trattengono l’aria.

— E quello che pensavo — disse Louis.

Quel giorno videro una bottiglietta di vetro buttata nel solco meteorico che stavano seguendo.

La Liar era come l’avevano lasciata, con la parte posteriore sulla superficie scivolosa.

Prill fermo l’Improbable e lo tenne sospeso affinche Louis potesse passare dalla rampa di atterraggio. Trovo i comandi per aprire a tempo le porte della camera di equilibrio, ma l’aria gorgoglio intorno a loro per tutto il tempo in cui trasferirono il corpo di Nessus. Senza di lui non erano capaci di diminuire la pressione della cabina. E Nessus, almeno apparentemente, era morto.

Tuttavia lo portarono nell’autodoc, una basa a misura di burattinaio. I chirurghi e i meccanici l’avevano creata in modo da poterla usare in ogni circostanza. Ma avevano pensato anche alla decapitazione?

Prill sali a bordo della Liar. Louis non aveva mai visto qualcuno tanto sbigottito. Non aveva pensato a spiegarle qualcosa della gravita indotta. Quando lei si rialzo in piedi, era intimorita dal silenzio.

In quel ritorno al focolare, in un clima da fantasmi, Louis Wu si mise improvvisamente a strillare come uno spirito maligno.

— Caffe! — strepito. — Acqua bollente. — Infilo la testa nella cabina che aveva diviso con Teela e dopo un attimo rispunto fuori: — Prill!

E Prill corse da lui.

Lei non poteva soffrire il caffe. Louis doveva essere matto a trangugiare quella roba amara. E glielo disse chiaro e tondo.

Louis le spiego il funzionamento della doccia, un lusso da tempo perduto e ardentemente desiderato. Prill impazzi per i campi di sonno.

Speaker stava celebrando il ritorno all’ovile secondo l’usanza kzinti.

— Carne! — Speaker era esultante. — Non mi entusiasmava mangiare carne troppo frollata.

— Quella che stai mangiando e ricostituita.

— Si, ma ha il sapore della bestia ammazzata di fresco!

Quella notte, Prill ando a dormire in un divano del soggiorno. Le piaceva il campo di sonno ma non per dormirci. Louis, per la prima volta in un mese, si addormento di colpo.

Dormi dieci ore e si sveglio forte come un leone.

Un mezzo disco di sole splendeva sui suoi piedi.

Torno a bordo dell’Improbable, e uso il laser a flash per liberare l’estremita del filo della zona d’ombra. Quando ebbe terminato, c’era ancora attaccata della plastica elettroselettiva fusa.

Non si provo neanche a trasportarlo sulla Liar. Il filo nero era troppo pericoloso e il basamento dell’Anello troppo scivoloso. Cammino carponi sulla superficie priva di attrito trascinandosi la boccia.

Vide Speaker che lo osservava in silenzio dalla camera di equilibrio.

Louis vi penetro salendo sulla scala di Prill, diede una spinta allo kzin per farsi strada e si diresse verso poppa. Speaker continuava a osservarlo.

A poppa, il punto piu lontano era quello in cui si trovava il condotto dei cavi collegati all’ala della Liar, ormai distrutta. Louis apri il portello a chiusura stagna agitando con la mano la presa del filo.

Comincio ad avanzare piano. Ad intervalli controllava la posizione del filo. Poi contrassegnava il punto in cui il filo si trovava. Uso una vivace vernice gialla. Quando ebbe finito, una serie di macchioline gialle indicava il cammino del cavo virtualmente invisibile.

Ogni volta che il filo si fosse teso avrebbe certamente tagliato qualche compartimento interno della nave; la pittura gialla permetteva a Louis di assicurarsi che non danneggiasse il sistema di sopravvivenza.

Louis usci dalla camera di equilibrio e aspetto che Speaker lo seguisse. Chiuse la porta esterna.

A questo punto Speaker gli domando: — E per questo che siamo venuti?

— Te lo spiego in un minuto — rispose Louis. Attraverso tutto lo scafo della nave per ritornare a poppa, poi afferro la presa del cavo con tutte e due le mani e diede qualche leggero strattone. Il filo resisteva.

Si giro con le spalle al filo e tiro con tutte le sue forze. Il filo non si sposto. La porta della camera di equilibrio lo teneva saldamente.

— Non si puo fare di meglio. Non ero sicuro che la porta fosse la soluzione adatta, e che il filo non rovinasse lo scafo della Liar. Non ne sono sicuro neanche adesso. Ma si, siamo venuti per questo.

— Che si fa, ora?

— Apriamo la porta e lasciamo scivolare il filo lungo la Liar. Poi riportiamo la presa sull’Improbable e la fissiamo col cemento — disse Louis. Si mise al lavoro.

Forse il groviglio che si erano trascinati per migliaia di miglia arrivava ancora alla citta sotto il Paradiso, continuando a formare la nuvola fumosa. Era legato alla Liar, partendo dal condotto e fissato alla porta della camera di equilibrio fino ad arrivare al palazzo volante dove era stato fissato con la plastica.

— Sin qui ci siamo — disse Louis. — Ora mi serve Prill. No, accidenti! Me ne scordavo. Prill non ha una tuta pressurizzata.

— Per che cosa?

— Portiamo l’Improbable sul Pugno-di-Dio. L’edificio non e a tenuta d’aria. Avremo bisogno delle tute pressurizzate, e Prill non ce l’ha. Bisogna lasciarla qui.

— Su quella montagna — ripete Speaker. — Un solo volociclo non ha la forza di trascinare la Liar su una parete ripida come quella. Tu vuoi forzare il motore con la massa supplementare del palazzo fluttuante.

— Ma no. Non voglio trainare la Liar. Voglio solo tirare il filo dietro di noi. Scivolera lungo lo scafo della Liar finche non diro a Prill di chiudere la porta della camera di equilibrio.

Speaker si mise a riflettere. — Puo darsi che funzioni. Se il volociclo non ha l’energia che ci serve, possiamo demolire pezzi dell’edificio per alleggerirlo. Ma cosa ti aspetti di trovare sulla cima della montagna?

— Potrei spiegartelo in due parole, e mi rideresti in faccia. Speaker, se mi sbaglio, ti giuro che non lo saprai mai.

E penso: Devo dire a Prill di otturare il condotto della Liar con la plastica. Non voglio che il filo si arresti, ma potrebbe rendere la Liar quasi a prova d’aria.

Certo l’Improbable non era una nave spaziale. Si sollevava, per mezzo di una spinta elettromagnetica, contro il basamento dell’Anello che saliva ripido a formare Pugno-di-Dio. Pugno-di-Dio era vuoto. L’Improbable aveva la tendenza a inclinarsi e a scivolare in basso contro la spinta del volociclo.

Speaker aveva trovato la soluzione.

Louis si era nutrito succhiando una specie di pappetta da un tubicino, sognando bistecche arrostite al raggio del laser. E Speaker aspirava sangue ricostruito, rimuginando a sua volta.

La cucina non serviva piu. Tagliarono via quella parte di edificio diminuendone l’inclinazione e per mantenerlo in equilibrio.

Eliminarono il condizionatore d’aria e l’equipaggiamento della polizia; eliminarono anche i generatori che avevano distrutto i loro volocicli, dopo essersi accertati che erano separati dai motori per il sollevamento. Le pareti fecero la stessa fine, escluse quelle che servivano a creare un po’ d’ombra perche la luce del giorno poneva problemi di surriscaldamento.

Giorno dopo giorno, si avvicinarono al cratere sulla vetta di Pugno-di-Dio. Louis non aveva mai visto bocche cosi ampie, con frammenti aguzzi come lance ossidiane che formavano un anello frastagliato e che avevano le dimensioni di altrettante montagne. Tra due picchi c’era una gola.

— Ho capito — disse Speaker. — Vuoi entrare dentro il cratere.

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