Louis sogghigno. Poi, quando si rese conto che il burattinaio non lo stava canzonando per niente, rispose: — Credo che mi consideri un animale. Lascia perdere.

— Allora ci vuole una tattica diversa.

Louis frego la fronte contro il metallo freddo. Non si era mai sentito tanto miserabile. — Sei tu il capo — rispose. — Non comprerebbe me perche sono simile a lei. Ma te, puo darsi di si. Tu non sei un suo concorrente, sei troppo alien.

Il burattinaio lo aveva gia superato, e pronuncio una frase nello stesso tono della lingua del prete rasato che guidava il coro: il linguaggio sacro degli Ingegneri.

La ragazza non rispose. Pero… non fece un sorriso vero e proprio, ma incurvo leggermente gli angoli della bocca e dai suoi occhi spari l’animosita.

Nessus usava il tasp, a bassa corrente.

Le rivolse di nuovo la parola e la ragazza rispose. Aveva una voce fredda e musicale, dal tono imperioso.

La voce del burattinaio imito quella della ragazza. Ne salto fuori una lezione di lingua.

Per Louis Wu la faccenda si prospettava noiosa da morire. Capiva qualche parola qua e la. A un certo punto lei lancio a Nessus uno dei suoi frutti arancione, e stabilirono che si trattava di un thrumb. Nessus lo acchiappo.

Di colpo lei si alzo in piedi e se ne ando.

— Be’? — fece Louis.

— Cominciava ad annoiarsi — disse Nessus.

— Sto morendo di sete. Potrei avere il thrumb?

— Thrumb e il colore della buccia, Louis. — Gli si accosto col volociclo e gli porse il frutto.

Ormai Louis era a un punto tale di disperazione che alzo una mano. Addento la spessa buccia del frutto e la strappo via con i denti. Era la cosa piu squisita che avesse mai assaggiato in duecento anni.

— Ritorna? — chiese dopo aver terminato di mangiare il frutto.

— Speriamo. Ho usato il tasp a bassa energia per agire sull’inconscio. L’effetto aumentera ogni volta che mi vedra. La facciamo innamorare di te, Louis?

— Lascia perdere. Lei crede che sia un nativo, magari un selvaggio. Ora che ci penso, lei che cos’e?

— Non posso ancora dirlo. Non abbiamo toccato l’argomento. Non conosco ancora abbastanza la lingua.

La ragazza si inginocchio sull’orlo della piattaforma di osservazione, scrutandoli con freddezza. Lentamente, la sua espressione si addolci. Gli occhi assunsero un’aria sognante.

Nessus si mise a parlare. La ragazza sembro riflettere, poi pronuncio una frase: forse la risposta.

All’improvviso, il volociclo del burattinaio si sollevo, oscillando sul vuoto, e ando a battere contro lo spigolo della piattaforma. Nessus mise piede a riva, con grazia.

La ragazza si giro, imbocco le scale senza neppure voltarsi: sembrava sicura che Nessus la seguisse come un cagnolino. Il burattinaio, infatti, la segui.

— Bravo — disse Louis sottovoce, — conquista la sua fiducia. — Ma non appena l’eco dei passi si fu dileguata, l’antro, la spirale con le celle, la volta invisibile e il buio lo angosciarono. Ebbe la sensazione di essere sepolto vivo.

Speaker era a dieci metri di distanza, in mezzo al Mare dei Sargassi di metallo. Quattro dita nere e un ciuffo di pelo arancione spuntavano tra i palloni di tela verde. Non c’era modo di avvicinarsi. Lo kzin poteva essere gia morto.

In basso, fra le ossa biancheggianti, ci doveva essere almeno una dozzina di teschi. Ossa, secoli, metallo arrugginito e silenzio.

Era nel domiveglia quando poco dopo qualcosa cambio. Cominciava a perdere l’equilibrio…

La sua vita era appesa a un filo e il disorientamento momentaneo lo riempi di panico. Si guardo disperatamente intorno, cercando di muovere solo gli occhi.

I veicoli intorno a lui erano immobili, eppure c’era qualcosa…

Una vecchia macchina urto con gran fragore di metallo schiantato e comincio a sollevarsi.

Cosa diavolo… ma no, non si sollevava; aveva urtato contro l’anello piu alto delle celle. Era il Sargasso che stava sprofondando lentamente.

Una dopo l’altra le macchine e gli zaini-jet toccarono terra facendo un chiasso d’inferno. Il volociclo di Louis ando a sbattere contro qualcosa di duro dopo essere stato sballottato nello sconvolgimento delle forze elettromagnetiche, e si rovescio. Louis lascio andare la presa e se ne libero con una capriola.

La prima cosa che fece fu quella di alzarsi. Ma non riusci a stare diritto sui piedi. Aveva le mani inservibili, rattrappite nello sforzo. Si getto su un fianco, ansimando, e penso che era troppo tardi.

Il veicolo dello kzin era rovesciato su un fianco. C’era anche Speaker, ma non sotto il volociclo: i palloni lo avevano protetto. Louis lo raggiunse strisciando sul pavimento.

Era ancora vivo, e respirava, ma fuori conoscenza. Il peso del volociclo non gli aveva rotto il collo, forse perche lui un collo vero e proprio non l’aveva. Louis afferro il laser dalla cintura dello kzin, e libero Speaker dai palloni colpendoli col sottile raggio verde.

Louis si ricordo di colpo di avere una sete furibonda. Non gli girava piu la testa e cerco di alzarsi in piedi con le gambe che gli tremavano.

Il volociclo di Nessus stava nella fila sotto a Speaker.

Louis scese per avvicinarvisi. A ogni scalino gli tremavano le caviglie. I muscoli erano ancora troppo tesi per poter assorbire gli urti.

Vide il cruscotto. Le leve e i pulsanti di guida erano talmente misteriosi che nessuno avrebbe potuto rubare il veicolo del burattinaio. Riusci a individuare il beccuccio dell’acqua. Era calda, eppure deliziosa.

Riempi una scarpa, l’unico recipiente che gli era venuto in mente, per portare acqua a Speaker. La fece gocciolare nella bocca dello kzin che la inghiotti, sempre incosciente, e sorrise. Louis ando a prenderne dell’altra ma gli mancarono le forze prima di raggiungere il veicolo del burattinaio.

Allora si accuccio sulla plastica liscia del pavimento e chiuse gli occhi.

— Non e giusto — disse sottovoce. Si sentiva responsabile del benessere degli altri. Ormai la sua vita dipendeva solo dal modo in cui Nessus la dava a bere a quella pazza mezzo pelata che li teneva prigionieri.

Eppure…

Eccolo la, il suo volociclo, con i palloni sgonfiati che penzolavano, vicino a quello di Nessus. C’era anche il veicolo di Speaker e quell’altro col sellino da umani, senza palloni. Quattro in tutto.

Il volociclo di Teela! Doveva essere rimasto nascosto dietro a uno dei veicoli piu ingombranti. Teela era certamente precipitata quando il volociclo si era rivoltato, oppure era stata sbalzata via quando il campo sonico si era interrotto di colpo?

Nessus l’aveva detto. Non ci si puo fidare della sua fortuna. E anche Speaker. Se le manca la fortuna ancora una volta sola, muore.

Doveva essere morta, per forza.

Sono venuta con te perche ti amo.

— Che razza di scalogna avermi incontrato — disse Louis Wu.

Si rannicchio sul duro pavimento. Si risveglio dopo qualche ora. I muscoli gli dolevano ancora e si sentiva la vescica gonfia. Aveva un tanfo, addosso, che lo nauseava. La fossa gli servi per risolvere in maniera pratica uno dei problemi, e l’acqua del volociclo del burattinaio gli ripuli la porcheria dalle maniche. Poi scese zoppicando una rampa di scale per cercare la cassetta di pronto soccorso del suo volociclo.

Non era una semplice scatola di medicinali; preparava le dosi su ordinazione e faceva la diagnosi. Era un’apparecchiatura completa. Ma era bruciata.

La luce stava diminuendo lentamente.

Intorno alla botola di ogni cella c’erano dei pannelli trasparenti, e Louis si distese a terra per guardarvi dentro. Vide un letto, e una toeletta di foggia particolare. La luce del giorno s’infiltrava nella stanzetta attraverso una finestra.

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