Louis si aggrappasse al sedile con le mani e con le ginocchia. Di colpo gli venne in mente di inserire il campo sonico.

I nativi strillarono quando si sentirono spazzare via. Qualcuno di loro era ancora aggrappato alla sua schiena.

Louis lo spinse con forza lasciandolo cadere, stacco il campo sonico per poi reinserirlo nuovamente per buttarlo fuori.

Nessus, intanto, tentava di raggiungere il suo veicolo. I nativi sembravano temere la sua struttura fisica. Un solo umanoide gli sbarrava la strada, armato di una spranga strappata da qualche vecchio macchinario. Nessus si tiro indietro, nell’attimo in cui l’indigeno faceva calare la spranga.

Louis apri la bocca per gridare. Poi osservo, in silenzio.

Il burattinaio si volto in direzione del suo volociclo. Nessun indigeno tento di fermarlo. Ma lo zoccolo posteriore di Nessus lasciava impronte di sangue sulla sporcizia indurita.

Speaker ebbe un gesto da umano, non da kzin: sputo ai piedi dei nativi. Poi balzo sul suo veicolo, tenendo il laser con la mano sinistra. Era insanguinato.

L’umanoide che aveva aggredito Nessus giaceva in una pozza di sangue. Louis guardo verso l’alto. Il burattinaio era gia in volo. Louis si alzo, e vide che Speaker stava sparando con il laser a flash.

— Vieni con noi — gli grido. — Non possono piu farci del male.

— Possono usare il tuo laser — disse lo kzin.

— Non possono. Per loro e tabu.

Speaker ripose l’arma. Louis tiro un sospiro di sollievo. Si era aspettato che lo kzin spianasse la citta. — Come si e creato un tabu del genere? Una guerra con armi a energia?

— Oppure un bandito armato dell’unico cannone laser esistente sull’Anello. Peccato che non possiamo chiederlo a nessuno.

— Ti sta sanguinando il naso.

Ora che ci pensava, il naso gli dava acutissime fitte. Mise in funzione il circuito che collegava il suo volociclo a quello di Speaker e si dispose a farsi una medicazione.

Sotto di loro, alla periferia di Zignamuclickclick, pullulava una folla pronta a linciarli.

L’ESCA PER I SEMI DELLE STELLE

— Avrebbero dovuto mettersi in ginocchio — si lamento Louis. — E questo che mi ha confuso le idee. Il traduttore continuava a dire 'costruttore' quando invece avrebbe dovuto tradurre 'dio'.

— Dio?

— Hanno divinizzato i costruttori dell’Anello. Avrei dovuto notare il silenzio. Che siano stramaledetti, nessuno pronunciava un sillaba, salvo il sacerdote. Si comportavano come se ascoltassero un’antica litania. E io continuavo a dare le risposte sbagliate.

— Tu pero non dovevi ridere. — Teela, sul video dell’interfono, appariva seria. — Nessuno ride in chiesa, nemmeno i turisti.

Stavano volando sotto gli ultimi raggi del sole di mezzogiorno che si andava spegnendo. Il Mondo ad Anello si striava di un azzurro sempre piu brillante.

— Sembrava buffo — disse Louis, — e sembra ancora buffo. Hanno dimenticato di vivere su di un anello. Credono che sia un arco.

Zignamuclickclick rimpiccioliva sotto di loro. La citta non si sarebbe vendicata dei demoni. Probabilmente non li avrebbe rivisti mai piu.

— Sembra un arco — disse Teela.

— E vero. Non dovevo ridere. Comunque siamo fortunati. Abbiamo la possibilita di abbandonare i nostri errori dietro di noi. Tutto quello che dobbiamo fare, ogni volta, e di svignarcela in volo. Niente ci puo acchiappare.

— Alcuni errori ci seguono — disse misteriosamente Speaker.

Louis si gratto il naso, ormai insensibile come un pezzo di legno. Chiamo Nessus: — Poco fa ho capito una cosa nei tuoi riguardi.

— Davvero?

— Tu ti sei dichiarato pazzo perche hai dato prove di coraggio. Giusto? Dimmi: un burattinaio si raggomitola per sfuggire al pericolo, vero?

— Certo.

— Sbagliato. Voi vi raggomitolate lontano dal pericolo. Lo scopo e quello di dare liberta alla gamba posteriore. Quello zoccolo e un’arma mortale.

Con una sola mossa, davanti all’umanoide con la spranga, Nessus aveva ruotato su se stesso e aveva sferrato il calcio. Aveva colpito l’indigeno al cuore.

— Un burattinaio sano di mente — disse Louis, — volta le spalle per combattere, non per fuggire. Tu non sei pazzo.

— Ti sbagli, Louis. La maggior parte dei burattinai si mette a correre per scappare. La maggioranza e sempre sana di mente.

Lo zenit pullulava di rettangoli neri disposti a cerchio. Quello che aveva oscurato il sole era bordato da una corona luminosa. L’Anello azzurro formava un arco parabolico e si stagliava contro il cielo.

Sembrava una costruzione meccanica, sul genere di Costruite-una-Citta, eseguita da un bambino troppo piccolo per sapere che cosa stava combinando.

Nessus aveva pilotato sin dal momento della fuga da Zignamuclickclick. Poi aveva affidato la flottiglia a Speaker. Avevano volato tutta la notte. Adesso, sopra di loro, lo splendore incandescente che coronava il rettangolo d’ombra annunciava l’approssimarsi dell’alba.

Louis era quasi riuscito a vedere con chiarezza la scala delle dimensioni dell’Anello. Era una visione che implicava una proiezione di Mercatore del pianeta Terra — una comune mappa rettangolare, di quelle che si vedono attaccate alle pareti delle aule scolastiche — pero con un equatore tracciato su scala uno a uno. Solo che sull’enorme estensione del Mondo ad Anello si potevano tracciare quaranta di quelle mappe, unendo un confine all’altro.

Non dovevo ridere, disse Louis tra se. Mi ci e voluto un bel po’ per imprimermi bene nella mente la scala di questo… artefatto. Perche ho la pretesa che i nativi siano piu evoluti di me?

Nessus c’era riuscito prima di lui. Quando avevano visto l’arco per la prima volta, Nessus aveva lanciato un grido e aveva tentato di nascondersi.

— Oh, al diavolo… — Non aveva nessuna importanza, visto che gli errori si potevano lasciare alle spalle a milleduecento miglia all’ora.

Ben presto Speaker lo chiamo per affidargli il controllo della flottiglia. Louis piloto mentre Speaker dormiva.

E spunto l’alba a sette miglia al secondo.

Il rettangolo d’ombra che si stava ritirando lasciava scoperta una parte del disco solare. Louis rimase in contemplazione della notte, alla sua sinistra, poi del giorno alla destra mentre l’ombra-limite si ritirava verso una pianura. Un’alba strana, una specie di messa in scena per il turista Louis.

In lontananza, verso Starboard, dove la terra s’incurvava per dissolversi nella foschia, si materializzarono nella luce del giorno i contorni di una vetta montuosa.

— Pugno-di-Dio — disse Louis assaporando con la bocca il suono enfatico di quella parola. Che razza di nome da dare a una montagna!

Louis Wu, uomo, si sentiva indolenzito. Se non avesse cambiato subito posizione gli si sarebbero irrigidite le giunture. Il naso era ancora insensibile, almeno in parte. E non c’era ancora un rubinetto per il caffe.

Ma Louis Wu, il turista, si stava divertendo.

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