesto noncurante: — Trecento anni di traumi. Questo e stato il periodo di permanenza di Nessus nello spazio umano. A malapena ricorda il suo pianeta. Ho l’impressione che sia vissuto nella paura per trecento anni. — Louis si sprofondo in una poltrona-massaggiatrice. Lo sforzo compiuto per simpatizzare con un alien gli aveva svuotato la mente, esaurendo la sua capacita di immaginazione. Fisso la ragazza: — Che cosa stai leggendo?

— L’esplosione del Nucleo. — Teela indico lo schermo di lettura.

C’era un agglomerato di stelle, riunite a mazzi e a grappoli, tanto fitte da nascondere il fondo nero dello spazio. Ma non poteva essere un compatto agglomeramento di stelle. I telescopi non potevano arrivare cosi lontano, e tanto meno un normale mezzo spaziale.

Era il centro galattico, distante cinquemila anni-luce, un impenetrabile ammasso di stelle sull’asse del vortice galattico. Duecento anni prima un uomo aveva raggiunto quella distanza su una nave sperimentale costruita per i burattinai. Lo schermo rivelava stelle rosse, verdi e azzurre in una sovrimpressione nella quale quelle rosse apparivano piu grandi e piu luminose. Al centro dell’immagine si notava un’abbagliante macchia bianca a forma di grossa virgola; e, all’interno della virgola, linee e zone d’ombra risaltavano ancora di piu delle stelle esterne.

— Ecco perche vuoi la nave del burattinaio — disse Teela.

— Le stelle sono troppo vicine le une alle altre — rispose Louis. — Nel centro della Galassia, hanno tra di loro una distanza media di mezzo anno-luce. Nei pressi del Nucleo sono ancora piu vicine. Tanto vicine da riscaldarsi a vicenda. Diventando piu calde, bruciano prima, e invecchiano piu rapidamente. Tutte le stelle del Nucleo dovevano essere tanto vicine da diventare delle Novae, diecimila anni fa. Quella macchia bianca e una Supernova. Se vuoi, puoi leggere la formula matematica facendo scorrere avanti il nastro.

— No, grazie — rispose lei. — Immagino che adesso sia tutto finito!

— Boh! E una vecchia luce quella che stai guardando, sebbene non abbia ancora raggiunto questa parte della Galassia. La reazione a catena deve essersi conclusa diecimila anni fa.

— Ma allora perche tanta eccitazione?

— Per le radiazioni. Particelle di ogni genere. — La poltrona-massaggiatrice cominciava a rilassarlo; si sprofondo ancora di piu lasciandosi massaggiare i muscoli dai movimenti azionati a onde alternate. — Guarda da questa parte. Lo spazio conosciuto e una bollicina di stelle distante trentamila anni-luce dall’asse della Galassia. Le Novae hanno cominciato a esplodere piu di diecimila anni fa. Questo significa che l’onda d’urto dell’esplosione arrivera qui fra circa ventimila anni. Hai capito?

— Certo.

— E la radiazione sub-nucleare proveniente da un milione di Novae arriva subito dopo l’onda d’urto. Tra ventimila anni dovremo evacuare ogni mondo di cui si e sentito parlare.

— Questo accadra fra molto tempo. Se partissimo adesso ci sarebbe facile fare il viaggio con le navi che abbiamo.

— Tu non ragioni. Alla velocita di un anno-luce ogni tre giorni, una delle nostre navi impiegherebbe circa seicento anni per arrivare alla Nebulosa di Magellano.

— Potrebbero approdare per rifornirsi di cibo e di aria… ogni anno o quasi.

Louis si mise a ridere. — E tu provati a persuadere qualcuno a farlo. Sai che penso? Quando la luce proveniente dall’esplosione del Nucleo comincera a brillare tra le nubi di polvere, tutti gli abitanti dello spazio umano si spaventeranno. E avranno un secolo di tempo per fuggire.

— E l’idea dei burattinai?

— Era giusta. Hanno inviato un uomo al Nucleo, sotto forma di trovata pubblicitaria, perche avevano bisogno dei finanziamenti per le loro ricerche. L’uomo ha trasmesso fotografie come questa. Prima che lui atterrasse, i burattinai avevano preso la fuga; non esisteva piu un burattinaio in tutti i mondi umani. Noi non vogliamo agire cosi. Aspetteremo ancora, e quando decideremo di muoverci potremo imbarcare sulle navi trilioni di esseri intelligenti per trasportarli al di la della Galassia. Avremo bisogno di navi piu grandi e piu veloci. Dobbiamo partire col burattinaio adesso, in modo da cominciare a perfezionare adesso i nostri veicoli spaziali.

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