— Il suggerimento del burattinaio e un suicidio, Louis.
— Puo darsi. — Eccolo, il laser a flash. Con altri due strattoni lo libero dalla cintura e lo punto. Avrebbe bruciato la sua immagine nel cruscotto, ma non se stesso.
Fece fuoco.
Il pallone si sgonfio pian piano. L’altro pallone, alle spalle di Louis, lo spinse in avanti verso il cruscotto. Con l’aiuto di quella leggera pressione era facile spingere il laser nella cintura e agguantare due lembi della tela che si raggrinziva svuotandosi.
Stava scivolando giu dal sedile. Svelto, piu svelto… si afferro con la forza di un pazzo, e quando cadde, rigirandosi su se stesso, non si lascio sfuggire la presa sulla tela. Rimase appeso sotto il volociclo, su un trabocchetto alto trenta metri, e…
— Speaker!
— Eccomi. Ho l’arma pronta. Vuoi che ti sgonfi l’altro pallone?
— Si! — Gli attraversava la strada bloccandolo.
Il pallone soffio la polvere per qualche secondo, poi si disintegro in un forte sbuffo d’aria. Speaker lo aveva colpito con un raggio del disintegratore.
— Solo Finaglo sa come prendi la mira, tu — disse Louis ansimando. Comincio ad arrampicarsi. Gli era facile salire, finche la stoffa resisteva. Faceva di tutto per non mollare la presa. Ma la stoffa arrivava solo vicino al pedale del volociclo che, sotto il peso, si era semirovesciato.
Si spinse il piu possibile contro il volociclo, sollevando le ginocchia strette al corpo. Comincio a dondolarsi. Speaker emetteva strani bramiti. Il volociclo oscillo, allargando il movimento oscillatorio. Louis capi che la parte piu pesante stava nella pancia del veicolo. In qualunque punto si fosse messo, non sarebbe mai riuscito a salirvi sopra. Infatti Nessus non glielo aveva suggerito.
L’oscillazione aumento e Louis senti l’urgente bisogno di vomitare. Se gli si intasavano le vie respiratorie proprio adesso, era finita. Scatto in avanti e afferro l’altra estremita del pallone sgonfio. Ce l’aveva fatta.
Ora stava appiattito sulla pancia del veicolo; aspetto, strettamente avvinghiato. La carcassa inerte del volociclo esito, poi si mosse ancora lentamente. Gli si rivolto lo stomaco e vomito sul metallo. Poi si fece coraggio e sollevo gli occhi.
Una donna lo stava guardando.
Sembrava completamente calva. Il suo viso gli ricordava la scultura in ferro metallico che aveva visto al castello. Le assomigliava nei tratti e nell’espressione. Era calma come una dea, o come una donna morta. Avrebbe voluto arrossire, nascondersi o sparire.
Invece disse: — Speaker, ci stanno osservando. Collegati con Nessus.
— Un attimo, Louis, sono in una brutta posizione. Ho fatto lo sbaglio di guardarti mentre ti arrampicavi.
— D’accordo. Credevo che fosse calva, no… ha una frangetta che le scende sulle orecchie. Porta i capelli lunghi sciolti per le spalle. — Non disse che erano folti e scuri e che le scendevano in avanti ogni volta che chinava il capo per osservarlo, e nemmeno che la linea della sua testa era fine e delicata, e che gli occhi lo trafiggevano. — Credo che sia un Ingegnere; o appartiene alla stessa razza. Hai capito bene?
— Si. Come fai ad arrampicarti cosi? Per te la gravita non esiste. Che cosa
Louis si mise a ridere e continuo a tenersi stretto al volociclo. — Hai chiamato Nessus?
— Si, con la sirena.
— Riferiscigli questo: la donna e lontana da me sei metri. Mi sta studiando come un serpente. Sta seduta dentro una specie di cabina; le pareti dovevano essere di vetro o qualcosa di simile, ma sono distrutte. Ci sono rimasti alcuni scalini e una piattaforma.
S’interruppe. La ragazza aveva detto qualcosa.
Aspetto un momento e la ragazza ripete una frase molto breve. Poi si alzo con grazia e sali le scale.
— Se n’e andata — fece Louis.
— Forse e ritornata al suo apparecchio di ascolto.
— Si, hai ragione.
— Nessus propone di farle vedere il tuo laser… No, aspetta. Ci ha ripensato. Vuole tentare qualcosa di piu decisivo. Sta arrivando qui.
Louis si rilasso. Doveva fidarsi del burattinaio, della sua vigliaccheria e della sua folle saggezza. Provo a dormire, e a tratti ci riusci. Non perse mai la coscienza della situazione in cui si trovava. Negli attimi di sonno, sognava di trovarsi sopra il volociclo dondolante, in pericoloso equilibrio. Attimi di veglia, frammenti di incoscienza, un incubo persistente.
La luce del sole, attraverso l’apertura orizzontale, lo sveglio definitivamente. Si profilava la sagoma nera del volociclo di Nessus, capovolto. Il burattinaio non era trattenuto da palloni, ma da cinghie.
— Benvenuto — disse Louis.
— Nessus, puoi rimettermi con la testa nella posizione giusta? — domando lo kzin.
— Per il momento, no. La ragazza e ricomparsa?
— No.
— Tornera. Gli umani sono curiosi. Non deve aver visto tipi della nostra specie prima di oggi.
— Che me ne frega? Voglio tornare a testa in su — gemette Speaker.
Il burattinaio armeggio sul suo cruscotto e accadde il miracolo. Il suo volociclo si rivolto.
— Come hai fatto? — riusci a dire Louis.
— Mi sono accorto che il segnale clandestino aveva captato i miei controlli. Ho staccato gli interruttori. Se il campo di sospensione non mi afferrava, potevo riaccendere i motori prima di andare a sbattere per terra. Ora — disse vivacemente il burattinaio, — il resto dovrebbe essere semplice. Quando la ragazza si fara viva comportatevi amichevolmente. Louis, se credi puoi anche avere rapporti sessuali con lei. Louis sara il nostro padrone e noi i suoi servi. Puo darsi che la donna sia xenofoba e il fatto che un umano comandi gli alien puo tranquillizzarla.
Louis si mise a ridere, ancora nell’incubo del dormiveglia. — Dubito che lei si lasci sedurre. Non l’hai vista, tu. E gelida come le caverne di Plutone.
— Oh, sara felice ogni volta che ci guardera, e infelicissima se si allontanera. Se poi ti stringera, provera una gioia tale…
— Che mi venga un colpo! Si! — grido Louis.
— Hai capito? Bravo. Per di piu ho imparato la lingua dell’Anello e credo che la mia pronuncia sia corretta.
Speaker aveva smesso di lamentarsi. Appeso a testa in giu sulla fossa della morte, coperto di bruciature e con una mano carbonizzata sino all’osso, si era infuriato contro Nessus e Louis per la loro incapacita di aiutarlo. Ma ormai erano ore che taceva.
Louis sonnecchiava. Senti uno scampanellio negli orecchi, e si sveglio.
Era la ragazza che scendeva le scale. Aveva i campanelli sui mocassini, e si era cambiata d’abito; portava una veste accollatissima e lunga, con enormi tasche rigonfie. I lunghi capelli neri le ricadevano su una spalla.
La serena dignita del suo volto non era mutata. Si sedette appoggiando i piedi sul bordo della piattaforma e si mise a osservare Louis Wu. Rimase immobile, e Louis fece altrettanto. Si fissarono negli occhi.
Poi lei si mise a frugare nei tasconi e ne tiro fuori un oggetto della dimensione di un pugno, di un vivo color arancio. Lo lancio verso di lui, mirando in modo che l’oggetto gli passasse a pochi centimetri di distanza e lui arrivasse ad afferrarlo.
Louis capi che cos’era. Il frutto ando a spiacciarsi sul tetto di una cella, mettendo a nudo una polpa rossa. Louis fu assalito da una sete furibonda.
La ragazza gliene getto un altro. Avrebbe potuto afferrarlo, ma avrebbe anche rovesciato il volociclo. E lei lo sapeva bene.
Il terzo lancio gli sfioro una spalla e lui strinse ancora di piu i lembi del pallone. S’immerse in pensieri neri.
Poi arrivo in vista il volociclo di Nessus e lei sorrise.
Il burattinaio fluttuava dietro al relitto dell’autocarro volante. Di nuovo capovolto si lascio trasportare di sghembo verso la piattaforma di osservazione, come se fosse sospinto da una dispersione di corrente indotta. Passando vicino a Louis gli domando: — Sei capace di sedurla?