— Proprio cosi.

— Allora e una fortuna che tu abbia notato il valico. Il pendio soprastante e troppo ripido per il volociclo. Ormai dovremmo raggiungere la gola molto presto.

Speaker manovrava l’Improbable modificando la propulsione del volociclo. La modifica si era resa necessaria quando avevano eliminato anche il sistema stabilizzatore per ridurre il peso della prigione. Louis, ormai, si era abituato all’aspetto bizzarro dello kzin con quei cinque palloni concentrici per tuta, il casco a boccia per pesci, e il labirinto di controlli della lingua che gli nascondeva mezza faccia.

— Chiamo Prill — disse Louis nell’interfono. — Pronto Halrloprillalar. Mi senti?

— Pronto.

— Rimani in ascolto. Finiremo tra venti minuti.

— Bene. Ci avete messo abbastanza.

L’Arco fiammeggiava sopra le loro teste. A mille miglia di altitudine l’Arco sprofondava nella parete del bordo: come il primo uomo dello spazio quando, mille anni prima, aveva guardato la Terra e, per Geova e il suo possente martello, aveva scoperto che era proprio rotonda.

La gola tra i picchi aguzzi era vicina. Louis senti un improvviso impulso a chiacchierare. — Gli Ingegneri non avrebbero costruito una montagna cosi alta qui. Avevano piu di un bilione di miglia in catene di montagne, su tutte e due le pareti del bordo.

— Ma Pugno-di-Dio e reale, Louis.

— Ti dico di no. E solo un guscio. Guarda giu. Cosa vedi?

— Le fondamenta dell’Anello.

— Quando l’abbiamo visto la prima volta, credevamo che fosse ghiaccio sporco. Ghiaccio sporco nel vacuum assoluto! Ti ricordi quella notte che hai studiato la carta gigante dell’Anello? Non riuscivi a trovare Pugno-di-Dio. Lo sai perche?

Lo Kzin non rispose.

— Non c’era, ecco perche. Non esisteva quando e stata fatta la mappa. Prill, ci sei?

— Pronto. Perche dovrei lasciarti?

— Bene. Chiudi la porta della camera di equilibrio adesso. Stai attenta a non tagliarti col filo.

— L’ha inventato la mia gente, Louis. — La voce di Prill era alterata da disturbi atmosferici. Non la sentirono per un minuto. Poi disse: — Ho chiuso tutte e due le porte.

L’Improbable stava passando fra i frammenti aguzzi che si ergevano sulla montagna. Louis sperava di trovare un canyon o un valico.

— Cosa pensi di scoprire nel cratere di Pugno-di-Dio?

— Stelle — rispose Louis Wu.

Anche lo kzin era nervoso. — Non prendermi in giro! Parola mia… — Erano passati. Non c’era nessun valico. Si vedeva solo il guscio rotto del basamento dell’Anello, uno sprofondamento provocato da impatti spaventosi, sotto il cratere della montagna.

Stavano precipitando su un cratere pieno di stelle.

Louis Wu aveva immaginazione. Nella sua mente, cio che era accaduto era perfettamente chiaro.

Vide il sistema del Mondo ad Anello ordinatamente ripulito, sterile e sgombo di navi-sperone, con un’unica stella K9 e una catena di zone d’ombra intorno come una ghirlanda di margherite. E l’Anello.

Un corpo estraneo era passato troppo vicino, in una caduta iperbolica, allo spazio interstellare. La sua corsa era stata spezzata dal lato inferiore dell’Anello.

Nella visione di Louis, il bolide aveva le dimensioni della Luna.

Doveva essere plasma che in pochi secondi, dopo l’impatto, si era ionizzato.

Una meteorite si puo raffreddare per erosione, per l’evaporazione del suo guscio. Ma qui i gas evaporati non potevano espandersi, e si erano fatti strada a forza, formando una sacca nel pavimento dell’Anello. Dall’altra parte il paesaggio si era deformato e con lui l’ecologia accuratamente pianificata. Gli acquazzoni-modello si erano scatenati con violenza infernale su una regione piu vasta di tutta la superficie della Terra. Il deserto e lo stesso Pugno-di-Dio si erano sollevati di mille miglia senza che il materiale dell’Anello, incredibilmente resistente, si lacerasse: lasciando penetrare la palla di fuoco.

Pugno-di-Dio? Si, maledizione! Lo aveva capito rimuginando alla finestra di una cella carceraria. Doveva essere visibile da tutti e due i bordi dell’Anello: una infernale palla di fuoco aveva sfondato l’Anello come un pugno poderoso su una scatola di cartone.

I nativi potevano ringraziare che il pavimento si fosse deformato. Il buco avrebbe fatto disperdere tutta l’aria dell’Anello ma a mille miglia di altezza… troppo alto.

Il cratere era pieno di stelle. Non c’era gravita e cio annullava la spinta dei motori di sollevamento. Il pensiero di Louis non era arrivato tanto lontano.

— Attaccati a qualcosa! — urlo. — Se cadi dalla finestra sei finito!

— Lo so bene — rispose Speaker. Si era avvinghiato a una trave di ferro rimasta allo scoperto. Louis ne aveva trovata un’altra.

— Non avevo ragione? Stelle!

— D’accordo, ma come diavolo lo sapevi?

Lo scheletro dell’Improbable si era rivoltato di lato, con la finestra rivolta in su, per la gravita interna che spingeva con forza.

— Tiene — disse tutto fiero Louis, dimenandosi per mettersi dritto sulla trave. — Tutto va per il meglio! Spero che Prill si assicuri bene. La Liar saltera come una palla. Il filo la tirera su per il fianco di Pugno-di-Dio fino alla bocca del cratere, e poi…

Guardarono in alto verso la superficie del Mondo ad Anello, un’enorme estensione scolpita con una spaventosa perforazione meteorica al centro, dal fondo scintillante. L’Improbable oscillo come un pendolo, e il sole fiammeggio improvvisamente in fondo al cratere.

— … scendera come noi. La Liar si trovera nello spazio assolutamente sgombro a settecentosettanta miglia al secondo. C’e tutto il tempo per il filo di spingerci l’un l’altro. Se non funziona, c’e sempre il motore a propulsione del volociclo di Nessus. Come lo sapevo? Te l’avevo detto. Non continuavo a insistere sul paesaggio?

— No.

— Era l’argomento decisivo. Tutte quelle sporgenze di basamento che spuntavano tra le rocce, e la civilta crollata solo millecinquecento anni fa! Era perche le perforazioni dei due asteroidi avevano perturbato i venti- modello. Capisci che abbiamo viaggiato solo tra le due perforazioni?

— E un ragionamento alla rovescia, Louis!

— Pero ha funzionato.

— Si. A quanto pare vivro ancora tanto da vedere un altro tramonto — sussurro lo kzin.

Louis senti una scossa elettrica. — Anche tu?

— Sissignore, anch’io ammiro il tramonto, quando mi capita. Parliamo della Long Shot.

— Che cosa ti ho detto?

— Che se riuscivo a rubartela, la mia specie avrebbe dominato lo spazio conosciuto finche un’altra piu potente non fosse venuta in urto con la nostra. Avremmo dimenticato tutto cio che abbiamo imparato con tanto dolore sulla collaborazione con le altre razze.

— E vero — disse Louis nell’oscurita. Ora la spinta del filo era forte. La Liar doveva trovarsi gia sulla montagna, su una pendenza di dieci gradi.

— Forse non arriveremo cosi lontano, se la fortuna di Teela protegge la Terra. Pero sono costretto a fare un tentativo, per una questione d’onore — disse Speaker-agli-Animali. — Come posso distogliere la mia specie da un grande sentiero di guerra? Gli dei mi sputerebbero in faccia.

— Io ti avevo messo in guardia dal recitare la parte del dio. Fa male.

— Per fortuna il problema non e cosi grave. Hai detto che rubando la Long Shot, la distruggerei. Il rischio e troppo grosso. Abbiamo bisogno dell’iperpropulsione per sfuggire all’urto d’onda

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