cascata, qualsiasi parola d’amore o di scusa sarebbe stata inutile e grottesca. Pero poteva toccarla. E la tocco. Lei non si ritrasse. Abbasso il capo, e i capelli le nascosero di nuovo il viso.
Louis le indico la riva. Teela ebbe un cenno affermativo, e lo segui. Risalirono insieme, e si stesero presso il laghetto, rabbrividendo per il freddo, abbracciandosi. Si baciarono.
— Mi rincresce per quella risata — disse Louis. — Pero devi ammettere che era buffo pensare a quei vigliacchi di burattinai che pretendono di essere padroni dell’universo.
— Trattano le altre razze come bestiame. Non sono mai stata cosi avvilita.
— Il problema non riguarda solo te, ma tutta la specie umana.
— Che bisogno c’era di ridere? Io non ci vedo niente di comico.
Louis la bacio sulla bocca. I loro corpi nudi cominciavano ad assorbire il calore. Louis poso la guancia sulla spalla della ragazza:
— Dovrebbero chiamarsi burattini, non burattinai.
— Hai torto. Ci trattano come marionette.
— Be’, tutto quel che sono riusciti a fare, e di rendere qualche umano piu fortunato degli altri. In fondo l’umanita ha sempre avuto bisogno di fortuna.
Louis comincio a carezzare Teela, e lei si rilasso.
— Vorrei che la spedizione fosse di nuovo riunita — disse Louis un attimo dopo. Senti che la ragazza si era irrigidita. — L’idea non ti va?
— Lo odio. Lo odio! Ha prodotto i miei antenati come… come bestie! Speaker lo scaraventerebbe in cielo, se provasse ad avvicinarsi. E sarebbe giusto.
— Supponi che io convinca Speaker a lasciarlo ritornare tra noi.
— Ma perche vuoi convincerlo?
— Nessus e il proprietario della
— Che
— Stammi bene a sentire. Hai dichiarato che se i burattinai non avessero agito cosi nei confronti degli Kzin oggi saremmo tutti loro schiavi. E vero. Ma se non avessero interferito nelle Leggi della Fertilita non saresti nata neanche tu! Non vuoi perdonarli?
— No! — Teela rotolo allontanandosi da lui, e scivolo nell’acqua gelida. Louis la segui dopo una breve esitazione. Una gelida scossa… risali in superficie… Teela era tornata sotto la cascata, rivolta verso di lui con un sorriso invitante. Louis le si avvicino con lunghe bracciate.
— Erano stupidi discorsi — le grido. L’acqua era gelida. Teela rappresentava l’unica fonte di calore. Si inginocchiarono, abbracciandosi, sopra una roccia liscia semi-sommersa dall’acqua che fluiva. L’amore fu un mescolarsi di ondate calde e fredde. Era bello fare l’amore: non risolveva i problemi, ma li faceva dimenticare per qualche tempo.
Eppure, dopo l’ultimo bacio, Teela si era trasformata. Tornarono verso i volocicli, tenendosi per mano. Teela si fermo improvvisamente: — E va bene — disse, — fai pure avvicinare Nessus.
— Grazie — rispose Louis.
Era l’ora di mangiare un boccone. Anche Speaker ebbe la stessa idea: si avvicino al suo volociclo, e compose la cifra per una fetta di fegato caldo. Non era andato a caccia; forse aveva meditato. Il terrestre gli si avvicino:
— Ci hai ripensato?
— Sono sempre della stessa opinione. Sono offeso con Nessus e con tutti i burattinai. Se mi viene a tiro, lo distruggo.
— Io la penso in modo diverso. Forse dipende dal fatto che gli alien mi piacciono.
Un uomo dell’eta di Louis, se non avesse trovato il modo di svagarsi si sarebbe annoiato della vita. La compagnia di esseri diversi, stravaganti, buffi, ringhiosi, patetici o aggressivi, era una necessita di importanza vitale.
Ripartirono. Il cielo si era rannuvolato. Salirono verso la coltre color piombo, in direzione delle montagne.
— Ci troviamo in un mondo sconosciuto — disse Louis. — Abbiamo bisogno di tutte le nostre qualita: intuito, forza, intelligenza, furbizia…
Lo kzin lo interruppe: — Non ho bisogno dell’intelligenza di un burattinaio!
— Ma hai bisogno della
— Per interesse? Non e un motivo sufficiente. E io non intendo vendere il mio onore, come fai tu.
— Quale onore? La
— Sei bravissimo nell’inventare alibi — concluse bruscamente Speaker. E chiuse l’interfono. Louis impreco con se stesso: era stato abbastanza facile convincere Teela. Lo kzin era un osso duro. E non poteva fare l’amore con Speaker-agli-Animali, per ammansirlo!
Si allontanarono dalle montagne. Louis provo una punta di rimpianto per lo specchio d’acqua con la cascata, in mezzo alla foreste. Non l’avrebbero rivista mai piu.
Una scia seguiva i volocicli, un’irritante onda si formava dove le barriere soniche toccavano le nubi. Piu avanti, un solo particolare interrompeva l’orizzonte-infinito. Louis concluse che doveva essere una montagna o una tempesta. Aveva le dimensioni di una capocchia di spillo tenuta davanti agli occhi col braccio teso.
Fu Speaker a rompere il silenzio. — C’e una schiarita nella coltre di nubi, Louis. Avanti a noi, in direzione Spinward.
— La vedo.
— Voglio andare a controllare da vicino.
— Bene — disse Louis.
Segui con gli occhi il puntolino che rappresentava il volociclo di Speaker mentre virava pericolosamente. Alla velocita Mach 2, Speaker avrebbe a malapena visto il suolo di sfuggita…
Nell’interfono echeggio il miagolio dello kzin. Il puntino argenteo era diventato piu luminoso, e la faccia di Speaker risplendeva di luce bianca. Teneva gli occhi serrati e la bocca spalancata nell’urlo.
L’immagine si offusco. Speaker si riparava il viso con un braccio. Il suo pelo era fumante come sostanza carbonizzata. Il volociclo stava curvando per tornare indietro, mentre una luce abbagliante colpiva le nubi… come se un riflettore inseguisse lo kzin dal basso.
— Speaker! — chiamo Teela. — Ci vedi?
Speaker si scopri la faccia. Solo una larga striscia intorno agli occhi non era bruciacchiata. Su tutto il resto del corpo il pelo era scuro come cenere. Speaker apri gli occhi, li richiuse stretti e poi li riapri. — Sono cieco — disse.
— Si, ma
Louis noto appena la stranezza della domanda. Ma una parte di lui capto l’intonazione della voce della ragazza: l’ansieta e, oltre a quella, la sensazione che Speaker avesse dato una risposta errata e che sussistesse la speranza che le cose non fossero tanto gravi.
Non c’era tempo a Louis chiamo: — Speaker! Collega il tuo volociclo al mio. Dobbiamo metterci al riparo.
Speaker annaspo nervosamente sul cruscotto. — Fatto. Che razza di riparo, Louis? — La sofferenza affievoliva e alterava la sua voce.
— Dietro le montagne.
— No. Sarebbe perdita di tempo. So che cosa mi ha attaccato. Se non sbaglio, saremo al sicuro finche ci saranno coltri di nubi. Dovrai indagare.
— Ma tu hai bisogno di medicazioni.
— Sicuro che ne ho bisogno, prima pero devi trovarci un posto sicuro per atterrare. Scendi dove le nubi sono piu fitte.
Il suolo era una pianura ondulata. Non si vedevano le fondamenta dell’Anello, ma terra e vegetazione.
Louis perse quota lentamente, tenendo gli occhi socchiusi per evitare il riflesso abbagliante che veniva dalle nubi.