persino nel suo fisico. Era come se fosse aumentato di statura. La sua gobba sembrava diminuita. Camminava quasi completamente dritto. E quando veniva apostrofato, non trasaliva piu, ma restava dritto e fronteggiava gli sguardi rivolti a lui. Certo, in questo periodo non divenne un uomo di mondo, un idolo dei salotti o un brillantone in societa. Ma in lui diminui notevolmente quel tanto di compresso e di maldestro che aveva per dar luogo a un atteggiamento che fu interpretato come naturale modestia o tutt’al piu come una lieve timidezza innata che suscitava commozione in molti signori e in piu d’una signora: a quei tempi nei circoli mondani avevano un debole per la naturalezza e per una sorta di rozzo
All’inizio di marzo prese le sue cose e se ne ando di nascosto, una mattina di buon’ora, non appena aprirono le porte della citta, con indosso una modesta giacca marrone acquistata il giorno prima al mercato degli abiti usati e un cappello logoro, che gli nascondeva meta del viso. Nessuno lo riconobbe, nessuno lo vide o lo noto, perche quel giorno aveva rinunciato di proposito a mettersi il suo profumo. E quando il marchese verso mezzogiorno intraprese ricerche, le guardie giurarono e spergiurarono che in verita avevano visto gente di qualsiasi specie lasciare la citta, ma non quel famoso uomo della caverna, che sicuramente avrebbe richiamato la loro attenzione. Di conseguenza il marchese fece sapere che Grenouille aveva lasciato Montpellier col suo consenso e si era recato a Parigi per questioni familiari. Ma in cuor suo si irrito terribilmente, perche si era proposto di intraprendere una tournee con Grenouille per tutto il regno, al fine di reclutare proseliti per la sua teoria fluidale.
Dopo qualche tempo si tranquillizzo di nuovo, perche la sua fama si diffuse anche senza tournee, quasi senza il suo intervento. Comparvero lunghi articoli sul «fluidum letale Taillade» nel
Gli adepti rinunciarono gia poco prima di Vernet, l’ultimo insediamento umano ai piedi della terribile montagna. Ma il marchese non si lascio intimorire. Liberandosi dei vestiti nel freddo gelido ed emettendo alte grida di giubilo, comincio la salita da solo. L’ultima cosa che videro di lui fu la sua silhouette che scompariva cantando nella tempesta di neve con le braccia estaticamente levate al cielo.
La vigilia di Natale i discepoli attesero invano il ritorno del marchese de la Taillade-Espinasse. Non torno ne vecchio ne giovane. Anche all’inizio dell’estate dell’anno seguente, quando i piu temerari si misero alla sua ricerca e scalarono la cima del Pic du Canigou ancora innevata, non si trovo piu nulla di lui, non un capo di vestiario, non una parte del corpo, non un ossicino.
Tutto questo naturalmente non danneggio affatto la sua dottrina. Al contrario. Presto si diffuse la leggenda che si fosse unito in matrimonio sulla cima della montagna con il fluido vitale eterno, che si fosse dissolto in esso ed esso in lui, e che da allora in poi aleggiasse invisibile, ma in eterna giovinezza, sulla cima dei Pirenei: chi saliva fino a lui diventava parte di lui e per un anno era risparmiato dalla malattia e dal processo dell’invecchiamento. Fino al tardo diciannovesimo secolo la teoria fluidale di Taillade fu propugnata da parecchie cattedre di medicina e applicata come terapia in molte associazioni occulte. E ancora oggi ai due versanti dei Pirenei, cioe a Perpignan e a Figueras, esistono logge segrete di seguaci di Taillade, che s’incontrano una volta all’anno per scalare il Pic du Canigou.
La accendono un grande fuoco: dicono in occasione del solstizio e in onore di san Giovanni, ma in realta lo fanno per rendere omaggio al loro maestro Taillade-Espinasse e al suo grande «fluidum», e per ottenere la vita eterna.
Parte terza
35
Mentre Grenouille aveva impiegato sette anni per compiere la prima tappa del suo viaggio attraverso la Francia, porto a termine la seconda in meno di sette giorni. Non evito piu le strade animate e le citta, non fece piu deviazioni. Aveva un odore, aveva denaro, aveva fiducia in se e aveva fretta.
La sera stessa del giorno in cui aveva lasciato Montpellier raggiunse Le Grau-du-Roi, un piccolo porto a sud-ovest di Aigues-Mortes, dove s’imbarco per Marsiglia su un veliero da carico. A Marsiglia non lascio neppure il porto, ma cerco subito una nave, che lo porto lungo la costa verso est. Dopo due giorni era a Tolone, dopo altri tre giorni a Cannes. Il resto del viaggio lo fece a piedi. Segui un sentiero che portava a nord verso l’interno del paese, su per le colline.
Due ore dopo era in cima, e davanti a lui si stendeva un bacino di parecchie miglia, un paesaggio fatto come un’enorme conca, i cui confini tutt’attorno consistevano in colline dai morbidi pendii e in catene di montagne dirupate, mentre la vasta conca era coperta di campi appena coltivati, di giardini e di boschi di ulivi. Su questa conca c’era un clima del tutto particolare, stranamente intimo. Sebbene il mare fosse cosi vicino che si riusciva a vederlo dalla cima delle colline, li non c’era nulla di marittimo, nulla di salato e sabbioso, nulla di aperto, bensi un quieto isolamento, come se la costa fosse distante molti giorni di viaggio. E sebbene verso nord si ergessero le grandi montagne, sulle quali rimaneva e sarebbe rimasta ancora a lungo la neve, li non si avvertiva niente di rude o di stentato, e non c’erano correnti fredde. La primavera era molto piu avanzata che a Montpellier. Una leggera foschia copriva i campi come una campana di vetro. Gli albicocchi e i mandorli erano in fiore, e il profumo dei narcisi si diffondeva nell’aria tiepida.
All’altro limite della grande conca, a forse due miglia di distanza, sulle ripide montagne, era adagiata, o per meglio dire incollata, una citta. Vista da lontano non dava un’impressione di particolare grandiosita. Non c’era un duomo possente che svettasse al di sopra delle case, ma soltanto un piccolo cono di campanile, non c’era una rocca dominante ne un edificio sfarzoso che colpisse l’attenzione. Le mura apparivano tutt’altro che imponenti, qua e la le case sporgevano fuori della loro cerchia, soprattutto in basso verso la pianura, e conferivano a tutto il circondario un aspetto un po’ logoro. Era come se quel luogo fosse stato gia troppe volte conquistato e poi sbloccato dall’assedio, come se fosse stanco di continuare a opporre una vera e propria resistenza nei confronti di intrusi futuri… ma non per debolezza, bensi per indolenza o addirittura per un senso di potenza. Era come se non sentisse la necessita di far sfoggio di se. Dominava la grande conca profumata ai suoi piedi, e questo sembrava bastargli.
Quel luogo insignificante e nel contempo consapevole di se era la citta di Grasse, da alcuni decenni incontestata metropoli della produzione e del commercio di sostanze odorose, articoli di profumeria, saponi e olii. Giuseppe Baldini aveva sempre pronunciato il suo nome con estasi rapita. Quella citta era la Roma dei profumi, la terra promessa dei profumieri, e chi non si era guadagnato i galloni a Grasse non portava a buon diritto il nome di profumiere.
Grenouille guardo la citta di Grasse con occhi spassionati. Non cercava la terra promessa della profumeria, non si sentiva allargare il cuore alla vista del nido incollato lassu sui pendii. Era venuto perche sapeva che li si potevano imparare alcune tecniche per estrarre il profumo meglio che altrove. E di queste voleva impossessarsi, perche gli servivano per i suoi scopi. Prese dalla tasca il flacone con il suo profumo, se lo picchietto addosso con parsimonia e si mise in cammino. Dopo un’ora e mezzo, verso mezzogiorno, era a Grasse.
Mangio in un’osteria al limite superiore della citta in Place aux Aires. La piazza era attraversata in lunghezza da un ruscello nel quale i conciatori lavavano le loro pelli, e successivamente le stendevano ad asciugare. L’odore era cosi pungente da rovinare il gusto del cibo a piu d’un ospite. Ma non a lui, Grenouille.