se la sofferenza fosse parte integrante del processo della conoscenza. Il che era anche probabile.
No, in Teela si notava un’insufficienza di trasporto contemplativo, una incapacita di sentire le sofferenze altrui…
Eppure era capace di intuire il piacere dell’altro e di corrispondergli creando piacere a sua volta. Era un’amante meravigliosa: bella da far male, quasi nuova all’arte dell’amore, sensuale come una gatta e incredibilmente libera da complessi inibitori… Doti che certamente non le davano la qualifica di esploratrice.
Teela aveva avuto una vita vuota e felice. Non si era mai trovata in una situazione veramente difficile, ne aveva mai sofferto. Se avessero dovuto affrontare una situazione di emergenza, probabilmente si sarebbe lasciata sopraffare dal panico.
— Ma me la sono presa io per amante — disse tra se Louis. — Accidenti a Nessus! — Se un giorno Teela si fosse trovata in difficolta, Nessus l’avrebbe respinta come si fa con gli iettatori!
Era stato un errore portarla. Era una responsabilita che lo costringeva a sprecare troppo tempo per proteggerla invece di difendere se stesso.
Quali situazioni pericolose stavano per affrontare? I burattinai erano buoni affaristi. Non pagavano mai piu del dovuto. La
— Basta per oggi — si disse.
E ritorno al suo posto di guida. Fece un sonnellino di un’ora sotto l’azione dell’apparecchio soporifero. Quando si risveglio, corresse la rotta e punto di nuovo verso il Punto Cieco.
Le coordinate del burattinaio delimitavano una piccola sezione quadrata. A quella distanza dal Sole circoscrivevano un cubo con i lati lunghi mezzo anno-luce. Forse in un punto di quel cubo viaggiava una flotta di navi. Se gli strumenti non lo avevano ingannato anche Louis Wu e la sua astronave dovevano trovarsi entro quello spazio.
Dietro a lui, in lontananza, un grappolo di stelle si estendeva su una distanza di settanta anni-luce. Lo spazio conosciuto era piccolo e molto lontano.
Niente indicava la presenza della flotta. Non sapeva nemmeno che cosa doveva localizzare. Ando a svegliare Nessus.
Ancorato con i denti a una spalliera per gli esercizi fisici, Nessus fece capolino al di sopra della spalla di Louis. — Ho bisogno di certe stelle come punto di riferimento. Centra quel gigante bianco-verde, e proiettalo sullo schermoscopio…
La cabina di pilotaggio sembrava affollata. Louis si chino sul quadro degli strumenti per proteggere i pulsanti dagli zoccoli negligenti del burattinaio.
— Spettroanalisi… Si. Ora il blu e il giallo s’incrociano alle due…
— Ho i miei rilevamenti. Sposta a 348,72.
— Nessus, che cosa stiamo cercando, con esattezza? Le fiamme della fusione? No, voi utilizzate i propellenti.
— Usa lo schermoscopio. Quando lo vedrai, capirai.
Sullo schermoscopio apparve una spruzzata di stelle sconosciute. Louis aumento l’ingrandimento finche… — Cinque puntini disposti a pentagono regolare. Esatto?
— Ecco la nostra destinazione.
— Bene. Fammi controllare la distanza… Maledizione! Ci deve essere un errore, Nessus. Sono troppo lontane.
Nessun commento.
— Be’, non possono essere navi anche se il distanziometro non funziona. La flotta dei burattinai dovrebbe spostarsi a una velocita di poco inferiore a quella della luce. Si noterebbe lo spostamento.
Cinque stupide stelle in un pentagono di forma regolare. Distanti un quinto di anno-luce e assolutamente invisibili a occhio nudo. Nell’ingrandimento potevano anche essere pianeti a grandezza naturale. Una stella appariva di un azzurro piu pallido, un po’ meno vivida delle altre.
Una Rosetta di Kempler. Veramente strano.
Prendete tre o piu masse uguali. Situatele sulle punte di un poligono equilatero e date loro un’eguale velocita rispetto al loro centro di massa.
La forma assume un equilibrio stabile. Le orbite delle masse possono essere circolari o ellittiche. Al centro della forma puo essere situata un’altra massa; oppure puo essere vuoto. Non ha importanza. La forma e stabile. Ma non era facile che cinque masse cadessero per pura combinazione all’interno di una Rosetta di Kempler.
— E pazzesco — mormoro Louis. — E qualcosa di unico. Nessuno ha mai trovato una Rosetta di Kempler… — La fece scomparire dallo schermo.
Lassu, tra le stelle, che cosa poteva illuminare quegli oggetti?
— Ah, no — esclamo Louis Wu. — Non riuscirai mai a farmelo credere. Mi prendi proprio per un idiota?
— Che cosa non vuoi credere?
— Sai benissimo a cosa penso!
— Come ti pare. Quella e la nostra destinazione, Louis. Se ci porterai la, una nave si affianchera a noi, uniformando la sua velocita alla nostra…
La nave dell’appuntamento era uno scafo n. 3, un cilindro con i terminali arrotondati e la pancia laminata, senza finestrini e dipinta in rosa violento. Non si notavano aperture per i motori che dovevano essere del tipo a non-reazione, propulsori come quelli usati dagli umani o forse qualcosa di piu progredito.
Per ordine di Nessus, Louis aveva aspettato che l’altra nave completasse le manovre. Se la
Sbarcare era un problema. Non c’era abbastanza spazio per liberare l’equipaggio, tutto insieme, dal campo statico. E, fatto piu importante ancora, quella era l’ultima occasione per Speaker di impossessarsi della nave.
— Non credi che obbedira al mio tasp, Louis?
— No. Penso che affrontera il rischio di un’altra scossa al momento di rubare la nave. Ti dico io cosa si potrebbe fare…
Disinnescarono il quadro-strumenti dai motori della
Louis tenne d’occhio il burattinaio mentre si inoltrava nel tunnel. Nessus portava con se la tuta pressurizzata di Speaker. Teneva gli occhi serrati. Ed era un peccato, perche la vista era stupenda.
— Caduta libera — disse Teela quando Louis le apri la calotta del sedile. — Non mi sento troppo bene. Guidami tu, per favore. Che cosa sta succedendo? Siamo arrivati?
Louis le narro alcuni particolari mentre la conduceva verso la camera di equilibrio. Lei ascoltava, ma Louis immagino che tutta la sua attenzione fosse concentrata sulla bocca del suo stomaco. Aveva l’aria di essere in preda a un acuto malessere. — Sull’altra nave troverai la gravita — le disse.
Gli occhi di lei si posarono sulla Rosetta che Louis le stava indicando. Adesso era visibile a occhio nudo. Lei lo guardo con aria interrogativa; quel movimento le diede un giramento di testa e Louis vide l’espressione del suo viso mutare, un attimo prima che lei si infilasse nella camera di equilibrio.
Le Rosette di Kempler erano una cosa, ma il mal di caduta libera era qualcosa di molto diverso. Louis la osservo attentamente mentre si allontanava verso le stelle sconosciute.
La
Difficilmente avrebbe visto uno scenario piu bello.