Quel tipo non gli era mai piaciuto, mai, ora poteva finalmente confessarselo. Per tutto il tempo in cui l’aveva alloggiato sotto il suo tetto e l’aveva sfruttato, non si era mai sentito a suo agio. Si era sentito come uno incensurato che per la prima volta fa una cosa proibita, gioca un gioco con mezzi illeciti. Certo, il rischio che il suo trucco venisse scoperto era stato minimo e la sua prospettiva di successo enorme; ma altrettanto gli erano pesati il nervosismo e la cattiva coscienza. In effetti in tutti quegli anni non c’era stato giorno in cui non fosse stato perseguitato dall’idea sgradevole che in qualche modo avrebbe dovuto pagare per essersi messo con quell’individuo. Se soltanto mi andasse bene! aveva cominciato a pregare con ansia fra se e se, se solo riuscissi a mietere il successo di questa rischiosa avventura, senza per questo pagarne le conseguenze! Se solo riuscissi! In verita non e giusto quello che faccio, ma Dio chiudera un occhio, certo che lo fara! Nel corso della mia vita mi ha punito spesso abbastanza duramente, senza nessun motivo, dunque sarebbe soltanto giusto, se Lui ora si mostrasse conciliante. In che cosa consiste poi la mia colpa, posto che esista? Tutt’al piu in questo, che agisco un po’ al di fuori del regolamento della corporazione, sfruttando il meraviglioso talento di un individuo non qualificato e spacciando la sua abilita per la mia. Tutt’al piu in questo, che ho deviato un poco dalla via dell’onesta artigianale. Tutt’al piu in questo, che oggi faccio quello che solo ieri condannavo. Ma e poi un delitto? Alcuni imbrogliano per tutta la vita. Io ho soltanto barato un poco per qualche anno. E soltanto perche il caso mi ha offerto un’occasione unica. Forse non e stato neppure il caso, forse e stato Dio stesso a mandarmi in casa lo stregone, per ricompensarmi del periodo d’umiliazione subito a causa di Pelissier e dei suoi complici. Forse il decreto divino non e diretto affatto a me, bensi contro Pelissier! Sarebbe ben possibile! E come potrebbe altrimenti Dio punire Pelissier, se non innalzando me? Di conseguenza la mia fortuna sarebbe lo strumento della giustizia divina, e come tale non soltanto potrei, ma dovrei accettarla, senza vergogna e senza il minimo rimorso…

Questo aveva spesso pensato Baldini negli anni trascorsi, la mattina, quando scendeva la scala stretta che portava al negozio; la sera, quando saliva con il contenuto della cassa e contava nella cassaforte le pesanti monete d’oro e d’argento; e la notte, quando giaceva accanto allo scheletro ronfante di sua moglie e non riusciva a dormire per l’ansia che gli causava la sua fortuna.

Ma ora, finalmente, aveva chiuso con i pensieri sinistri. L’ospite inquietante se n’era andato e non sarebbe tornato mai piu. Ma la ricchezza restava, ed era certa per tutto l’avvenire. Baldini si porto la mano al petto e attraverso la stoffa della giacca senti il libriccino sul cuore. Seicento formule vi erano annotate, piu di quanto avrebbero mai potuto realizzare generazioni intere di profumieri. Se oggi avesse perduto tutto, soltanto con questo meraviglioso libriccino entro il termine di un anno avrebbe potuto essere di nuovo un uomo ricco. Davvero, che cosa poteva pretendere di piu?

Il sole del mattino gli cadeva sul viso dai frontoni delle case dirimpetto, giallo e caldo. Baldini continuava a guardare verso sud la strada che scendeva in direzione del palazzo del Parlamento — era semplicemente troppo bello che di Grenouille non ci fosse piu traccia! — e con un sentimento traboccante di gratitudine decise di recarsi il giorno stesso in pellegrinaggio a Notre-Dame, di gettare nella cassetta delle elemosine una moneta d’oro, di accendere tre candele e di ringraziare in ginocchio il Signore per averlo colmato di tanta fortuna e per avergli risparmiato la vendetta.

Ma stupidamente qualcosa intralcio di nuovo i suoi piani, perche al pomeriggio, proprio quando stava per incamminarsi verso la chiesa, si sparse la voce che gli inglesi avevano dichiarato guerra alla Francia. In verita la notizia in se e per se non era affatto preoccupante. Ma poiche Baldini giusto in quei giorni stava per inviare a Londra una spedizione di profumi, rimando la visita a Notre-Dame e si reco invece in citta per raccogliere informazioni, e successivamente si diresse alla sua manifattura in Faubourg Saint-Antoine per annullare come prima cosa la spedizione a Londra. La notte poi, a letto, poco prima di addormentarsi, ebbe un’idea geniale: in considerazione degli imminenti conflitti bellici per le colonie del nuovo mondo, avrebbe lanciato un profumo dal nome «Prestige du Quebec», un eroico profumo alla resina il cui successo — su questo non c’era dubbio — l’avrebbe compensato ampiamente del mancato affare con l’Inghilterra. Con questo dolce pensiero nella sua sciocca, vecchia testa, che adagio con sollievo sul cuscino, sotto il quale si avvertiva la gradevole pressione del libriccino di formule, Maitre Baldini si addormento e non si risveglio mai piu in vita sua.

Durante la notte infatti avvenne una piccola catastrofe, la quale, con il debito ritardo, provoco un editto da parte del re, che a poco a poco si demolissero tutte le case su tutti i ponti della citta di Parigi: senza apparente motivo, il lato ovest del Pont au Change crollo tra il terzo e il quarto pilone. Due case precipitarono nel fiume, in modo cosi totale e improvviso, che nessuno degli abitanti pote essere salvato. Fortunatamente si trattava solo di due persone, e cioe di Giuseppe Baldini e di sua moglie Teresa. Gli impiegati se n’erano andati, con o senza permesso, in libera uscita. Chenier, che soltanto nelle prime ore del mattino era tornato a casa leggermente brillo — o piuttosto voleva tornare a casa, perche appunto la casa non c’era piu — subi un tracollo nervoso. Per trent’anni si era cullato nella speranza di essere nominato erede nel testamento di Baldini, che non aveva figli ne parenti. E ora, di colpo, tutta l’eredita era svanita, tutto, casa, affari, materie prime, laboratorio, Baldini stesso… persino il testamento, che forse gli avrebbe dato ancora una speranza di entrare in possesso della manifattura!

Nulla fu trovato, non i cadaveri, non la cassaforte, non il libriccino con le seicento formule. L’unica cosa che resto di Giuseppe Baldini, il piu grande profumiere d’Europa, fu un sentore molto complesso di muschio, cannella, aceto, lavanda e mille altre sostanze, che fluttuo ancora per parecchie settimane sopra la Senna, da Parigi fino a Le Havre.

Parte seconda

23

Nel momento in cui la casa di Giuseppe Baldini precipitava nel fiume, Grenouille si trovava sulla strada di Orleans. Aveva lasciato dietro di se l’atmosfera della grande citta, e a ogni passo che lo allontanava l’aria attorno a lui diventava piu limpida, piu pura e piu pulita. Era come se si diradasse. Non s’incalzavano piu metro per metro centinaia, migliaia di odori diversi in un alternarsi frenetico, ma i pochi che c’erano — l’odore della strada sabbiosa, dei prati, della terra, delle piante, dell’acqua — attraversavano la campagna in lunghe traiettorie gonfiandosi lentamente, lentamente dileguando, quasi mai bruscamente interrotti.

Grenouille avvertiva questa semplicita come una liberazione. Gli odori pacati accarezzavano il suo naso. Per la prima volta in vita sua non doveva aspettarsi a ogni respiro di fiutare qualcosa di nuovo, di inatteso, di ostile o di perdere qualcosa di gradevole. Per la prima volta poteva respirare quasi liberamente, senza dover nel contempo annusare stando all’erta. Diciamo «quasi», perche certo nulla passava del tutto liberamente per il naso di Grenouille. Anche quando non c’era la minima ragione, in lui restava sempre vigile un riserbo istintivo nei confronti di tutto cio che giungeva dall’esterno e doveva essere immesso in lui. Per tutta la vita, anche nei pochi momenti in cui visse echi di qualcosa di simile alla soddisfazione, alla contentezza, e forse persino alla felicita, preferi espirare anziche inspirare: proprio come lui, anche la sua vita non era cominciata con un’inspirazione fiduciosa, bensi con un grido mortale. Ma a prescindere da questa limitazione, che in lui era un limite costituzionale, quanto piu si lasciava alle spalle Parigi tanto meglio Grenouille si sentiva, aveva il respiro sempre piu leggero, camminava con un passo sempre piu veloce e di tanto in tanto il suo corpo assumeva persino una posizione eretta, dimodoche, visto da lontano, aveva quasi l’aspetto di un comune garzone artigiano, cioe di un individuo del tutto normale.

Era la lontananza dagli uomini a dargli la sensazione della massima liberta. A Parigi la gente viveva piu accalcata che in qualsiasi altra citta del mondo. Sei o settecentomila persone vivevano a Parigi. Le strade e le piazze brulicavano di gente, e le case ne erano stipate, dalla cantina fin sotto i tetti. Non c’era quasi angolo a Parigi che non fosse popolato, non c’era pietra, non c’era pezzetto di terra che non emanasse odore umano.

Che fosse questa densa esalazione umana ad averlo oppresso per diciotto anni come una greve aria di temporale, Grenouille lo capi solo adesso, nel momento in cui cominciava a sottrarsi a essa. Finora aveva sempre creduto che fosse il mondo in generale, da cui doveva fuggire. Ma non era il mondo, erano gli uomini. Con il mondo — gli sembrava — con il mondo deserto si poteva convivere.

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