— Speaker — chiamo Louis.
Irruppero dentro usando il disintegratore. La finestra era larga e rettangolare, un lusso singolare per una cella carceraria. Il vetro non esisteva piu, a parte qualche frammento aguzzo che spuntava dall’intelaiatura. Era fatta apposta per schernire il prigioniero, per fargli sospirare la liberta?
Cominciava a imbrunire e l’ombra avanzava come una cortina nera. Dirimpetto c’era il porto con i magazzini e i moli in sfacelo. Nel bacino di carenaggio, un’enorme nave sembrava uno scheletro.
A sinistra e a destra, una spiaggia sinuosa si allungava per miglia e miglia e, al di la della distesa sabbiosa, altri moli e ancora spiaggia.
Piu in la, una distesa interminabile che si perdeva in lontananza sull’orizzonte-infinito. Era come guardare sull’Atlantico.
Sopraggiunse da destra una nuvola di polvere densa. Le ultimi luci del Centro Civico brillavano in contrasto con l’oscurita in cui erano gia immersi la citta, i moli e l’oceano.
Speaker, intanto, si era impadronito del letto della cella.
Louis sorrise. Come sembrava pacifico lo kzin guerriero. Voleva dimenticare le sue ferite nel sonno? Le bruciature lo avevano indebolito. Magari cercava di dormire per scordarsi la fame.
Nel buio della prigione ritrovo il veicolo di Nessus. Riusci a buttare giu uno dei panini destinati all’esofago del burattinaio, senza curarsi dello strano sapore. Accese i fanali di Nessus. Se ne ando alla ricerca degli altri volocicli, e accese anche quelli. Adesso la prigione era abbastanza illuminata.
Come mai Nessus ci metteva
In fin dei conti, Nessus non era un semplice alien. Era un burattinaio di Pierson con un curriculum lungo tre chilometri di manipolazioni degli esseri umani, sempre per scopi personali. Se avesse solo trovato un punto di contatto con un Ingegnere del Mondo ad Anello, era capace di piantare Louis Wu e Speaker senza neanche pensarci un momento. Di scrupoli doveva averne pochini.
Loro due sapevano troppo. Con la morte di Teela, solo Speaker e Louis erano a conoscenza degli esperimenti dei burattinai sull’evoluzione prestabilita delle loro razze. L’esca per i semi delle stelle, le Leggi sulla Fertilita… se Nessus aveva ordine di divulgare informazioni cosi importanti allo scopo di controllare le reazioni del suo equipaggio, altrettanto facilmente aveva l’incarico di abbandonarli a un certo punto del viaggio.
Louis aveva sospettato un comportamento del genere da quando Nessus aveva ammesso che erano stati i burattinai a guidare con un’esca per i semi stellari una nave Outsider verso Procione.
Per occupare il tempo entro in un’altra cella spaccandone le serrature col laser. La botola si sollevo. Usci un tanfo insopportabile. Louis infilo la testa, trattenendo il fiato. Li dentro era morto qualcuno, dopo che l’areazione era cessata. Un cadavere piegato su se stesso, contro la finestra, teneva ancora in mano una brocca. La brocca era spezzata, ma la finestra era rimasta intatta.
La cella vicina era vuota. Louis ne prese possesso.
Aveva girato attorno alla fossa per trovare una cella con la veduta verso Starboard; davanti a lui si vedeva l’uragano di vortici che, anche alla distanza di duemilacinquecento miglia, aveva dimensioni impressionanti. Un enorme occhio azzurro e meditabondo.
E dietro all’Occhio vide un triangolo minuscolo, color grigio brillante.
— Uhm — fece Louis piano. Era proprio un triangolo piazzato nel grigiore caotico dell’orizzonte-infinito. Allora la era ancora giorno, sebbene lui stesse guardando a Starboard…
Il binocolo gli rivelo ogni particolare, nitido e netto come i crateri della Luna. Un triangolo irregolare con la base marrone rossiccio e l’apice lucente come neve sporca. Era Pugno-di-Dio. Si, era molto piu grande di quanto non pensassero; per essere visibile a quella distanza, la montagna doveva addirittura sporgere al di sopra dell’atmosfera.
Dopo il disastro della
— Salute, Louis — ruggi Speaker-agli-Animali. E gli mostro una carcassa sanguinolenta che aveva le dimensioni di una capra. Con un solo morso stacco un pezzo di carne che sarebbe bastata per fare una bistecca alla Chateaubriand. I denti gli servivano piu a frantumare le ossa che a masticare.
Risuonarono dei passi.
Doveva avere la mania di cambiarsi d’abito, penso Louis. Adesso indossava un ricco mantello a pieghe grigio e arancione.
Lo kzin gli allungo una zampa sanguinante, con lo zoccolo e la pelle ancora attaccati: — Ne ho messo da parte un pezzo per te. E morto da un po’, ma non importa. Sbrighiamoci. Il mangia-erba non ci vuole vedere, mentre mangiamo carne.
— Il mangia-erba non ci puo vedere.
— Si, invece. Sta guardando il panorama dalla mia finestra.
Louis sgrano gli occhi: — Vuoi dire che e tornato?
— Certo.
Louis rimase incerto per un attimo. Poi si decise. Prima di parlare con il burattinaio, era meglio rimettersi in forze. Addento la carne. Non ne ebbe nausea ne schifo. Aveva fame.
Per rispetto ai gusti vegetariani di Nessus, gettarono le ossa dalla finestra, sopra la citta. Nessus si affaccio alla porta. Annuso l’aria che sapeva di carne.
— Bene. La ragazza e condizionata solo in parte — disse.
— Un momento. Chi e?
— Un’astronauta. Fa parte di una nave-sperone.
— E lei che ci ha intrappolati come topi?
Nessus non rispose. Aveva un atteggiamento ambiguo.
LA RAGAZZA CHE VIENE DA OLTRE IL BORDO
— Hai parlato con la ragazza? Hai fatto amicizia? Che cosa ti ha detto? Chi e?
— Troppe domande — rispose Nessus. — Vi diro tutto a suo tempo.
— Bene — disse Louis polemicamente. — La ragazza e tua personale proprieta, evidentemente.
— Non vuole vedere Speaker. Le fa paura.
— Ha paura anche di me? Sono un umano come lei… — sbuffo Louis. Poi si calmo: — Coraggio Nessus, puoi dirci liberamente quel che hai deciso con la ragazza.
— Non ho deciso niente. Ma forse puo toglierci dagli impicci.
— E in che modo?
— Si chiama Halrloprillalar Hotrufan. Ha viaggiato per duecento anni su una nave-sperone, la
— E lei chi e, che cosa faceva sulla
— Non so. Ma non credo che avesse un lavoro complicato. L’equipaggio era di trentasei persone. Trentaquattro uomini e due donne.
— Va bene — disse Louis agitando una mano. — Ho capito qual era la sua professione. Che altro ti ha detto?
— La
— Dove sono gli altri uomini dell’equipaggio?
— Non so. Morti, forse. E rimasta lei, Halrloprillalar.
— Per favore, chiamala Prill. Impiegheremo meno tempo.
— La
— Interessante — commento ironicamente Speaker. — Che cosa si puo fare con un generatore di osmosi?