Tanto tempo prima Louis Wu si era arrestato sul vuoto confine dei Mount Lookitthat. Su quel mondo, il Fiume della Lunga Cascata sbocca nella cascata piu grandiosa esistente nello spazio conosciuto. Louis, aguzzando la vista attraverso la vuota foschia, ne aveva seguito il percorso sino al punto in cui precipitava. Il biancore informe del vuoto aveva attanagliato la sua mente, e Louis Wu, semi-ipnotizzato, aveva giurato di vivere per sempre. Come avrebbe potuto vedere, altrimenti, ogni cosa esistente nell’universo?
Adesso riconfermo dentro di se la decisione di allora. Il mondo dei burattinai gli si parava dinanzi agli occhi.
— Mi sento intimidito — disse Speaker. Sbatteva nervosamente la coda nuda e rosa, sebbene il viso peloso e la sua voce ringhiosa non lasciassero trasparire la minima emozione. — La vostra mancanza di coraggio meritava il nostro disprezzo, Nessus, ma il nostro disprezzo ci rendeva ciechi. Siete veramente pericolosi. Se ci aveste veramente temuti, la nostra stirpe sarebbe gia finita per mano vostra. Possedete un potere spaventoso. Non saremmo stati in grado di fermarvi.
— Uno kzin non puo spaventarsi di fronte a un erbivoro.
Nessus non aveva pronunciato quelle parole in senso ironico, ma Speaker reagi con rabbia. — Quale essere sensato non tremerebbe di fronte a un potere simile?
— Tu mi preoccupi. La paura e sorella dell’odio. Ci si aspetta sempre che uno kzin attacchi chi teme.
La conversazione stava prendendo una piega pericolosa. Con il peso di milioni di miglia sulle spalle, percorsi sulla
— Ehi ragazzi! — esclamo Teela. — Parlatemi ancora un po’ della Rosetta di Kempler.
I due alien parlarono contemporaneamente. Louis si chiedeva perche diavolo avesse pensato che Teela era un tipo superficiale.
IL NASTRO DI NATALE
Sotto di loro s’intravedeva un’isoletta a forma di anguilla circondata da un mare nero. L’isola si ergeva come una salamandra e a Louis sembrava di poterne cogliere con le dita le alte costruzioni slanciate. Era evidente che gli alien non si fidavano della terraferma.
Come la nave perse quota, videro che le luci provenivano dai pannelli di luce solare lungo le strade, dalle finestre, dalle illuminazioni dei parchi. Per un ultimo istante, Louis vide le costruzioni slanciate come lame di stocco di un’altezza smisurata. Poi la citta si proietto contro di loro per inghiottirli e si trovarono a terra, in un parco enorme pieno di piante alien dai vivaci colori.
Nessuno si muoveva.
In tutto lo spazio conosciuto la specie dei burattinai era considerata una delle piu innocue. Erano troppo piccoli, troppo timidi e inoffensivi per apparire pericolosi. Erano semplicemente buffi.
Ma Nessus era ritornato improvvisamente a fare parte della sua razza; ed era una razza piu potente di quanto gli uomini avessero mai supposto.
Il burattinaio pazzo si sedette, tranquillo e silenzioso. Agitava i suoi colli avanti e indietro per osservare i suoi dipendenti. C’era poco da ridere. La sua specie spostava i mondi a cinque alla volta.
Cominciarono a seguire una luce azzurra che ondeggiava nell’aria, attraverso un giardino troppo regolare, troppo curato e simmetrico.
L’aria era impregnata dell’odore chimico-aromatico che era una caratteristica dei burattinai.
L’odore si infiltrava ovunque. Nella camera del sistema di sopravvivenza della nave, l’odore era prodotto artificialmente. Un trilione di burattinai aveva aromatizzato l’aria di quel mondo che avrebbe avuto quell’odore per l’eternita.
Nessus avanzava con passo danzante; i suoi zoccoletti artigliati sembravano sfiorare la superficie elastica della passeggiata. Lo kzin avanzava leggero come un gatto agitando ritmicamente la coda. I passi del burattinaio risuonavano come un tip-tap, mentre Speaker procedeva senza alcun rumore.
Anche Teela camminava leggera e silenziosa. La sua andatura aveva sempre un che di goffo, tuttavia non incespicava e non urtava mai niente.
Giunsero a una cupola splendente come una perla interrata a meta. La luce fluttuante che li aveva guidati si divise in due.
— Devo lasciarvi — disse Nessus. E Louis si accorse che il burattinaio era terrorizzato.
— Vado ad affrontare Coloro-che-governano. — Parlava in fretta, con tono furtivo. — Speaker, dimmi: se non dovessi ritornate, mi verresti a scovare per ammazzarmi a causa dell’insulto che ti ho fatto al Krushenko?
— C’e pericolo che tu non ritorni?
— Forse. Coloro-che-governano potrebbero non gradire affatto quanto avro da raccontare. Ti ripeto, mi daresti la caccia?
— Qui, in territorio alien, in mezzo a degli esseri dotati di un potere tremendo e molto scettici sugli scopi pacifici di uno kzin? — Speaker vibro un vigoroso colpo di coda. — No. Ma non proseguirei neppure la spedizione.
— Mi basta. — Nessus trotterello dietro la luce-guida. Tremava visibilmente.
— Di che cosa ha paura? — chiese Teela. — Ha eseguito gli ordini. Perche dovrebbero essere irritati con lui?
— Credo che stia tramando qualcosa — rispose Louis, — qualcosa di tortuoso.
La luce azzurra riprese la sua corsa. La seguirono fin dentro a una semisfera iridescente.
La cupola era sparita. Seduti su tre poltrone disposte a triangolo, i due umani e lo kzin rimasero a osservare l’avvicinarsi di uno strano burattinaio che si faceva strada in mezzo a una giungla di piante. La sfera era invisibile, oppure la scena del parco era una proiezione di immagini.
Lo strano personaggio si apri un varco attraverso una frangia di viticci scarlatti penzolanti nel vuoto (Louis si ricordo che in un primo momento aveva considerato Nessus una «cosa» neutra. A che punto della vicenda lo aveva promosso al grado di «lui»? Speaker invece era stato un «lui» sin dall’inizio). Il burattinaio si fermo dove avrebbe dovuto trovarsi la parete della sfera. La criniera d’argento era abilmente acconciata in riccioli complicati. Anche la voce di questo burattinaio possedeva il sensazionale timbro di contralto che distingueva la voce di Nessus.
— Vi prego di scusarmi se non vi ricevo di persona. Chiamatemi Chiron.
Era un’immagine proiettata, quindi. Louis e Teela mormorarono frasi di convenienza. Speaker mise in mostra i denti.
— Colui che chiamate Nessus e gia informato su quanto sta per apprendere. La sua presenza e richiesta altrove. Ha accennato alle vostre reazioni di fronte alla nostra capacita tecnica.
Mezza calotta si oscuro.
Per dispetto, era la parte di calotta situata di fronte alla proiezione del burattinaio. Louis trovo una leva che serviva a fare ruotare la sua poltrona ma, dopo un attimo di riflessione, si rese conto che per osservare tutti e due gli emisferi contemporaneamente avrebbe dovuto avere due teste con due paia di occhi indipendenti. Sulla parete oscura, un dischetto brillava contro lo sfondo dello spazio stellato.
Un disco circondato da un anello. Era un primo piano dell’olografia che Louis teneva ancora in tasca.
La sorgente di luce era di un bianco abbagliante, molto simile al Sole visto da Giove. L’anello aveva un diametro tanto largo da estendersi su tutto il lato oscuro della calotta, ma era basso, di poco piu largo della sorgente di luce situata al suo asse. Sul lato sinistro, l’anello era nero, e nei punti in cui si stagliava sullo sfondo luminoso i suoi contorni risaltavano netti. Dall’altro lato, invece, sembrava un nastro celeste teso nello spazio.
Anche se Louis era abituato ai miracoli, non era pero tanto blase da fare sciocche supposizioni a voce alta. Disse invece: — Sembra una stella con un anello intorno.
Chiron rispose senza rivelare la minima sorpresa: — Un anello di materia solida, un prodotto artificiale.
Teela Brown batte le mani scoppiando in una risatina che soffoco subito. Riusci ad assumere un’aria straordinariamente solenne; ma gli occhi le brillavano. Louis comprendeva i suoi sentimenti perche anche lui provava un briciolo della sua stessa gioia. L’astro circondato dall’anello era un giocattolo riservato a loro due: