Louis sbuffo. — Questa e la risposta sbagliata. Potresti essere proprio tu la prima vittima del controllo della nascita retroattiva. Teela non mi rivolgera piu la parola.

— Non dovevi prenderla in giro.

— Lo so. Sai che cosa mi ferisce di piu? Non tanto la tua arroganza da vittima offesa, quanto il fatto che tu puoi prendere decisioni grandiose, e poi fare delle cose assolutamente stupide come, come…

— Teela ci puo sentire?

— No. Che tu sia maledetto! Sai cosa le hai fatto?

— Se sapevi che il suo Ego ne sarebbe rimasto scosso…

Louis emise un gemito. Aveva risolto un problema di concetto e lo aveva rivelato subito. Non gli era neanche saltato in mente di tenerlo segreto. Non rientrava nel suo ordine di idee.

— Hai pensato alla maniera di riunire la spedizione? — gli domando il burattinaio.

— Si — rispose Louis e chiuse l’interfono.

Lascio che il burattinaio ci pensasse un po’ su.

La terra si allontano ricolorandosi di verde.

Superarono un altro mare a forma trangolare. Le variazioni delle correnti dovevano averne completamente prosciugato le sorgenti. Risulto evidente che i canali serpeggianti che avevano formato il delta erano stati scavati dentro il terreno. Gli artefici del Mondo ad Anello non si erano limitati a lasciare che il fiume scavasse da se i suoi letti. E avevano ragione, perche il suolo dell’Anello non era abbastanza profondo. Ci voleva l’artificio.

INTERLUDIO CON I FIORI-SPECCHIO

Si sentiva come durante i suoi ritiri. Pilotare in solitudine, su un territorio mutevole e senza confini, era come vagare su una nave monoposto al di la delle stelle conosciute. Louis Wu era solo con l’universo. E l’universo era un balocco per Louis Wu. La domanda piu bruciante nasceva di nuovo: Louis Wu e ancora soddisfatto di se?

Aveva quasi scordato gli altri volocicli. Sobbalzo quando la faccia pelosa dello kzin si materializzo nel video.

— Sei stanco — disse Speaker. — Vuoi che piloti io?

— Vorrei scendere a terra. Sono rattrappito.

— Allora scendi. Sei tu ai controlli.

— Non voglio imporre a nessuno la mia compagnia.

— Teela Brown ti evita, vero? Condivido la sua umiliazione. Il mangia-erba ha svergognato anche me.

— Cose vecchie, Speaker. Roba passata.

— Vorrei restare solo.

— No, aspetta. Non chiudere. Hai notato quelle zone aride, verso Port?

— Si. Un’erosione spaventosa. Chissa quanto tempo fa e cominciata. Come puo decadere una civilta di queste dimensioni?

— Non lo so. Nemmeno i burattinai hanno mai raggiunto il livello tecnico di questo mondo. Come possiamo indovinare che cosa li ha riportati al livello della clava?

— Dobbiamo sapere qualcosa di piu sugli indigeni — disse Speaker-agli-Animali. — Abbiamo capito soltanto che non potremo mai spostare la Liar. E necessario trovare aiuto.

Era proprio la breccia che Louis sperava di trovare.

— Quanto a questo ho qualche idea, un modo pratico per prendere contatto con i nativi. Prima di discuterne vorrei atterrare.

— Allora scendiamo.

Lungo la rotta delle flottiglie si ergeva una schiera di montagne. Le vette riflettevano una luce perlacea. I venti che mugghiavano sui picchi ne avevano levigato la roccia, portando allo scoperto l’impalcatura del materiale di base dell’Anello.

Louis fece scendere dolcemente i volocicli aggirando le colline. L’obbiettivo era un corso d’acqua che defluiva dalle montagne scomparendo nella foresta.

Teela chiamo: — Che stai facendo?

— Atterriamo. Non chiudere. Ti devo delle scuse.

Teela interruppe la comunicazione. Louis sospiro: Meglio di quanto sperassi, penso. La ragazza sapeva che c’erano in viaggio richieste di perdono. Sarebbe stata ad ascoltarlo. Apri il collegamento con Speaker:

— Pronto per l’atterraggio?

— Pronto.

Al suolo, si guardarono attorno. Si sgranchirono. Teela Brown comparve dal suo veicolo, lancio un’occhiataccia a Louis, e tutta impettita si avvio verso la foresta. Il terrestre si rivolse allo kzin:

— Forse potremo raggiungere la parete del margine senza neppure sbarcare. Oppure, potremo scendere in un punto dove le fondamenta sono scoperte. Nessun tipo di vita pericoloso puo sopravvivere sopra quel metallo. Se vogliamo andarcene da questo immenso giocattolo, abbiamo bisogno di aiuto.

Gli orecchi dello kzin vibravano come banderuole: — Non saranno certo quei selvaggi, a trascinare la Liar per centomila miglia!

— Invece saranno proprio loro. Ma per convincerli, ho bisogno che tu faccia la pace con Nessus.

Lo kzin tiro fuori le unghie: — Allora, niente da fare.

Louis esito di fronte agli artigli dell’orso arancione. Poi si fece coraggio: — Abbiamo bisogno del tasp. Premio o punizione per i nativi.

— Non c’e un altro sistema?

— No, e un sistema imbattibile per premiare la fede! Una raffica di piacere puro, diritta al cervello. Nessun effetto collaterale. Niente impicci. Un tasp e meglio del sesso!

— Louis, il tasp e stato progettato per colpire la struttura cerebrale degli Kzin. Su questo punto hai ragione: era un esperimento a carattere religioso, un esperimento diabolico.

— Pero non siamo certi se funziona su un essere umano. Io credo di si. Conosco Nessus: o il tasp vale per tutti e due, oppure ha due tasp. Io non sarei qui se non avesse la possibilita di tenere gli umani sotto il controllo.

— Ti stai abbandonando alla fantasia.

— Bisogna chiamarlo per chiederglielo.

— Stavi cercando di far leva sulla mia curiosita? Capisco. Volevi impegnarmi in una certa linea d’azione. Puo darsi che il burattinaio trovi da se la strada per la parete del margine. Fino a quel momento, viaggera da solo.

Prima che Louis riuscisse a rispondergli, lo kzin balzo in un boschetto di radici a gomito. Cio pose fine alla discussione, come se Speaker avesse chiuso l’interfono.

A Teela Brown era franato il mondo sotto i piedi. Singhiozzava disperatamente, in un’orgia di auto- commiserazione. Aveva trovato un posto stupendo per sfogare il suo dolore.

Non si era accorta di Louis Wu.

Prigioniera di un mondo alien, neanche Teela Brown sarebbe andata molto lontana senza la sua cassetta di pronto soccorso. La portava attaccata alla cintura, con un circuito di collegamento montato all’interno. Louis ne aveva seguito il segnale ed era arrivato fino agli abiti di Teela ammonticchiati su un ripiano di granito, vicino a uno stagno.

I riflessi verdi, il rimbombo della cascata e l’eco dei singhiozzi: Teela si trovava quasi sotto la cascata e doveva essere seduta su un masso peche spalle e braccia emergevano dall’acqua. Teneva il capo chino e i capelli neri le ricadevano in avanti, nascondendole il viso.

Non era il caso di aspettare che fosse lei a raggiungerlo. Louis si tolse i vestiti. Si acciglio sentendo l’aria pungente. Dopo una scrollata di spalle si tuffo.

Teela lo aveva visto. Rimase immobile, senza girare la testa. Louis nuoto verso di lei. Nel rumore della

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